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I gatekeeper 3.0 sul Viale del tramonto

di Alberto Bagnai

Non ho mai nascosto la mia non eccessiva stima per i padri nobili in generale, e per Guido Viale in particolare. Se ne è parlato in questo blog, e non credo di dover spiegare per l'ennesima volta per quale motivo chi pensa di poter fare la filiera corta con la valuta forte non merita nemmeno di essere considerato come interlocutore. Occorre certo confrontarsi, oggi più che mai, ma dato che il tempo è poco mi permetto sommessamente di far notare che non vale la pena di farlo con chi è ortogonale rispetto a quel minimo di logica elementare che rende il confronto fruttuoso. Per questo tipo di "interlocutori", quelli che non si arrendono nemmeno all'evidenza, c'è la tanto accogliente quanto (di questi tempi) vorace pattumiera della SStoria. È lì, a bocca aperta, e non vede l'ora di inghiottire quei personaggi che ancora pensano di poter campare di rendita in nome di non si sa bene quale glorioso passato.

L'ultima uscita di Viale, quella nella quale ha confessato che la Lista Tsipras ha come scopo quello di intercettare il dissenso nei riguardi dell'euro, è un gigantesco QED del quale non avevamo bisogno, e anche un colossale errore politico, per due motivi.


Il primo, più "alto" e strategico, è quello che ho spiegato intervenendo al dibattito Titanic Europa promosso da Stefano Fassina: chi continua con la cialtronesca, demagogica e populista identificazione di euro ed Europa si prende la tragica responsabilità politica di alimentare reazioni nazionaliste. Il motivo è molto semplice: l'euro è un tragico errore economico, storico e politico. Questo tutti lo sanno e tutti lo ammettono tranne il dr (forse) Viale. Chi continua a identificare il bambino Europa con l'acqua sporca euro, quindi, sarà il diretto responsabile politico delle reazioni che tenderanno a gettare l'uno con l'altra. Se si dice alla gente che l'euro è l'Europa (come fa il dr Viale nel simpatico spezzone sopra citato), inevitabilmente la gente rifiutando (a ragione) l'euro rifiuterà anche (a torto) quello che è un percorso storico, culturale, politico di per sé non negativo: il percorso di integrazione europea. La scelta oggi è fra euro ed Europa. Gli intellettuali senza virgolette lo sanno. Quelli italiani pare di no.

Il secondo errore politico è di ordine tattico. Non è la prima volta che il variopinto mondo della sinistra "critica" commette l'errore di effettuare una operazione di gatekeeping per poi confessarlo. Questo dimostra che la sinistra "critica" non è in grado di imparare dai propri errori. L'inverecondo spettacolo del Manifesto e di sbilanciamoci.info col cappello in mano, intenti a sollecitare dai propri lettori i mezzi finanziari necessari per poterli disinformare meglio, per poter condurre dibattiti ancor più orientati, per poter alimentare sogni sempre più lisergici, evidentemente non è valso a far prevalere un minimo di razionalità e di reale apertura.

E i risultati già si vedono.

La lista degli "inutili intelligenti" (come li chiama Massimo Rocca) sta già collassando. Non è più il tempo della menzogna e del dilettantismo: tempus mutationis advenit.

Parce sepultis.

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