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marx xxi

L'immagine della Cina in Italia è curata dalla CIA

di Francesco Galofaro*

Se cerchiamo “Cina” nella Wikipedia italiana, comparirà sullo schermo un lungo testo ricco di dati e – almeno in apparenza – asettico e neutrale, come ci si attende da una voce d'enciclopedia. Ma se diamo un'occhiata alla nota 3 e alla nota 28, scopriamo che la fonte ufficiale del tasso di crescita della popolazione cinese è un dato della CIA che risale al 2013. Qua e là troviamo anche altri siti governativi, come www.dandc.eu, riconducibile al governo tedesco. Il punto di vista del governo cinese, contraddistinto da indirizzi “gov.cn”, è presente con sole 4 citazioni: due in riferimento al sistema sanitario, due alla questione dei diritti. Sorprendentemente poche, in una voce che conta ben 234 note.

 

Come verificare le fonti

La critica delle fonti è qualcosa che un ricercatore in discipline umanistiche è abituato a fare; non così il grande pubblico dei lettori di Wikipedia, legati al sito da un contratto di fiducia. Qualche volta la fonte di una notizia è palese, talvolta implica una ricerca più faticosa e approfondita. Il modo migliore per lavorarci è effettuare ricerche nella pagina “modifica wikitesto”: compare allora il codice sorgente della pagina e diviene più semplice effettuare ricerche sulle parole che ricorrono nei link. In questo modo si evidenzia quel che solitamente rimane sottotraccia.

 

Interessi economici

Tra le note troviamo fonti non sempre neutrali come il fondo monetario internazionale e la banca mondiale, rispetto alle quali la Cina si è fatta promotrice di politiche di sviluppo autonome di livello internazionale. Si tratta, insomma, della concorrenza. Allo stesso modo, molte fonti sono costituite dalla stampa occidentale, prevalentemente anglosassone: USA Today, New York Times, BBC, Washington Post. Non si tratta solo delle voci relative ai diritti umani, come ci si potrebbe attentere, ma di un fenomeno per cui per ogni aspetto della cultura cinese – storico, sociale, politico, economico, commerciale - troviamo in Wikipedia una sua rappresentazione occidentale, specie per quel che riguarda un inquadramento della Cina come potenza emergente. Ad esempio, la fonte per quel che riguarda i problemi di inquinamento e malattie respiratorie, il rispetto dei diritti religiosi e i problemi del legame tra crescita e inflazione è il Financial Times. Se è normale che un quotidiano finanziario si occupi di quest'ultimo problema, è più bizzarro che esso costituisca la fonte privilegiata del punto di vista di Wikipedia italiana su problemi di natura medica, ecologica e financo teologica.

 

Manipolazioni discrete

La manipolazione è sottile, ma c'è. Non riguarda solo questioni umanitarie, confinate tatticamente entro un apposito paragrafo, ma anche interessi materiali di natura economica. Secondo la rivista Wired(1), Wikipedia è il sesto sito più cliccato, ed è il primo ad essere restituito da ogni ricerca di Google, il sito in vetta alla classifica. L'immagine della Cina dipende dunque in gran parte da Wikipedia, tanto per quanto riguarda le masse, quanto per gli investitori, quanto per ragazzi e giovani che scoprono quel mondo nel periodo della formazione.

Ovviamente, il problema diventa più grave quando si discute di questioni legate ai diritti umani. Fonti carenti o addirittura inventate rivelano in effetti un furore ideologico nei confronti del socialismo cinese. Ad esempio, la pagina della Cina dichiara che il mancato rispetto dei diritti umani sarebbe legato anche a episodi di aborti obbligati. Il link rinvia a un sito non più consultabile. Volendo approfondire, si tratta di un singolo articolo del 2014 pubblicato da un giornalista, Didi Tang, che all'epoca lavorava per l'Associated Press, relativo a una donna con problemi di salute mentale, che sarebbe stata costretta ad abortire da medici degni eredi di Mengele. Questo genere di notizie si leggono anche sulla stampa italiana(2), senza che il nostro Paese sia accusato di calpestare i diritti umani; al contrario, nella voce di Wikipedia sulla Cina l'episodio si trasforma in violazione sistematica e generalizzata.

 

Come morire per Danzica

Non è strano che la voce di Wikipedia italiana rifletta un punto di vista inglese e americano sulla Cina, data la subalternità culturale dell'Italia verso il mondo anglosassone, la scarsa reperibilità di testi tradotti e le difficoltà linguistiche comportate da un accesso diretto all'universo cinese. Tuttavia, i meccanismi di revisione di Wikipedia l'hanno trasformata in campo di battaglia politica, etica, religiosa. E' noto il caso della contesa tra utenti tedeschi e polacchi sul nome da dare a Danzica su Wikipedia inglese(3). Se guardiamo alle voci relative alla Cina, le fonti talvolta inducono a credere che l'adozione di un punto di vista ideologico assuma i contorni di un intervento condotto intenzionalmente da chi ha interesse a farlo. Questo è più evidente in voci relative a controversie sui diritti, quali ad esempio “Falung Gong”. Si tratta di una setta avversata dal governo cinese, accusato di persecuzioni, di violazione dei diritti umani, e perfino di utilizzare i componenti della setta come banca d'organi.

 

Il caso Falung Gong

Se consultiamo la pagina “Discussione”, scopriamo che la voce attuale è ricalcata sulle voci di Wikipedia inglese; la voce originaria e le polemiche che l'hanno accompagnata sono ancora disponibili su Wikipedia(4). Era stata scritta da adepti di Falung Gong, e alcuni utenti l'avevano giudicata non solo faziosa, ma anche “veicolo di propaganda e proselitismo per certe ignobili sette che predicano il razzismo, l'odio per gli omosessuali, il rifiuto delle cure mediche, il "suicidio" rituale anche per il bambini”. La nuova voce, redatta all'estero e tradotta, non reca traccia di polemiche nei confronti di Falung Gong ma permette comunque una critica delle fonti. Tra queste troviamo in larga preponderanza, è ovvio, il sito della setta. Troviamo nuovamente quotidiani anglosassoni come il Daily Telegraph e il NY Times, ma le notizie più efferate non possono vantare fonti tanto autorevoli: spesso i link non portano da nessuna parte e generano errori, oppure fanno riferimento a siti di informazione online dichiaratamente anticomunisti come Epoch Times. Troviamo, naturalmente, siti di ONG attive nel campo dei diritti umani e della libertà di espressione, ma quel che pare davvero strano è la presenza di fonti assolutamente governative: ad esempio, www.cecc.gov è il sito della commissione del Congresso americano sulla Cina, presieduta dal senatore repubblicano Marco Rubio, ed è la fonte che denuncia torture, abusi psichiatrici e tecniche di lavaggio del cervello sui membri della setta. La commissione autorevolmente presieduta da Rubio spiega che la setta “è oggi una minaccia per lo Stato e il Partito, perché sottrae loro il diritto esclusivo di definire il senso del nazionalismo cinese”; delucida sulle ragioni per cui si viene arrestati; rivela che i “centri di educazione alla legalità” in cui i membri della setta sono rinchiusi sono in realtà specializzati nella “trasformazione della mente”. Non è finita: il sito www.state.gov è nientemeno che il Dipartimento di Stato: ci assicura che i membri della setta, nonostante le persecuzioni, sono ancora oggi decine di milioni; che i membri della setta rappresentano la metà dei detenuti per motivi di rieducazione; che ai detenuti vengono prelevati forzosamente gli organi. Si direbbe che gli USA, che non sono esattamente la prima linea contro torture e pena di morte, abbiano preso particolarmente a cuore la libertà religiosa dei membri di questa setta.

 

Conclusioni

Non è nostra intenzione screditare Wikipedia, che è e rimane uno dei siti più affidabili dal punto di vista della correttezza del sapere. Il problema è che i criteri attraverso cui lo assicura non sono a prova di manipolazione. La legittimazione di un qualsiasi enunciato avviene attraverso i rimandi interni all'enciclopedia o il rinvio a fonti dotate di codice ISBN (libri), ISSN (pubblicazioni on-line), DOI(5). Si tratta evidentemente di criteri del tutto formali che identificano la qualità del sapere con il suo grado di connessità, ovvero con la forza del suo legame al resto della nostra cultura. Un criterio del tutto arbitrario: chi si occupa di ricerca è invece tenuto a una valutazione rispetto alla qualità e alla credibilità della fonte. In questo modo, è difficile che non si riproduca in Wikipedia il punto di vista della nostra cultura sull'Altro: una frontiera tra interno ed esterno, per dirla con i semiologi sovietici(6). E se vi è una frontiera, a maggior ragione Wikipedia diverrà, come il resto del web, terreno di una nuova guerra sull'informazione. Si tratta di operazioni di Misinformation and proselytizing, una branca del cyberwarfare che gli Stati Uniti hanno teorizzato e messo in pratica per primi(7), mentre altre nazioni faticano ancora a colmare il divario.


* Semiologo, Politecnico di Milano

Note
(1) https://www.wired.it/internet/web/2017/03/14/100-siti-piu-cliccati/
(2) http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2007/02/17/Cronaca/TORINO-13ENNE-COSTRETTA-AD-ABORTIRE-DAL-GIUDICE-ORA-RICOVERATA-IN-PSICHIATRIA_095626.php
(3) https://en.Wikipedia.org/wiki/Talk:Gdansk/Vote. Si veda anche il conflitto nostrano tra utenti antifascisti e revisionisti: http://www.lavoroculturale.org/wikidaus-fascismo-enciclopedico/
(4) https://it.Wikipedia.org/wiki/Discussione:Falun_Gong/archivio1
(5) Digital Object Identifier, un numero che identifica univocamente un “oggetto” in Internet in modo da semplificarne la ricerca.
(6) Jurij Lotman, Boris Uspenskij, Tipologia della cultura, Milano, Bompiani, n. ed. 2001.
(7) A. Teti, Information warfare e cyberwarfare”, in Lavorare con i Big Data, Milano, Tecniche nuove, 2017, pp. 593-599.

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