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Il Rosatellum? Serve ad allontanare i cittadini dalla politica

di Francesco Erspamer

Con la nuova legge elettorale, come già con l'Italicum, il Porcellum e il Mattarellum, il liberismo cerca di indebolire la democrazia

Al liberismo importa solo la deregulation morale, culturale e politica, perché è nel vuoto di valori e di solidarietà che i ricchi possono continuare ad arricchirsi. Il modello di Renzi e già prima di lui di Veltroni e buona parte del Pd (ancor più che di Berlusconi o di Forza Italia), sono gli Stati Uniti.

“Il Rosatellum non conviene a nessuno e non ci saranno maggioranze neanche con gli inciuci”, intitola il Fatto quotidiano riprendendo con linguaggio scandalistico una più sobria inchiesta del Corriere della sera secondo la quale con la nuova legge i risultati elettorali non porterebbero a significative variazioni o a una maggiore governabilità. È proprio un giornale liberista, il Fatto, e come tale del tutto incapace non solo di criticare ma anche di comprendere le strategie e i propositi del liberismo. Al liberismo non importa nulla della governabilità e tanto meno dell’efficienza, che infatti vengono istantaneamente sacrificate quando in qualsiasi modo possano nuocere ai ricchi, alle loro multinazionali e alla casta di servi sciocchi e privilegiati che li circondano. Al liberismo importa solo la deregulation morale, culturale e politica, perché è nel vuoto di valori e di solidarietà che i ricchi possono continuare ad arricchirsi a spese del resto del paese e le multinazionali a sostituirsi alle istituzioni pubbliche; al Rosatellum, come in precedenza all’Italicum, al Porcellum e al Mattarellum, non chiede altro che di indebolire la democrazia e di far sì che i cittadini si abbandonino al qualunquismo e all’individualismo, perdendo fiducia nello Stato e consentendone la privatizzazione in cambio di qualche feticcio tecnologico e di un consumismo compulsivo.

Per questo e solo per questo fu abolito il sistema proporzionale: perché consentiva alla gente di aggregarsi liberamente in partiti, anche piccoli ma rappresentati in Parlamento, “per concorrere a determinare la politica nazionale” (articolo 49 della Costituzione ) e in questo modo incoraggiava la partecipazione. Il modello di Renzi e già prima di lui di Veltroni e buona parte del Pd (ancor più che di Berlusconi o di Forza Italia), sono gli Stati Uniti: nei quali ormai alla politica presta attenzione, e davvero un minimo di attenzione, un terzo scarso della popolazione, e la percentuale continua a calare. Con il risultato che il governo ormai lo controllano le lobby e i miliardari, con Trump direttamente.

Un altro punto: ai liberisti importa vincere, nient’altro; ovvio, visto che in assenza di valori e di etica l’unico criterio di valutazione è il successo (non fatevi fregare: questo intendono per meritocrazia: merito per loro è vincere alla lotteria della vita o alla ruota della fortuna e chi vince deve avere tutto il potere). Coerentemente vogliono evitare che la politica continui al di là delle elezioni; a loro fa comodo che si esaurisca in un rito quinquennale e che questo rito susciti sempre meno passioni e si trasformi in un talk show di celebrity in cui si fa solo gossip (l’abuso di anglicismi è intenzionale). Ricordate i romanzi e film di don Camillo e Peppone? Storie e situazioni oggi impensabili. Invece l’unico modo per salvare la democrazia è riuscire a pensarle, ossia tornare alla politica come pratica quotidiana, strettamente intrecciata con le altre nostre attività e aspirazioni. In altre parole la politica e la democrazia non dovrebbero servire solo a determinare il partito vincente, come vorrebbero Renzi e Berlusconi ma anche il Fatto quotidiano: dovrebbero servire anche a determinare un’opposizione combattiva e a dare voce e peso alle minoranze. Le grandi riforme e conquiste ottenute in Italia durante la prima repubblica le dobbiamo all’opposizione comunista e alla frammentazione dell’area laica più che al governo democristiano, che se premiato da un sistema maggioritario avrebbe perseguito gli stessi obiettivi del Pd. Per questo mi auguro che ci sia presto un partito, magari il M5S in alleanza con i gruppi della sinistra sociale, che ponga al primo posto del suo programma il ripristino di un sistema elettorale proporzionale puro; per ridare senso alla democrazia e ricondurre la gente alla politica e nelle piazze.

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