“Giorgio Bertani editore ribelle”
Recensione a libro e docufilm
Con una testimonianza di Lanfranco Binni
Il periodo che va dagli anni ’60 all’inizio degli ‘80 si caratterizzò per il proliferare di movimenti, che produssero interessanti espressioni editoriali alternative - riviste, librerie, case editrici e anche distribuzioni librarie. In questo contesto un posto particolare spetta all’editore Giorgio Bertani, per la capacità che ha avuto di ospitare nel suo catalogo le voci più significative del pensiero critico di quegli anni. Il libro Giorgio Bertani editore ribelle, a cura di Marc Tibaldi (Milieu Edizioni, Milano, 2020, 143 pagg, più docufilm, 16.90 euro) racconta la vita della Bertani Editore e del suo fondatore, passando dal celebre rapimento del vice-console spagnolo del 1962 a Dario Fo e a Horst Fantazzini, da Georges Bataille a Franco Berardi Bifo, da Paul Nizan a Jacques Derrida, da Antonio Moresco a Carlo Rovelli, da Jean Fallot a Dacia Maraini, dalla RAF alle BR, dai Tupamaros all’IRA, da Giangiacomo Feltrinelli a Felix Guattari, dalla Palestina al Cile, dal Vietnam alla Cina, dalla Resistenza ai movimenti degli anni ’70, da Franca Rame a Gilles Deleuze… e così ancora per altre centinaia di titoli, in una prospettiva vertiginosa che attraversa fuochi del pensiero e insorgenze sociali.
Questo è Giorgio Bertani editore ribelle. Un libro contro le nostalgie che funziona come ordigno mitopoietico che mette in moto desideri, critiche e creazioni. Un contributo per l’invenzione di socialità dove solidarietà e sapere liberino le potenze delle intelligenze individuali e collettive.
Questi i capitoli del libro che ben sintetizzano i contenuti: Attraverso il catalogo della Bertani editore e la biografia di Giorgio Bertani; 1962: il rapimento del viceconsole spagnolo; Dario Fo e il catalogo della casa editrice; i primi anni della Bertani con Franco Rella e Alberto Tomiolo; L’esperienza di Editoria militante; tra il 1968 e il 1977; la repressione nel 1977; L’attenzione alla cultura delle classi subalterne; dagli anni ’80 alla chiusura; Giorgio Bertani e Vittorino Andreoli; “I miei anni veronesi e altre considerazioni” di Antonio Moresco; documentazione storica su: Il rapimento del viceconsole spagnolo; Appello degli intellettuali francesi per il convegno sulla repressione in Italia; Comunicato per l’uscita di Bologna marzo 1977… fatti nostri…; “Sogni, errori, libertà. Il nostro ’77 fu diverso” di Carlo Rovelli; il catalogo e le copertine della casa editrice; più una bella sezione fotografica.
Il docufilm allegato si intitola Verona City Lights e contiene interviste inedite a Giorgio Bertani e a numerosi protagonisti di quella stagione: Walter Peruzzi, Alberto Tomiolo, Tita Novello Paglianti, Raffaella Poldelmengo, Fiorenzo Angoscini, lo scrittore Antonio Moresco, che afferma: “Bertani è stato un anticipatore su diverse cose. Continuava a proporre un’unione tra piccoli editori per avere maggiore forza economica e distributiva. Aveva questo cruccio. Era coraggioso, ha pubblicato Deleuze tra i primi, faceva dei libri che erano anche molto belli da vedere”, e il fisico Carlo Rovelli, che ricorda il: “clima duro e violento, ma di grande entusiasmo. E Giorgio era centrale in tutto questo. Fu bellissimo lavorare con lui per Bologna marzo 1977... fatti nostri... Si combatteva per un mondo migliore. Non tutto è andato nella direzione che volevamo, ma penso che alla fine la rivoluzione è una vecchia talpa che sparisce sotterranea ma poi riappare”. La colonna sonora è del jazzista Claudio Fasoli.
Una vita avventurosa – quella di Bertani e della casa editrice – come testimoniano le molte testimonianze arrivate ai curatori dopo la pubblicazione del libro, molto interessante è quella dello scrittore e storico della letteratura Lanfranco Binni, che in quegli anni fu stretto collaboratore di Franca Rame e Dario Fo e che con Bertani pubblicò Attento te! Il teatro politico di Dario Fo. La pubblichiamo qui di seguito, con l’assenso dell’autore.
“La mia conoscenza con Giorgio Bertani risale all’autunno del 1971, a Milano. Nell’agosto-settembre di quell’anno ero stato in Libano, in un viaggio organizzato dai militanti palestinesi del Fronte popolare democratico per la liberazione della Palestina, a Firenze, per un’inchiesta sulla sinistra del movimento di liberazione. Al mio ritorno mi misi in contatto con la Comune di Dario Fo e Franca Rame, considerandolo il canale migliore per diffondere le informazioni e i materiali politici che avevo raccolto in Libano. A seguito di un incontro milanese con il collettivo teatrale fu deciso di stabilire un rapporto diretto tra la Comune e il Fpdlp in funzione di uno spettacolo che informasse sulla sinistra della resistenza palestinese (in quel periodo l’informazione riguardava quasi esclusivamente Al Fatah) e procurasse sostegno politico e finanziario al Fpdlp. Tornai in Libano con Franca Rame, per definire un accordo con Nayef Hawatmeh. Ne risultò lo spettacolo Fedayn (1972), con la partecipazione di attori-guerriglieri palestinesi; il testo fu pubblicato dalla casa editrice milanese Sapere, affiancato dal volume La rivoluzione palestinese oggi (gennaio 1972), n. 8 della collana «La Comune. Documenti politici», pubblicato da Bertani nel gennaio 1972 e distribuito direttamente dalla Comune in occasione dello spettacolo Fedayn; in quel volume erano pubblicati i materiali del mio viaggio d’inchiesta nel sud del Libano e a Beyruth. Da quel momento, entrato a far parte del collettivo teatrale con compiti di organizzazione del circuito nazionale La Comune (circoli e rete del Soccorso Rosso Militante sul “fronte del carcere”), mi occupai anche dell’attività editoriale del collettivo sviluppata prevalentemente con Bertani. Con Bertani la complicità politica era totale, e per alcuni anni il circuito nazionale della Comune fu anche un importante canale di distribuzione della sua complessiva e intensa attività di editore “ribelle” e libertario, in un rapporto diretto con le innumerevoli situazioni di base del circuito culturale alternativo. Nel 1974, dopo l’esperienza straordinaria dell’occupazione della Palazzina Liberty a Milano che avevo contribuito a organizzare, e a seguito di una scissione del collettivo teatrale, conclusi la mia esperienza con La Comune curando il volume di Dario Fo, Ballate e canzoni, e pubblicando Attento te…! Il teatro politico di Dario Fo, entrambi editi da Bertani. Nella folla di persone, voci ed esperienze di quegli anni, 1971-1974, brevi ma intensissimi, il generoso entusiasmo di Bertani resta per me centrale, e scorrendo il catalogo della sua tenace, coraggiosa e travagliata attività di editore colpisce la straordinaria apertura a tutti i temi della grande stagione rivoluzionaria degli anni settanta. Il prezioso volume di Marc Tibaldi, Giorgio Bertani editore ribelle, rende pienamente giustizia a un protagonista di quella stagione, disperatamente intransigente e sempre proiettato in avanti”.