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lantidiplomatico

Assange è colpevole di aver rivelato al mondo intero l'anima malvagia dell'imperialismo a stelle e strisce

di Federico Pieraccini

Julian Assange è stato arrestato a Londra, portato via dalla Polizia Inglese dopo che il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, ha dato il via libera all'espulsione dell’editore di Wikileaks. La vicenda di Assange è tragica ma allo stesso modo estremamente efficace nel dimostrare come il vero giornalismo sia ormai bandito in Occidente e quanto coordinamento ci sia tra politici, giornalisti, agenzie di stampa e think tank per silenziare persone scomode al potere Statunitense come Julian Assange e la sua fondazione Wikileaks

Assange ha due colpe enormi: aver pubblicato materiale autentico sui crimini guerra commessi degli Stati Uniti in Iraq ed aver contribuito, con la pubblicazione delle mail della Clinton, di Podesta e del DNC a rivelare al mondo intero il malaffare nella politica domestica USA con la frode ai danni di Bernie Sanders nelle primarie Democratiche.

Due vicende che colpiscono le fondamenta su cui si basa la retorica del ‘American exceptionalism’, ovvero la perfetta Democrazia di cui gli americani si vantano e le ‘Guerre giuste’ o ‘umanitarie’ come vengono definite da media e politici, ansiosi di accontentare i produttori bellici che spesso risultano essere anche gli editori dei giornali e i maggiori donatori ai partiti politici.

Rilasciare dei video in cui si vedono soldati Statunitensi trucidare ridendo decine di iracheni da un elicottero di guerra (Apache), nonostante fosse evidente che si trattasse di civili disarmati, è una delle più forti dimostrazioni che mai avremmo potuto avere di quanto sia falsa, artefatta e propagandistico il concetto di ‘guerra umanitaria’ o del ‘R2P’ (diritto di proteggere).

Nell’era della comunicazione in cui viviamo, quel video, quelle immagini, quelle risate, furono un messaggio molto potente contro le menzogne quotidiane a cui veniamo sottoposti.

I media non ci diranno mai che il motivo per cui Washington è in guerra un anno sì e due no, da circa duecento anni, è l’imperialismo USA, l’espansione (geo)politica per maggiori risorse energetiche o più in generale, semplicemente controllare una nazione o mandarla nel caos se non si può condizionare ed indirizzare.

Quel video smentiva in maniera fattuale e pratica migliaia di ore di propaganda dei media per convincerci che Washington bombarda le nazioni per portare democrazia e liberare le popolazioni oppresse.

Alla stessa maniera, Wikileaks dimostrando che le primarie democratiche furono una farsa, con la complicità di media come CNN, a danno del principale sfidante della Clinton per guidare il Partito Democratico, Bernie Sanders, dimostrarono in maniera molto solida come il concetto di democrazia sia logoro e ormai inesistente negli Stati Uniti. A guidare i partiti ci sono i soldi dei donatori e la conseguente copertura mediatica che si può comprare per ripetere all’infinito a decine di milioni di americani false notizie, bugie e promesse che mai verranno mantenute.

Diventa evidente, leggendo le rivelazioni pubblicate negli anni da Wikileaks come termini quali ‘democrazia’ e ‘Right 2 Protect’ non siano altro che delle scusanti o giustificazioni per permettere agli Stati Uniti di bombardare ovunque lo desideri, eleggere chi farà esclusivamente gli interessi dell’elite a scapito del popolo e dare lezioni di moralità al resto del mondo con evidenti doppi standard.

Tutto questo produce conseguenze nefaste per la propaganda dei media mainstream e quindi degli obiettivi in politica estera degli Stati Uniti. Senza la credibilità del pretesto, diventa più difficile convincere gli Europei e Nordamericani a mandare i propri figli a morire a migliaia di chilometri da casa.

L’unico antidoto è silenziare la fonte, ignorando le conseguenze, anche se si tratta di un giornalista con fama internazionale, premiato dozzine di volte e da 7 anni rinchiuso in un’ambasciata a Londra.

L’Australiano è riuscito a diventare contemporaneamente il nemico numero uno per l’apparato Militare Industriale, i democratici e successivamente per tutti quei russofobi Statunitensi. Ha svolto talmente bene il proprio lavoro, in maniera imparziale, che è riuscito a diventare un obiettivo di praticamente tutta Washington che non concordo su niente, se non che Assange va rinchiuso in galera a vita.

Il suo destino pare segnato, con la probabile estradizione negli USA dove lo attendo un processo segreto, su accuse false, senza nemmeno poter vedere le prove con cui è accusato.

Avrebbero fatto prima a portarlo a Guantanamo. L’effetto è comunque il medesimo. Certo, non per tutti. Molti gioiscono alla notizia del suo arresto. Tutto il movimento #MeToo e quei gruppi legati ai diritti umani, nemmeno una critica, anzi spesso applausi per la decisione di Lenin Morero e l’arresto da parte della polizia inglese. Agenti dell’imperialismo che si rivelano al momento opportuno, invece di far sentire la propria voce per un giornalista arrestato, tacciono in silenzio.

Giornali, TV, personalità mediatiche al di fuori dagli Stati Uniti sono parte integrante e contribuiscono intenzionalmente nel creare una coltre di disinformazione, omissioni e menzogne funzionali alla propaganda degli Stati Uniti. Possono dividersi sui presidenti Statunitensi e sulle politiche dei Democratici e Repubblicani, ma il mantra che Washington (e Tel Aviv) rappresenti sempre il ‘giusto’ e il ‘bene’ non si placa.

Intanto nel mondo assistiamo a sempre più guerre causate direttamente o indirettamente dagli Stati Uniti a prescindere da chi siede nella Casa Bianca. Il giornalismo autentico, vero, scompare inesorabile sotto i colpi della censura. Le menzogne in Occidente dilagano e la teoria del complotto generata dall’indagine di Muller, durata per 3 anni, rimarrà nella storia come l’esempio cardine di come si possa plagiare la mente di decine di milioni di persone semplicemente ripetendo una completa e assoluta falsità senza alcuna prova a sostegno.

L’arresto di Assange ci porta a fermarci un momento e riflettere sui cambiamente in atto e di come l’impero USA stia reagendo aggressivamente travalicando ogni limite per impedire l’inevitabile cambiamento in atto con una trasformazione dell’Ordine Mondiale da Unipolare a Multipolare. La perdita di prestigio, rispetto, dignità, lealtà e onestà sono tutte conseguenze che gli Stati Uniti affrontano anche a causa dell’ottimo lavoro giornalistico di Wikileaks negli ultimi 15 anni, senza mai essere smentiti o debunked.

Arrestare in un consolato straniero un giornalista, cittadino Australiano, estradandolo da un paese terzo negli Stati Uniti per essere processato in segreto, senza visionare le prove, è un nuovo livello di bassezza persino per Washington che dovrebbe preoccupare chiunque abbia ancora a cuore la libertà di informazione. Il comportamente compiacente dei colleghi giornalisti di Assange, che hanno di fatto legittimato l’azione di Washington, si può spiegare solo con le parole del defunto Udo Ulfkottes, giornalista Tedesco che ha rivelato di aver scritto articoli falsi su input della CIA, come quasi tutti i suoi colleghi: 

"La copertura non ufficiale si verifica quando un giornalista lavora essenzialmente per la CIA, ma non in una capacità ufficiale. Ciò consente a entrambe le parti di raccogliere i frutti della partnership, garantendo allo stesso tempo una negazione plausibile per entrambe le parti. La CIA troverà giovani giornalisti e li guiderà. All'improvviso le porte si apriranno, i premi saranno dati, e prima che te ne accorga, devi tutta la tua carriera a loro. Questo è essenzialmente il modo in cui funziona. Pubblicavo articoli con il mio nome, ma scritti da agenti della CIA e altri servizi segreti, in particolare il servizio segreto tedesco. Ho imparato a mentire, a tradire e a non dire la verità al pubblico "

Oppure potremmo citare il rimpianto Robert Parry che scrisse:

"Questa perversione di principi - distorcendo le informazioni per adattarsi alle conclusioni desiderate - divenne il modus vivendi della politica e del giornalismo americano. E quelli di noi che hanno insistito per difendere i principi giornalistici di scetticismo e imparzialità sono stati sempre più evitati dai nostri colleghi, un'ostilità che è emersa prima sulla destra e tra i neoconservatori ma alla fine ha risucchiato anche il mondo progressista… La demonizzazione del presidente russo Vladimir Putin e della Russia è solo la caratteristica più pericolosa di questo processo di propaganda - ed è qui che i neocon e gli interventisti liberali si uniscono in modo significativo. L'approccio dei media USA alla Russia è ora praticamente una propaganda al 100%".

In fondo la colpa maggiore di Assange è aver rivelato con immagini, notizie, email, cablogrammi e video il vero volto dell’imperialismo a Stelle e Strisce che da decenni causa guerre, morti e distruzione in giro per il mondo per il proprio tornaconto politico ed economico, con giustificazioni improprie, false ed illegittime, avvalorate da autoproclamati esperti e amplificate e ripetute all’infinito dall’apparato mediatico mainstream.

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