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lacausadellecose

Camionisti e soggetto

di Michele Castaldo

14997136 small 1 690x362Carissimi compagni,

capisco che in una fase molto complicata, come più volte l’ho definita, si possa essere attratti da qualsiasi cosa si muova contro lo stagno della lotta di classe secondo almeno certi canoni, ma occorre lucidità proprio in certi frangenti per evitare di prendere abbagli.

Mi riferisco alla posizione dei compagni di Assemblea militante sulla lotta dei camionisti canadesi che, attratti da una mobilitazione contro le misure restrittive dell’agibilità sociale più che politica, si schierano con essa, la esaltano e si augurano « Che l’atto di forza in corso sul teatro canadese dia fuoco alle polveri, in una serie di pronunciamenti di massa e di piazza a catena in grado di far crollare il castello di menzogne e la realtà da incubo nella quale siamo piombati ».

Visti i tempi, sono costretto a parlare in prima persona, che non è buona cosa, ma quando è necessario esporsi è giusto farlo. Il mio approccio alla questione - ripeto molto complicata e chi la semplifica sbaglia e i fatti si incaricheranno di dimostrarlo – si rifà al metodo che usò Rosa Luxemburg rispetto alla mobilitazione dei contadini in Russia nel novembre del 1917, che pur appoggiando le ragioni del sostegno dei bolscevichi alla causa rivoluzionaria dei contadini, mise in guardia Lenin dicendo: « questi saranno i tuoi aguzzini».

L’aquila reale Rosa prese anche qualche abbaglio quando criticò lo scioglimento dell’Assemblea costituente, e molti comunisti di scuola trockista e democratici occidentali usano proprio la critica di Rosa contro Lenin, per denigrare la Rivoluzione russa e il comunismo.

I compagni di Assemblea militante nel tentativo di giustificare la loro posizione politica tirano in ballo la Domenica di sangue del gennaio 1905 per dimostrare che i comunisti devono tenere in conto le ragioni oggettive – cioè la forza del moto sottostante – piuttosto che l’espressione formale, ovvero di chi è in testa al corteo (che andava a supplicare lo zar, non a rivoluzionare il modo di produzione che oggettivamente marciava a gonfie vele). E a tal riguardo dicono correttamente che si trattava di una mobilitazione da sostenere senza se e senza ma, come si usa dire oggi.

Se questo principio è giusto, e lo è, i compagni di Assemblea militante lo dovrebbero applicare anche nei confronti dello stato d’animo del proletariato occidentale che esprime certe organizzazioni politiche e sindacali o è ad esse acquiescente, piuttosto che sparare ad alzo zero indicandole come fattori esterni introdotti nella classe per frenarne gli impulsi, perché sempre disposti alla lotta e alle rivoluzioni. Se non lo fanno risultano contraddittori.

Ciò detto in premessa, chiedo ai compagni di Assemblea militante: cosa hanno in comune «la supplica allo zar della Domenica di sangue » con la lotta dei camionisti canadesi?

  • a) nel 1905 i manifestanti erano operai, e per meglio dire, espressione di un proletariato in via di formazione con alle spalle solo 40 anni dall’abolizione della servitù della gleba, e perciò galvanizzato per la nuova condizione che lo vedeva contemporaneamente con un salario che prima non aveva, e il senso di “libertà” che in condizione di schiavitù gli era vietata.

  • b) La rivendicazione maggioritaria durante il corteo consisteva nel supplicare allo zar un intervento contro la nuova schiavitù ad opera degli industriali europei, dove marciava a gonfie vele il modo di produzione capitalistico ed era più avanti la rivoluzione industriale.

  • c) Il pope/poliziotto che si era fatto portatore di tale protesta-supplica cercava di interpretare quel sentimento “nazionalista” degli operai russi contro le potenze industriali straniere.

  • d) L’azione feroce da parte della polizia “zarista” corrispondeva all’atto di forza esterno degli industriali europei alla cui testa c’era un russo che diede l’ordine del massacro. Altrimenti detto: una mano russa al servizio di interessi stranieri.

  • e) È vero che una parte dello sfruttamento e perciò dell’accumulazione andava anche nelle casse dello Stato e ad ingrassare l’aristocrazia in assenza di una borghesia non ancora formata, ma gli operai – ecco il punto centrale d’analisi e le esplicitazioni politiche – vedevano nel capitale straniero il loro nuovo affamatore e rivolgevano allo zar la supplica perché intervenisse per placare l’appetito degli sfruttatori stranieri.

  • f) Dal che ricaviamo che l’atteggiamento di quei lavoratori era quello del “minimo sforzo”, ovvero del modo d’agire della stragrande maggioranza degli uomini.

Ora, partendo dai fatti storici a chiare lettere qui esposti, cosa avrebbero in comune i camionisti canadesi con quella mobilitazione supplichevole repressa nel sangue? Niente, perché sono epoche e fasi completamente diverse, e quella attuale è espressione della crisi generale del modo di produzione capitalistico. Quella – del 1905 – era ascendente, questa è discendente. Quella era di un proletariato in via di formazione, questa è di un ceto medio in via di frantumazione.

I compagni di Assemblea militante, se proprio vogliono rifarsi alla Rivoluzione russa per qualche esempio significativo, dovrebbero citare quello della Rivoluzione di novembre del 1917 quando i contadini seminarono il terrore nei confronti dei pomescichi, ma giustamente se ne tengono a debita distanza perché conoscono i problemi che una categoria sociale in ascesa non la puoi irreggimentare in una struttura ideologica, come pensavano di fare Lenin e gran parte dei bolscevichi; e Stalin fu chiamato poi a usare certe maniere forti per non finire al rogo insieme ai bolscevichi. Controrivoluzionario e dittatore Stalin? Chiacchiere da botteghe di barbieri occidentali. È la storia impersonale che utilizza gli uomini secondo le sue determinazioni.

Dunque se non ci è consentito usare paragoni con quello che è stato il più grande evento della storia moderna, cerchiamo di guardare in faccia la realtà per come si presenta oggi, senza lenti ideologiche, per rintracciare una linea di tendenza che ci presenta l’insieme del soggetto storicamente determinato in crisi irreversibile, cioè il modo di produzione capitalistico.

Cosa rappresentano oggi i camionisti non solo in Occidente, ma anche nella modernissima Cina? Una categoria sotto le mire di quella Aristocrazia 2.0 di cui parla Abravanel, ovvero dei grandi poteri che virano verso un balzo che miri a ridurre, se non eliminare, drasticamente l’ascensore sociale: Amazon e Alibaba sono gli esempi da seguire.

È del tutto evidente che un potere economico maggiore cerca di utilizzare tutte le armi in questa direzione per elevarsi a casta e come tale sopravvivere contro le tempeste della crisi dell’intero sistema. Mentre i compagni di Assemblea militante scambiamo l’aspetto formale, cioè lo strumento per instradare il processo della nuova aristocrazia, per un’azione di controllo fine a sé stessa.

I camionisti canadesi, come nella storia della tradizione della categoria, vogliono porsi al servizio della propria libertà di piccoli imprenditori, dove la memoria ci riporta al Cile del 1973 e al colpo di Stato dove i camionisti si prestarono a un gioco piuttosto losco, mentre il proletariato cileno non ne uscì più forte da nessun punto di vista. E fa specie il fatto che pochi anni dopo qualche illustre intellettuale identificasse proprio i camionisti come soggetto sociale rivoluzionario. D’accordo con la demenza senile, ma dal 1973 al 1980 erano trascorsi solo 7 anni.

Nella presa di posizione di Assemblea militante sui camionisti canadesi c’è un riferimento all’offerta del governo per farli smettere di lottare e che essi hanno rifiutato. « Offerte non da poco a quanto apprendiamo », dicono i compagni, « aumenti della paga fino al 15% per i salariati delle compagnie di spedizione e fino al 7/8% per gli “ owner-operators ”, cioè per i “padroncini”. (cfr. https:/ /cantruck.ca/vaccine-mandate-leading-to-better-driver-pay-carrier/ )».

Beh, volendo essere un po’ cattivelli potremmo dire che ritengono di guadagnare di più agendo in “libertà”. È dunque una categoria di ceto medio che si ribella perché nella crisi deve sopportare alti costi per sopravvivere come categoria imprenditoriale o di lavoratori di un certo livello che un tempo avremmo definito di “aristocrazia operaia”. Rispettabilissima posizione di individui categorializzati, che non intendono arretrare dalle attuali posizioni di “classe” e il cui impoverimento costituisce anche un impoverimento di masse di familiari, che perciò si mobilitano per sostenere la loro lotta, il che è del tutto naturale, ma non c’entra niente con la supplica operaia del 1905, mentre ha a che vedere forse con i marinai di Kronstadt del 1921, la cui rivendicazione era quella dei contadini medi che chiedevano di poter commercializzare i prodotti agricoli che producevano nelle terre che il governo bolscevico aveva loro assegnato. Eppure molti compagni e militanti si affrettano a condannare l’azione repressiva del governo bolscevico, ma nessuno si domanda se condivide – a posteriori – quella rivendicazione dei marinai contro cui i bolscevichi aprirono il fuoco. Giustificazionismo d’accatto? No, è la ricerca della causa dei fatti e non l’impressionismo individualistico che misura la storia secondo la propria volontà. La storia non la possiamo volgere secondo i nostri voleri, e dunque dico: nel 1921 sarei stato contro lo Stato bolscevico che reprimeva i marinai che erano stati parte attiva nella rivoluzione; ma non avrei sposato ed esaltato la loro rivendicazione, perché in essa c’era l’accumulazione della piccola e media azienda agricola. E oggi è necessario denunciare il percorso del modo di produzione capitalistico avviato verso una nuova aristocrazia; che è costretto perciò anche a impoverire i ceti intermedi nel tentativo di battere la concorrenza. Ma non sposiamo le rivendicazioni di chi si oppone.

In chiusa della presa di posizione i compagni scrivono: « La lotta si avvia verso momenti cruciali. Se (se) i camionisti e la massa popolare stretta attorno ad essi non accetteranno di smobilitare fino al conseguimento degli obiettivi (o una credibile garanzia di revisione delle politiche governative) è il potere del governo ad essere messo in discussione. E un cedimento del governo canadese, tanto più dovuto ad un movimento di massa e di piazza, difficilmente potrà essere “gestito” entro i confini nazionali e cioè non dilagare, contagioso esempio di lotta e di galvanizzazione per milioni e milioni di uomini e donne oppressi e traumatizzati, in specie nei paesi occidentali, dal presente incubo ».

A grandi linee possiamo dire che la questione si pone nei seguenti termini: è una mobilitazione determinata dalla contraddizione di fondo per cui regole rigide per il trasporto merci nei due sensi, dal Canada verso gli Usa e viceversa, indebolirebbero la capacità di ripresa del mercato statunitense, da un lato, mentre da un altro lato, c’è un altrettanto tentativo nazionalista di difendere per il Canada quel certo grado di autonomia dal vicino super potente. L'azione non scatta per via di una legge tipo il green pass, ma per lo scadere bilaterale dopo la metà di gennaio dell'esenzione al vaccino anti covid per i camionisti di entrambi i paesi che attraversano il confine.

Per concludere dico:

  • a) tutte le lotte sono come il vento, hanno un inizio, un gonfiamento e un riflusso. Per cui non è stata risolutiva la lotta per l’uccisione di G. Floyd negli Usa, di ben altra portata sul piano politico, di classe, e di durata, e rifluita verso un riformismo obbligato di tipo elettoralistico e non credo che la lotta dei camionisti possa avere la potenzialità dirompente di sconquassare il modo di produzione capitalistico fino al punto desiderato dal compagni.

  • b) francamente ritengo illusoria la posizione che pone l’impazzimento di alcune categorie di ceto medio, come ad esempio i camionisti, quale soggetto capace per la sua portata di libertà di resistere a tal punto da fungere da detonatore per una deflagrazione più generale e in modo particolare in Occidente. Non lo furono i minatori in Inghilterra e i cantieri navali e tutte le altre categorie operaie in Polonia negli anni ’80 del secolo scorso.

  • c) ritengo tale illusione, espressione impaziente di un malessere incapace di razionalizzare una critica profonda alla crisi del modo di produzione capitalistico rispetto alla nuova fase.

  • d) perciò, anche questa ribellioni dei camionisti, come l’assalto al Capitol Hill, confermano la tesi che: tutte le mobilitazioni di questa fase sono causate dalla crisi del modo di produzione capitalistico che agisce come soggetto impersonale nella storia presente e lo porterà all’implosione.

Sicché: i camionisti canadesi vogliono continuare a esseri liberi di poter guadagnare quanto possono anche in condizioni disumane? Facciano pure. Noi non li sosteniamo perché nella nostra prospettiva non c’è la libertà di tutte le categorie proiettate verso l’accumulazione, ma ci dovrà essere un nuovo modo di produrre non per il mercato ma per l’uso, dunque non lo scambio ma la concentrazione e la centralizzazione delle risorse e una equa distribuzione per dare dignità a una comunità umana affinché superi la sua stessa mercificazione in cui è finita col modo di produzione capitalistico. 

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Comments

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Franco Trondoli
Wednesday, 16 February 2022 23:23
Ringrazio Michele Castaldo per tutto quello che ha fatto. Per il Suo coraggio, per i Suoi ottimi articoli. Continua a scrivere Michele. Cordiali Saluti
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Michele Castaldo
Wednesday, 16 February 2022 08:17
[*]Solo per soddisfare la curiosità di Baubaubaby:
sono figlio di mugichi (braccianti agricoli in Russia poco dopo la riforma del 1861) dunque poverissimi genitori, rimasto orfano di padre a 10 anni, ho perso 5 fratelli e sorelle in giovanissima età, dai diciotto mesi ai due anni per povertà. Quattro anni tra collegi e seminario sempre castigato per indisciplina e infine espulso dal seminario.
Espulso dalla scuola media statale, seconda media, per indisciplina. Finito a Peschiera del Garda, carcere militare per diserzione. Lavori precari per sopravvivere, lavoratore metalmeccanico, poi edile. In testa sempre alle lotte di disoccupati, senza tetto, operai, contadini poveri nei "gloriosi" anni '70. Trasferito a Roma sempre attivo nelle mobilitazioni per gli immigrati e come propagandista in organizzazioni di estrema sinistra (sinistra comunista). Infine breve collaborazione col Si Cobas. dal quale mi distaccai per profonde divergenze politiche. Tre volte in carcere per ragioni politiche, una ventina di denunce per occupazione di cantiere, blocco stradale, autostrade, municipio, ferrovia e così via. In prima fila nella occupazioni di case e durante la rivolta del dopoterremoto a Napoli tra l'80 e l'81.
Questo il mio "pedegree", caro Baubaubaby. E' poco? è tanto? è.
Inoltre mi sono continuamente interrogato e ho tanto ma tanto studiato e ho prodotto due libri: Marx e il torto delle cose e La crisi di una teoria rivoluzionaria. Continuo a studiare e a scrivere, e scrivo per chi vuole leggere, per chi si interroga e cerca risposte non sul "che fare", quelle le trova da sé, ma su una linea di tendenza che il modo di produzione ha imboccato, per capire se c'è la possibilità che venga modificato partendo non dai miei desideri ma dalle leggi che lo regolano. La mia risposta è SI, e cerco di trasmettere la speranza non partendo dai miei desideri ma dalle sue leggi mentre la gran parte di chi lo vorrebbe subito modificato si arena, si deprime e schiuma rabbia perché pensa che sia più probabile la fine del mondo che la fine del capitalismo. Altrimenti detto: misura il rapporto con la storia partendo dalla propria esistenza.
Soddisfatto amico?
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Michele Castaldo
Sunday, 13 February 2022 19:07
In generale non è una buona cosa nascondersi dietro l’anonimato, ma se il signor Baubaubay così preferisce vuol dire che gli fa buon sangue e va bene così. Ma non gli ho chiesto di commentare il mio scritto e se lo fa è di sua spontanea volontà, obbedisce a quel suo libero arbitrio in cui pensa di credere. L’impressione è che schiumi rabbia perché il mio scritto coglie nel segno, ovvero discute di un ceto sociale che in questa crisi generale del modo di produzione capitalistico viene messo seriamente in discussione, perché non potrà in alcun modo continuare ad essere quello che per molti decenni è stato.
Per quanto attiene alla Rivoluzione russa – la lingua batte dove il dente duole - ripeto: si è trattato del più grande evento della storia moderna. Ebbene, proprio quell’evento ha messo a nudo le mille difficoltà del cosiddetto libero arbitrio, ovvero di poter decidere le sorti della storia partendo dalla propria volontà, perché i meccanismi oggettivi sottraggono l’uomo alla libertà di indirizzare la storia in un modo anziché in un altro. Tale processo il buon Marx lo definì impersonale senza aver avuto l’esperienza di quella straordinaria rivoluzione.
Quanto alla teleologia, vorrei pregare il signor Baubaubaby di riguardare il vocabolario della lingua italiana perché il termine teleologia è lontano anni luce dal determinismo oggettivista. Per fare un solo esempio: prima di intraprendere la via del mare e del vento le potenze europee si recavano in Asia per commerciare via terra. Solo a un certo punto intrapresero la via delle acque e furono trasportati dai venti là dove pensavano di essere arrivati, cioè nel punto opposto di dove si erano prefissi di arrivare.
Pertanto, egregio signor Baubaubaby, si dedichi ad altro, lasci perdere la storia e la teoria sociale, sono materie troppo ostiche per essere trattate schiumando rabbia.
Buona fortuna
Michele Castaldo
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Baubaubaby
Sunday, 13 February 2022 21:37
Signor Castaldo, non la conosco ed evito di andarmi a vedere il suo pedigreè in rete. Non intendevo parlare con lei necessariamente, ma parlare ai compagni attraverso il suo scritto.

Stia tranquillo, non schiumo di rabbia verso di lei, che non conosco. Però non sia pudico, non è un'impressione la mia schiuma di rabbia, essa è vera!

Schiumo di rabbia verso questo mondo, il mondo sbagliato in cui sono nato, fatto di servi dei servi dei servi e di padroni dei padroni dei padroni. Volevo e voglio dibattere con i miei compagni, con coloro che schiumano rabbia come me, quella rabbia che scintilla dal cozzo fra il nostro senso personale, la nostra esistenza e l'infame meccanica impersonale da lei illustrata e, forse, tanto adorata (?).

Scelgo l'anonimato sia perchè non son nessuno di importante, ma soprattutto per spostare l'attenzione dallo scrivente al significato. Qui è più importante dibattere il senso dei pensieri e delle cose, non tanto adornarsi di paramenti personali. E lo scrivo a mio memento.

Strano, non trova? Lei è un qualcuno di personale, con tanto di corredo personale di competenze, di decoro e di carriera, immagino, e io un nessuno che cerca complicità di lotta impersonali, anonime, ma vive e cariche di tensione in cerca di obiettivi concreti contro l'impersonale meccanica della gerarchia sociale, del dominio, dello sfruttamento.

Chissà se il suo buon Marx fosse stato un intercambiabile fesso qualunque, senza spirito, senza senso e senza arbitrio, avrebbe allora potuto partorire le sue teorie di analisi e i suoi incitamenti politici all'emancipazione degli sfruttati? Non era l'unico ad aver avuto la possibilità di un'istruzione ampia e profonda, ad aver potuto vedere concretamente da dentro certi meccanismi di produzione, eppure è stato l'unico a produrre tutto quel cumulo di analisi e teorie. oppure crede che abbia semplicemente scopiazzato quanto già intuito in sua precedenza?

Questo tripalio personale/impersonale è tutto suo. Uno dei tanti modelli binari di cognizione umana di cui ci serviamo. A forza di scambiare i fini con i mezzi, si finisce per far diventare gli strumenti di ricerca degli altari devozionali.

La realtà e la verità stanno sempre quattro passi, almeno, oltre le nostre velleitarie rincorse filosofiche. E non è destino solo dei filosofi. E' destino anche degli esploratori. E' destino umano prendere una via e finire dove non si prevedeva. E' una possibilità umana ovvia, banale, perciò mi sembra veramente stupido costruirci un'ineluttabile legge storica, perchè resta una possibilità, non l'unica per sempre data. Altrimenti han sempre fatto bene gli indù: queste sono le caste sociali, così e per sempre, alla faccia pure delle dinamiche sociali descritte dal povero Marx e delle sue prospettive rivoluzionarie per il proletariato!

Sono andato a rivedere il vocabolario e mi sembra di aver utilizzato bene la parola teleologia rispetto a questa sua precisa frase "È la storia impersonale che utilizza gli uomini secondo le sue determinazioni." che mi pare finalismo bell'e buono. Comunque se sbaglio, mi e ci illumini nel dettaglio, di questa siderale differenza tra finalismo e determinismo oggettivo.

Se è la storia che ci utilizza, allora di che stiamo a parlare? bastavano gli astrologi e gli auruspici, non certo Carlo Marx, non le pare?

Riguardo a Kronstadt, la frittata l'avevano fatta coloro che si erano appropriati dlela guida dlela rivoluzione sociale. Se il principio era che i soviet decidevano perchè (e quindi per chi), cosa e quanto produrre, la nuova costruzione rivoluzionaria sovietica voleva significare che ogni soviet (consiglio dei lavoratori) di ogni unità produttiva decideva sulla produzione,ma va da se che non era una decisione delirante e autistica, bensì simbiontica e armonica con gli altri soviet. E questo si che è un determinismo oggettivo armonico. Armonico a patto di lasciarlo svolgere da sè per sè.

Se invece ti ritrovi in inverno che quelli nelle fabbriche non hanno da mangiare e quelli nelle campagne non hanno le scarpe allora vuol dire che i soviet delle fabbriche e i soviet delle campagne si trovavano non solo isolati e non comunicanti, ma anche messi in contrasto laddove sarebbero dovuti essere in simbiosi! E io penso che allora qualche cricca di stronzi si era messo in capo di gestire soggettivamente il determinismo oggettivo armonico e simbiotico e di sostituirsi ad esso. Infatti questa risma di stronzi altro non seppero tirar fuori dal cilindro rivoluzionario che la violenza e la repressione.

Mi sembra che non ci vogliano molte lauree per capirlo.

Tornando all'attualità, mi spiace che i compagni di Assemblea militante si siano agganciati troppo alla questione peculiare dei camionisti canadesi. Per carità, hanno ragione a citarli per far capire come sia possibile smuovere le acque. ma qua il discorso è generale e la rivolta è alla portata di tutti, non solo dei camionisti, dei portuali e della logistica. Perchè tutti, compresi loro e tutto il circo della logistica vivono grazie alle pene degli ultimi, dei più sfruttati e degli spossessati.

Niente di male, solo che si incappa in queste vecchie trappole come il signor Cataldo che sono buoni solo a confondere e demoralizzare gli animi purchè tutto resti com'è già.

PS: non ci sono più le Black Panthers, la storia delle proteste per il caso di Floyd era già pre-determinata fin dall’inizio ai fini elettorali. Black Live Matters è roba dei democratici americani.

Signor Cataldo lei mi pare un "esperto navigatore" che però rimane sempre nel porto, senza il rischio di incorrere mete inesplorate e col vantaggio di raccontare tante storie su luoghi lontani nel tempo a coloro che non prendono mai la via di nessun mare, neanche dello stagno sotto casa.
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Francesco Demarco
Sunday, 13 February 2022 22:27
Intanto ha dovuto ammettere che il covid non c'entra niente e che quindi è un imbroglione. Schiumando rabbia succede...
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Francesco Demarco
Sunday, 13 February 2022 12:06
I "30 Gloriosi"! Adesso si sono inventati questa espressione, che ancora una volta vorrebbe persino parlare bene di quel che non era bene, ma lo è diventato perchè ora stiamo peggio, come se questo non deriva sempre dal non essere stati bene fino in fondo durante i 30 Gloriosi. I milioni di giovani disoccupati a vita del Sud non sono mai esistiti, che il Nord italia è totalmente razzista, rimane anche questo un fatto che non esiste. Mentre sono proprio i non esistenti, al contrario dei raccomandati, degli eletti, dei provatamente vigliacchi, che invece hanno formato la classe operaia e lavoratrice tutta, negli anni lunghi del dopoguerra. Che hanno dovuto lentamente trasformarsi in paria, hanno dovuto rispolverare, proprio quando non lo si credeva più, l'arte di arrangiarsi... Trasformarsi in spacciatori di beni, così a fantasia. Mentre a quanto sostiene Castaldo, gli operai che sono gli unici ad essere intesi come compagni, oggi lavoravano per il magazzino e le loro richieste sono state non una ma due mascherine e pagate dal padrone, questo per lo stile prego, aristocratici si nasce... Quindi da prima a durante e dopo i 30 Gloriosi, per milioni di persone non è cambiato niente, anzi non sono mai esistiti... Mai... Questo Castaldo ti ha fatto perdere e continui ad insistere in un discorso elitario ed esclusivo, quando ormai è chiaro che si tratta di un tappeto di zigrino. Dall'originale, al ciranino, del ciranino, del ciranino; abbiamo che solo gli operai sono comunisti, anche quelli della CISL e della UIL, per cui ci sarà il comunismo finchè durerà la società industriale; sparita questa, spariti gli operai, rimarrà Castaldo da solo! Persona importante, che sta dietro lo schermo del computer, non ci resta davanti come un comune mortale, Lui non si confronta Lui promana! Parla di ridistribuzione Lui, che è solo una particella elettronica persa nella Rete. La Ridistribuzione che verrà, visto che al momento si dice che non ce nè per tutti e tanti devono perire, non cambiare, non discutere sul perchè e per come, ma per colpa del covid semmai... Ora abbiamo di fronte una bilancia, l'obiettivo e il metodo, potrei dirti Castaldo che è solo per il metodo e non per l'obiettivo che siamo in contrasto? No, perchè non c'è questa dicotomia, Si vorrebbe, ipocritamente, far passare la Storia come un Noi sappiamo e siamo, mentre Voi non sapete e non siete un cazzo! La reductio ad duo è sempre quella, "chi deve campare e chi no"; deciso in segreto e preventivamente, come gli Spartani, tra l'altro perfetti comunisti, di sfoltire gli Iloti che sono diventati troppi. Non è una nave, da cui se ne esce tutti fuori, ma una mongolfiera, dove i sacchetti di sabbia vengono gettati di sotto. Questo poi, perchè sarebbero pure borghesi? Lo si riconosce dal mestiere direbbe Castaldo... Il quale finge di ignorare che i romani ad un certo punto dividono la proprietà in Dominico e Tenuta, dove quest'ultima è tenuta dagli ex schiavi, divenuti fittavoli. Rendevano così dippiù, andando a formare una società che si basa sul maggiorascato, con tanto di mini lignaggio e vita collettiva feudale. Che escludeva tutti gli altri. Gli altri che sono diventati borghesi e fondato città, a gestione comunale. Gli esclusi che di parte operaia potranno disquisire di socialismo e di redistribuzione, proprio perchè le enclosure erano in grado di mantenerli, evitandogli di ritornare concime. Il problema da cui siamo usciti e che viene riproposto come la soluzione? Questo per le pseudo ecologie imperanti attualmente. Certo che bisogna fare dei cambiamenti, ma che salvino per una buona volta tutti. Senza inclusi, mò perchè comunisti castaldiani, ed esclusi; come sempre. Come la Destra, ha sempre fatto e lì dove i castaldiani hanno fallito.
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Francesco Demarco
Sunday, 13 February 2022 12:05
I "30 Gloriosi"! Adesso si sono inventati questa espressione, che ancora una volta vorrebbe persino parlare bene di quel che non era bene, ma lo è diventato perchè ora stiamo peggio, come se questo non deriva sempre dal non essere stati bene fino in fondo durante i 30 Gloriosi. I milioni di giovani disoccupati a vita del Sud non sono mai esistiti, che il Nord italia è totalmente razzista, rimane anche questo un fatto che non esiste. Mentre sono proprio i non esistenti, al contrario dei raccomandati, degli eletti, dei provatamente vigliacchi, che invece hanno formato la classe operaia e lavoratrice tutta, negli anni lunghi del dopoguerra. Che hanno dovuto lentamente trasformarsi in paria, hanno dovuto rispolverare, proprio quando non lo si credeva più, l'arte di arrangiarsi... Trasformarsi in spacciatori di beni, così a fantasia. Mentre a quanto sostiene Castaldo, gli operai che sono gli unici ad essere intesi come compagni, oggi lavoravano per il magazzino e le loro richieste sono state non una ma due mascherine e pagate dal padrone, questo per lo stile prego, aristocratici si nasce... Quindi da prima a durante e dopo i 30 Gloriosi, per milioni di persone non è cambiato niente, anzi non sono mai esistiti... Mai... Questo Castaldo ti ha fatto perdere e continui ad insistere in un discorso elitario ed esclusivo, quando ormai è chiaro che si tratta di un tappeto di zigrino. Dall'originale, al ciranino, del ciranino, del ciranino; abbiamo che solo gli operai sono comunisti, anche quelli della CISL e della UIL, per cui ci sarà il comunismo finchè durerà la società industriale; sparita questa, spariti gli operai, rimarrà Castaldo da solo! Persona importante, che sta dietro lo schermo del computer, non ci resta davanti come un comune mortale, Lui non si confronta Lui promana! Parla di ridistribuzione Lui, che è solo una particella elettronica persa nella Rete. La Ridistribuzione che verrà, visto che al momento si dice che non ce nè per tutti e tanti devono perire, non cambiare, non discutere sul perchè e per come, ma per colpa del covid semmai... Ora abbiamo di fronte una bilancia, l'obiettivo e il metodo, potrei dirti Castaldo che è solo per il metodo e non per l'obiettivo che siamo in contrasto? No, perchè non c'è questa dicotomia, Si vorrebbe, ipocritamente, far passare la Storia come un Noi sappiamo e siamo, mentre Voi non sapete e non siete un cazzo! La reductio ad duo è sempre quella, "chi deve campare e chi no"; deciso in segreto e preventivamente, come gli Spartani, tra l'altro perfetti comunisti, di sfoltire gli Iloti che sono diventati troppi. Non è una nave, da cui se ne esce tutti fuori, ma una mongolfiera, dove i sacchetti di sabbia vengono gettati di sotto. Questo poi, perchè sarebbero pure borghesi? Lo si riconosce dal mestiere direbbe Castaldo... Il quale finge di ignorare che i romani ad un certo punto dividono la proprietà in Dominico e Tenuta, dove quest'ultima è tenuta dagli ex schiavi, divenuti fittavoli. Rendevano così dippiù, andando a formare una società che si basa sul maggiorascato, con tanto di mini lignaggio e vita collettiva feudale. Che escludeva tutti gli altri. Gli altri che sono diventati borghesi e fondato città, a gestione comunale. Gli esclusi che di parte operaia potranno disquisire di socialismo e di redistribuzione, proprio perchè le enclosure erano in grado di mantenerli, evitandogli di ritornare concime. Il problema da cui siamo usciti e che viene riproposto come la soluzione? Questo per le pseudo ecologie imperanti attualmente. Certo che bisogna fare dei cambiamenti, ma che salvino per una buona volta tutti. Senza inclusi, mò perchè comunisti castaldiani, ed esclusi; come sempre. Come la Destra, ha sempre fatto e lì dove i castaldiani hanno fallito.
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Pantaléone
Sunday, 13 February 2022 12:02
Molto bene michele Castaldo, i miei complimenti davvero.
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Baubaubaby
Saturday, 12 February 2022 21:37
Mi chiedo a cosa serva stare a discutere con chi tanto non vorrà mai capire.

Per di più, a forza di volerci discutere si scade nel rischio di trovarsi impegolati in inutili onanismi astratti che hanno ragione di essere solo nella testa di chi vede la storia e il mondo in un certo modo. In un modo in cui libertà = bestemmia oppure pericolo.

Chi non comprende il valore della libertà come valore di legame solidale e comunitario fra gli esseri umani non lo vuole capire, perchè se anche lo capisce, lo rifiuta e lo respinge come valore.

Il pregio di questo scritto del signor Castaldo sta nel farci capire di lasciar perdere l'ennesima trappola del grilletto esotico, di dover aspettare quualcosa che accade altrove per poter iniziare a fare qualcosa.

Infatti andando a citare una roba del 1905 per spiegarsi, ci si ritrova impiastrati in supercazzole alienanti che inducono solo confusione su se stessi e sulla propria classe (di cui dubito il signor Castaldo possa fare parte) e sulle condizioni immediate in cui ci si trova, abboccando alla vecchia trama teleologica per cui il modo di produzione capitalistico imploderà matematicamente da per sè.

Scambiare le ipotesi per scienza assoluta: anche i deliri umani possono avere vesti razionali e oggettive, e più appaiono razionali e deterministici tanto più sono tremendi e tragici.

A volersi impeciare nel merito: "i camionisti canadesi vogliono continuare a esseri liberi di poter guadagnare quanto possono anche in condizioni disumane? Facciano pure. Noi non li sosteniamo perché nella nostra prospettiva non c’è la libertà di tutte le categorie proiettate verso l’accumulazione, ma ci dovrà essere un nuovo modo di produrre non per il mercato ma per l’uso, dunque non lo scambio ma la concentrazione e la centralizzazione delle risorse e una equa distribuzione per dare dignità a una comunità umana affinché superi la sua stessa mercificazione in cui è finita col modo di produzione capitalistico. " ... bisognerebbe constatare che ....

... il nuovo modo di produrre per l'uso e non per il mercato parte dal fatto che sono io che produco, costruisco, vivo e sono io che stabilisco cosa uso, perchè lo uso e quanto e come lo uso. Le determinanti di questo "io" sono sociali ma tuttavia inestricabili dall'unicità dell'io individuale. Piaccia o no.

Altrimenti c'è alienazione a oggettificazione, perchè se mi viene il signor Castaldo a stabilire, fuori da me, queste ragioni di produzione, cioè di vita, allora sarà il signor Castaldo a vivere al posto mio e io mi ritroverò alienato dal senso autonomo della mia vita.

Va da sè che non c'è nessun dio nè in cielo nè in terra che possa e debba compiere " la concentrazione e la centralizzazione delle risorse " al posto delle'entropia umana che si autoregola in base ai propri limiti oggettivi contro cui sbattiamo ciascuno e quindi tutti.

Se c'è libertà, ovvero se nessuno può imporre niente a nessun altro, per cui la propria libertà è garanzia di quella degli altri, allora l'autoregolazione sarà un risultato delle interazioni: più questa concezione di libertà come garanzia reciproca sarà riconosciuta e razionalizzata dagli individui, più tale autoregolazione potrà avvenire meno tragicamente e più si sedimenterà irrazionalmente nell'inconscio individuale e collettivo come legame umano positivo (soggetto impersonale non alienato dal collettivo e non alienante i singoli).

Il signor Castaldo stigmatizza le accumulazioni "della piccola e media azienda", ma è devoto all'accumulazione totale e totalitaria: la concentrazione e la centralizzazione delle risorse.

Il modo di produzione capitalistico si basa proprio sulla concentrazione (militare) e sulla centralizzazione (gerarchia), e quella bolscevica è stata una delle varianti del modo di produzione capitalistico. La variante capitalistica cinese è quella di maggior successo, in cui il comunismo coatto e autoritario è tassello essenziale e vincente, specie in prospettiva per il neo-feudalesimo che si staglia in prospettiva. La storia ci dimostra, mi pare, che il comunismo autoritario (il convento, la caserma) sia proprio l'arma integrata vincente finale del capitalismo.

Credo che le possa far piacere, signor Castaldo, poter constatare quanto le sue aspirazioni troveranno pieno compimento nella teleologia del World Economic Forum, basta andare sul loro sito internet per verificare come Schwab e compagni siano i milgiori candidati per la concentrazione e la centralizzazione delle risorse e e per una equa distribuzione per dare dignità a una comunità umana affinché, putroppo a differenza della sua abbacinazione meccanicistica, rimarrà per sempre schiava della sua stessa mercificazione in cui è finita col modo di produzione capitalistico.

Compagni di Assemblea Militante, lasciamoli perdere i signori Castaldo di vecchia mucedine e cominciamo a corciarci le maniche da noi e per noi, senza doverci far coraggio con i camionisti dell' Alberta. Se ripetiamo l'alienante esotismo chiapaneco pure ora allora vuol dire che non siamo all'altezza delle nostre aspirazioni.

Abbiamo già le nostre pene, sentiamo già le nostre catene, dobbiamo solo gonfiare i polmoni e dare sfogo alle nostre intenzioni.

Qui, in Italia. Adessso. Qui viviamo e qui moriamo! Siamo i nuovi pezzenti, non abbiamo nessun biglietto aereo per scappare e non abbiamo bisogno di nessuna bibbia da seguire.
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Pantaléone
Sunday, 13 February 2022 20:09
"Le determinanti di questo "io" sono sociali ma inseparabili dall'unicità dell'individuo"
Se ho capito bene, la tua diatriba soggettivista, stai parlando dell'unicità dell'individuo, ci sono troppi elementi da riposizionare nelle tue macerie marxiste.
Se state invocando l'unicità dell'individuo, vorrei che spiegaste più chiaramente cos'è questo "individuo" che è emerso dalle vostre cellule cerebrali.
Non hai capito il punto, perché nella comunità l'individuo solipsista non esiste e non può esistere.
D'altra parte, per tutta la struttura capitalista è addirittura la base della reificazione.
Per la cronaca, Marx non ha mai detto che solo il proletariato è rivoluzionario.
Il capitalista è un sistema di dominio che rivoluziona costantemente il corpo sociale.
Ci sono quindi due classi rivoluzionarie.
Una classe è relativamente rivoluzionaria e un'altra classe è assolutamente rivoluzionaria.
Per concludere, se non avete apprezzato l'eccellente testo di Michèle Castaldo, buon per voi, d'altra parte questo testo sembra chiaro, nel testo ci sono due momenti cruciali del capitalismo, la fase del dominio formale 1905 e la fase del dominio reale "il mercato mondiale" fase del suo rovesciamento un testo molto bello di comprensione storica.
Se le rivoluzioni sono fallite non è a causa dell'analisi di Michèle Castaldo, ma come sottolinea nel suo potente testo, a causa della malattia infantile del riformismo che affligge la sinistra fino agli individualisti anarchici da un lato.
E dall'altra parte la perpetuazione delle categorie di base del capitalismo.
E infine, la propaganda di fatto è stata ampiamente angloizzata dal movimento storico della merda mercantile.
Mi scuso per la cattiva traduzione dal francese all'italiano.

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Baubaubaby
Monday, 14 February 2022 20:57
via Deepl
Pantaléon, qu'est-ce que tu fais ?
Tout d'abord, pourquoi vous adressez-vous à moi avec le pluriel ? Je ne suis pas un roi !


J'ai dit ce que je pense. Je ne me soucie pas tellement de Marx. Je ne suis pas un enfant de chœur marxiste.Ce qui est bon dans Marx, je le prends, ce qui est mauvais, je le rejette.

Pour vous Marx est un dieu, pour moi un homme, faillible comme tous les hommes.

Je ne sais pas si vous vous considérez comme en faisant partie, mais les professeurs de marxisme à l'extérieur me semblent être une ribambelle de prêtres psychotiques et hiératiques, toujours avec ces pippe solipsistes et avec un langage que vous ne comprenez qu'entre vous.

Et comme les prêtres pédophiles, ils aiment profiter des malheurs des prolétaires auxquels vous êtes incapables d'apporter une aide réelle : pour la raison que dans la pratique, ils ne sont capables de rien d'autre que d'un discours fumeux qui rend stupides ceux qui le suivent.

Je ne sais pas si vous vous considérez dans cette rame de professeurs marxistes, mais si vous citez votre sourate du prophète marxiste, alors vous devez aussi la traduire et l'exemplifier pour tout prolétaire analphabète, sinon vous n'êtes qu'un cacasenno élitiste et académique. Et en fait, les prolétaires leur ont dit depuis longtemps d'aller se faire foutre.

Si vous voulez me comprendre, oubliez votre psychose religieuse-liturgique-marxiste : je veux dire que vous êtes Pantaléon et que personne d'autre au monde ne peut être vous. C'est un fait de bon sens, comme appeler une chaise une chaise et une pomme une pomme. Cependant, cette unicité ne fait pas de vous un dieu, elle n'est pas auto-générée ou autodéterminée, elle est le fruit social d'une souche biologique individuelle.

Mais est-ce si difficile à comprendre ?

Mais peut-être avez-vous raison : Castaldo et vous n'êtes pas uniques, vous êtes deux moules identiques issus de la même cellule de couvent.

Je me demande quel est l'intérêt de perdre du temps comme ça...

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Pantaléone
Tuesday, 15 February 2022 21:47
Oh compagno, prima di tutto non sono un "intellettuale", sono un muratore di professione.
In secondo luogo vi ho detto che la traduzione è pessima.
Non dico quello che penso, è inutile, ognuno ha la sua salsa soggettivista che non porta da nessuna parte.
Ma hai ragione su un certo punto, molti marxisti sono ignoranti la cui produzione intellettuale genera detriti che possono essere gettati nella spazzatura.
Non si tratta di aiutare, ma di capire il vero movimento storico della merda mercantile.
Quello che dovete integrare è che l'autocoscienza non è qualcosa di naturale come un occhio o un braccio.
È la coscienza del capitale che produce la vostra individualità, non il contrario e sulla quale non avete alcun controllo se non quello di sbattere la testa contro i muri.
La coscienza e l'individualità sono puri prodotti del sistema di socializzazione basato sul denaro.
Se tu fossi un aborigeno avresti una coscienza aborigena in cui l'individuo non esiste.
E Michel Castaldo, non produce un'opinione particolare, ma una dialettica, ciao camarde!
E se hai tempo puoi sempre farti saltare in aria con una cintura esplosiva in caserna di polizia ....

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
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Pantaléone
Tuesday, 15 February 2022 21:58
Sono figlio di un italiano che è stato costretto a lasciare il suo paese per guadagnarsi da vivere altrove, parlo un po' d'Iitaliano ma lo scrivo molto male
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