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“Contro la sinistra liberale" di Sahra Wagenknecht. Quali insegnamenti per l'Italia?

di Domenico Moro

4fb3e19c 712c 4381 a788 996f917244c2“Contro la sinistra liberale” di Sahra Wagenknecht è senza dubbio uno dei più importanti libri di critica delle società del capitalismo cosiddetto avanzato, specialmente di quelle dell’Europa occidentale, usciti negli ultimi anni. Non è un caso se in Germania il libro, il cui titolo originale è Die Selbstgerechten, ossia i Presuntuosi, è stato in cima alle classifiche di vendita per molto tempo.

Il testo è scritto, infatti, in modo molto semplice, in grado di essere recepito da parte di un vasto pubblico anche se i temi trattati sono complessi. L’interesse principale del libro consiste nel fatto che l’autrice svolge una critica alla sinistra oggi dominante, sviluppando una analisi delle società a capitalismo avanzato, della ideologia di sinistra e soprattutto della composizione sociale delle classi sociali derivata dalle modificazioni dovute alla modernizzazione capitalistica degli ultimi decenni.

A incuriosire alla lettura di questo libro è, però, anche il fatto che l’autrice non è una semplice intellettuale, bensì una politica molto nota in Germania, che ha raccolto risultati positivi con la sua forza politica di recente costituzione. BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit, in italiano Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e Giustizia) è una scissione dal partito Die Linke ed è stata fondata il 26 settembre 2023 come associazione e l’8 gennaio 2024 come partito. Nel giro di soli sei mesi BSW ha dimostrato inaspettatamente di essere un partito capace di raggiungere risultati lusinghieri. Alle elezioni europee di giugno 2024 è risultato essere il quinto partito con il 6,2% dei voti, mentre Die Linke scivolava al 2,7%. Le roccaforti di BSW sono nella ex Germania est, la zona più povera del Paese, dove alle europee era il terzo partito con il 13,8%. Il risultato positivo nella ex Germania est si è ripetuto alle regionali tenutesi a settembre in Turingia (15,8%) e in Sassonia (11,8%), dove BSW si è confermata la terza forza politica.

Tali risultati, molto differenti da quelli raggiunti dalla sinistra radicale italiana, destano quantomeno curiosità per l’impostazione e il programma che hanno consentito a BSW di ottenerli. Ovviamente l’Italia non è la Germania e tra i due paesi ci sono differenze significative, ma come vedremo, ci sono anche somiglianze notevoli e quanto scritto dalla Wagenknecht merita attenzione.

L’autrice parte dalla affermazione della estrema destra di Afd che è stata confermata alle recenti europee, dove è risultato essere il secondo partito con il 15,3% dei voti, superando i partiti della sinistra di governo, in particolare i socialdemocratici della Spd (13,9%) e i Verdi (11,9%). Indipendentemente dal fatto che Afd sia un partito neonazista, come alcuni denunciano, o un “semplice” partito di estrema destra si tratta di un risultato preoccupante e significativo del terremoto politico in corso in Germania.

Mentre la maggior parte degli osservatori e commentatori dei mass media attribuiscono i risultati elettorali di Afd allo spostamento a destra dell’elettorato, la Wagenknecht dà una spiegazione controcorrente: il terreno per l’ascesa della destra è stato preparato dai partiti di sinistra sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista politico e culturale.

 

La sinistra alla moda

Questo è accaduto perché la sinistra ha subito negli ultimi decenni una trasformazione genetica. Un tempo la sinistra si caratterizzava per la difesa delle classi subalterne. Oggi, la Wagenknecht definisce la sinistra con il termine di sinistra alla moda, nell’originale tedesco Lifestyle-Linke, letteralmente “sinistra dello stile di vita”, in quanto non pone più al centro della sua azione problemi sociali e politico-economici bensì lo stile di vita, le abitudini di consumo e i giudizi morali sul comportamento. Il cammino per arrivare a una società più giusta non passa più per le lotte sociali ma soprattutto attraverso simboli e linguaggio come evitare il maschile per indicare il plurale dei nomi sostituendolo con gli asterischi.

Operai industriali e semplici impiegati pubblici tra 1990 e 2020 hanno smesso di votare per i partiti di sinistra tradizionale da cui non si sentono più difesi a livello socio-economico né rappresentati a livello culturale. Oggi a votare a sinistra sono per lo più persone che abitano nelle grandi città, hanno una buona cultura e stipendi migliori.

Tra gli anni Cinquanta e Settanta l’organizzazione degli operai, fondata su orientamento alla comunità, solidarietà e responsabilità reciproca, permise di migliorare gradualmente la situazione economica delle classi subalterne. La situazione ha cominciato a cambiare in peggio dal 1975 con una accelerazione negli anni Novanta, che ha determinato il passaggio dalla società industriale a quella del terziario. I principali fattori di questo passaggio sono tre: l’automazione, l’outsourcing e soprattutto la globalizzazione, che ha determinato lo spostamento di molte produzioni industriali all’estero. La responsabilità della globalizzazione è da attribuire alla politica che ha rinunciato al controllo dei capitali. La grande sconfitta della globalizzazione è stata la classe operaia del mondo occidentale mentre ha portato alla crescita enorme della ricchezza delle classi superiori.

 

Il nuovo ceto medio dei laureati e la loro ideologia

A questo punto la Wagenknecht introduce un concetto originale che rappresenta uno degli aspetti sociologicamente più interessanti della sua analisi: la nascita del nuovo ceto medio dei laureati. Infatti, la globalizzazione e la società dei servizi produce anche nuove professioni ben pagate per i laureati nelle banche d’investimento, nei servizi digitali, nel marketing, nella pubblicità, nella consulenza e nell’attività legale. Questo nuovo ceto medio si differenzia sia dalla piccola borghesia sia dalla classe operaia non solo per formazione, profilo di attività e luogo di residenza ma anche per atteggiamento, valori e stile di vita, basato sull’acquisto di prodotti che trasmettono una identità morale esclusiva. La sensazione che trasmette il mondo del lavoro di questo nuovo ceto è quella di essere liberi, senza legami e cittadini del mondo, ossia il cosmopolitismo.

Tuttavia non tutti quelli che conseguono una laurea fanno parte di questo nuovo ceto medio, essendoci anche un nuovo ceto basso dei laureati che, insieme al ceto medio classico, non può certo essere annoverato tra i vincitori della globalizzazione. Il nuovo ceto medio dei laureati è il prodotto del ritorno del privilegio dell’istruzione. Infatti, i lavori meglio pagati non sono raggiungibili con capacità ottenibili con il normale percorso di formazione pubblica, ma avendo disponibilità finanziarie familiari importanti che permettano la frequentazione delle scuole migliori, ripetuti viaggi di formazione linguistica all’estero e periodi di tirocinio gratuito presso importanti aziende. Il nuovo ceto medio dei laureati è un ambiente esclusivo, in cui è impossibile entrare partendo da posizioni più svantaggiate ed ha influenza sulle opinioni della gente, occupando posizioni chiave nei media e nella politica.

L’ideologia di questo nuovo ceto è il liberalismo di sinistra che deriva dal neoliberismo e si lega ai suoi valori e sentimenti. Il liberalismo di sinistra è divenuto la narrazione dominante. Con l’ingresso degli esponenti di questo pensiero, che si identifica con la generazione del ’68, ha avuto luogo l’allontanamento della socialdemocrazia della Spd dalla classe operaia e la sua trasformazione in partito dell’amministrazione pubblica, degli insegnanti e dei lavoratori del sociale. Ma i partiti di sinistra, in particolare i verdi, in tutti i paesi europei sono i partiti dell’ambiente urbano dei laureati.

Il liberalismo di sinistra si fonda sulla politica identitaria che rivolge la sua attenzione a minoranze sempre più piccole e stravaganti, mirando alla santificazione della disuguaglianza. A essere inficiato è il tradizionale valore di sinistra dell’uguaglianza, che è sostituito dalla differenziazione tra gli individui, e che si traduce nella politica delle quote. La politica identitaria svia l’attenzione dai rapporti di proprietà e dalle strutture sociali per rivolgerla a specificità individuali come l’etnia, il colore della pelle e l’orientamento sessuale. Persino Blackstone, una delle maggiori società finanziarie del mondo, ha adottato la politica delle quote, dichiarando di voler fare in modo che almeno un terzo del suo consiglio d’amministrazione non sia più rappresentato da maschi bianchi ed eterosessuali. Per la parte più povera e realmente svantaggiata quote e diversity non cambiano di una virgola la propria situazione. La politica identitaria crea spaccature proprio lì dove sarebbe necessaria la solidarietà e rabbia in chi ha avuto tutto da perdere dai mutamenti sociali della globalizzazione e vede soggetti privilegiati e con reddito elevato recitare pubblicamente la parte delle vittime discriminate.

La politica identitaria ha prodotto disastri anche tra gli immigrati. I liberali di sinistra invece di aiutare gli immigrati a integrarsi hanno finanziato organizzazioni, come quelle estremistiche islamiche, che si ponevano come priorità il consolidamento dell’identità di gruppo distinto dalla maggioranza e dagli altri gruppi etnici. Il multiculturalismo è, in realtà, il fallimento dell’integrazione e la distruzione del senso di appartenenza alla comunità, presupposto più importante per la solidarietà e la giustizia sociale. In base all’ideologia del liberalismo di sinistra il senso di appartenenza e di comunità all’interno di un paese appare come qualcosa di destra e di reazionario. Inoltre, il liberalismo di sinistra introduce un’altra minoranza da tutelare: quella dei poveri e degli emarginati. In questo modo, si ha la cancellazione dello Stato sociale a favore di una assistenza umanitaria per i poveri, che difficilmente si rivelerebbe utile per il ceto medio e medio-basso.

Aspetto importante del liberalismo di sinistra è l’affermazione di una società aperta che, potendo essere estesa oltre i confini nazionali, si accompagna alla rivendicazione di una cittadinanza globale o almeno europea (cosmopolitismo). Lo slogan dell’apertura al mondo e la posa da cosmopoliti sono una giustificazione delle trasformazioni liberali degli ultimi anni e della mancanza di volontà di assumersi le proprie responsabilità di fronte a quella fascia di popolazione autoctona cui sono stati tolti non solo i posti di lavoro ma anche le garanzie sociali.

In realtà la società aperta se, da una parte, porta alla permeabilità dei confini per chi non appartiene a un certo Stato, dall’altra parte innalza tra le classi sociali muri che sono sempre più difficili da superare. Anche la tanto acclamata emancipazione della donna è stata in realtà l’emancipazione della donna laureata del ceto superiore o medio-superiore.

Il neoliberismo di sinistra contribuisce a una politica utile soprattutto ai ricchi, riuscendo nell’intento di dividere il ceto medio dal punto di vista politico-culturale e di impedire la nascita di maggioranze politiche che guardino a un diverso progetto di futuro.

 

L’immigrazione

Quello dell’immigrazione è un problema delicato che viene agitato dalla estrema destra in tutti i Paesi europei. Questo è particolarmente vero in Germania, che ha accolto una quantità notevole di immigrati, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Siria e che ha visto l’Afd crescere proprio grazie a questa tematica. BSW ha assunto in proposito una posizione diversa da quella dei liberali di sinistra, che gli è costata diverse accuse di razzismo. Per questa ragione è importante vedere quale sia la posizione reale della Wagenknecht.

In primo luogo, il liberismo di sinistra è per l’accoglienza di tutti gli immigrati, ritenendo che qualsiasi posizione diversa contravverrebbe ai più elementari comandamenti morali tra cui la disponibilità ad aiutare il prossimo e la solidarietà. Secondo la Wagenknecht, invece, i paesi ricchi esercitano un neocolonialismo bello e buono attirando lavoratori qualificati da paesi poverissimi che hanno speso molti soldi per la formazione di quei professionisti privandosi poi del loro contributo alla società di quei paesi. Ad esempio, la penuria di medici e infermieri ha condotto alla chiusura di molti ospedali in Bulgaria e Romania, di cui si è sentito l’effetto durante il Covid. Inoltre, secondo il Fondo monetario internazionale, in assenza di emigrazione, tra 1995 e 2012, i Paesi dell’Europa dell’Est avrebbero avuto il 7% di crescita in più.

Va, inoltre, operata una distinzione tra immigrati, per cause economiche, e profughi, che vengono costretti a lasciare le loro terre dalla guerra per rifugiarsi in paesi vicini e altrettanto poveri. L’Europa non può accogliere 60 milioni di profughi ma potrebbe fornire le risorse alle associazioni che si occupano di queste persone. Invece, rileva la Wagenknecht, i fondi europei sono pochi e molti paesi europei hanno scalato le spese per l’integrazione degli immigrati dagli aiuti ai paesi in via di sviluppo.

A trarre vantaggio dall’immigrazione sono gli imprenditori cui interessano due cose: disporre di forza lavoro a basso costo e creare divisioni tra i dipendenti. Per questa ragione la sinistra si è battuta nel passato per la riduzione dell’immigrazione. Ciò avvenne durante la repubblica di Weimar e nel ’73 quando il cancelliere socialdemocratico Willy Brandt interruppe il reclutamento dei lavoratori dall’estero. La Spd di oggi – rileva la Wagenknecht- lo avrebbe definito vicino a Afd.

Oggi la prevalenza della narrazione liberista di sinistra ha fatto sì che i sindacati non si azzardino più a problematizzare l’impiego di forza lavoro immigrata: anche solo parlare del legame tra immigrazione e dumping salariale è visto come una blasfemia. Eppure la diminuzione del 20% dei salari registrata in Germania in molti settori, oltre che alle riforme del mercato del lavoro del governo Schröder, può essere attribuito all’alto tasso d’immigrazione. L’ingresso degli immigrati provoca, inoltre, l’aumento degli affitti dove vive la popolazione autoctona meno agiata.

Chi vuole davvero promuovere la sviluppo dei paesi poveri, conclude la Wagenknecht, dovrebbe mettere fine alle guerre interventiste occidentali e al sostegno alle guerre civili e introdurre una differente politica commerciale, impedendo, ad esempio, la fuga dei cervelli dai Paesi poveri.

 

Viviamo davvero nell’epoca delle destre?

Quali sono le ragioni dell’affermazione dei partiti di destra in Germania e nel resto d’Europa? Secondo alcuni chi vota la destra rappresenta il quinto della popolazione che è contro la società liberale. Tuttavia, ciò non spiega perché solo ora gli elettori votino in massa per Afd, quando pure in precedenza c’erano partiti di destra. La verità è che gli elettori non votano a destra per convinzione ma per protesta. La parte di collettività svantaggiata dalla politica di questi anni ha smesso di votare per i politici che ignorano i suoi interessi e disprezzano le sue concezioni di vita sociale e il modo di vivere, definito retrogrado e provinciale. Gli elettori di destra vivono nelle campagne e in piccoli centri industriali, dove la disoccupazione è elevata, le infrastrutture carenti e l’immigrazione elevata, mentre in città vivono nelle aree di disagio sociale. Questi settori prima si sono rifugiati nell’astensionismo e successivamente hanno dato sfogo alla frustrazione e alla rabbia votando per le destre.

Abbiamo spiegato perché la sinistra alla moda non riesce a raggiungere questi elettori, ma perché la destra ci riesce? La prima ragione è la critica all’immigrazione, che è al centro del programma di tutte le destre, dal momento che la maggioranza degli europei ritiene che ci siano troppi immigrati. Alla base della ostilità di certi settori sociali verso l’immigrazione incontrollata esistono certamente ragioni culturali ma c’è soprattutto un problema concreto: la concorrenza per i posti di lavoro, le case e le prestazioni sociali. Negare questi problemi – sostiene la Wagenknecht – e interpretare il dibattito sull’immigrazione come un problema di atteggiamento morale rende la sinistra alla moda impossibile da votare. Inoltre, se solo la destra prende atto dei problemi legati alla immigrazione e la sinistra critica moralmente i poveri “arrabbiati”, il tenore e il tono del dibattito verranno decisi dalla destra che dipingerà gli immigrati come semplici intrusi malintenzionati.

Un’altra ragione del successo della destra è l’opposizione al liberismo di sinistra che manifesta la massima adesione al neoliberismo, allo smantellamento dello Stato sociale e alla globalizzazione. Per questo la destra parla agli svantaggiati non solo a livello culturale ma anche a livello di interessi materiali. Trump ad esempio ha messo al centro dei suoi discorsi la decimazione dei posti di lavoro da parte della globalizzazione, imponendo dazi sulle importazioni, provvedimenti che molti dei suoi sostenitori hanno apprezzato. Un altro esempio è rappresentato dal PiS, partito di estrema destra polacco che, dopo la sua vittoria nel 2015, formulò il più grandioso programma sociale della storia polacca, assegnando come assegno sociale una somma elevata, riducendo così la povertà del 40%. Inoltre, il PiS ha introdotto il salario minimo al di sopra di quanto richiesto dai sindacati, ha ridotto l’età di pensionamento per uomini e donne, e varato altre misure che sono espressione di una politica che ci aspetteremmo – nota la Wagenknecht – da partiti socialdemocratici e progressisti.

Ma non si stratta solo della Polonia, in Francia il Rassemblement National di Marine Le Pen chiede di ridurre i tagli alla spesa sociale, di reintrodurre la tassa patrimoniale, di aumentare gli investimenti statali e le prestazioni sociali, in Olanda il PVV lotta contro l’allentamento delle tutele contro il licenziamento, contro l’innalzamento dell’età pensionabile e contro la riduzione del salario minimo. Infine, in Ungheria il tanto vituperato Fidesz di Orban ha contrapposto al liberismo economico e al controllo dell’economia ungherese da parte degli investitori esteri la sovranità statale e l’interventismo statale. Le misure prese da Fidesz come la rinazionalizzazione di imprese energetiche strategiche, e l’introduzione di tasse speciali per le multinazionali e le transazioni finanziarie sono tutte misure che – nota sempre la Wagenknecht – non esiteremmo a definire di sinistra.

Infine, c’è una terza ragione del successo della destra: la critica all’Unione Europea e ai burocrati che siedono a Bruxelles. Il nucleo centrale dei programmi di tutte le destre della Ue è la difesa della sovranità nazionale e il contrasto alla centralizzazione dei poteri portata avanti dai commissari di Bruxelles, figure verso le quali il popolo non nutre alcuna fiducia. Ad esempio la Commissione europea ha chiesto per ben sessantatré volte ai paesi europei di tagliare la sanità e accelerare la privatizzazione degli ospedali, per cinquanta volte di introdurre misure per frenare la crescita dei salari e trentotto volte misure per facilitare i licenziamenti. La Corte di giustizia europea favorisce le grandi multinazionali e peggiora le condizioni dei lavoratori e del ceto medio. La Wagenknecht è stata più volte accusata di essere sovranista e perciò di destra. In realtà il suo sovranismo non è nazionalismo, bensì la richiesta di collocare il potere decisionale laddove è maggiormente possibile decidere in modo democratico, cioè a livello nazionale. La conseguenza di questo sarebbe la ristrutturazione della Ue in una confederazione di democrazie sovrane. In questo modo, nei singoli paesi varrebbe soltanto ciò che viene deciso dai rispettivi parlamenti nazionali.

Mentre il rifiuto popolare dell’orientamento europeista è stato subito colto e sfruttato elettoralmente dalla destra, i liberali di sinistra bollano chiunque critichi l’Ue come antieuropeista e nazionalista, cosa che li allontana sempre più dalle classi meno abbienti. La presentazione delle destre come avvocati del popolo contro l’élite corrotta è una componente invariabile della destra, che risulta credibile perché contiene un nucleo di verità: le democrazie occidentali non funzionano più, in quanto potenti lobby esercitano molta più influenza sulla politica dei normali cittadini. Per questa ragione la narrazione dei liberali di sinistra secondo cui tutti i democratici devono unirsi come i nemici di destra della democrazia suona ipocrita e stonata a chi è stato danneggiato dalla politica della sinistra liberale. Anzi, il fatto di essere odiati dall’establishment e da tutti gli altri partiti rafforza i partiti di estrema destra.

Eppure la maggioranza dei cittadini, nonostante rifiuti le idee dei liberali di sinistra, dal punto di vista socio-economico si colloca a sinistra. Ad esempio il 73% degli interpellati di un sondaggio di Der Spiegel ritiene che vadano aumentate le tasse per i redditi alti e diminuite per quelli bassi e il 60% richiede l’introduzione di una imposta patrimoniale. Non si può parlare, quindi, di epoca delle destre. La maggioranza non è di destra bensì terribilmente insicura e delusa dai liberali di sinistra, che hanno fallito nel parlare a questa maggioranza che è innegabilmente di sinistra dal punto di vista socio-economico. Anche l’idea che atteggiamenti illiberali possa condurre questa gente a votare a destra è priva di fondamento: in Germania il 95% dei cittadini ritiene giusta una legge che protegga gli omosessuali.

La grande maggioranza della popolazione non è costituita da retrogradi e razzisti ma è irritata dal fatto che al centro dell’attenzione pubblica ci siano sempre e solo i progetti di vita delle minoranze e talora di minoranze minuscole. La maggioranza non è neanche nazionalista ma pensa che solo lo Stato nazionale possa garantire la sopravvivenza dello Stato sociale.

L’epoca delle destre è un gigantesco imbroglio in quanto misura l’essere di destra in base al rifiuto dell’ideologia liberale di sinistra e non sulla base dei tratti che l’hanno caratterizzata tradizionalmente, bollando così posizioni condivise da ampie fette di popolazione come di destra. La battaglia culturale dei liberali di sinistra contro la destra la asseconda. Quanto più i toni saranno offensivi e quanto più certe posizioni verranno definite di destra tanto più verranno rivolte simpatie a chi non insulta o disprezza a livello etico l’interlocutore.

Due temi, in particolare, hanno avuto questo un effetto boomerang: la politica dell’immigrazione e il cambiamento climatico. Per quanto riguarda l’immigrazione, molti hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenze di flussi migratori molto ampi. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, Fridays for future e i liberali si sinistra hanno reso il dibattito sul clima un dibattito sugli stili di vita e messo al centro di tutto la proposta di una tassa sulla CO2. Di conseguenza il pacchetto sul clima del governo tedesco ha colpito in maniera sproporzionata il ceto medio-basso e i poveri con l’aumento del prezzo del gasolio, dell’energia elettrica e della benzina. Del resto, lo stesso è accaduto in Francia dove le stesse misure hanno rappresentato la miccia che ha fatto divampare la protesta dei “gilet gialli”.

La paura del domani si va diffondendo in ampie fette della popolazione. I liberali di sinistra contribuiscono alla diffusione di questa paura con le loro battaglie culturali che spaccano una maggioranza che, dal punto di vista socio-economico, è di sinistra, innanzano muri di ostilità tra chi ha una laurea e chi non ce l’ha. L’obiettivo è impedire che maggioranze antiliberiste si trasformino in maggioranze politiche.

Non esiste un’epoca delle destre né derive sociali destrorse. Esistono partiti di destra che stanno acquistando forza e influenza a causa dei comportamenti dei liberali di sinistra. La Wagenknecht conclude la prima parte del suo libro con le seguenti parole: “Ma finché la sinistra non offrirà una narrazione progressista credibile e un programma convincente, che non si rivolga soltanto al numero sempre più grande dei laureati meno abbienti, ma anche agli interessi sociali e ai valori degli operai, di chi lavora nel settore dei servizi nonché della classe media tradizionale, sempre più elettori provenienti da questi ultimi ambienti cercheranno una casa sul lato opposto dello spettro politico. A un certo punto, poi, una parte di questi elettori comincerà anche a parlare e a pensare nel modo in cui si parla da quelle parti.”[i]

 

Conclusioni

L’Italia, la Francia e altri paesi europei presentano le caratteristiche che Sahra Wagenknecht descrive a proposito della Germania. Un po’ in tutta Europa la sinistra si è fortemente indebolita sul piano elettorale a causa dell’essere stata la principale o tra le principali forze politiche che hanno favorito le modificazioni sociali che si sono tradotte nello smantellamento dello Stato sociale, nella precarizzazione, nell’outsourcing e soprattutto nella globalizzazione che ha fortemente ridotto i salari. Di conseguenza gli elettori, compresi molti di sinistra, si sono o rifugiati nell’astensionismo, che in Italia alle ultime politiche del 2022 è stata del 36% nove punti in più che nel 2018, o nel voto per l’estrema destra. Secondo Sahra Wagenknecht i partiti di estrema destra sono diventati i nuovi partiti operai se non per gli iscritti sicuramente per gli elettori. A confermare le parole di Wagenknecht c’è stata in Italia l’affermazione di Fratelli d’Italia, che, unico partito a non aver appoggiato il governo Draghi, ha potuto capitalizzare l’insoddisfazione e la rabbia di una parte importante dell’elettorato. Il Pd, come gli altri partiti socialdemocratici europei, per anni ha rappresentato l’espressione di quel liberismo di sinistra che viene denunciato nel libro della Wagenknecht. Mentre il Movimento Cinque Stelle ha rappresentato per qualche tempo la risposta alla insoddisfazione e alla rabbia dell’elettorato. Tuttavia, la mancanza di un programma definito e di un personale politico adeguato e soprattutto la partecipazione al governo Draghi da parte del Movimento ne ha minato la credibilità, che può essere ulteriormente ridotta dall’abbraccio con il Pd della Schlein e dalla ricostruzione di un centro-sinistra, dominato dal Pd, che ripeterebbe le scelte sciagurate del passato prodiano. Del resto, su diverse tematiche Schlein e Meloni non sono così distanti, a partire dalla guerra. Entrambe sono perfettamente allineate alla Nato e al sostegno all’Ucraina, nonché favorevoli all’invio di armi. Anche se il nuovo ceto urbano dei laureati è probabilmente meno diffuso in Italia che in Germania, esso rimane la base sociale e politica anche della sinistra italiana, dal Pd ai verdi. Allo stesso modo il liberismo di sinistra rimane l’ideologia dominante nel Pd, nonostante il maquillage che la Schlein ha imposto al partito. Per queste ragioni il libro della Wagenknecht è uno strumento utile a orientarsi in una fase confusa in cui la categoria di sinistra, completamente rovesciata rispetto alle sue origini, va ridefinita in modo radicale.


Note
[i] Sahra Wagenknecht, Contro la sinistra liberale, Fazi editore, Roma 2022, p.263.
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Comments

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Michele Castaldo
Monday, 06 January 2025 11:50
Nella speranza di sapere un giorno chi si nasconda dietro l'acronimo Alsob, dico che il fatalismo - caro per il momento Alsob - non ha niente a che che vedere con il determinismo storico e le leggi che dirigono il modo di produzione capitalistico.
Il vero punto in questione è che non avendo la forza e la capacità di contestare, sul piano teorico una teoria, la si butta in tribuna, come un difensore di calcio che incapace di frenare la forza di un attaccante manda il pallone in fallo laterale in modo violento da farlo arrivare fra gli spettatori.
Egregio Alsob entri nel merito e cerchi di spiegare in che modo il capitalismo può essere abbattuto.
La storia ci ha posto sotto il naso la sua forza prorompente e dirompente e le leggi dello scambio hanno fatto il resto alimentando un MOTO-MODO di produzione che si è esteso e che a un certo punto non può più proseguire.
Cosa c'entri il fato con tutto ciò.
La Cina maoista - egregio Also - affascino' una generazione, poi un tizio, Den xiao Ping, seppe dire che "non serve capire il colore del gatto, l'importante che prenda i topi" e arrivo' il famoso assegno che Nixon aveva promesso a Mao nel 1972 (come epperò barzelletta re i napoletani all'epoca) perché si togliesse i pensieri dalla testa. E oggi quella Cina insieme a tutta l'Asia è uno spietato concorrente dell'insieme dell'Occidente e INSIEME SI AVVIANO VERSO LA CATASTROFE.
Spieghi, caro Alsob, perché il ragionamento qui prodotto avrebbe del fatalismo estroso. Non si nasconda dietro esercizi di stile.
Michele Castaldo
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AlsOb
Monday, 06 January 2025 10:51
Domenico Moro, a partire da una oggettiva e pacata esposizione del quadro epocale dominato dalla sinistra neoliberale, da una Europa caratterizzata dalla messinscena di un parlamento factoide e dal trasferimento di poteri a una irresponsabile e non eletta commissione, dai comportamenti divenuti palesemente delittuosi, con il risultato dell’annichilimento economico, creazione di un clima di guerra, di povertà per i più e di colonizzazione, descrive didascalicamente la proposta di azione politica di una leader politica, che, da una prospettiva rivendicata finalmente di sinistra, vorrebbe riconquistare il voto del gran numero di pregiudicati, impoveriti e sfiduciati, che spesso, presi da disperazione o sconforto, si rifugiano nel disimpegno o voto di protesta, per attuare, auspicabilmente, politiche e strategie nazionalistiche di sinistra e di contrasto del neoliberalismo e della sinistra neoliberale.

Michele Castaldo, nel suo noto estro fatalistico, trovando sconveniente persuadere e avvicinarsi agli elettori delle disorientate classi inferiori, (peraltro effettivamente il proletariato non si è rivelato rivoluzionarie, motu proprio, come ottimisticamente immaginato da Marx), propone quello che si può etichettare come un bizzarro neoliberalismo idealistico entropico.
Nel tradizionale paradigma neoliberale viene celebrata strumentalmente e astutamente la supposta virtù del mercato ottimizzante, equilibrante, lasciandolo fare si avrebbe la garanzia teorica e metafisica che tutti risulterebbero felicemente soddisfatti.

Nel paradigma neoliberale idealistico entropico dell'estroso fatalista, la divina provvidenza capitalistica, lasciata agire, secondo imperscrutabili e impersonali leggi, determinerebbe l’esito catartico rivoluzionariamente salvifico.

Ps. Un rimarchevole accadimento italiano, inequivocabile segno del declino intellettuale e della affermazione delle mezzecalzette, è stato il fenomenale successo che gran parte della generazione del sessantotto, a testimonianza di una certa ingenuità e debolezza di spirito, attribuì a un bollettino della disinformazione inventato negli anni settanta, vero pulpito dissimulato di mistificazione e propaganda neoliberale e antidemocratica.
Le ultime speranze di resilienza svanirono davanti alla passiva sottomissione alla tribuna propagandistica neoliberale dei dominanti, incautamente e comicamente scambiata per la nuova bibbia di sinistra.
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Michele Castaldo
Sunday, 05 January 2025 16:34
Egregio signor Glauco se la tenga ben stretta la signora Sara e i suoi contenuti politici di nazionalismo di "sinistra".
Il comunista non è colui che sposa la condizione politica di una classe ma solo la lotta quando essa si muove contro lo stato di cose presenti.
Se gli operai tedeschi, francesi italiani si schierano contro gli immigrati sono razzisti anche se operai così come hanno voltato le spalle di fronte al Genocidio del popolo Palestine a cominciare dal signor Landini segretario della Cgil.
Se ne stia tranquillo con la signora Sara e buona fortuna.
I ferrovieri italiani dopo l'uccisione di 5 CINQUE loro compagni mentre lavoravano i dissero 4 ore di sciopero, mentre ne proclamarono otto per l'acciltellamento di un capostazione da parte di un immigrato senza biglietto.
Questo si chiama razzismo bianco.
Chiaro signor Glauco?
Michele Castaldo
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Glauco
Friday, 10 January 2025 18:16
Caro sig. Michele Castaldo, io Sahra me la terrei ben stretta se fossi tedesco, ma, purtroppo, non posso votarla: sono italiano e vivo in Italia, paese in cui essere di sinistra democratica, senza essere tacciati di veterocomunismo dai liberisti (quasi tutti) o di liberismo/fascismo dai veterocomunisti (quattro gatti), è difficile. Comunque, le auguro i migliori successi politici, anche se la vedo ardua… Un’ultima cosa, Landini, rispetto a Sahra, non ha neanche capito la natura liberista, di destra, dei trattati europei e dell’euro. Quindi, non vale proprio la pena di nominarlo e anche se improvvisamente capisse, sarebbe sempre troppo tardi.
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Ros*Lux
Sunday, 05 January 2025 18:13
È proprio la paeudosinistra che ha sostituito il marxismo con gli studi di genere,con il suprematismo sessista neofemminista a favorire
Il successo della propaganda neofemminista che indica nell'uomo eterosessuale il capro espiatorio ,in analogia con il successo della propaganda razzista che indica dell'immigrato il capro espiatorio...
I lavoratori diventano sempre più "classisti", interiorizzando l'ideologia promossa dalla classe dirigente neoliberista, come strumento di divisione funzionale alla propria egemonia.





https://www.emma.de/artikel/sahra-wagenknecht-im-gespraech-mit-alice-schwarzer-340643
Sarai in buona compagnia con tanti vecchi ragazzi. Ma il linguaggio non dovrebbe solo riflettere la realtà, ma anche influenzare questa realtà.
Ma le regole stanno diventando sempre più assurde. Sono già stata accusata di transfobia perché ho detto "pensionati"...

... transfobico?
Sì, perché non ho lasciato divario tra i due generi per i pensionati trans. Avrei dovuto scrivere un asterisco o balbettare per questo... Naturalmente ci sono persone trans e non dovrebbero essere discriminate. Ma l’argomento viene pubblicizzato come se si parlasse del 20% della popolazione e non dello 0,002%. Il dibattito secondo cui in realtà non esiste un genere biologico non è solo folle, è pericoloso. Perché suggerisce ai giovani, soprattutto alle ragazze, che il trans è la soluzione a tutti i loro problemi. Il fatto che i numeri siano decuplicati dimostra che si tratta di una moda sociale. L'industria farmaceutica sperimenta e trae profitto a scapito della salute dei giovani. La politica dovrebbe contrastarlo invece di assecondarlo
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Nadir
Saturday, 04 January 2025 18:49
Condivido l’analisi di fondo che Moro esplicita con chiarezza .
I partiti della destra se li analizziamo nei voti reali avuti non sono particolarmente preoccupanti da far gridare al Fascismo come fa la sinistra alla moda , la quale non sa analizzare la composizione proletaria dell’astensionismo in crescita , a partire dai quartieri operai e popolari di Genova , Torino , Milano , Brescia , Vicenza , Venezia , Bologna , Livorno Terni ecc dove raggiunge il 60% . La posizione della sinistra alla moda sulla Guerra ( non solo in Ucraina ) e sulle spese militari , quelle di sono nazionaliste e per una Europa fortezza .
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Mirco
Sunday, 05 January 2025 08:07
Bla Bla Bla...Quando le organizzazioni della sinistra acconsentono che partiti neofascisti si strutturino e prendano il potere, o diventino maggioranza, lo fanno per scelta, non per caso. La Wagenknecht sbaglia obiettivo polemico e pensa di riuscire ad invertire la tendenza facendo proprie le istanze nazionaliste, come fanno le tante parrocchie di sinistra in Europa. Quando il contesto e già fascistizzato le elezioni non servono, tanto che poi la Wagenknecht è costretta ad un'alleanza con i peggio liberali per fare il governo. Bella proposta politica alternativa.
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Glauco
Sunday, 05 January 2025 13:44
La S.W. Fa un’analisi realistica del profondo mutamento della sinistra. Le alleanze di scopo fanno parte di questo approccio pragmatico. Del resto, è uscita coerentemente dalla Linke proprio perché è diventato simile al nostro PD, che è conclamatamente un partito liberale. Uno studio, anche superficiale, dei riferimenti culturali del PD, a partire dal trattato di Maastricht, intriso di fortissima destra liberale, lo dimostrano. È legittimo essere di destra liberale, basta non lamentarsi se non si viene votati dal precedente elettorato tradizionale della sinistra sociale e democratica.
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Mirco
Sunday, 05 January 2025 16:25
La Wagenknecht sta esattamente sullo stesso piano di quella che chiama sinistra neoliberale, perchè crede di poter competere con la suddetta nell'ambito delle regole da essa elaborate e fissate. Non c'è una critica da parte della Wagenknecht del diritto borghese oggi neoliberale, perchè le sue regole vengono accettate senza remore. L'unica tipologia di conflitto che le persone come Wagenknecht immaginano praticabile è quella che resta all'interno di queste regole, anche se queste regole consentono ai fascisti di organizzarsi e diventare forza preponderante nella società. Capite che, su queste basi, tutto quello che potrebbe anche deviare dalla legittimazione neoliberale in termini di pratica politica e di militanza viene mobilitato a difesa della stessa. A me non interessano i dettagli dell'accordo tra CDU, SPD e BSW in Turingia o in altri Land, perchè quelli li hanno esaminati i delegati all'assemblea del partito che si è tenuta e ha votato. A me interessa il dato politico generale e cosa rivela. Quando chicchessia dichiara di voler sviluppare una critica ad una determinata visione politica e poi si allea per governare con i fautori di quella stessa visione che dice di criticare, i casi nello specifico sono due: o la sinistra neoliberale non è poi così neoliberale, o la critica è farlocca, poco seria, debole e alla fine dei conti ininfluente. A voi (esperti di tattica e strategia) l'ardua sentenza.
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Mirco
Saturday, 04 January 2025 18:19
Dal sito del BSW Turingia:

BSW Turingia vota per la partecipazione al governo

L'assemblea generale si è svolta il 7 dicembre 2024 nella sala delle feste di Ilmenau alla presenza della fondatrice del partito Sahra Wagenknecht.

Nel primo punto all'ordine del giorno i deputati potevano votare se la BSW dovesse partecipare ad una coalizione Mirtillo.
L'accordo di coalizione è stato presentato per la prima volta dai leader del partito Katja Wolf e Steffen Schütz, prima che tra i 104 membri presenti si svolgesse una discussione costruttiva sui vantaggi e gli svantaggi della partecipazione al governo.
Nel discorso successivo la leader del partito Sahra Wagenknecht ha chiesto un ampio sostegno al trattato e allo stesso tempo ha sostenuto con passione le imminenti elezioni federali.
Di conseguenza, 76 deputati si sono espressi a favore dell'alleanza a tre con CDU e SPD.

Questo Domenico Moro s'è dimenticato di scriverlo!!! Chissà come mai... Forse il racconto del BSW come progetto politico innovativo non è mai stato molto in piedi...
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Ros*Lux
Saturday, 04 January 2025 19:33
Bisogna conoscere gli accordi di programma…
Che dovrebbero fare? …Ripetere l’errore storico della 3a Internazionale, che rifiuto’ l’alleanza democratica facilitando la presa del potere dei nazisti e poi si decise a formare I fronti popolari,quando ormai era troppo tardi.
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Mirco
Sunday, 05 January 2025 08:11
Continui a far finta di non capire, RosLux insieme a tanti altri...E quando sarebbe "troppo tardi" secondo te? Allora lo "spauracchio fascista" lo agitate anche voi che dite di non crederci, quando vi fa comodo...
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Ros*Lux
Sunday, 05 January 2025 08:29
Per chiarire...
Forse in Germania è già troppo tardi...al meno di 10 anni...
Altrove è pure peggio...esclusa la spagna ,che al meno ha la Diaz...
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Pino
Friday, 03 January 2025 20:41
Partito personale in sintonia con i sistemi politici attuali indotti dal liberismo e individualismo imperante, di taglio populista, privo di radicamento organizzato, collettivo, nel sociale e nei luoghi e ceti popolari. Anch'io penso che se non c'è una risocializzazione politica attraverso lo sviluppo di movimenti emancipatori il sistema politico attuale vincerà sempre.
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Glauco
Sunday, 05 January 2025 14:26
Soprattutto se continuate a parlare così e a spaccare il capello in 32. Sono decenni che la sinistra è la peggior nemica di se stessa…
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michele castaldo
Friday, 03 January 2025 19:55
Certo, se come movimento ideale del comunismo siamo al punto da esaltare una Sahra Wagenknecht vuol dire che siamo messi proprio male, male male! Invocare un nazionalismo di "sinistra" da "sinistra" contro la sinistra neoliberale è il punto più profondo dove si poteva arrivare e certi intellettuali alla Vladimiro Giacchè ci sono arrivati e con lui l'autore di questa "meravigliosa" recensione.
Quale sarebbe la grandezza di questa straordinaria teorica tedesca da inventarsi un partito personale? Lo scoprire che nella crisi il proletariato, quello industriale in modo particolare, e nelle aree metropolitane più importanti occidentali, lo scoprire ripeto, che gli operai votano a destra o all'ultradestra. E allora? di che meravigliarsi? La signora non si meraviglia affatto ma tenta l'operazione politica di recuperare su un terreno di "sinistra" nazionalista il voto operaio perduto.
Proviamo a porre questa semplice domanda ai vari Giacché: esistono risposte di sinistra a domande e contenuti di destra?
Perché è questa la questione.
Noi come tendenza storica abbiamo puntato su una classe - quella operaia - taumaturgica, che avrebbe dovuto abbattere - previa coscienza rivoluzionaria introdotta dall'esterno (chissà da quale spirito santo) la borghesia al potere e instaurare la propria dittatura.
Al dunque questa teoria si è dimostrata sbagliata. Piuttosto di capire perché è sbagliata rincorriamo la classe operaia sul suo terreno, oggi razzista e nazionalista, pensando di porci alla sua testa e farle cambiare direzione di marcia.
Questo modo di ragionare è da venditori di fumo. La signora Sahra non si nasconde dietro un dito e dice a chiare lettere "se gli slogan razzisti pagano in termini di consenso elettorale, significa che nel paese i razzisti sono aumentati?".
La signora mostra di non capire l'abc di teoria e ancor meno di politica, perché nell'accresciuta concorrenza capitalistica gli operai divengono come i girasoli e guardano al capitale e al capitalismo nazionale come i girasoli guardano il sole. Se la signora vuole impugnare un nazionalismo operaio, si accomodi pure, ma deve fare concorrenza ai Vannacci, ai Salvini, ai Trump alle Le Pen e cosi via, ma sul loro terreno anti-immigrati e per l'ordine. La ragione è molto semplice: l'operaio fa corpo col proprio padrone del proprio paese per battere la concorrenza dell'altro operaio, dell'altro padrone dell'altro paese. Una semplice legge del modo di produzione oggi in crisi come non mai.
Smettiamola perciò di pestare l'acqua nel mortaio e di innalzare al cielo una venditrice di nazionalismo di "sinistra".
Ora se è vero che la sinistra liberale è un'accozzaglia di individualità, quello che si propone da parte delle Sahre è una rincorsa verso il baratro politico definitivo di una tendenza storica nata male e finita peggio.
Buona fortuna
Michele Castaldo
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Glauco
Sunday, 05 January 2025 14:42
Lei che, contrariamente all’ignorantona Sahra, è mooolto acculturato e va ben oltre l’abc, cosa propone? E come pensa di evitare che quei buzzurri degli operai (peraltro ormai quasi scomparsi) guardino al capitale come i girasoli guardano al sole (che metafora poetica!) ?
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marcorso
Friday, 03 January 2025 22:39
DA WIKIPEDIA,GIUSTO PER AVERE UNA IDEA.


...divenne membro della Libera Gioventù Tedesca (FDJ).

Ha completato gli studi nel 1988 e si è iscritta al Partito Socialista Unificato di Germania (SED) all'inizio del 1989[3][4]. Dal 1990 ha studiato filosofia e letteratura tedesca a Jena e Berlino, per poi abbandonare gli studi. Si è poi iscritta all'Università di Groninga, dove ha conseguito un MA nel 1996 con una tesi sull'interpretazione di Hegel da parte di Karl Marx, pubblicata nel 1997.[3][4]

Dal 2005 al 2012 ha studiato economia presso la TU Chemnitz, dove ha conseguito un dottorato di ricerca con una tesi su "I limiti della scelta: salvaguardare decisioni e esigenze fondamentali nei paesi sviluppati"[5] pubblicato successivamente da Campus Verlag.

Dopo la caduta del muro di Berlino e la trasformazione del SED nel Partito del Socialismo Democratico (PDS), Wagenknecht è stata eletta nel 1991 nel Comitato Nazionale del nuovo partito. Ha anche aderito alla Piattaforma Comunista del PDS, una fazione marxista ortodossa.

In seguito alla fusione del PDS e del WASG, che ha portato alla nascita del Partito della Sinistra (Die Linke), ha preso in considerazione la possibilità di intraprendere una campagna per la carica di vicepresidente del partito. Tuttavia, alcuni leader del partito come Lothar Bisky e Gregor Gysi si erano opposti all'idea, principalmente a causa della vicinanza di Wagenknecht alle politiche dell'ex Repubblica Democratica Tedesca (RDT).
È stata una delle principali forze trainanti nella formazione di Aufstehen, un movimento populista di sinistra fondato nel 2018, che esiste al di fuori delle tradizionali strutture dei partiti politici ed è stato paragonato al movimento francese La France Insoumise. Nel marzo 2019 ha annunciato il ritiro dal ruolo di leadership all'interno di Aufstehen, insistendo sul fatto che dopo una fase di avvio di successo, per la quale era necessaria esperienza politica, era giunto il momento per il movimento di ritornare alle radici dal momento che, si lamentava, il coinvolgimento dei partiti politici aveva "murato" ("sich eingemauert") il cuore del movimento.

A causa dei crescenti conflitti all'interno di Die Linke, Wagenknecht ha preso in considerazione la possibilità di formare un proprio partito. Dal 2021 si ipotizzava che la sua fazione e altri gruppi che la pensano allo stesso modo all'interno di Die Linke, come la Sinistra socialista o i circoli di Karl Liebknecht, si sarebbero staccati per formare un partito distinto. Dal punto di vista politico, ci si aspettava che il nuovo partito seguisse una strategia nazionalista di sinistra

Politica estera

Nel 2017 Wagenknecht auspicava lo scioglimento della NATO e un nuovo accordo di sicurezza tra Germania e Russia.[13][14] Nel corso della sua carriera, Wagenknecht si è espressa a favore di un rapporto più stretto con la Russia. Nel 1992 aveva pubblicato un saggio in cui elogiava la Russia stalinista, un punto di vista che nel 2017 aveva affermato di non sostenere più.[14]

Wagenknecht ha espresso un forte sostegno per l'ascesa dei leader di sinistra in America Latina, come Hugo Chávez,[15] e per la vittoria elettorale di SYRIZA nel 2015 in Grecia.[16] È portavoce della rete di solidarietà "Venezuela Avanza" ed è stata membro supplente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con il Mercosur.[senza fonte]

Wagenknecht è molto critica sulla politica estera israeliana nei confronti dei palestinesi, posizione che è stata assimilata all'antisemitismo da parte di alcuni.[17][18] La stessa respinge le accuse di antisemitismo e accetta il diritto di Israele di esistere, ma sostiene che non è una ragione per accettare la politica del governo israeliano senza impiegare il pensiero critico.[19]

Nel 2010 non si è unita alla standing ovation quando l'ex Primo ministro israeliano e premio Nobel Shimon Peres ha tenuto un discorso al Bundestag in occasione del Giorno della memoria dell'Olocausto

l 10 febbraio 2023, Wagenknecht e Alice Schwarzer hanno iniziato a raccogliere firme per il loro Manifest für Frieden ("Manifesto per la pace") su Change.org. Ha chiesto negoziati con la Russia e la sospensione delle consegne di armi all’Ucraina. Alla fine del mese aveva ricevuto 700.000 firme. Ad una manifestazione per la pace con Wagenknecht e Schwarzer il 25 febbraio hanno partecipato anche gruppi di estrema destra,[31] e si disse che abbiano fatto appello al Querfront, termine storico impiegato per designare la collaborazione con i rivoluzionari conservatori.[32]

E BLA,BLA,BLA FINO AD ARRIVARE AL NUOVO PARTITO CHE SI,EVIDENTEMENTE E' PERSONALISTICO,PORTANDO IL SUO NOME,E SI,SE SI INTENDE CHE FORSE VUOLE SGANCIARSI DA CERTE DINAMICHE LEGATE ALLA COMUNITA EUROPEA,POTREBBE DEFINIRSI ANCHE NAZIONALISTA.NON SCORDIAMOCI CHE AGISCE IN DINAMICHE PARLAMENTARI,INDI DEVE-VUOLE PRENDERE VOTI,INDI SI ADATTA A CERTE MODALITA(DI CUI PERSONALMENTE FACCIO ANCHE A MENO)CON TUTTO CIO CHE NE SONSEGUE.(E COMUNQUE NON E' CHE HA FONDATO UN PARTITO DA SOLA DOPO AVER SCRITTO UN LIBRO,CON LEI C'E' UNA PARTE DEI FUORIUSCITI,E MENO MALE,DALLA DIE LINKE(ORMAI INGUARDABILE E QUASI INDISTINGUIBILE DAI VERDI GUERRAFONDAI E MEGATALNTISTI),VARIE ASSOCIAZIONI CHE SEMPRE SONO STATE A SINISTRA DELLA LINKE,COSIETA' CIVILE VARIE,INTELLETTUALI VARI,SINDACATI,ECC.OSSIA AVRA' DATO IL SUO NOME AL PARTITO,MA NON E' DA SOLA IN QUESTO PROCESSO.)

PERO' DA LI A PARAGONARLA A SALVINI,VANNACCI,LE PEN,ADDIRITTURA A TRUMP E AI"COSI VIA", MI SEMBRA UN PO' TROPPO.NON TI PIACE,PERFETTO.MA MAGARI USA ALTRI ARGOMENTI,PERCHE QUESTI,SINCERAMENTE,MI SEMBRANO UN PO' INUTILI SE VOGLIAMO DIBATTERNE SERENAMENTE.IO PERSONALMENTE DELLE LOTTE FRA ROSSO-BRUNI,ROSATELLI,E ROSSI PURI,NE FACCIO ANCHE A MENO,PER CUI CERCHIAMO DI STARE NEL MERITO. MI SEMBRA CHE,SOLO DANDO UNO SGUARDO SUPERFICIALE ALLA SUA STORIA PERSONALE,AL SUO CURRICULUM, NON LA SI POSSA METTERE IN COMPAGNIA DI UN GENERALE DEI PARACADUTISTI NOSTRANI,DELLA GRAN SIGNORA DEL FASCIO-NAZIONALISMO FRANCESE,DEL NOSTRO INQUALIFICABILE MINISTRO E ADDIRITTURA DEL NEO ELETTO MILIARDARIO PRESIDENTE DEGLI USA.DAI,SU...

(SCRIVO IN MAIUSCOLO PERCHE' HO IL PC ROTTO,NIENTE DI PIU,NIENTE DI MENO...)
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Ros*Lux
Friday, 03 January 2025 08:34
Quote:
Anche la tanto acclamata emancipazione della donna è stata in realtà l’emancipazione della donna laureata del ceto superiore o medio-superiore.
...Ma allora non era vero che fanno lavorare le donne per la parità di genere...
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Enzo Rossi
Friday, 03 January 2025 08:16
Finalmente una interpretazione scientifica e dettagliata del fenomeno BSW in Germania e suoi riflessi positivi in tutto l'occidente declinante.
Grazie compagno Domenico!

P.S. il vituperato '68 meriterebbe, secondo me, una argomentazione ben più ricca e approfondita. Imparentare la generazione rivoluzionaria del '68 con il "liberalismo di sinistra" è un grave errore di superficiaalismo.
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Peter Lanfrinco
Thursday, 02 January 2025 22:08
Nei lander dell'Est Germania ci sono pochi immigrati...altre considerazioni quantitative sono discutibili.
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Raffaele
Thursday, 02 January 2025 21:05
Due tesi lunari.....il '68 come radice della sinistra liberale odierna e la manodopera straniera che (anche in Italia?) contribuirebbe a tenere bassi i salari italiani, ma Domenico Moro il mercato del lavoro lo ha analizzato statistiche alla mano potendo dimostrare un tale assunto....poca onestà intellettuale alla base
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Lorenzo
Thursday, 02 January 2025 20:08
Ho appena finito Die Selbstgerechten. E' un testo interessante, ma le analisi della Wagenknecht scontano la sua esigenza di non pestare troppo i calli all'estabilishment e alla political correctness, di parlare al gregge (quindi di evitare analisi di ampio respiro) e di proporre soluzioni praticabili nel presente.
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Glauco
Sunday, 05 January 2025 14:28
Ma magari avessimo in Italia una così da votare. Continuiamo a fare gli schizzinosi, e sarà destra for ever.
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