Print Friendly, PDF & Email
Print Friendly, PDF & Email

sfero

La spallata

di Andrea Zhok

L’elezione di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica sancirebbe in Italia un passaggio ad un presidenzialismo de facto senza legittimazione popolare (si potrebbe usare un’altra definizione politica per questa fattispecie). Il progetto, piuttosto trasparente e supportato da autorevoli testate giornalistiche, è quello di una Presidenza della Repubblica che di fatto sceglie il proprio successore alla Presidenza del Consiglio nel novero dei propri portavoce o plenipotenziari. E se le prossime elezioni non porteranno ad uno sconvolgimento rispetto alle forze attualmente in parlamento, questo modello potrà vedersi riconfermato anche per la prossima legislatura.

È utile vedere questo passaggio alla luce di quanto sta accadendo negli altri principali paesi europei.

In Francia Macron è dato per favorito alle prossime elezioni presidenziali, per una riconferma. Come in Italia per Draghi, anche in Francia l’apparato mediatico mainstream ne sostiene la candidatura, per quanto in Francia un’opposizione sostanziale esista ancora e sia battagliera.

Print Friendly, PDF & Email

bastaconeurocrisi

Ma quali riforme strutturali!

di Marco Cattaneo

L’elenco delle baggianate euriste che si sono lette e ascoltate in questi anni è decisamente moooooolto lungo, però in posizione alta nella classifica c’è quella secondo cui “l’euro non c’entra, l’Italia ha un problema di produttività, lì bisogna intervenire: con le riforme strutturali”.

Le fantomatiche riforme strutturali, lo dicevo parecchio tempo fa ma rimane totalmente vero oggi, non si è mai capito quali dovrebbero essere, salvo precarizzare il lavoro, tagliare il welfare state e comprimere verso il basso retribuzioni e diritti.

Tutto questo non ha risolto nessun problema dell’economia italiana (anzi) e in particolare non ha fatto assolutamente nulla di positivo per la produttività (ri-anzi).

Tuttavia la litania eurista rimane la stessa: la medicina ha fatto male “quindi” aumentiamo le dosi, perché “evidentemente” non se ne è assunta abbastanza. L’eventualità che sia sbagliata la cura non è contemplata.

La stagnazione della produttività del lavoro in Italia parte esattamente con l’aggancio all’euro.

Print Friendly, PDF & Email

piccolenote

Il Green Pass e il Capitalismo di sorveglianza 2.0

di Eleonora Piegallini

Il passaporto vaccinale, o green pass, è ormai una realtà in molti Paesi. Le problematiche che da mesi vengono sollevate da attivisti, politici e gente comune sono varie e, a fronte del dato, ossia che ad oggi il passaporto vaccinale potrebbe restare nelle nostre vite a lungo, dovremmo iniziare ad interrogarci sui rischi che comporta tale controllo capillare dei cittadini.

 

Le Big Tech spingono per un green pass perenne

Problemi di privacy, rischio di uso improprio dei dati anagrafici, informazioni sensibili nelle mani di aziende tecnologiche e dello Stato (che, peraltro, come hanno dimostrato gli ultimi due anni, intrattengono relazioni non proprio trasparenti), sono solo alcune delle criticità poste dall’introduzione di tale ,misura. E, come si legge in un recente articolo apparso su The Intercept, “L’evidenza supporta i sospetti dei più critici”.

Infatti, continua The Intercept,“ogni governo che introduce un passaporto vaccinale giura che l’uso che se ne fa è su base volontaria e che nessuna informazione personale non necessaria sarà conservata.

Print Friendly, PDF & Email

comuneinfo

Di nuovo Dad?

di Cattive ragazze*

L’appello lanciato da alcuni presidi per il posticipo della riapertura delle scuole ha avuto una risonanza enorme sui grandi media. Molti e molte lo trovano inaccettabile per diverse e robuste ragioni. Il collettivo Cattiveragazze, tra gli altri, si chiede quanti dirigenti in questi due anni hanno chiesto spazi alternativi, più grandi, per le attività didattiche, ma anche quanti dirigenti hanno fatto ammenda per avere, negli anni passati, devastato le scuole dividendo le aule pur di avere altri studenti nel loro portafoglio. “La DAD – ricordano in un messaggio prezioso diffuso in rete – non ha efficacia formativa ed è deleteria per la socialità delle studentesse e degli studenti (piccoli e grandi). Alcuni istituti di ricerca privati vicini a Confindustria ne hanno valutato il costo economico, noi il costo umano, sulle vite delle studentesse e degli studenti…”

Leggiamo con sconforto l’appello lanciato dai Presidi per il posticipo della riapertura delle scuole (firmato anche da alcuni dirigenti scolastici del nostro territorio). La richiesta di tornare alla DAD ci sembra inaccettabile, la loro lettura dei dati pandemici strumentale e scorretta, la loro attenzione alla Scuola assolutamente in linea con quanto dicono di denunciare.

Solo alcune considerazioni:

1) I Presidi chiedono «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane». Perché non una sospensione da recuperare a giugno in presenza, quando al solito la curva dei contagi decresce, magari rinviando gli esami?

2) Il problema è il personale non in regola con la vaccinazione obbligatoria e il personale positivo al COVID. Ma questo personale non ci sarà neanche per la DAD.

Print Friendly, PDF & Email

linterferenza

Le cose, le parole e le vocali

di Pier Paolo Caserta

Quanti difendono le ragioni della “grande battaglia” dell’asterisco e della schwa argomentano che il linguaggio si evolve e non c’è nulla di strano, dunque, nell’accogliere un cambiamento doveroso e “inclusivo”. Una risposta seria e scientificamente ponderata è arrivata di recente da alcuni linguisti dell’Accademia della Crusca. In sintesi, gli studiosi hanno fatto notare che certamente la lingua si evolve e cambia, ma non su ordinazione!

Altri chiamano in causa il relativismo linguistico per sottolineare come le scelte codificate nella lingua non siano affatto neutre, perorando, dunque, la causa del cambiamento.

Nella sua duplice componente, culturale e linguistica, il relativismo moderno asserisce che ogni sistema di pensiero è relativo alla particolare cornice culturale all’interno della quale viene formulato e non può quindi essere considerato valido in assoluto.

Negli scritti di B.L. Whorf, linguista americano attivo nella prima metà del Novecento, questo principio prende esplicitamente la forma di una riabilitazione delle culture extra-europee, che l’antropologia di quel periodo, influenzata dal neopositivismo (oggi di ritorno) e fedele a una concezione lineare del progresso, inteso ingenuamente come sviluppo da una condizione peggiore ad una migliore, considerava ancora come uno stadio primitivo dell’evoluzione dell’uomo.

Print Friendly, PDF & Email

linterferenza

Lo stato neoliberale, neoliberista, autoritario

di Fabrizio Marchi

Questa mattina a Coffee break, sulla 7, lo psicologo nonché intellettuale da salotto in servizio permanente effettivo, Paolo Crepet (altro “trombone di stato”, proprio come il suo omologo Umberto Galimberti), sostenendo pedissequamente le misure del governo in tema di obbligo vaccinale e attaccando violentemente le persone non vaccinate paragonandole di fatto a degli untori, ha detto più o meno testualmente: “Penso a mia figlia se avesse contratto l’HIV da qualcuno come mi sarei sentito, come avrei reagito…”.

Siamo al delirio. Questo “trombone” non si rende neanche conto di quello che ha detto. Se avesse fatto una simile dichiarazione al tempo in cui l’AIDS imperversava sarebbe stato accusato – giustamente, in questo caso – di razzismo, sessismo e omofobia.

Nessuno, fortunatamente (tranne i soliti scemi), ha mai pensato di togliere i diritti alle persone sieropositive, nessuno ha mai pensato di impedirgli di lavorare, di sospendergli lo stipendio. Si è fatto appello al loro senso di responsabilità, soprattutto per ciò che riguardava la loro vita relazionale e sessuale, ma non gli sono stati tolti i diritti (e ci mancherebbe altro…), non gli è stato impedito di accedere al lavoro o in un locale pubblico.

Print Friendly, PDF & Email

lordinenuovo

Don't look up e il volto irrazionale del capitalismo

di Riccardo Beschi

In questi giorni sta spopolando, sulla piattaforma online Netflix, Don’t Look up, film di denuncia che vuole sensibilizzare lo spettatore sulla tematica ambientale. Il film si sviluppa grazie all’escamotage narrativo di una cometa che sta per colpire la terra e, grazie ad una comicità cinica e tagliente (e tristemente veritiera), viene messo a nudo e descritto con disarmante precisione l’approccio del sistema capitalista su questioni che riguardano la collettività. In particolar modo viene descritta l’irrazionalità con cui evidenze scientifiche e necessità collettive vengono messe in secondo piano rispetto agli interessi particolari di settori politici ed economici. In sostanza, volendo porre luce sull’emergenza ambientale, viene involontariamente descritto il modello generale di gestione capitalistica, in cui gli interessi della collettività in ogni campo sono subordinati agli interessi particolari delle classi dominanti, cioè alla necessità di fare profitto ad ogni costo.

Questo tipo di gestione è globale e riguarda a 360 gradi la nostra società e va dal cosa, al come e al quanto viene prodotto fino ad arrivare a cose più assurde come le guerre necessarie per assicurare nuovi mercati alle imprese dei vari blocchi imperialisti.

Print Friendly, PDF & Email

sinistrach

Kazakistan in fiamme: Russia e CSTO mobilitati contro il terrorismo

di Nil Malyguine

Il 2 dicembre, dopo l’annuncio da parte del governo di un aumento del prezzo del gas, in Kazakistan è scoppiata una protesta di massa. La tensione ha continuato a salire, portando il 4 gennaio all’abolizione dell’impopolare misura sul gas e alle dimissioni del governo. Tuttavia, anziché placarsi, proprio in quel momento le proteste si sono trasformate in una vera e propria ribellione violenta. Nelle principali città del paese sono comparse bande armate e ben organizzate, che hanno preso di mira le strutture del potere ingaggiando battaglia con le forze dell’ordine, quasi ovunque costrette alla ritirata. La mattina del 5 gennaio è diventato chiaro che non si trattava più di una semplice protesta antigovernativa, ma di un tentativo di colpo di stato, accuratamente pianificato con un vasto dispiegamento di mezzi e risorse.

Preso atto della situazione, il presidente della Repubblica del Kazakistan Kassym Jomart Tokayev ha ufficialmente richiesto l’aiuto del Trattato per la Sicurezza Collettiva (CSTO), patto che oltre allo stesso Kazakistan unisce Russia, Bielorussia, Armenia, Tadjikistan e Kirghizistan in un’alleanza militare difensiva.

Print Friendly, PDF & Email

sollevazione2

Punto di svolta

di Leonardo Mazzei

La criminale offensiva del governo Draghi continua. Più il fallimento della strategia vaccinale è manifesto, più si insiste con la ricerca del capro espiatorio, dunque con la caccia ai non vaccinati. Adesso toccherà alla platea degli ultracinquantenni. Oltre 27 milioni di persone, una parte delle quali (circa 7 milioni) verrà sottoposta – come già avvenuto con sanitari, lavoratori della scuola e forze dell’ordine – al ricatto della sospensione dal lavoro e della perdita del reddito.

Il decreto approvato ieri sera segna in tutti sensi un punto di svolta. Il salto quantitativo della spinta all’obbligo è evidente, confermando ancora una volta il disegno autoritario del blocco dominante. Al tempo stesso, però, questo blocco comincia a presentarsi meno compatto del solito. Incrinature sono apparse tanto nel campo dei “tecnici” (si pensi alle dichiarazioni di uno come Crisanti, che ha parlato di “follia incostituzionale”), quanto nella maggioranza politica che sostiene Draghi. Per ora queste incrinature non hanno frenato l’azione del governo, al massimo l’hanno solo resa più confusa. Ma diamo tempo al tempo e forse ne vedremo delle belle.

Il fatto è che queste prime crepe dipendono da tre fattori, strettamente connessi tra loro.

Print Friendly, PDF & Email

lafionda

Gli artigli dell’alta finanza sul cambiamento climatico

di Matteo Bortolon

Come l’oligarchia conta di strumentalizzare il tema per mantenere potere e privilegi

A differenza di alcuni anni fa, alcune delle più blasonate istituzioni di potere sembrano essersi convertite all’ambientalismo. Per capire il perché ed evitare le spiegazioni più irragionevoli e superficiali occorre affondare la lama nello strato sottostante: quello degli interessi dominanti.

Prima di tutto va osservato che da svariati anni il cambiamento climatico è stato indicato da rapporti, documentati, gruppi ecologisti e le maggiori istituzioni hanno fatto orecchio da mercante, accontentandosi di qualche piccolo tocco cosmetico completamente irrilevante. Negli ultimi anni si sono accumulate avvisaglie temibili sulle relative ricadute, e dalle fonti più impensate.

L’amministrazione Trump a novembre 2018 pubblicò il gigantesco Fourth National Climate Assessment, un rapporto di 1500 pagine che prefigura delle ricadute importanti per gli USA. Si tratta di una pubblicazione che riassume un programma di ricerca direttamente condotto dal governo federale, il quale prevede che il paese stia già subendo le conseguenze del cambiamento climatico in termini di maggiori disastri naturali, e tutto ciò avrebbe un peggioramento significativo e crescente.

Print Friendly, PDF & Email

intellettuale collettivo

Ai partiti comunisti, alle forze e alle esperienze comuniste italiane

Care compagne e cari compagni,

vi scriviamo in quanto firmatari dell’Appello “Ora l’unità. Per il Partito Comunista in Italia”.

Questo Appello lo abbiamo lanciato, sostenuto, promosso; a questo Appello abbiamo convintamente aderito.

Dalla sua interezza, vogliamo enucleare alcuni passaggi essenziali.

Primo:

Gli USA, la NATO ed il fronte imperialista mondiale ad essi subordinato stanno, giorno dopo giorno, pericolosamente aumentando la loro spinta alla guerra.

Gli USA “sentono” il proprio declino storico e contemporaneamente assistono alla grande crescita economica e politica, anche sul piano internazionale, della Repubblica Popolare Cinese, vissuta, con timore, come cardine del fronte antimperialista mondiale in progress.

La stessa Russia di Putin, agli occhi degli USA e della NATO, appare ormai come un avversario politicamente indomabile. Da piegare con l’attacco militare.

Print Friendly, PDF & Email

lantidiplomatico

Kazakistan, il cuore del 'Triangolo Geopolitico' nel mirino della destabilizzazione occidentale

di Fabrizio Verde

In seguito della richiesta del presidente Tokayev i paesi componenti l’Organizzazione del trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) hanno inviato un contingente di pace che sarà guidato dalla Russia. I paesi si sono mossi in maniera molto celere affinché il Kazakistan non sprofondasse in un caos irrecuperabile.

In Kazakistan le proteste sono infatti partite contro l’aumento delle tariffe del gas, in particolare il GPL utilizzato per alimentare le automobili, ma ben presto hanno preso tutt’altra direzione con rivendicazioni squisitamente politiche rivolte a far collassare il paese e allontanarlo dalla sua collocazione attuale. Una Maidan ucraina in salsa kazaka.

Uno scenario ovviamente auspicato dall’occidente che così avrebbe potuto completare il suo accerchiamento alla Russia che condivide una frontiera di oltre 7 mila chilometri con il Kazakistan e piazzare un elemento di instabilità tra Mosca e Pechino.

Il Kazakistan, inoltre, è un paese centrale a livello geostrategico e geopolitico. Il paese è infatti al centro del ‘Triangolo geopolitico Caucaso-Asia centrale-Asia meridionale’, dunque nel bel mezzo del terreno di scontro nella lotta per ‘egemonia tra Oriente e Occidente.

Print Friendly, PDF & Email

idiavoli

C’è sempre una chance

di I Diavoli

Il quarto capitolo della serie culto del duo Whachowski conferma la loro incredibile capacità di trafiggere il presente e immaginare altri futuri. Benvenuti nell’inquietante neo-allegoria di “Matrix Resurrections”, benvenuti nell’odierno presente in cui il capitale ha riconfigurato la sua matrice estrattiva. Bentornati al bivio della scelta tra soccombere o ri(n)sorgere

Sono passati sessant’anni dalla Guerra delle Macchine che si era conclusa con una pace rivelatasi una semplice tregua, anticamera di nuovi conflitti. Adesso Matrix si è rigenerata e ha elaborato inedite e più sofisticate strategie per ricominciare a sfruttare il genere umano. Mentre i vecchi sopravvissuti hanno riorganizzato – e affinato – una forma di resistenza perlopiù passiva, un manipolo di giovani leve con il mito di Neo, Trinity e Morpheus rinfocola lo scontro aperto. Ma quando entrambe le generazioni intravedono lo spiraglio per una nuova e universale riscossa, il fronte si ricompatta. Il fine è sempre lo stesso: la liberazione. Il mezzo anche: trovare l’Eletto, convincersi che esista.

Print Friendly, PDF & Email

gocciaagoccia

Due anni senza cambiare nulla

di Sara Gandini

L'Italia si conferma un paese autoritario e paternalista, un paese che non sa scommettere sul dialogo e la fiducia con i cittadini. Imporsi in modo così prepotente è l'ennesimo segno che manca coraggio e una visione di lungo periodo.

A due anni dalla pandemia siamo ancora qui. È chiaro che manca la volontà di ripensare il sistema sanitario per ridurre davvero la mortalità, come ha spiegato Horton (direttore di The Lancet) parlando di sindemia già nel 2020.

Che senso ha imporre l'obbligo avendo una percentuale così alta di persone vaccinate tra quelli che corrono più rischi di malattia grave e avendo una variante estremamente contagiosa ma meno letale come la omicron?

L'efficacia dei vaccini rispetto alla malattia grave e la morte, nelle persone che corrono più rischi, è ampiamente confermata anche da questo New England (una delle riviste mediche più importanti in assoluto) che non a caso ha indagato la terza dose solo per i soggetti oltre i 50 anni e le persone che non hanno avuto il covid-19 precedentemente (1).

Print Friendly, PDF & Email

liberiamolitalia

Full Metal Jacket e l'operazione Covid

di David Monticelli

Il film Full Metal Jacket è letterale e metaforico al tempo stesso: letterale perché descrive un campo di addestramento dei marines in preparazione del loro invio in Vietnam e i metodi attraverso cui le identità dei giovani militari vengono represse e umiliate fino all’obbiettivo ultimo del loro sradicamento per ottenere l’ubbidienza che l’esercito necessita in guerra; metaforico perché ci parla degli analoghi meccanismi che i detentori del potere nelle società umane da sempre (o almeno da qualche secolo) cercano di esercitare nei confronti dei popoli.

Nel drammatico periodo storico che stiamo vivendo, iniziato nel marzo 2020, in cui i popoli e in particolare quello italiano stanno subendo un’aggressione capillare e pervasiva alle proprie vite e ai propri diritti attraverso il tentativo di instaurazione di un neo-totalitarismo basato sull’emergenzialismo, il messaggio di Full Metal Jacket è estremamente attuale. Il terrore su scala globale, innescato da quella che possiamo definire una vera e propria Operazione Covid, (cioè la strumentalizzazione biopolitica del virus Sars-Cov-2), fornisce la giustificazione per aprire la strada al Grande Reset, un pianificato sconvolgimento economico, politico e sociale che punta all’impoverimento di milioni di lavoratori e delle loro famiglie tentando di possedere pressoché letteralmente le loro menti e i loro corpi.

Print Friendly, PDF & Email

comidad

Quando il conflitto di interessi diventa una Bourla

di comidad

L’amministratore delegato della multinazionale farmaceutica Pfizer, Albert Bourla (un nome davvero ad hoc), è stato proclamato pochi giorni fa l’uomo dell’anno per l’economia. Bourla, invece di esaltarsi per il suo successo personale, ha pensato prima ai sofferenti ed ha annunciato la necessità a breve di una quarta dose di vaccino per tutti. Poche settimane prima lo stesso Bourla aveva parlato di un semplice richiamo annuale, ma poi si vede che la generosità e l’altruismo gli hanno preso la mano.

I media pendono dalle labbra di Bourla, senza notare due curiose incongruenze. Se il vaccino prodotto da Pfizer fosse stato efficace nel bloccare il contagio, Bourla ci avrebbe venduto soltanto due dosi a testa, mentre ora potrà moltiplicare le vendite e quindi i profitti. Alcuni malpensanti ritengono che ciò rientri nella normale strategia industriale, qualcosa di simile all’obsolescenza programmata nel progettare gli elettrodomestici, fabbricati in modo tale da durare un certo numero di anni e non di più. La strategia industriale delle case farmaceutiche non punterebbe quindi a farmaci efficaci per eliminare le malattie, bensì a farmaci poco efficaci in grado di creare dipendenza.

Print Friendly, PDF & Email

nogreenpassroma

Assemblea pubblica in piazza San Giovanni

Sabato 15 gennaio ore 15

di Assemblea Romana contro il Green Pass

Dall'uso della polizia per cacciare i docenti dalla scuola, all'obbligo del green pass per sopravvivere: il filo nero della deriva autoritaria in Italia

Sotto l’albero di Natale molti insegnanti e dipendenti della scuola hanno trovato i decreti di sospensione dal lavoro e dallo stipendio fino al 15 giugno 2022. In forza del DL 172 del 26/11/2021 al personale della scuola non vaccinato viene interdetto l’accesso al proprio posto di lavoro e viene negata ogni retribuzione, senza diritto neanche all’assegno alimentare, che invece è garantito addirittura a chi viene sospeso a causa di un provvedimento disciplinare. Un attacco senza precedenti alla vita, alla dignità delle persone: non viene solo negato il reddito ai docenti ma anche il diritto allo studio e alla continuità didattica agli studenti.

I lavoratori della scuola non vaccinati, sottoposti regolarmente a screening mediante “tampone”, sono oggi di fatto le persone meno a rischio di contagiare all’interno delle scuole (dove oltre il 96% del personale è vaccinato); nonostante ciò, vengono oggi epurate per essersi opposti a una prevenzione che si è dimostrata inefficace e pericolosa ma che il governo del banchiere Draghi vuole imporre ad ogni costo. Un’epurazione squisitamente politica, che nulla ha di sanitario e che in alcun modo tutela la salute pubblica.

Print Friendly, PDF & Email

ilrovescio

Uscire dall’angolo

Un contributo pervenutoci

Se il governo procederà seguendo lo schema utilizzato fino ad ora, ovvero “anticipazione/attuazione”, con il prossimo consiglio dei ministri verrà decretato il divieto di lavorare per tutti coloro che non si sono vaccinati e anche per quanti non vogliono fare ulteriori richiami.

Questa scelta, che determinerebbe un precedente repressivo inedito in termini di forma e di portata, è del tutto insensata dal punto di vista della risoluzione della questione sanitaria, a meno che per soluzione non si intenda la salvaguardia apparente del sistema sanitario.

Dopo trent’anni di tagli di personale, posti letto e presìdi ospedalieri, di privatizzazioni a discapito della medicina del territorio e della medicina d’emergenza, la logica aziendalistica – che punta nella più ottimistica delle ipotesi al pareggio di bilancio, quado non lucra sfacciatamente sulla malattia – è divenuta imprescindibile anche in ambito sanitario, grazie o nonostante (a seconda della lettura critica che si vuole dare) la gravità degli eventi di questi tempi.

Print Friendly, PDF & Email

theunconditional

Il partito politico, ovvero la fatica di Sisifo che ci aspetta

di Riccardo Paccosi

Alle ultime elezioni amministrative, l’astensionismo ha raggiunto in Italia la percentuale record di circa il 50% degli aventi diritto. Se proiettato e confermato su scala nazionale, un simile dato indicherebbe che in questo momento ci sono venti milioni di persone non rappresentate dagli attuali partiti presenti in Parlamento.

Dunque, parlando in linea per ora puramente ed esclusivamente teorica, possiamo dire che ci sono venti milioni di voti che pascolano liberi e che, se qualcuno riuscisse a intercettarne e convogliarne anche solo la metà, potrebbero generare un terremoto del sistema politico. Ma, appunto, si tratta soltanto di uno schema teorico astratto.

Il punto è che, a rigor di logica, una percentuale così estesa di disaffezione nei confronti del sistema politico non può coincidere con l’attuale opposizione sociale al green pass giacché quest’ultima ha avuto finora dimensioni troppo ridotte.O forse non è così. Forse, una qualche correlazione invece può esserci.

Print Friendly, PDF & Email

lantidiplomatico

I vaccini cubani, l'OMS e i 34 miliardi di dollari di profitto di Big Pharma

di Roberto Cursi

L’OMS dà il via libera al primo vaccino prodotto in America Latina”. Questo è quello che varie agenzie di stampa e testate internazionali hanno pubblicato pochi giorni fa.

Allo stesso tempo però, sempre l’OMS, non convalida altri vaccini, tra cui quelli pubblici cubani e il russo “Sputnik V” (già somministrato a decine di milioni di persone), così come non è stato ancora convalidato il vaccino pubblico francese "Vidprevtyn", della Sanofi Pasteur. Invece nell’Unione Europea e Stati Uniti si sono spalancate le porte solo a quelli di ‘Big Pharma’, le cui aziende si fregano le mani, soddisfatte di aver realizzato migliaia di miliardi nell’anno che si è appena concluso.

Riguardo al vaccino prodotto nel Continente latinoamericano, la “France24”, la “Deutsche Welle”, la “BBC News”, e molte altre testate dell’informazione internazionale, hanno scritto che quello approvato dall’OMS è il primo vaccino anticovid prodotto in America Latina (come se quelli cubani non esistessero[1]). E allora, prima di parlare dei grandi interessi delle famose multinazionali del farmaco, che stanno gonfiando a dismisura i loro bilanci, spendo qualche parola proprio su questo argomento.

Print Friendly, PDF & Email

bastaconeurocrisi

La riluttanza delle banche centrali

di Marco Cattaneo

In molti ipotizzano che le banche centrali, e in particolare le due più importanti – Federal Reserve e BCE – dovranno presto rompere gli indugi e procedere non solo all’azzeramento dei programmi di Quantitative Easing, ma anche ad azioni di incremento dei tassi di interesse più rapide di quanto attualmente previsto.

Il problema si pone in termini diversi tra USA ed Eurozona, per due ragioni.

La prima è che l’inflazione USA è un paio di punti più alta di quella eurozonica – 6% abbondante là, 4% qui. Conseguenza di un rimbalzo dell’economia molto più vigoroso, e di un recupero dell’occupazione decisamente più rapido.

La seconda è che l’incremento di tassi eurozonici rischia di dissestare il rifinanziamento dei debiti pubblici di vari Stati, visto che la BCE non fa quello che dovrebbe fare qualsiasi banca centrale – garantirli incondizionatamente e illimitatamente dal rischio di default.

Risultato, negli USA attualmente si ipotizzano due o tre incrementi all’anno nei tassi d’intervento della Fed, al ritmo di un quarto di punto per ogni incremento. Con il che si arriverebbe al livello – non certo stellare, su base storica – del 2% circa nel 2024.

Print Friendly, PDF & Email

manifesto

Narrazione e realtà della crisi libica

di Manlio Dinucci

L'arte della guerra. Nella narrazione politico-mediatica della crisi libica i principali responsabili della catastrofe sociale provocata dalla guerra alla Libia si presentano come suoi salvatori

La Nato si dichiara preoccupata per la crisi in Libia, che «ha dirette implicazioni per la stabilità regionale e la sicurezza di tutti gli Alleati». Assicura quindi che «resta impegnata a fornire consiglio alla Libia per la difesa e la sicurezza». I governi di Usa, Francia, Germania, Italia e Regno Unito dichiarano che «elezioni libere permetteranno al popolo libico di rafforzare la propria sovranità» e di essere «pronti a chiedere conto a coloro che minacciano la stabilità della Libia». Riaffermano quindi «il pieno rispetto e impegno per la sovranità e l’indipendenza della Libia».

Solenni parole pronunciate dalle stesse potenze che, dopo aver demolito negli anni Novanta la Jugoslavia disgregandola dall’interno e attaccandola dall’esterno, con la stessa tecnica demolirono nel 2011 lo Stato libico. Prima finanziarono e armarono all’interno settori tribali e gruppi islamici ostili al governo, e infiltrarono forze speciali in particolare qatariane, per far divampare gli scontri armati. Quindi lo attaccarono dall’esterno: in sette mesi, l’aviazione Usa/Nato effettuò 30 mila missioni, di cui 10 mila di attacco, con oltre 40 mila bombe e missili.

Print Friendly, PDF & Email

carmilla

Lo stile alto della politica

di Jack Orlando

Mario Tronti, La saggezza della lotta, Derive Approdi, Roma, 2021, pp. 45, € 5,00

Prepararsi alla Storia, imparare a prevederne le torsioni, per romperne gli argini e deviarne il corso, è compito del politico.

Questo e nient’altro è l’ossessione che si porta appresso chi ha imboccato la via della militanza come scelta di vita. E in questi tempi di palude, è più che necessario sottolineare questa dimensione esistenziale della politica. È un rivoluzionario chi ha bruciato i ponti della ritirata diceva, pressapoco, quello famoso.

La vita politica allora, non è fatta di ritualismi, né di riflettori mediatici, semmai questi ne sono scomodi accessori. È un percorso accidentato che contiene in sé l’estasi dei momenti d’attacco e il bruciore delle sconfitte, si districa in un grigio e quotidiano lavoro della talpa, conosce la ciclicità ma rifugge la ciclotimia; prevede periodi sorridenti, in cui si naviga tra tanti porti amici e altri di arsura, in cui si attraversano i deserti dei riflussi.

Print Friendly, PDF & Email

gocciaagoccia

Abolire subito Green Pass e Green Pass rafforzato per i minori

Lettera al Garante del gruppo Goccia a Goccia

Grazie all’avvocata Elena Dragagna per avere redatto questa comunicazione formale al Garante per l’infanzia e l’adolescenza, con l’invito ad intervenire con urgenza presso le Istituzioni nell’interesse e per la tutela del mondo giovanile. Noi GocciaAGoccia ogni giorno, con costanza, ci siamo. A seguire, un estratto di quanto evidenziato al Garante stesso [Sara Gandini]

Spettabile Autorità Garante, il comitato scientifico che gestisce il blog GocciaAGoccia La invita formalmente ad intervenire presso le Istituzioni nell’interesse e per la tutela del mondo giovanile.

I giovani hanno pesantemente subito e sofferto durante la pandemia, in particolare (ma non solo) a causa delle chiusure passate e presenti delle scuole.

Ci sono preoccupanti evidenze di aumento, tra i giovani, di malesseri psicologici, di ricoveri per disagi psichici e per tentato suicidio.

Molte delle ultime misure governative, in particolare quelle attinenti al Green Pass, prima “base” e poi “rafforzato”, stanno incidendo pesantemente sui ragazzi e sul loro equilibrio psico-fisico.In particolare il Green Pass rafforzato, dal 10 gennaio prossimo e fino al 31 marzo 2022 (data a cui è stato prorogato il termine dello stato d’emergenza), sarà necessario per il trasporto pubblico anche locale (con obbligo di mascherina fpp2, con relativi e non indifferenti costi per le famiglie) e per diverse attività anche all’aperto: dalla ristorazione, agli sport come calcio e nuoto, alle attività culturali nei centri sociali o ricreativi.

Print Friendly, PDF & Email

poliscritture

Anno nuovo, vecchie trappole

di Paolo Di Marco

La fusione nucleare come risposta energetica al riscaldamento globale

Oltre ai piccoli reattori a fissione rispunta all’orizzonte la fusione. Ne parla anche Luigi Vinci (qui, a cui risponde Carlo Dario Ceccon, qui, in quello che è nella sostanza un panegirico di Draghi che ci fa mangiare alla tavola dei ricchi) e compare anche ogni tanto nei discorsi di Cingolani, che va detto che se sembra più un propagandista ENI che un ecologo è perché sente nel governo un ambiente propizio.

La fusione: unire due atomi piccoli (idrogeno o suoi isotopi) e utilizzarne l’energia; come il sole, ci si dice.

E qui scatta la prima trappola, ché ci sentiamo subito tutti uniti come un sol uomo, l’homo onnipotens.

Ma dobbiamo guardare meglio cosa serve per unire gli atomi, perché l’avvicinamento richiede di vincere una resistenza enorme, quella all’origine di quanti:

dp*dm>h —>dp>h/dp , dm=0 —>dp=∞

( —> equivale a implica)

Print Friendly, PDF & Email

sovranitapopolare

Regole fiscali UE: complicare per non risolvere

di Marco Cattaneo

Pochi giorni fa, è uscito sul Financial Times un articolo a firma congiunta Draghi – Macron: argomento, la necessità di modificare il Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea.

La proposta Draghi-Macron dovrebbe trovare la sua applicazione tecnica in un paper redatto a otto mani da Francesco Giavazzi, Veronica Guerrieri, Guido Lorenzoni e Charles-Henri Weymuller. Paper il cui link fa bella mostra di sé a fianco dell’articolo Draghi-Macron, nella medesima pagina del sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Beh, senz’altro qualcun altro (oltre a me) si prenderà la briga di leggerlo, approfittando anche del tempo libero tra Natale e Capodanno (chi non scia e chi non fa vacanze in posti esotici, quanto meno – in questo possono essere “d’aiuto” le restrizioni Covid, che non inducono a grandi spostamenti).

Io l’ho letto dicevo, e la lettura non mi ha confortato. Dove è andata a finire la volontà di semplificare regole e meccanismi ? qui abbiamo: la creazione di una European Debt Management Agency che dovrebbe assorbire l’incremento di debito pubblico generatosi durante la pandemia (ma forse anche durante la crisi Lehman 2008-9); l’estrapolazione dal calcolo del deficit di quelle che verrebbero considerate “spese per il futuro”; la separazione del debito in componenti “a rientro veloce” e “a rientro lento”; la distinzione tra investimenti green e tutto il resto; e altre amenità.

Print Friendly, PDF & Email

ilsimplicissimus

I pupari del Quirinale

di Anna Pulizzi

Il presidente della Repubblica è sempre stato cooptato tra i membri di quel consesso, abitualmente denominato ‘casta’, che è il bersaglio prevalente della sfiducia popolare. Tutti i presidenti sono venuti finora da lì, mentre si sussurra che il prossimo potrebbe invece provenire dal mondo dell’alta finanza, o per meglio dire dal suo sottobosco di mezzani, manutengoli, vili affaristi.

Però non appena uno di costoro viene nominato primo cittadino, nell’immaginario collettivo viene cinto in automatico di un alone di prestigio e di superiorità morale. Egli allora cessa di essere un rappresentante della ‘politica zozza’, come lo era stato fino al termine dello spoglio delle schede nel Parlamento riunito in seduta congiunta per divenire all’istante garante di una serie di cose che comprendono il rispetto del dettato costituzionale e l’unità del Paese.

E poiché nella percezione popolare il prescelto abita in luoghi dove gli schizzi di palta così comuni nel mondo dei suoi sodali non possono giungere, ecco che si ritiene naturale possa godere di una serie di tutele, guarentigie e poteri non certo irrilevanti: può sciogliere una delle Camere o entrambe, sentiti i loro presidenti (dove “sentiti” può significare che occorre il loro consenso ma forse anche no).

Print Friendly, PDF & Email

gruppogocciagoccia

Con l’avvento della Omicron, il numero di casi di COVID-19 non ha più lo stesso significato

di Monica Gandhi e Leslie Bienen

Gli Stati Uniti hanno finalmente intrapreso un graduale processo di accettazione sul fatto che il COVID-19 diventerà endemico – cioè che sarà sempre presente nella popolazione – grazie alle proprietà intrinseche del virus (capacità di infettare gli animali, alta trasmissibilità, lunghi periodi di infettività, sintomi simili ad altri patogeni), e così rimarrà per il futuro. Tuttavia, Gli Stati Uniti hanno una “cassetta degli attrezzi” per affrontare in maniera adeguata questa realtà.

La possibilità di vaccinarsi si sta ampliando man mano a ulteriori fasce di popolazione, e i boosters sono a disposizione di ogni adulto che lo richieda. A breve saranno approvati due farmaci antivirali che si sono dimostrati efficaci nel prevenire ospedalizzazioni e decessi nelle persone infettate di recente dal COVID-19. Ci sono anche i trattamenti con anticorpi monoclonali per quelle persone il cui Sistema immunitario non sviluppi una risposta soddisfacente all’infezione. Il CDC – Center for Disease Control degli Stati Uniti – ha comunicato questo importante cambio di passo riconoscendo che l’immunità di gregge non è raggiungibile. Con questa ammissione da parte della più importante agenzia di salute pubblica americana, anche le politiche di contrasto al virus devono cambiare.

Print Friendly, PDF & Email

letadeldisordine

Coviretto

di Rosso Malpelo

Gli italiani sono in maggioranza un popolo retrivo e conservatore, i governi che riescono ad esprimere sono quasi sempre reazionari anche quando si fregiano dell’appellativo progressista. Molto probabilmente il motivo risiede nel profondo disprezzo che essi nutrono per i loro compatrioti, persino quando li divide una semplice contrada. In definitiva gli italiani si dispregiano e per reazione hanno sviluppato nel tempo una esterofilia sconfinata che li porta ad obliare la propria lingua, ad apprezzare acriticamente i governanti altrui ed a prendere per buona qualunque ricetta politica ed economica proveniente dall’estero anche quando palesemente volta a limitare la sovranità italiana per appropriarsi delle italiche ricchezze (che non son poche). Inoltre hanno partorito il mito dell’uomo forte al comando.

Ecco perché molto spesso ad ogni cambio di governo si ha la sensazione di essere passati dalla padella alla brace e quasi tutti sono disposti ad ammettere che “si stava meglio quando si stava peggio”. Gli italiani hanno inventato il fascismo, che con il loro consenso ha creato l’impero di cartapesta e poi s’è lanciato nella catastrofe della seconda guerra mondiale.

Print Friendly, PDF & Email

sinistra

Iperstoria

di Salvatore Bravo

La filosofia è ricerca della verità, essa è storica, perché è nella storia e risponde alle sollecitazioni materiali della stessa, ma pur essendo parte integrante degli eventi storici, discerne nella storia con il suo metodo d’indagine olistico e dialettico il contingente dal necessario. La filosofia non è ideologia, perché ha quale obiettivo l’universale e non il particolare (ideologia). Filosofare non è un atto descrittivo che registra l’accadere, ma concetto che diviene prassi nella critica qualitativa. Negli ultimi decenni la filosofia sembra aver “dimenticato” la passione per la verità per rendersi organica al mercato. La filosofia adattiva è parte del sistema, lo descrive ed indica la fatalizzazione del tempo storico. L’infosfera è la nuova via all’adattamento capitalistico sostenuto dalla filosofia accademica, parte dal postulato che il digitale è il nuovo ambiente dell’essere umano, si consuma una nuova cesura nella storia, si passa dalla storia all’iperstoria. Il digitale è presentato come una realtà oggettiva, un nuovo realismo tecnologico (ICT) che crea il mondo, il suo ambiente e gli esseri umani. Dietro l’impalabile presenza dell’interconnessione digitale non vi è che il digitale, scompaiono le strutture economiche e ideologiche, pertanto l’iperstoria viene a noi nel segno del destino.