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theunconditional

Questo paese è una città in fiamme

di Marco Palladino

Siamo andati oltre la nausea. Oltre ogni immondizia immaginabile. Questa politica e queste istituzioni, offenderebbero una discarica. Gente che fa solenni promesse, poi smentite senza vergogna. Come succede ormai da tempo, vincono gli usurpatori e gli occupanti stranieri. Grazie a dei veri e propri maggiordomi, che non sanno neanche offrire uno spettacolo accettabile.

Il timone è saldamente in mano ai “mercati” che dal giorno del Britannia, ci tengono in scacco. Questo all’apice. Nei piani sottostanti, quelli dei luogotenenti, una guerra tra bande da fare invidia alla Chicago del 1929.

Come dimostra la vicenda Belloni, responsabile dei servizi, lanciata vincente ieri sera e impallinata immediatamente in primis da Renzi. Illuminante lo scontro acceso tra quest’ultimo e il re della maratone televisive, che ha sfiorato l’offesa personale. Una mattanza che ha operato persino all’interno delle singole formazioni politiche: Conte contro Di Maio, Salvini contro Giorgetti. Per il bene dell’Italia, statene certi.

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comedonchisciotte.org

Quirinale: è Mattarella bis

di Marco Di Mauro

Alla fine Don Sergio, dopo sette fumate nere, si è dovuto immolare ad altri sette anni al servizio del Bilderberg

Altri sette, lunghissimi anni… è stata l’elezione della massima carica dello stato più grottesca della storia italiana. Don Sergio, che tutto voleva tranne che passare altri sette anni a eseguire gli ordini del Bilderberg, alla fine è stato costretto a concedere il bis. Draghi, dobbiamo dirlo, ci ha provato, aveva dato il suo diktat: o me al Colle e un mio uomo a palazzo Chigi, o cade il governo. Ma stavolta, per un rigurgito di libertà o forse perché far colonizzare ai “tecnici” tutte le massime istituzioni italiane sarebbe stato davvero troppo, il parlamento non c’è stato. Herr Mario dovrà accontentarsi della botte piena, ma la moglie ben lucida, a ricordargli che al drago si obbedisce fin quando le vecchie caste hanno la garanzia di pappatoria: e anche Don Sergio si è dovuto decidere, dopo ben sette fumate nere.

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aldomariavalli

Romanzo Quirinale / E Goldman Sachs disse: “Draghi al Colle adesso no. Deve completare il lavoro al governo. Ci vuole un Mattarella bis”

di Aldo Maria Valli

Qualche giorno fa, nel tentativo di capire qualcosa in quel guazzabuglio che sta diventando la scelta del nuovo presidente della Repubblica, abbiamo consigliato di dare un’occhiata a che cosa si dice al di là dell’oceano, negli Usa, perché, che ci piaccia o no, l’Amico americano ha sempre una certa influenza (eufemismo) sulle cose italiane.

E la soluzione prospettata dall’Amico americano è piuttosto chiara: l’ideale sarebbe avere mister Mario Draghi sia a palazzo Chigi sia al Quirinale, perché solo Super Mario può garantire la stabilità politica e la credibilità necessarie all’Italia per rassicurare gli investitori e portare a termine il lavoro di attuazione del Recovery Plan.

Tuttavia, siccome clonare Draghi non si può, ecco l’idea: lasciare mister Mattarella al Quirinale ancora per un paio d’anni, per traghettare poi mister Draghi sul Colle più alto una volta stabilizzata la situazione politica.

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dinamopress

Cometa in arrivo, non basta guardare in alto

di Augusto Illuminati

Dopo un mese di convulsioni e una sequela di fallimenti fragorosi della strategia salviniana, sotto la pressione determinante dell’imminente e più appassionante Festival di Sanremo, i Grandi Elettori hanno alfine deciso … di lasciare tutto come prima, Mattarella riluttante ma poi non troppo al Quirinale, Draghi logorato e scontento a Palazzo Chigi.

Tutto come prima, allora?

Non esattamente.

Innanzitutto, il ceto politico italiano ha dato una pessima prova di sé – di stupidità pazzesca, non di ferocia criminale. Il che è quasi peggio. Per fortuna che nel Paese c’è di meglio, abbiano visto operai e studenti in lotta per la propria vita e i propri diritti. Il futuro e la realtà ci sono ancora.

Poi abbiano assistito al crollo del centro-destra come formazione omogenea, come corrispondenza di un’operazione politica ai sondaggi che tuttora lo danno vincente. Al momento non c’è un Trump e Berlusconi è l’ombra di se stesso, per il combinato disposto del logoramento umano e sanitario e della fine del suo tempo.

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lantidiplomatico

Sergio II: il parere del popolo minuto annullato dalle elite dominanti

di Giuseppe Masala

Inutile girarci attorno, il grande vincitore dell'elezione presidenziale è il PD e il suo Segretario Letta Jr.

Hanno affondato tutti, perchè il Quirinale non si cede, anche se non hanno i voti.

Il perdente assoluto è Matteo Salvini, questo è chiaro.

Sia chiaro, il PD non è un partito politico, ovvero una comunità di donne e uomini accomunati da un idea. Il PD è semplicemente il nuncius dell'élite dominante: Confindustria, Associazione Bancaria, alte burocrazie dello stato, Unione Europea, Nato...cito in ordine sparso non per importanza.

Semplicemente queste élites hanno detto che il parere del popolo minuto non conta un cazzo sul Quirinale che controlla magistratura, forze armate, servizi segreti e da le carte per fare il governo (si lo so, la costituzione formale non dice questo, ma nella seconda repubblica quella sostanziale sì).

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manifesto

L’Europa in trincea contro il nemico inventato

di Manlio Dinucci

Il Dipartimento di Stato, «quale misura precauzionale contro una possibile invasione russa dell’Ucraina», ha ordinato l’evacuazione dei familiari e di una parte del personale dall’Ambasciata Usa a Kiev, che con 900 funzionari è tra le maggiori in Europa, e ha elevato a livello 4 di rischio, il massimo, l’avvertimento ai cittadini statunitensi di non andare in Ucraina. Subito dopo il Foreign Office ha annunciato, con la stessa motivazione, il ritiro del personale dall’Ambasciata britannica a Kiev. Queste operazioni di guerra psicologica, miranti a creare allarme su una imminente invasione russa dell’Ucraina e delle tre repubbliche baltiche, preparano una ulteriore e ancora più pericolosa escalation Usa-Nato contro la Russia.

La Casa Bianca ha annunciato che il presidente Biden sta considerando di «dispiegare diverse migliaia di soldati Usa, navi da guerra e aerei nei paesi Nato del Baltico e dell’Europa Orientale». Si prevede che inizialmente arriveranno 5.500 soldati Usa che, unendosi ai 4.000 già in Polonia e seguiti da altre migliaia, estenderanno al Baltico il loro schieramento permanente, come ha richiesto la Lettonia.

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kriticaeconomica

Il sistema pensionistico è sostenibile se lo è anche il mercato del lavoro

di Alessandro Guerriero

Vi proponiamo un resoconto dell’evento “Mercato del lavoro e sistema pensionistico: criticità e prospettive” organizzato dall’Università degli studi Roma Tre, facoltà di Economia. L’intervento integrale è disponibile sulla pagina YouTube della facoltà

Nel dibattito economico mainstream sembra che la questione dell’insostenibilità del sistema pensionistico italiano si possa risolvere soltanto tagliando le pensioni a chi ha lavorato per anni e anni. Spesso economisti e politici hanno risollevato lo scontro generazionale tra giovani e anziani, affermando che bisognerebbe togliere ai secondi per dare ai primi.

Per fortuna esiste una risposta differente rispetto a questa: una risposta nella quale piuttosto lo scontro diventa di classe. Secondo questa differente visione, se il sistema pensionistico è in affanno, è perché da anni in Italia esiste la convivenza dannosa di salari bassi e disoccupazione alta.

Una possibile spiegazione dell’insostenibilità delle pensioni che va in questo senso è stata affrontata dal Presidente dell’Inps Pasquale Tridico in una conferenza presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tre, dal titolo “Mercato del lavoro e sistema pensionistico: criticità e prospettive”.

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criticascient

Il prossimo virus

di Enzo Pennetta

Bill Gates ci avverte: il prossimo virus sarà più letale. Un identikit.

Non perde occasione per dirlo, attenzione al prossimo virus perché sarà più letale oltre che più contagioso e manco a dirlo, inevitabile.

Bill Gates ha rilasciato un’intervista riportata dal Corriere della Sera con il titolo: Bill Gates e la profezia sul Covid: «Prepariamoci a virus più letali», in cui afferma:

Rischiamo che una pandemia ancora peggiore del Covid-19 si presenti a breve, e per questo ha invitato i governi mondiali a fare quello che non hanno fatto sette anni fa: prepararsi.

Ma perché dovremmo rischiare una nuova pandemia a distanza così ravvicinata?

Non c’è motivo di pensarlo, le zoonosi con la mutazione di un virus che passa da una specie all’altra sono rare, inoltre come spiegato precedentemente, un virus molto letale uccidendo il corpo su cui viaggia non va molto lontano, tutte le epidemie con queste caratteristiche, come ad esempio Ebola si sono fermate nella zona in cui sono esplose.

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vocidallestero

Vaccini e cure Covid-19: dobbiamo avere i dati grezzi, ora

di Peter Doshi

Peter Doshi, professore all'Università del Maryland ed editore associato del British Medical Journal, (che già aveva denunciato con forza la mancanza di trasparenza nelle sperimentazioni alla base dei vaccini Covid e soprattutto la sparizione del gruppo di controllo, vedi qui  e qui) in questo nuovo articolo sul BMJ ricorda come lo scandalo del Tamiflu sembrava aver insegnato a caro prezzo l'importanza della trasparenza dei dati sulla cui base si impostano le politiche sanitarie. Dopo un decennio, ci troviamo di fronte alla stessa opacità e collusione delle autorità di regolamentazione, cosa assolutamente intollerabile tanto più quando si tratta di politiche sanitarie imposte a livello di massa

I dati dovrebbero essere pienamente e immediatamente disponibili per un controllo pubblico

Un decennio fa, nel mezzo di una diversa pandemia, dalle pagine di The BMJ emerse che i governi di tutto il mondo avevano speso miliardi per accumulare antivirali per l'influenza che non avevano dimostrato di ridurre il rischio di complicazioni, ricoveri ospedalieri o morte.

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sinistra

Poker d’assi

di lorenzo merlo

Sempre più persone trovano indigesto il menu governativo

Screditare. Deridere. Colpevolizzare. Censurare. Se ci fossero le carte da gioco governative, questi sarebbero i quattro semi del mazzo.

Ora che stanno emergendo collegamenti che le sinapsi imbambolate di molti prima non potevano portare alla consapevolezza, la partita di narrazioni in corso si dimostra gestita da un banco barato.

Nonostante le censure e il dileggio per un banale dissenso, per una elementare critica, che fin dalla prima ora i cosiddetti “ciarlatani”, “terrapiattisti”, “terroristi”, “indegni di cure” e “di parola”, “apoti” perfino, hanno denunciato, a partire dai primi tempi della protopandemia, la maggioranza delle persone non ha avuto lo spirito necessario per avvertire lo stridore di fondo della gestione governativa messa in campo.

Non si tratta di negare il diritto di sorpresa – che tutte le reazioni ammette – a chi si è trovato di fronte allo tsunamico problema dell’infettività del virus.

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chartasporca

Morire in ‘Alternanza’. Dittatura neoliberale e pedagogia auto-imprenditoriale

di Andrea Muni

[L’industrialismo rappresenta] una continua lotta, un processo initerrotto, spesso doloroso e sanguinoso, di soggiogamento degli istinti a sempre nuove, più complesse e rigide norme e abitudini di ordine, di esattezza, di precisione […]. Ma ogni nuovo modo di vivere, nel periodo in cui si impone il nuovo contro il vecchio, non è sempre stato forse – per un certo tempo – il risultato di una compressione “meccanica”? […] Finora tutti i mutamenti del modo di essere e di vivere sono avvenuti per coercizione brutale, cioè attraverso il dominio di un gruppo sociale su tutte le forze produttive della società: la selezione o “educazione” dell’uomo adatto ai nuovi tipi di civiltà, cioè alle nuove forme di produzione e di lavoro, è avvenuta con l’impiego di brutalità inaudite, gettando nell’inferno delle sottoclassi i refrattari e i deboli, o eliminandoli del tutto.

(A. Gramsci, “Americanismo e fordismo”- 1934, in Quaderni del carcere, tomo III)

Dopo la morte di Lorenzo Parrelli venerdì scorso, si sono succedute febbrilmente accorate e sacrosante reazioni contro il PCTO, l’attuale nome dell’Alternanza scuola/lavoro. Su Lorenzo è caduta una putrella, una trave di metallo, che lo ha ucciso durante il suo ultimo giorno di stage. Tranquilli, bimbi e bimbe di Draghi, ovviamente – per lavorare, aveva il Green Pass. Il grottesco della realtà supera ormai ogni fantasia possibile.

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ilsimplicissimus

Tamiflu, la truffa di prova prima dei vaccini

di ilsimplicissimus

Il British medical Journal, la più antica tra le riviste medica e tutt’ora una delle più quotate, sta richiedendo a gran voce che siano finalmente disponibili i dati grezzi delle sperimentazioni dei vaccini a mRna. In un mondo normale questo sarebbe il minimo sindacale, ma invece le aziende produttrici dei sieri genici fanno un’accanita resistenza e dicono di non poter presentare questi dati prima di diversi anni facendo intuire che lo schema utilizzato e osannato da un’informazione truffaldina è lo stesso del famigerato Tamiflu, un farmaco che si rivelò non solo inutile, ma molto pericoloso e tirato fuori in occasione della peste suina del 2009. E’ la stessa rivista inglese a proporre questo paragone, anzi a riproporlo visto che ne aveva già parlato a fine 2020 interpretando la precedente vicenda come un tentativo di infopandemia andata a vuoto. La storia cominciò nella primavera del 2009 quando in un crescendo di allarmi lanciati dall’informazione e rimbalzati attraverso le burocrazie sanitarie si creò il panico tra la gente per la cosiddetta influenza suina (cosidetta perché in realtà si sarebbe dovuta chiamare americana rispetto all’origine, ma questo non era davvero “geopoliticamente corretto”) e il tutto sfociò nel luglio dello stesso anno quando l’Oms dichiarò la pandemia sulla base di pure ipotesi dei soliti esperti avvertendo che “ben 2 miliardi di persone potrebbero essere infettate nei prossimi due anni – quasi un terzo della popolazione mondiale”.

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nazioneindiana

Quella violenza non la dimenticheremo mai

di Peter Genito

A quasi due anni dal primo lockdown. Senza esser complottisti né negazionisti

Mi rivolto, dunque siamo” (A. Camus)

Timore, paura, terrore. Ma siamo sicuri che la nostra paura sia del virus? Siamo sicuri che sia stato così sin dall’inizio? E non di chi, in quel momento e ora, comandava e comanda il gioco? Di chi, in quel momento e ora, faceva e fa la narrazione? Di chi da anni ci sorvegliava ed è pronto a braccarci oggi, se non ci crediamo? È la violenza del potere, che impaurisce. Per questo, siamo tutti ligi e obbedienti. Sull’attenti e pronti a battere i tacchi e signorsì all’ennesimo, demenziale decretino?

Fu forte, fortissima, quella violenza fin dall’inizio, fin dal primo lockdown totale. L’elicottero sopra la testa in piazza Duomo a Milano, che ti inseguiva mentre eri a piedi. Un clima di stato d’assedio, militari ovunque in anfibi mitra e tuta mimetica, camionette nelle stazioni in ogni città. È lì che si è capito che c’era in atto qualcosa di ‘grandioso’. La caccia ai runner sulle spiagge. La colpevolizzazione e criminalizzazione dei comportamenti più normali.

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sinistra

Cronache di sabbia dal Sahel

di Mauro Armanino

Niamey, 9 gennaio 2022. I tre sono spariti nel nulla. Studenti della scuola media superiore, erano andati a passare qualche giorno di vacanza in famiglia nel villaggio natale di Ngoula. il ritorno a scuola, questo lunedì, è stato fatale. Uno dei quattro amici è riuscito a fuggire e gli altri tre, da allora, sono nelle mani di sconosciuti, presunti djihadisti che controllano la regione. Prima di raggiungere il villaggio di Djayeli, situato a circa 20 kilometri da Ngoula, sono stati rapiti e al momento non si hanno notizie. Inesistenti prima e invisibili dopo, perché figli di contadini, nascosti dal grande pubblico e cittadini di seconda categoria perché poveri. La zona è la stessa nella quale, nel mese di settembre del 2018, era stato portato via Padre Pierluigi Maccalli, missionario. Saranno forse rilasciati tra qualche tempo o allora verrà loro proposto di unirsi alle forze combattenti nella zona delle ‘Tre Frontiere’, Niger , Burkina Faso e Mali. Potrebbero scomparire per sempre, così come altre decine di rapiti attorno al lago Tchad, dove Boko Haram, Stato Islamico e banditismo, sono accomunati dalle stesse strategie terroriste.

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corriere

L’oligarchia del mondo: l’80% del capitale azionario globale è controllato dal 2% degli azionisti

di Sergio Marotta

Emiliano Brancaccio non è uno che le manda a dire: il suo ultimo libro Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico (ed. Piemme) è un riuscito mix tra una cinquantina di lezioni brevi, di grande attualità, sugli errori ed orrori della politica economica contemporanea; una seconda parte che tratta la questione del lavoro nel quadro internazionale e i nuovi rapporti tra mercato e pianificazione; mentre la terza parte è un approfondimento sui rischi di un cortocircuito tra le tendenze del capitalismo e la tenuta delle democrazie liberali, a partire da un dibattito tra l’autore e Daron Acemoglu, uno dei più citati economisti a livello mondiale. Come scrive nella prefazione Americo Mancini, caporedattore del GR1 RAI, «Emiliano Brancaccio è un eretico pericoloso, proprio perché convincente. Ribelle a ciò che è largamente condiviso nel dibattito politico ma che spesso, come lui dimostra, non trova conferma nell’evidenza scientifica».

Il libro di Brancaccio ha una tesi centrale: la legge di centralizzazione del capitale di cui parlava Karl Marx è una tendenza non solo economica ma anche politica e «la spaventosa concentrazione del potere economico nelle mani di una ristretta oligarchia plasma a sua immagine l’intero sistema dei rapporti in cui viviamo».

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linterferenza

Educare allo schiavismo

di Ferdinando Pastore

C’è qualcosa di ancor più malsano nella riforma che ha dato vita all’alternanza scuola/lavoro, rispetto alle precedenti, seppur anch’esse indirizzate alla privatizzazione, di fatto, dell’istituzione scolastica. Già allora si programmò il progressivo disfacimento del significato pubblico dell’educazione, la svalutazione di quei valori formativi legati un tempo a un’idea di cultura collettiva e storica. L’autonomia scolastica volle spezzettare l’intero ordinamento per esaltare la dinamica di concorrenza tra le varie unità che si dovevano uniformare al modello aziendalistico.

Quell’autonomia quindi non prevedeva, né si curava di prevedere, un impianto etico, sociale e culturale dell’insegnamento, che veniva immiserito dai vademecum di valutazione sull’efficienza. Questa trasformazione ha premiato, anno dopo anno, gli insegnanti meno motivati culturalmente, quelli che si sono conformati in maniera congeniale al mandato imprenditoriale della didattica. La scuola è diventata un percorso formativo quasi sensoriale, un’esperienza di vita assimilabile alla metafora del viaggio che arricchisce interiormente gli individui in vista della prestazione.

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theunconditional

Splendori politici e miserie scientifiche del Green Pass

di Marco Villoresi

Il tempo, si dice, è galantuomo. E la verità è figlia del tempo. Il Green Pass, come sappiamo, è entrato in vigore il 6 agosto 2021. Per valutarne la fondatezza scientifica, offro una breve sintesi storica. A beneficio di tutti, spero. Ma in particolare, di coloro che, conoscendo poco o male i dati, hanno avuto anche scarso riguardo alla scansione temporale degli avvenimenti. Dico subito, però, che i dati che adesso rimetterò in fila erano chiari da sempre. E a disposizione di chiunque. Bastava prenderli in considerazione, con scrupolo e onestà. Dissociandosi dalla strumentalizzazione politica. Ed è grave che dati così chiari siano stati misconosciuti da coloro che vengono stipendiati per osservare, studiare ed esercitare un disinibito spirito critico. E, di conseguenza, per promuovere la consapevolezza culturale e civile dei cittadini.

Torniamo alla scorsa estate. Israele, come noto, è il laboratorio della Pfizer: da lì, con buon anticipo, giungono le informazioni sui vaccini a mRNA. Con giubilante cinguettio urbi et orbi, il 15 giugno Roberto Burioni asserisce che la terra di Israele è “libera dal Covid […] grazie ai vaccini”.

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ilchimicoscettico

Covid e modelli (per l'ultima volta, sul serio)

di Il Chimico Scettico

Parlare di pandemia e modelli nel 2022 per me non ha ormai alcun senso. Tra i buffoni che producono buffonate, magari dicendo "Oh, non e' una previsione questa, solo un esercizio teorico" e i blasonati che continuano imperterriti a sfornarne, dopo due anni e performance che sono state quelle note, è inutile discuterne ancora, se non un'ultima volta.

L'articolo linkato merita di essere letto da capo a fondo. Quanto in media i modelli SAGE abbiano funzionato si vede benissimo dall'immagine sotto. E veniamo al punto cruciale:

"Le difese dei modelli Sage lasciano molte domande senza risposta. Se i modelli sono solo "illustrativi" e non predicono, perché sono stati riassunti e presentati ai ministri in questo modo?

“Senza interventi in aggiunta alle misure già in atto i modelli indicano un picco di almeno 3000 ospedalizzazioni al giorno in Inghilterra".

E perché questi scenari sono stati descritti come probabili?

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coniarerivolta

La riforma fiscale di Draghi: per gli ultimi il solito nulla

di coniarerivolta

Se vi è un provvedimento che, più ancora di altri, dà la piena misura del carattere regressivo del governo Draghi, questo è senza dubbio la riforma dell’Irpef approvata nel mese di dicembre. La versione definitiva varata è, per alcuni aspetti, persino peggiore delle bozze che circolavano sino a pochi giorni prima della definitiva presentazione. Vediamo in breve cosa è cambiato e chi guadagna dalla nuova situazione.

L’Irpef, imposta sul reddito delle persone fisiche, è l’imposta che colpisce i redditi della stragrande maggioranza dei residenti in Italia, colpendo tutti i redditi da lavoro dipendente, autonomo, da pensione e i redditi delle imprese individuali e delle società di persone. Nel corso del tempo l’Irpef (istituita nel lontano 1974) ha drasticamente perso progressività, con una fortissima riduzione sia del numero di scaglioni sia della distanza tra il primo e l’ultimo, ed ha ridotto il perimetro delle tipologie di reddito che colpisce. Ad oggi, infatti, sono esclusi dall’Irpef i redditi delle società di capitali soggetti all’imposta proporzionale IRES e la variegata pletora di redditi finanziari e immobiliari soggetti ad aliquote agevolate separate, nonché i redditi da lavoro autonomo fino a 65.000 euro annui, che godono di un regime forfettario.

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sinistra

Lasciar passare la ristrutturazione del sistema?

di Paolo Bartolini

Un rappresentante dell'OMS lascia intendere che forse, con la diffusione massiva della variante Omicron (per fortuna meno nociva delle precedenti incarnazioni di SARS-Cov-2), stiamo per uscire dalla pandemia. Nonostante questo servirà una costante attenzione data la versatilità del virus in questione.

Se potessimo mettere da parte l'isteria e ragionare pacatamente troveremmo che l'esito auspicato - la fine di questa emergenza - non riuscirà a cancellare facilmente le conseguenze psicosociali e biopolitiche innescate dall'approccio governativo alla crisi. Ma facciamo un passo dopo l'altro.

Intanto bisogna riconoscere che i benvenuti vaccini hanno confermato la loro utilità nel difendere i soggetti più fragili. Eliminare i brevetti, rendere pubblici i dati relativi ad eventuali effetti collaterali e ripensare in senso democratico la "filiera" di produzione/distribuzione sono temi fondamentali, che non devono impedirci di constatare i rischi di ogni produzione accelerata di un farmaco poi approvato in via emergenziale.

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sfero

Il lasciapassare verde: tramonto o alba?

di Andrea Zhok

È noto come la Commissione Europea avesse progettato sin dal gennaio 2018 l’implementazione di un pass sanitario per i cittadini UE (vaccination passport for EU citizens). L’intento dichiarato concerneva la mobilità tra paesi dell’UE e la “road map” che era stata proposta aveva il 2022 come data di implementazione definitiva.

Il fatto che questo progetto fosse inteso soltanto come limitazione agli spostamenti tra paesi non deve trarre in inganno circa la radicalità del progetto. Infatti è da tempo che le normative europee non contemplano alcuna distinzione netta tra la mobilità interna a ciascuno stato dell’UE e la mobilità tra stati, e dunque un passaporto vaccinale che potesse porre limitazioni alla mobilità tra stati implica di principio una legittimazione generale a porre limitazioni ad ogni mobilità territoriale, a qualunque livello.

È anche interessante notare che la proposta del 2018, una volta resa pubblica e commentabile dalla cittadinanza venne subissata da una debordante quantità di critiche, al punto che i commenti pubblici sulla pagina dedicata nel sito della Commissione Europea vennero bloccati nel marzo 2018.

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pianocontromercato

La ristrutturazione del capitale italiano

di Pasquale Cicalese

L’avvento di Mario Draghi segna l’inizio della ristrutturazione del capitale italiano che si rafforza nei mercati asiatici, specie in Cina (nel 2021 ha esportato per una cifra record di 30,3 miliardi di dollari), e nel Mediteranneo, con il record assoluto di export pari a 510 miliardi di euro, superando il record del 2019. E’ anche l’anno della rivincita del capitale industriale sul capitale commerciale, dopo 50 anni.

L’industria, quasi tutta, ha recuperato i livello precedenti, ora c’è il caro energia, toglierà margini, produzioni e pil, ma la prospettiva è ormai certa. La fonte di valore, l’industria appunto, riconquista la propria centralità, superando come livelli di capitale industriale la Francia. Segno di questa vitalità è l’M&A, vale a dire le operazioni di acquisizione e fusioni transnazionali (Draghi è l’agente del capitale transnazionale, che guida, attraverso i suoi strateghi – mai sottovalutarli – il processo).

Riporto qui di seguito parte di un report.

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rifonda

Neoliberisti con i neoliberisti, socialisti con i socialisti

di Paolo Favilli

Pietro Nenni, nella seconda metà degli anni Sessanta, utilizzava l’espressione «comunisti con i comunisti, socialisti con i socialisti», per sottolineare la differenza teorico-politica con la sinistra socialista dei Lucio Libertini e dei Vittorio Foa e fare chiarezza sulla prospettiva strategica del Psi.

In un contesto affatto diverso, con soggetti politici affatto diversi, rimane tuttavia la stessa necessità di fare chiarezza sulle incerte prospettive di una sinistra che non vuole definirsi tale solo «per simmetria».

Sia sul piano teorico che su quello politico la «sinistra per simmetria» è componente rilevante della costellazione «neoliberista».

Il neoliberismo, a differenza del liberismo del laissez faire, non ha dei rapporti economici una concezione naturalistica, e considera la dinamica delle relazioni di mercato come il frutto di una costruzione politico-culturale, dunque di un processo normativo. Il percorso legificante del trattato europeo di «stabilità» e «governance» (fiscal compact) è, a proposito, di una perfezione esemplare.

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sinistra

Lo sguardo della maestra Anna e la salute che non ci permettono più di coltivare

di Alba Tecla Bosco

Anna percorre in bicicletta i cinque chilometri di tragitto verso la sua scuola nel bosco. Ogni giorno.

Non è la bambina di una fiaba. Non è la scolaretta di qualche villaggio povero. E’ una maestra. Insegna in una grande città italiana. E pedala per abitudine pluridecennale.

La novità di questi tempi è che, dal suo sellino, Anna ha cominciato a guardare con altri occhi gli autobus che le passano accanto. Si è detta: “Se un giorno, per via della pioggia o del freddo, non avessi voglia di usare la bici, ebbene lì non potrei salire”.

Non siamo all’epoca di Rosa Parks e del resto Anna è bianca e italiana. Ma dal 10 gennaio 2022 (in virtù del decreto n.229 del 30 dicembre 2021), su bus, metrò, treni, corriere - insomma tutti i veicoli del trasporto pubblico che ritenevamo un diritto essenziale -, si sale solo con il “certificato verde rafforzato”. Occorre al viaggiatore la vaccinazione “aggiornata” (alla terza dose se la seconda è avvenuta prima degli ultimi 4 mesi) oppure una dichiarazione di guarigione.

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bastaconeurocrisi

La sovranità nella terra di nessuno

di Marco Cattaneo

Sono molto in sintonia con questo commento di Jean-Paul Fitoussi, formulato al termine di un articolo in cui Milano Finanza gli chiedeva (unico non euroausterico, a fianco di Codogno, Cottarelli e Gros…) un’opinione sul progetto franco-italiano di riforma del patto di stabilità:

“Se vogliamo risolvere i problemi dell’Europa bisogna comunque andare oltre i contenuti tecnici e occuparci innanzitutto del problema della sovranità. È solo a questa condizione che la scelta potrebbe prevalere sulla regola e la democrazia sulla tecnocrazia”.

Qui sta il nocciolo della questione. La UE e in particolare l’Eurozona sono in una situazione infernale perché la sovranità è stata tolta agli Stati senza attribuirla a nessun’altra istituzione democratica. In altri termini, non si sa dove stia: è finita nella terra di nessuno.

Gli europeisti, perlomeno alcuni di loro, ammettono pure che è vero, ma la soluzione unica accettabile a loro avviso è “completare l’opera”, cioè realizzare l’unione politica.

Ma come è possibile realizzare un’unione politica se non c’è desiderio di arrivarci, da parte della maggioranza dei cittadini dei vari Stati ?

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comidad

La bolla finanziaria della BCE ha gonfiato la bolla emergenziale

di comidad

Cos’avranno provato i no-vax quando l’anestesista Mario Riccio ha minacciato di non curarli? Probabilmente lo stesso dispiacere che proveresti se il dottor Hannibal Lecter non ti invitasse a pranzo con lui. Circola un aneddoto sull’infanzia di Mario Riccio: “Mamma, mamma, voglio ammazzarli tutti!”. “Allora studia Medicina, figlio mio”.

Al di là dell’aneddotica, più o meno apocrifa, certe dichiarazioni non fanno altro che alimentare la sfiducia in un sistema sanitario già screditato. La sensazione è che criteri terapeutici selettivi siano già in uso, non solo tra vaccinati e non vaccinati, ma anche tra ricchi e poveri, come dimostra la storia dei monoclonali riservati ai VIP. Il sentimento comune va ormai ben oltre le consuete recriminazioni sui tagli alla Sanità, in quanto c’è la percezione che i protocolli terapeutici non siano stabiliti dalla “Scienza” ma dal governo, dietro la foglia di fico di comitati tecnico-scientifici nominati dallo stesso governo. Infatti già si constata una diffusa tendenza a sottrarsi all’ospedalizzazione, e non per inseguire “terapie alternative e naturali”, bensì per curarsi da soli con quegli antibiotici e quel cortisone che sino a due anni fa i medici di base somministravano a fiumi. La corsa a procurarsi l’azitromicina, un farmaco screditato dall’AIFA come cura del Covid, rappresenta un indizio del fatto che gran parte della pubblica opinione crede più ai protocolli terapeutici di qualche anno fa che a quelli attuali.

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ilariabifarini

Tutti gli elementi per una tempesta perfetta

Marta Moriconi intervista Ilaria Bifarini

La mia intervista a Marta Moriconi per Lo SpecialeGiornale del 17 gennaio

Il blackout energetico è stato ipotizzato molto fino a novembre, ora non se ne sta parlando più di tanto. Esiste davvero questa eventualità?

Dopo un allentamento di tensione durante il periodo estivo, in cui i coronavirus hanno scarsa circolazione, di nuovo tutta l’informazione è tornata a focalizzarsi sulla pandemia, sul bollettino del Covid, sulle continue restrizioni, l’estensione dell’utilizzo del Green Pass e il paventato obbligo vaccinale. Ormai avere una visione misurata e reale di ciò che accade nel mondo e nelle nostre vite è pressoché impossibile. Il rischio di blackout, al contrario, è più attuale che mai, tanto che in questi giorni a lanciare l’allarme è stato lo stesso Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. A settembre a paventare il pericolo era stata la famosa banca d’affari Goldman Sachs che, in fatto di previsioni, si mostra molto attendibile.

 

Che possibilità ci sono che coinvolga solo noi? O pensa che riguarderebbe tutta l’Europa?

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Tutele del lavoro: la Spagna volta pagina

di Fulvio Perini

Il 31 gennaio 2021 sono state pubblicate nella Gazzetta ufficiale spagnola le nuove norme che regoleranno i rapporti di lavoro, la contrattazione collettiva e le politiche attive del lavoro e di integrazione ai redditi in caso di riduzione dei tempi di lavoro. Vengono così cancellate le peggiori norme introdotte dal Governo Rajoy alcuni anni or sono. Succede in Spagna dove c’è un governo del socialista Pedro Sánchez con ministro del lavoro Jolanda Díaz di Izquierda Unida. In Italia, invece, tra i primi atti del Governo del neoliberale Mario Draghi e del ministro del lavoro neoliberale Andrea Orlando si sono cancellate le norme sul blocco dei licenziamenti e modificate in peggio le norme del cosiddetto “decreto dignità” liberalizzando, con limiti ridicoli, gli abusi del contratto a termine. L’altra differenza importante è stata l’unità e la determinazione dei due più importanti sindacati dei lavoratori, le Comisiones Obreras (CCOO) e la Unión General de Trabajadores (UGT).

Le nuove norme – frutto di un accordo tra i sindacati dei lavoratori e le associazioni degli imprenditori, perseguito dal Governo spagnolo avviando un tavolo di confronto (mesa del diálogo social) – entreranno in vigore tra tre mesi per il contratto a termine e tra sei mesi per il contrato de obra, il nostro contratto di prestazione occasionale.

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Su “Democrazia sotto assedio” di Brancaccio

di Sandor Kopacsi

Mi hanno consigliato, e io come sempre obbedisco ai consigli di lettura, di leggermi l’ultima fatica del prof. Brancaccio “Democrazia sotto assedio”. L’ho trovato interessante ma difficile da interpretare. Per certi versi è un meta-libro, nel senso che rinvia spesso senza dire nulla di particolarmente nuovo (anzi è proprio esplicitamente un rimando ad altri lavori dell’autore), ma allora, viene da dire: qual è il senso dell’opera? Mantenere sempre caldo il ferro battendolo in continuazione con nuove pubblicazioni?

Ad ogni modo, veniamo subito alle cose che ho trovato migliori. Innanzitutto, Brancaccio non casca nella trappola campista tipica della sinistra italiana oggi, in cui o sei un fan della BCE o sei un sovranista che vuole affondare i barconi dei migranti. È spiegato molto bene come questa dicotomia sia del tutto falsa e sia solo un modo con cui la sinistra italiana si fa dominare da questo o quel pezzo della classe dominante.

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Com'è possibile che persone in apparenza normali arrivino a desiderare la morte della gente?

di Todd Hayen - psicoterapista

Intervento segnalato da Andrea Zhok su Facebook

Qualche settimana fa, tre amici su Facebook mi avevano fatto sapere che desideravano la mia morte.

Uno di loro, in realtà, non lo conoscevo. Aveva dato di matto quando avevo suggerito, con calma, che esistevano valide opzioni di trattamento per la Covid. Aveva risposto: “Esci dalla mia vita! Spero che tu prenda la Covid e muoia!”

Gli altri due amici erano persone che avevo conosciuto al college, 45 anni fa, uno era il mio compagno di stanza del primo anno e l’altro mi aveva fatto conoscere la mia prima moglie. Il primo mi aveva suggerito di dimostrare la teoria di Darwin e di morire per il virus, l’altro, praticamente, aveva solo detto che, da egoista non vaccinato che nega la scienza, mi meritavo quello che stava arrivando.

I volenterosi carnefici della Covid.

So che Facebook non è certo il luogo ideale dove fare discorsi ragionevoli. Come psicologo, tuttavia, lo trovo un campione interessante di un certo tipo estremo di pensiero e di comportamento.