Print Friendly, PDF & Email
Print Friendly, PDF & Email

lantidiplomatico

"Il Covid non è curabile..."

di Marco Cosentino*

Non è curabile da un sistema sanitario spolpato e ridotto all'osso in nome di un malinteso e strumentale efficientismo aziendalista.

Non con medici di base cui è permesso seguire 1500-2000 persone. Assistiti, li chiamano. Ma che assistenza ricevono 2000 persone da una persona sola?

E questo in regime ordinario. Perchè invece il covid è una malattia d'altri tempi, di quelli nei quali il medico stava al letto del paziente tenendogli il polso, ascoltato il respiro, osservando le mucose rosee o cianotiche.

Col covid non te la cavi con una ricetta di statine o antiipertensivi. Dieci pazienti col covid ti riempiono una giornata di 48 ore. Ha ragione il mio amico fraterno primario ospedaliero: le cure ci sono ma non c'è chi le possa dispensare e applicare.

Eppure sarebbe bastato volerlo, così come si è voluto militarizzre un apparato di vaccinazioni in serie, almeno due terzi delle quali, ai giovani e ai sani, non hanno alcun significato medico.

Print Friendly, PDF & Email

sinistra

RAI e pluralismo

di Salvatore Bravo

La RAI lancia, come ogni anno, la sua campagna abbonamenti. È il servizio pubblico per eccellenza, in quanto, in teoria, consente a chi non ha voce e potere economico di esprimersi, di contestare e proporre. Senza libertà di parola che la RAI dovrebbe attuare non vi è democrazia, ma oligarchia, pertanto la RAI dovrebbe essere servizio pubblico e non di Stato. Servizio pubblico è dare voce ad ogni cittadino con un’informazione libera ed imparziale. Quest’ultima è un ideale e una pratica “umanamente conseguibile” attraverso la visibilità alle minoranze. Spetta ai cittadini informati, elaborare socraticamente il concetto ed eventualmente schierarsi in modo ragionato e razionale. La RAI non dovrebbe essere TV di Stato, ovvero mezzo mediatico al servizio dei potenti di turno, ma servizio pubblico. Se ogni anno i cittadini della Repubblica pagano l’abbonamento TV è per usufruire della libera ed imparziale informazione che consolida la vita democratica. La RAI è di tutti come la scuola o il servizio sanitario, è uno dei presidi della democrazia. Garantisce la crescita etica e culturale dei cittadini nel rispetto delle differenze. Essa dovrebbe realizzare pienamente l’articolo 211 della Costituzione. Nel codice etico del marzo 2020 così si legge:

Print Friendly, PDF & Email

ilchimicoscettico

Vaccini mRNA e miocarditi nei giovani

di Il Chimico Scettico

https://www.facebook.com/SaraGandini68/posts/288190840033817

Magari non ve ne ricordate, ma quando la campagna di vaccinazione italiana è cominciata è cominciata con la parola d'ordine "non esistono vaccini di serie b": un vaccino anticovid vale l'altro. Probabilmente in qualche manuale di comunicazione delle pandemie sta scritto così e sta scritto che è la cosa giusta da dire. Ma i dati di autorizzazione dicevano diversamente. E quando col vaccino AZ in primavera vennero fuori casi di trombosi del seno venoso cerebrale e trombi in presenza di piastrinopenia (nonché decessi) in giovani donne, ma non solo, fu un coro di "correlation is not causation" (la cosa "giusta" da dire, ancora). Peccato che questi effetti collaterali siano poi stati attestati dalle autorità di diversi paesi europei e poi da EMA (al che ricordo impagabili dissertazioni su rischio di trombosi nei voli aerei e nelle donne che prendono anticoncezionali).

Per l'ennesima volta, pressoché impossibile ricavare da trial su decine di migliaia di soggetti eventi con una frequenza di unità su centomila.

Print Friendly, PDF & Email

lafionda

Il “pass” viola i principi fondamentali della nostra Repubblica

di Barbara Stiegler

Da quindici anni insegno etica e salute pubblica a medici e infermieri che vengono a formarsi all’università. Insieme, cerchiamo di capire perché il “consenso libero e informato” si è affermato come la chiave di volta dell’etica biomedica.

Perché compensa l’asimmetria potenzialmente pericolosa tra pazienti (o soggetti sani in una sperimentazione) e il potere medico. Perché può essere libero solo se viene accolto senza ricatti, minacce o pressioni psicologiche di alcun tipo – condizione essenziale perché non venga “estorto”. Perché di conseguenza non si può mai subordinare l’accesso alle cure all’accettazione del trattamento proposto e perché un paziente che si rifiuta di prestare il proprio consenso non può essere, con questo pretesto, escluso dal sistema assistenziale. Perché più in generale, e contrariamente alle ultime accuse di Emmanuel Macron che violano tutti i principi del nostro contratto sociale, i diritti del cittadino non possono, in alcun modo, essere condizionati dall’invocazione di doveri precedenti. Perché infine la raccolta dei consensi vieta qualsiasi ricorso all’argomento dell’autorità del tipo: “Obbedisci, perché sono io – o meglio le autorità sanitarie – che so cosa è bene per te!”

Print Friendly, PDF & Email

andreazhok

La meritocrazia sanitaria

di Andrea Zhok

L’altro giorno a Piazza Pulita (La7) Pierluigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico ed ex ministro della Repubblica, ha affermato:

“Finché c’è posto per curare, bene. Se non ci fosse più posto, non sta fuori un malato di tumore o di leucemia perché qualcuno dice che il vaccino è roba da ridere. Questo bisogna che lo diciamo.”

L’affermazione di Bersani non è in verità niente di nuovo in questo tetro periodo della storia repubblicana, avendo avuto più volte occasione di udire minacce o raccomandazioni circa l’appropriatezza dell’idea che un cittadino che abbia scelto di non sottoporsi all’attuale vaccinazione anti-Covid non meriti di essere curato, o solo in subordine a tutti gli altri. Ma per quanto non nuova, e per quanto tinteggiata retoricamente con un contrasto ben scelto – malato oncologico vs. l’ignobile Franti che ride del vaccino – questa affermazione, pronunciata con tono torvo e ammonitore da uno dei leader storici di ciò che una volta si diceva “sinistra” rappresenta un salto di qualità. Se qualcuno avesse avuto bisogno di conferma del mutamento antropologico ed etico avvenuto nella “sinistra” in era neoliberale, questa affermazione suona come la sua conferma tombale.

Print Friendly, PDF & Email

linterferenza

Altro che bluff, è la mossa del cavallo!

di Norberto Fragiacomo

Non può meravigliare nessuno che, a ottantacinque anni suonati, Silvio Berlusconi seguiti a “far politica” esclusivamente pro domo sua: è questo lo schema cui si è attenuto sin dai giorni ormai lontani della discesa in campo. Per lui l’interesse pubblico non conta niente, dovendosi conformare alle personali esigenze di un imprenditore corsaro.

Destano però un’involontaria ammirazione l’audacia (rectius: sfrontatezza) e il perfetto tempismo con cui l’ex cavaliere e “utilizzatore finale” si è lanciato nella corsa al Quirinale, spiazzando i c.d. avversari e soprattutto i sodali. Per capire il significato del suo azzardo occorre tener presenti alcuni dati di fatto. In apparenza il nostro non è mai stato così debole e marginale: l’età avanzata, il declinare delle forze e una FI ridotta al lumicino e in procinto di sfaldarsi sembrano evidenti svantaggi, malamente compensati da una conversione all’europeismo che è mera scelta tattica di sopravvivenza. All’interno di un centrodestra dato in continua crescita Berlusconi interpretava, nell’opinione degli osservatori, il ruolo di (logoro) vaso di coccio stretto fra due di ferro… eppure – e forse anche per questo – dall’improvvisa mossa del cavallo egli non ha nulla da perdere, e parecchio se non tutto da guadagnare.

Print Friendly, PDF & Email

theunconditional

Una risposta a Piero Bevilacqua

di Daniela Poli

Buongiorno Piero,

seguo da tanto tempo il tuo lavoro di grande lucidità e spessore e in molti casi mi trovo d’accordo con quanto scrivi. Non amo molto replicare, sia per carattere, sia perché scrivere per me è faticoso, ma questa volta lo faccio.

Talvolta scorro i documenti che invii e in questi giorni sono stata attratta dall’articolo che hai pubblicato sui no-vax .[1]

Ho letto e sono rimasta molto colpita, ma ho esitato a rispondere, stavolta non per reticenza o difficoltà, ma perché la tua replica al bel documento di Giudo Viale e soprattutto i commenti dei tanti membri dell’Officina mi hanno sconfortato. Dai diversi scritti sembra che non ci sia desiderio di capire le ragioni dell’altro (ma siamo sicuri che sia proprio altro?) ma soltanto di separare “il noi dal voi”, di chiudersi in una zona confortevole fatta di certezze in cui è chiaro in partenza ciò che è bene e ciò che è male. Credo viceversa che in questa come in altre situazioni complesse sia utile fare un’operazione umile, ma necessaria, per comprendere fenomeni nuovi, e cioè mettersi in discussione, prendere in considerazione i propri limiti e le proprie umane paure, così come quelle degli altri.

Print Friendly, PDF & Email

leonardolugaresi

Cosa sta facendo il covid, per colpa nostra. Una testimonianza dalla scuola

di Leonardo Lugaresi

Ho appena letto, sulla pagina Facebook dell’amico Domenico Fabio Tallarico, insegnante, un resoconto di quella che lui giustamente chiama una giornata di ordinaria follia nella scuola. Conoscendolo, so che la testimonianza è fededegna, e del resto credo che molti altri che lavorano nella scuola potrebbero portarne di simili. La riporto integralmente perché mi pare molto eloquente. Credo che documenti in modo impressionante uno dei tanti danni prodotti dall’avere – tutti quanti, perché in questo nessuno può chiamarsi fuori, ma le responsabilità non sono tutte uguali, e i conti prima o poi bisognerà farli – impostato l’intera gestione della pandemia su una politica della paura (e dell’ostilità, che ne è la figlia) e non della prudenza. L’ignoranza e il disprezzo delle virtù cardinali è un peccato che la nostra società sta scontando tragicamente.

* * * *

Giorni di ordinaria follia nella scuola

Quelli che stiamo vivendo sono ormai giorni di pura follia, che gli adulti hanno trasmesso (peggio del virus) ai nostri ragazzi. Un esempio…

Print Friendly, PDF & Email

conness precarie

Nei magazzini di Amazon tra lavoratori e robot

di Isabella Consolati

Sono ventotto i nuovi magazzini Amazon inaugurati in Italia tra il 2020 e il 2021: in soli due anni il colosso di Seattle ha raddoppiato gli impianti, segnando un picco di crescita mai raggiunto da quando, nel 2011, ha aperto il primo centro di smistamento a Castel San Giovanni (PC). Di crisi in crisi, approfittando prima delle conseguenze del crash finanziario del 2008 e della precarizzazione a cui il jobs act ha dato il via libera e poi della situazione pandemica, Amazon ha trasformato la geografia della logistica anche in Italia. Altrettanto velocemente sono cresciute a livello globale le denunce sulle pessime condizioni di lavoro nei magazzini e nel delivery e, da entrambi i lati dell’Atlantico, si sono moltiplicate le lotte e i tentativi di organizzazione a livello non solo nazionale. Il libro di Alessandro Delfanti – The Warehouse. Workers and Robots at Amazon (London, Pluto Press, 2021, pp. 179), una preziosa incursione nel mondo per lo più invisibile che rende possibili le consegne a domicilio – esce dunque in un momento particolarmente propizio.

Print Friendly, PDF & Email

kriticaeconomica

Gkn: quali lezioni trarre

di Francesco Principessa

Quando si discute di politica economica in Italia, si nota subito l’assenza della politica industriale. Negli ultimi trent’anni, si è assistito alla privatizzazione di molte imprese pubbliche, non sempre rivelatesi efficaci, e a un sostanziale arretramento dello Stato nell’economia, accompagnato da un processo di erosione delle conquiste sociali e di polarizzazione della ricchezza e del potere. La vicenda della Gkn ha dimostrato che gli strascichi delle politiche neoliberali possono generare delle reazioni e far emergere elementi di novità.

Prima che lo stabilimento venisse rilevato da Francesco Borgomeo, il Collettivo operaio Gkn di Campi Bisenzio ha svolto un incredibile lavoro politico. Fra le altre cose, è stata elaborata una puntuale proposta economica per il governo italiano: la costituzione di un polo di innovazione tecnologica e sociale che sappia raccogliere intorno a sé il mondo dell’industria, dell’accademia e delle migliori forze civiche del nostro paese.

Print Friendly, PDF & Email

comidad

Col pretesto dell'obbligo vaccinale l'agenzia delle entrate gestisce il green pass

di comidad

La lobby farmaceutica non aveva certo bisogno dell’obbligo vaccinale, poiché quel 10% della popolazione negatosi al sacro siero è ampiamente compensato dal susseguirsi delle dosi di richiamo, che si avviano a diventare trimestrali. Anzi, con l’obbligo vaccinale si rischia di scoperchiare una voragine di potenziali contenziosi giudiziari. Non che ci sia da farsi illusioni sulla magistratura, Corte Costituzionale compresa.

La normativa varata dal governo è talmente ambigua da non prevedere una procedura chiara per adempiere specificamente all’obbligo, con la prospettiva di ritrovarsi davanti il caro vecchio “consenso informato” da sottoscrivere. Ancora una volta si tratterebbe di estorsione di consenso e non di un obbligo giuridicamente inequivocabile. Non contento di aver stracciato ciò che rimaneva della Costituzione (del resto ci aveva già provveduto il governo Conte bis), il governo Draghi ha fatto strame della nozione stessa di legislazione, riconfermando che lo Stato, il pubblico e il privato sono astrazioni pseudo-giuridiche che coprono altre gerarchie sociali, cioè lobby e cosche d’affari.

Print Friendly, PDF & Email

lantidiplomatico

Israele, Pfizer e la saga delle tante dosi ai tempi di Omicron

Senza dimenticare il Cts, l’Oms, l’Ema...

a cura di Marinella Correggia 

Il Ceo della multinazionale, Albert Bourla, ha dichiarato pochi giorni fa ( (1)): «Due dosi del vaccino offrono tutt’al più una protezione molto limitata. Tre dosi una protezione ragionevole contro ospedalizzazione e morte. Meno contro l’infezione» e dunque «lavoriamo a una nuova versione che sarà pronta a marzo». Sottolineando che ci sono due certezze: «Una prima è che il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. Sarà endemico ovunque, ha e avrà la capacità di creare varianti quindi vivrà, in un modo o nell'altro, insieme al genere umano per gli anni a venire. La seconda certezza che abbiamo è che la protezione immunitaria con le varianti che conosciamo e ora pare anche con Omicron, è di durata breve, sia con il vaccino che con l’infezione naturale: pochi mesi, sempre meno».

E nel paese apripista della vaccinazione con il prodotto di Pfizer, le misure sanitarie anti-Covid conoscono repentine evoluzioni. Ecco qua.

21 dicembre 2021: Israele propone una quarta dose di vaccino anti-Covid per gruppi ritenuti a rischio (2). La decisione è spiegata con la diffusione della variante Omicron. e sulla base del fatto che l’immunità legata alla terza dose decade velocemente, come è stato il caso per la seconda.

Print Friendly, PDF & Email

lafionda

Stay human?

di Pietro Salemi

Compagni progressisti, il nome ‘compagni’ non so chi ve l’ha dato, ma in fondo vi sta bene, tanto ormai è squalificato.

Compagni progressisti, ricordo ancora le manifestazioni per i porti aperti, ricordo quando indossavate le “Orange vest” e quando protestavate contro Salvini al grido di “Restiamo umani”. Mi piaceva la vostra opposizione a politiche migratorie de-umanizzanti, mi piaceva il vostro interesse per il rispetto dei diritti umani.

Tuttavia, mi piaceva meno il fatto che il vostro interesse finiva una volta raggiunta la banchina di un porto italiano, mi piaceva di meno il fatto che non avevate alcun dress code per protestare contro il caporalato, lo sfruttamento di manodopera a basso costo e l’arruolamento spesso forzoso (per assenza di alternative legali) di quegli esseri umani nella fila della criminalità organizzata.

Però, in cuor mio, continuavo a coltivare la speranza che voi, compagni progressisti, sareste stati quelli che si sarebbero eretti a baluardo dei diritti fondamentali e del rispetto della dignità umana, allorché la Storia ci avesse posto al bivio della barbarie.

Print Friendly, PDF & Email

fattoquotidiano

Omicron, l’epidemiologo Usa: “Ha tutte le caratteristiche di un’ondata endemica, alcuni paesi sono fuori dalla pandemia”

Peter D'angelo intervista John P.A. Ioannidis*

"Vedremo dei picchi di casi, ma i vaccini attuali più l'immunità da infezioni precedenti continuano a funzionare abbastanza bene per salvare vite tra gli anziani e tra i vulnerabili che sono più a rischio"

“Basta panico, fa bene chi esce. Dobbiamo vivere normalmente”. Così Sergio Abrignani, immunologo del Cts che ipotizza un “picco a gennaio, poi sarà come l’influenza per circa il 90% della popolazione vaccinata”. I dati su Omicron pubblicati dalla Berkeley, l’Università della California, parlano di una letalità inferiore del 91%, rispetto a Delta. Per comprendere al meglio cosa ci aspetterà nei prossimi mesi ilfattoquotidiano.it ha intervistato, John P.A. Ioannidis, epidemiologo e professore di Medicina all’Università di Stanford, con indice di affidabilità tra i più alti in assoluto (h-index 222). Lo scienziato ritiene che la la variante rilevata per la prima volta in Botswana e Sudafrica abbia “tutte le caratteristiche di un’ondata endemica”.

* * * *

La variante Omicron, dovrebbe raggiungere il suo picco nelle prossime settimane. Il vaccino “aggiornato” (quelli attuali sono sulla Spike del ceppo di originario di Wuhan) potrebbe essere disponibile a marzo-aprile. Le mutazioni corrono più veloci del vaccino, quali strategie alternative ci sono? Antivirali precoci?

Print Friendly, PDF & Email

petiteplaisance

Enrico Berti. Un ricordo filosofico e umano

di Luca Grecchi

Con Enrico Berti ci ha lasciato il 5 gennaio 2022 uno dei maggiori storici della filosofia, in particolare del pensiero di Aristotele, nonché uno dei pochi filosofi rimasti, in grado di argomentare in maniera chiara, solida ed originale importanti posizioni teoretiche, illuminando insieme la cultura antica e la realtà del nostro tempo.

Per un bilancio complessivo della sua opera molti saggi, nei prossimi mesi, seguiranno; io stesso sono stato subito incaricato, dalla rivista Humanitas, di redigere un suo profilo. Quanto mi preme fare ora però, nella immediatezza della notizia della sua morte, è realizzare un piccolo ricordo personale, un po’ per consolarmi della perdita di un amico, e un po’ per mettere in risalto, per quanto in maniera sintetica, il valore dello studioso e della persona. Sono felice, peraltro, di avere ricordato più volte a Enrico, negli ultimi tempi, quando si lamentava delle sue peggiorate condizioni di salute – cosa che con gli amici più giovani, per pudore, non faceva – l’importanza di ciò che aveva realizzato nella sua vita, sia come pensatore che come educatore, essendo egli stato un costante sostegno ed un esempio per molte generazioni di studiosi.

Print Friendly, PDF & Email

fattoquotidiano

La privatizzazione della ricerca: soldi statali, profitti alle imprese

di Giuliano Garavini

Da Big Tech a Big Pharma - Le innovazioni nate in azienda sono l’eccezione, la regola è che le multinazionali si appropriano di idee nate nel pubblico ricavandone rendite finanziarie

Viviamo in un film di fantascienza nel quale tutto, dalle alluvioni alle pandemie, appare minaccioso. Si diffonde la convinzione che, per riequilibrare il rapporto incrinato con l’ecosistema, sia necessario trasformare il nostro modello industriale e di consumi. La transizione dalle energie fossili è solo un aspetto dell’epocale trasformazione necessaria. La miscela salvifica è oggi individuata nel supporto pubblico a ricerca ed investimenti privati. Eppure, quando i cittadini si accorgono di come cospicue risorse pubbliche si traducano in enormi profitti privati – come nel caso dei vaccini di Pfizer e Moderna – si alimenta la diffidenza verso la scienza le autorità pubbliche. In un libro recente, “La privatizzazione della conoscenza”, l’economista Massimo Florio espone con lucidità il meccanismo attraverso il quale l’impresa privata – nel settore biomedico, dell’energia e del digitale – si appropria delle conoscenze generate dalla ricerca pubblica per trasformarle in rendite finanziarie, protette da inattaccabili posizioni di oligopolio.

Print Friendly, PDF & Email

lafionda

2023: ultima fermata

di Lorenzo Palaia

Se Draghi verrà eletto al Quirinale ci troveremmo in una situazione simile a quella in cui si trovarono gli aventiniani durante il secondo ministero Mussolini, dopo l’uccisione di Matteotti, meno cruenta ma altrettanto drammatica. Purtroppo per noi però qui i parlamentari che si ritirerebbero sull’Aventino sono ben pochi. Mettendo insieme i 37 deputati di Fratelli d’Italia con i 16 di Alternativa si arriverebbe a 53, più forse qualche altro sparso, su un totale di 629. Tra i senatori va persino peggio: oltre ai 21 di Fd’I, 2 di Italexit, 1 di Pap, 1 del PC (potrei dimenticarne qualcuno). Il Governo Draghi ha una maggioranza che forse neanche Mussolini al tempo aveva. E non è un Esecutivo di emergenza bensì di normalizzazione, ormai in carica da un anno.

A questo punto le contromosse vanno prese seriamente e a prescindere dallo scenario. Se Draghi dovesse andare al Colle ci troveremmo un Paese così asservito all’equilibrio euroatlantico che nessun partito e nessun Esecutivo potrebbero aspirare a interpretarlo secondo gli interessi nazionali (figuriamoci sganciarsene).

Print Friendly, PDF & Email

iltempo

"Basta con questi vaccini"

Crisanti contro le iniezioni ogni 4 mesi

Dario Martini intervista Andrea Crisanti

«Questa maratona vaccinale è sbagliata. Fare vaccini ogni quattro mesi ha un costo sul nostro sistema immunitario. Non è una cosa buona». Il professore Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, non usa tanti giri di parole per dire come la pensa. In questi giorni milioni di italiani si pongono la stessa domanda. Farà male ripetere tutte queste iniezioni nel giro di così poco tempo? Mentre corre la campagna delle terze dosi, già si parla del nuovo siero contro Omicron che sarà pronto a marzo. E dopo la quarta dose, ci toccherà fare anche la quinta? Crisanti si sottrae a questa logica: «La corsa alle varianti a cui stiamo assistendo è legata alla poca efficacia nel tempo di questi vaccini. Serve una strategia diversa».

* * * *

Professore, cosa intende?

«Significa che bisogna investire in vaccini diversi, di seconda generazione, che abbiano una durata maggiore. Non è possibile imporre questa maratona vaccinale a un’intera popolazione ogni quattro mesi. Nel lungo termine non è sostenibile».

Print Friendly, PDF & Email

sinistra

Mandeville regna in Europa

di Salvatore Bravo

In Austria si incentiva la terza dose con premi da cinquecento euro da spendere per la spesa. Non è un dato secondario per comprendere la visione dell’essere umano dell’Europa unita. Il neofeudalesimo liberista ha la sua visione dell’essere umano: l’umanità è motivata solo dal calcolo in denaro. Sarebbe il caso di usare il termine neofeudalesimo liberista, poiché il liberismo presuppone la pluralità di soggetti in competizione e uno Stato minimo e neutro che non entra nella vita dei cittadini. Siamo di fronte, invece, a poche multinazionali che detengono il potere economico e politico al punto da usare gli Stati per i loro interessi oligarchici. Siamo in pieno neofeudalesimo con i popoli ridotti a plebe consumante. Se per incentivare la terza dose si fa leva su un buono da cinquecento euro e non sull’informazione, è evidente il disprezzo verso l’umanità: il popolo è trattato come plebe a cui si offre l’incentivo economico, perché incapace di comprendere il significato scientifico e politico della campagna vaccinale. La plebe non ha progetti politici, la temporalità dei servi è limitata alla crapula immediata, pertanto si offre un incentivo che svela la visione antropologica del neofeudalesimo.

Print Friendly, PDF & Email

thomasfazifacebook

Sta cambiando la narrazione sul covid?

di Thomas Fazi

L’ultima settimana è stata veramente ricca di notizie e di “inversioni a U” in materia di Covid e di gestione pandemica, al punto che possiamo ipotizzare che sia in corso un decisivo cambio di rotta nella narrazione mainstream. Vediamo di passare in rassegna le notizie principali:

- La notizia principale è senza dubbio la netta presa di posizione sia dell’OMS che dell’EMA contro i booster, ovverosia contro la politica dei richiami vaccinali ravvicinati permanenti. L’OMS ha dichiarato che è ormai evidente che i vaccini esistenti hanno un bassissimo impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, soprattutto nei confronti di Omicron, e che «andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte». Fino a quel momento, secondo l’OMS, non ha senso continuare ad effettuare richiami con i vaccini esistenti. «Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti» dei vaccini attuali «non appare né appropriata né sostenibile», ha concluso l’OMS¹.

Print Friendly, PDF & Email

comuneinfo

Si illudono di tornare come prima

di Guido Viale

A due anni dallo scoppio della pandemia i governi di tutto il mondo, a cominciare da quello guidato da Draghi, si muovono come non si fosse capito che era, ed è ancora, destinata a durare. Al primo posto si dovevano mettere la scuola e la moltiplicazione dei presidi sanitari territoriali. Nello stesso tempo occorreva avviare investimenti massicci sulle fonti rinnovabili e per la conversione ecologica. “Il covid ha offerto l’occasione di una prova generale di un’effettiva conversione verso un assetto sociale e produttivo che un futuro non lontano renderà ineludibile – scrive Guido Viale – Molte delle attività che si cerca in tutti i modi di tener in piedi per sostenere il Pil non sono in grado di reggere l’impatto della crisi climatica a cui andiamo incontro…”. Invece governi e grandi imprese, insomma quelli che sono in alto, continuano ad agire – o a far finta di agire – come se tutto potesse riprendere come prima

È ormai un’armata Brancaleone quella che dovrebbe traghettarci nella transizione ecologica. Il Governo Draghi? Forse è il peggiore di tutti quelli che l’hanno preceduto, se non altro perché di fronte alle aspettative che ne hanno promosso e accompagnato il varo, il tonfo è ancora più evidente.

Print Friendly, PDF & Email

manifesto

Green pass nucleare: esce a maggio la Bomba per l’Italia

di Manlio Dinucci

Fra quattro mesi, in maggio, inizia negli Usa la produzione su larga scala della nuova bomba nucleare B61-12: lo annuncia la U.S. Department of Energy’s National Nuclear Security Administration (L’Amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale, NNSA, facente parte del Dipartimento Usa dell’Energia). Man mano che usciranno di fabbrica, le nuove bombe nucleari saranno consegnate alla US Air Force, che le installerà nelle basi in Italia e altri paesi europei al posto delle B61.

La B61-12 è una nuova arma nucleare polivalente che sostituisce tre delle varianti dell’attuale B61 (3, 4 e 7). Ha una testata nucleare con quattro opzioni di potenza, selezionabili a seconda dell’obiettivo da distruggere. Non viene sganciata in verticale come la B61, ma a distanza dall’obiettivo su cui si dirige guidata da un sistema satellitare. Può penetrare nel sottosuolo, esplodendo in profondità per distruggere i bunker dei centri di comando così da «decapitare» il paese nemico in un first strike nucleare.

Print Friendly, PDF & Email

linterferenza

La narrazione mainstream della elezione del Presidente della Repubblica

di Gerardo Lisco

I media, da qui ai prossimi giorni, riporteranno un dibattito politico con il quale faranno credere che l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica non sia scontata; sciocchezze: Draghi verrà eletto Presidente della Repubblica e nominerà Presidente del Consiglio un suo fiduciario. Il problema vero è come verrà gestito e con quali argomentazioni giuridiche verrà giustificato il passaggio di Draghi a Presidente della Repubblica e, nel contempo, la continuità della legislatura fino alla scadenza naturale. Sono curioso di leggere dei tanti costituzionalisti che si lanceranno in dotte argomentazioni, in punta di diritto, per giustificare una nuova interpretazione del dettato costituzionale funzionale ai tempi che chiedono un esecutivo sempre più forte. L’establishment economico – finanziario e mediatico vuole Draghi Presidente della Repubblica; proporre una donna alla Presidenza della Repubblica o fare i nomi di Berlusconi, Casini o Amato ha l’unico scopo di dimostrare che l’elezione di Draghi non è affatto scontata. La proposta di un Mattarella bis nasconde la preoccupazione di larga parte dei parlamentari che subito dopo l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica si sciolgano le Camere e si vada alle elezioni politiche.

Print Friendly, PDF & Email

ilchimicoscettico

Resto fuori

By Starbuck

Ad inizio dicembre mi sono trovata in giro nel centro blindato di un nota località turistica alpina: mascherine obbligatorie in centro, uno per nucleo familiare dentro i negozi e GP per accedere a quasi tutto, famosi (o famigerati) mercatini natalizi inclusi. L'effetto di ritorno è stato, devo ammetterlo, piuttosto devastante. Ho improvvisamente capito che avevo bisogno di vedere volti e che quella ordinata fila di occhi tra cappucci ed FFP2 che mostrava QR code per entrare nell'area transennata dei mercatini non faceva per me. Soprattutto non faceva per me sapere che qualcuno doveva rimanere fuori. "Noi non entriamo?" mi ha chiesto la mano che stringevo nella mia. "No. Almeno io no." ho risposto con lo sguardo straniato ed un senso di angoscia crescente.

E così ce ne siamo usciti. Dal centro storico, dalla città, e nel giro di una settimana anche dalla nazione. "Ci si rivede verso fine gennaio" ho scritto ai colleghi. Poi dopo il punto ho aggiunto "forse".

Qual è il prezzo di una passeggiata in centro bevendosi una cioccolata calda mentre davanti a te i bambini ti sorridono o piangono sguaiatamente mentre si appendono al braccio dei genitori? Il costo di una ruota panoramica, in cui devi solo i soldi del biglietto? L'espatrio forse? Riguardo all'Italia e penso che no, non ci voglio tornare.

Print Friendly, PDF & Email

lantidiplomatico

"Infodemia istituzionale e stati ontologici dissociativi"

di Andrea Zhok

In questo periodo, la più straniante delle sensazioni, una delle più traumatiche, consiste nell’impressione di vivere rispetto ad altri concittadini, conoscenti, magari amici di vecchia data, in mondi separati. La realtà che percepiscono i nostri sensi è la stessa, ma la realtà definita dalla cornice delle cause e degli effetti è invece incommensurabile, corre in parallelo alla realtà sensibile, e ha la meglio sulla prima.

Sul piano filosofico credo che poche circostanze storiche testimonino in modo più chiaro il ruolo giocato dalla concettualizzazione nel dare forma alla realtà. Non c’è bisogno di ricorrere a Kant o McDowell, perché possiamo vedere questo processo in atto.

Racconto questo episodio, a titolo illustrativo.

L’altro giorno ero in attesa di entrare in una farmacia. All’esterno un’altra persona. Siamo su un marciapiede largo e sgombro, a circa quattro metri di distanza, mentre tira forte il vento. Abbiamo entrambi la mascherina, ma la mia, camminando, è finita sotto il naso. L’altro mi guarda con severità e mi chiede di tirare la mascherina su, per coprire il naso.

Print Friendly, PDF & Email

nicomaccentelli

“Ma dove mi sono andato a Cacciari…”

di Nico Maccentelli

Massimo Cacciari evidentemente ha compreso di essersi infilato in un cul de sac, ossia che sarebbe stato trattato come un paria dai media, da tutto il mondo culturale, accademico, della politica con le sue posizioni “no vax”. Per cui l’exit strategy che ha scelto è socratica. La potete leggere qui.

Nella marcia indietro dichiara di essersi fatto la terza dose e invita alla vaccinazione tutti quanti, perché le leggi anche se sono sbagliate, vanno seguite come fece Socrate. Questo in sintesi.

Un dietro front indecoroso, una toppa che è peggio del buco, che poi tanto buco non era: diciamo allora una toppa su un tessuto intonso? Sì, perché il filosofo veneziano ex operaista ne aveva ben donde di argomenti da vendere e tutti molto centrati, da bravo esponente di un liberalismo che non si lascia ingabbiare da un sistema distopico che sta calpestando i più elementari diritti della persona, civili e sociali.

Ma tant’è che il buon Cacciari ha ecceduto nel legalitarismo per sembrare più prussiano del re di Prussia. Dunque dov’è l’errore? L’errore sta nel fatto che quando un popolo è vessato da un potere totalitario diviene legittimo il diritto alla Resistenza.

Print Friendly, PDF & Email

coniarerivolta

Roma: il profitto non si rifiuta mai

di coniarerivolta

Anno nuovo vita nuova, verrebbe da augurarsi alla fine di un anno difficile da ogni punto di vista. Purtroppo, però, la produzione giornalistica nostrana continua a regalarci una visione del mondo stantia e ricette appartenenti a un passato che rappresenta la prima causa dei problemi attuali.

È il caso di un pezzo uscito qualche giorno fa sulle pagine del Corriere, dal titolo “Rifiuti a Roma, con la gestione affidata ai privati molti i vantaggi” e firmato dall’impareggiabile Chicco Testa.

L’articolo in questione parte dalla strutturale carenza di impianti dedicati al trattamento e allo smaltimento dell’immondizia nel territorio romano e regionale. Fermo restando che una buona gestione della questione rifiuti, e più in generale quella dell’inquinamento a Roma e ovunque, non può che partire da un potenziamento della raccolta differenziata, l’insufficienza di impianti di trattamento dei rifiuti è un problema vero, messo in luce anche nel nostro approfondimento sulla Capitale.

Tale carenza implica ogni anno la necessità di esportare verso altre regioni o fuori dal paese una quota molto importante dei rifiuti indifferenziati e, ancor di più, differenziati.

Print Friendly, PDF & Email

rete dei com

Gli eventi kazachi nel mondo multipolare

di Rete dei Comunisti

Gli eventi che hanno caratterizzato la prima settimana del nuovo anno in Kazakistan sono un punto di svolta rilevante della difficile governabilità delle contraddizioni prodotte dalla crisi del sistema capitalista e della ridefinizione complessiva delle relazioni dei maggiori attori internazionali tra loro.

Se non possono essere ignorate le profonde ragioni sociali alla base delle mobilitazioni contro il “caro-carburante” della prima ondata di proteste ai primi di gennaio – frutto della continuità di una politica pro-oligarchica dell’élite politica che la governa – , la successiva dinamica degli eventi suggerisce un palese tentativo di de-stabilizzazione organizzata manu militari ed una spaccatura all’interno dell’apparato di potere centrale e periferico kazako, come sembra indicare l’arresto per tradimento dell’ormai ex Capo del Comitato di Sicurezza Nazionale Karim Massimov, e la detenzione di altri alti responsabili.

Se la prima ondata di proteste scoppiate a Zhanaozen e Akatu il 2 gennaio era stata relativamente contenuta dalla polizia, la seconda fase sviluppatasi in una dozzina di città – tra cui Almay e Atyrau due giorni dopo – è stata prontamente stroncata grazie ad una operazione “anti-terroristica” del governo e l’intervento di Peace-Keepers da parte della Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva, su richiesta del premier kazaco Kassim-Joamrt Tokayev che aveva tra l’altro proclamato lo “stato d’emergenza” per due settimane quando le proteste hanno mutato il loro profilo.

Print Friendly, PDF & Email

poliscritture

Finalmente una buona notizia: la teoria economica è morta

di Paolo Di Marco

Come ha detto recentemente un estremista come Giorgio La Malfa (v.3) alla presentazione dell’edizione dell’opera di Keynes curata da Anna Carabelli:

alla Bocconi negli ultimi trent’anni ci hanno insegnato fuffa

Va detto che la notizia non è nuova, i più informati lo sospettavano già cent’anni fa, quando Piero Sraffa pubblicò ‘Sulle relazioni tra costo e quantità prodotta’ e l’anno dopo una versione inglese, ‘The laws of return under competitive conditions’, dove con molto garbo dimostrava che la teoria di Marshall si reggeva su gambe estremamente fragili; tanto che senza protesi radicali non stava in piedi. Per chiarire si pensi che la teoria neoclassica-marginalista presuppone che dall’incontro tra (curva della) domanda e (curva della) offerta scaturisse un punto di equilibrio che garantiva l’esistenza di un sistema di prezzi di equilibrio.

Quello che Sraffa mostra è che le condizioni affinché questo avvenga sono estremamente particolari e irrealistiche.

Print Friendly, PDF & Email

comuneinfo

Omicron è l’inizio della fine

di Yascha Mounk*

Tutti noi in questo momento conosciamo più di una persona con il Covid. Ma ci sono alcune ragioni concrete per credere che stiamo per vivere la fine della pandemia come fenomeno sociale

Sembra che tutti quelli che conosco abbiano il Covid. Nei primi mesi della pandemia, la maggior parte dei miei amici hanno evitato il contatto diretto con il virus. Forse erano più attenti, o forse sono stati solo fortunati. Quale che sia la ragione, oggi la loro buona sorte sembra averli abbandonati. Sette cari amici recentemente mi hanno detto di essere risultati positivi. Molti altri hanno il sospetto di avere il Covid, ma non riescono a fare il test. Per fortuna tutti hanno sintomi decisamente lievi (senza dubbio in parte perché sono tutti vaccinati e non sono categorie ad alto rischio).

Quello che capita nella mia cerchia di amici sembra corrispondere a quanto sta accadendo in Sudafrica, il primo Paese in cui Omicron è stata identificata. Il numero di casi aumenta velocemente, mentre quello dei decessi sembra farlo molto più gradualmente, ciò che potrebbe indicare che Omicron è più contagiosa ma causa malattia meno grave rispetto alle precedenti varianti. Tuttavia, i segnali provenienti da altri luoghi sono più preoccupanti, e anche un ceppo significativamente meno letale potrebbe causare molti morti se la diffusione è particolarmente rapida.