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Riflettendo su Leu: radiografia di un tracollo

di Aldo Giannuli

Quello di Leu è un risultato pessimo, inutile nasconderlo, sia rispetto alle aspettative, sia nell’economia generale del risultato, sia in prospettiva (ad esempio, con quel risultato non ce la fanno ad avere un seggio al Parlamento Europeo ed in caso di elezioni anticipate rischiano di andare sotto il 3%.

Le aspettative: al momento dell’uscita dal Pd, i sondaggi davano il 3 ,5 ad articolo 1 (i fuorusciti del Pd) ed il 2,5 a sinistra italiana, poi per i mesi successivi, i sondaggi azzardavano il 6-7% alla nuova formazione che veniva fuori dalla loro alleanza, infine, durante la campagna elettorale la maggioranza dei sondaggi segnalavano in genere un 5%, mai meno del 4,5%.

Le dinamiche generali: c’è stato un massiccio spostamenti di circa 2 milioni di voti dal Pd che in massima parte è andato al M5s e Leu non ha intercettato un solo voto. La sua quotazione è quella che aveva Sel da sola, nonostante Potere al Popolo non abbia raccolto tutti i voti che aveva Rivoluzione Civile. I fuoriusciti del Pd hanno portato pochissimi voti, forse neppure uno 0,5%.

Le prospettive: in caso di elezioni anticipate che si riducano ad un plebiscito fra M5s e Lega, Leu corre il rischio di flettere sotto quota, quanto, al Parlamento europeo la soglia non è il tre ma il quattro per cento, per cui Leu pur mantenendo i voti di oggi non entrerebbe. Basta così per dire che è uno schifo di risultato?

Allora, come hanno fatto a prendere meno della metà delle aspettative iniziali? Il peccato di origine è stato l’indecente ritardo con cui la sinistra del Pd si è indotta alla scissione. Hanno ingoiato e votato tutto: buona scuola, articolo 18, jobs act, persino Italicum e riforma costituzionale, salvo riparare in corner con il No al referendum e scindersi alla fine fine, quando tutti i buoi erano scappati dalla stalla.

La scissione la avevano fatta gli elettori, loro sono usciti quando già non avevano nessun seguito. Però sarebbe stato ancora possibile recuperare qualcosa del flusso uscito se ci si fosse messi a lavorare subito ad un nuovo progetto, invece:

1. hanno perso sei mesi dietro a quello zero politico che è Pisapia

2. poi hanno fatto una fusione a freddo di apparati burocratici

3. non hanno tirato fuori una proposta politica che sia una

4. non hanno fatto assolutamente nulla per organizzare la loro base

5. sono stati sempre ambigui sui rapporti con il Pd, per cui si capiva che la maggioranza di loro sarebbe volentieri rientrata nel Pd se solo fosse caduto Renzi

6. non hanno neppure fatto finta di consultare la loro base ed hanno fatto le liste con una volgare spartizione da manuale Cencelli fatta dall’Ufficio di collocamento per Parlamentari disoccupati (Ucpd), Una cosa che neanche il Psdi di annata.

La botta finale è stata l’invenzione di Grasso come leader della nuova formazione. Grasso? Quello che andò a Palermo per normalizzare la Procura, tanto apprezzato da Dell’Utri, che da Procuratore Nazionale antimafia (grazie ad una leggina ad hoc del centro destra che silurò Caselli) propose la medaglia antimafia a Berlusconi? Quello che da Presidente del Senato gestì il dibattito ed il voto con mille scorrettezze regolamentari pur di far passare l’Italicum e la riforma costituzionale di Renzi? Quello che si guardò bene dal sostenere il No al referendum costituzionale? Quello che, dopo aver fatto passare il voto di fiducia sulla legge elettorale de Rosatellum, alla venticinquesima ora decise di dimettersi perché era una forzatura inaccettabile.

Un personaggio con un seguito elettorale da numeri negativi: portava sette voti ma ne faceva perdere almeno 70.000.

Incapace di comunicare (le sue uscite televisive erano semplicemente imbarazzanti), che ha lanciato una sola proposta rigorosamente sbagliata (abolizione tout court delle tasse universitarie) e che aveva l’agilità mentale di uno stoccafisso caduto nell’amido. E la gente avrebbe dovuto votare una cosa del genere?

Ma, cari compagni di Leu, come vi è venuto in testa? Dopo una performance del genere i dirigenti di Leu sono abilitati a parlare solo per dire “Mi vergogno profondamente di esistere”.

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