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Francia-Africa: ipocrisia vomitevole

di Nicoletta Forcheri

Mettiamo i puntini sulle i. Se c’è un paese, o meglio, l’élite di un paese, ad avere più di tutti provocato la crisi migratoria che sommerge l’Italia e l’Europa, quel paese è la Francia. Primo, con la guerra alla Libia e l’omicidio di Gheddafi, voluto da Sarkozy e entourage (e il clan dei Clinton), tra le altre cose, con lo scopo di accaparrarsi dei contratti DIPLOMATICI commerciali che la Libia e l’Italia di Berlusconi avevano stipulato e sostituirli con contratti con aziende francesi, strappati con la forza, è il caso di dirlo. Secondo, per la situazione di profonda prostrazione e sfruttamento in cui tiene 14 paesi africani più le Comore, sin dal dopo guerra e gli accordi di “decolonializzazione” stretti con De Gaulle. Accordi segreti che in realtà hanno sancito la continuazione del colonialismo puro e semplice.

Come? Con uno schema Ponzi e una moneta. Moneta fiat prestata da chi la crea dal nulla in cambio di tutto. Lo stesso schema imposto da FMI e petrodollaro dal dopo guerra; lo stesso schema poi perfezionato con l’euro. Solo che in Africa è esacerbato e chi crea la moneta è la Francia (cfr. https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2014/02/04/la-zona-franco-appannaggio-del-signoraggio-coloniale-della-francia/ ).

Moneta fiat scritturale, creata a piacimento dalla coppia Banca centrale e Tesoro che lavorano a braccetto appassionatamente, nonostante Maastricht, e nonostante il divieto di accordi tra BC e Tesoro di qualsiasi altro paese europeo dell’eurozona.

Moneta creata dal nulla dalla coppia e poi prestata. In cambio di cosa? Beh, di valuta estera depositata dalle 3 BC sui conti segreti del Tesoro chiamati comptes d’opérations.

Si tratta di moneta il cui cambio fisso con l’euro è fissato dalla Francia.
L’obbligo di riserva delle BC africane per il credito in CFA è di almeno il 65% (ma anche l’85%) dell’importo del credito ottenuto ed è in euro, in yen, in yuan, in rubli. Carta straccia contro moneta vera perché “inverata” dal lavoro servile degli africani, costretti a lavorare come schiavi per poi “vendere” lo stesso prodotto ai loro stessi strozzini.

La cosa comica è che l’obbligo di riserva presso il Tesoro francese è giustificato dalla “garanzia” della Francia. Garanzia di cosa? Semplice: che al momento del dunque, creerà dal nulla, altra carta straccia o altra moneta scritturale. La chiamano convertibilità. Sorrido.

E come se non bastasse, non appena le riserve delle BC presso i “comptes d’opération” del Tesoro francese calano a livelli del 20%, scatta una clausola detta di “rastrellamento” (“Clause de ratissage” sic!) che significa esattamente alla lettera che le 3 BC africane faranno rastrellare tutti gli istituti pubblici E PRIVATI per sequestrare gli ori e altri valori, o valuta, in modo da potere arrivare ad almeno il 65% di riserve in valuta estera o euro nei conti d’operazione del Tesoro francese, la cui destinazione d’uso è SEGRETO DI STATO. Vi sembra mostruoso? Ebbene sappiate che in Grecia è successo qualcosa di simile quando è stato imposto a tutti i cittadini di dichiarare gli ori e i valori che avevano in casa, o quando, per sospettata evasione fiscale, ancora prima che si fossero conclusi gli accertamenti, sono stati “congelati” i conti di privati cittadini.

Ma non è tutto: non solo la Francia ha diritto di prelazione su tutte le esportazioni di quei paesi: materia prime e agricole, ma ha costellato di basi militari le sue colonie, in modo da sedare qualsiasi rivolta, organizzare putsch o false flags, in protesta contro questa gabbia. Non vi ricorda niente? A me ricorda le 113 basi militari NATO-USA in Italia, a nostre spese, per garantire l’ordine monetario da Bretton Woods in poi!!

Ma non è finita: tutte le campagne presidenziali francesi devono essere finanziate dai paesi africani, e visto che la Francia piscia sempre fuori dal vaso, è venuta a pisciare anche nel vaso altrui (si fa per dire), ad esempio la Libia, paese con cui Berlusconi ha avuto il buongusto di scusarsi per il nostro passato colonialismo, cosa che nessun dirigente in Europa ho mai visto fare, e sarebbe giunto il momento!

Quindi Sarkozy ha avuto l’idea di cattivo gusto di farsi finanziare la campagna elettorale dai fondi della famiglia Gheddafi: il figlio aveva tutte le carte per dimostrarlo. Qualcuno suggerisce che Sarkozy abbia voluto ucciderlo per questo, ma non è vero. La posta in gioco era molto più alta che non lo scandaletto sulla persona di Sarkozy, ad esempio le risorse petrolifere. e BNP Paribas aveva già acquistato una quota della banca nazionale libica nel 2007, proprio per maneggiare meglio il gioco libico. Vi ricorda niente? Il 95% della banca centrale italiana è controllata da banche private, in gran parte controllate a loro volta da banche e fondi esteri e   compartecipate da Stati esteri, di cui… la Francia con BNP Paribas, che è il massimo gestore di fondi di “aiuto”, o di “debito” ai paesi in via di sviluppo: significa che maneggia tutto il malloppo dei fondi di aiuto che gli altri Stati europei trasferiscono all’UE per tal fine. Vi sembra poco? A me sembra una manna.

Ma soprattutto bisognava eliminare Gheddafi e dare una lezione alla Libia perché si era messo a capo di un movimento panafricano di liberazione, indovinate da cosa? Proprio dal franco africano. Il progetto poi era anche di crearsi un dinaro d’oro e di vendere il petrolio in tale valuta. Trop c’est trop. Ragioni più che sufficienti per intervenire come è stato fatto.

Le parole di questi giorni, come “cinismo” oppure “vomitevole” pronunciate da esponenti francesi sull’atteggiamento del governo italiano che per la prima volta si rifiuta di aprire i porti italiani, per rimpallare la responsabilità a tutta l’Europa, non trova epiteti, a parte ipocrisia, e disgusto. Disgusto per parole pronunciate dall’elite di un paese che ha chiuso i porti dall’anno scorso, e che in violazione di Schengen, ha chiuso completamente le frontiere a Ventimiglia (non è l’unico, tutti gli altri paesi europei hanno chiuso ai clandestini), provocando indirettamente la morte di una migrante incinta e malata, poi ricoverata in un ospedale dello stivale; per non parlare dell’incursione dei gendarmes a Bardonecchia nei locali di una ONG che fino a prova del contrario non era territorio extraterritoriale ma del Comune della Repubblica.

O potremmo ricordare la cessione di mare (a che punto è?) fatto alla Francia da Gentiloni.

Il fatto è che la Francia ha sempre fatto gli interessi della sua elite, ma come in tutti i paesi del mondo, anche li il divario è crescente tra ricchi e poveri, e il popolo è sempre più scontento. E sapete la novità? Che questa volta il vento è cambiato e che l’Italia comincerà a far valere i suoi interessi, che sono gli interessi di tutti noi cittadini, sommati, e immigrati compresi!

C’è un piccolo hic, e quell’hic è che sarà impossibile rialzare la testa se non lanciamo  un dibattito per abbattere i tabu della moneta. La moneta è lo scettro del potere, è impossibile fare politica senza affrontarne i termini, è impossibile rialzare la testa come paese senza conoscerne gli arcani, è impossibile una vita dignitosa senza il suo controllo da parte di tutti noi. All’indomani della sconfitta del referendum di Moneta Intera in Svizzera, per dare unicamente alla Banca centrale la facoltà di stampare moneta a corso legale, e che in mezzo a una propaganda infernale contraria, ha ottenuto un ottimo risultato, si pone più che mai impellente la necessità di aprire dei varchi ovunque, ma soprattutto nel governo, per lanciare argomenti ed esche che possano infiammare le personalità e le masse, attorno a questo tema: come uscire dalla moneta debito? Io qualche idea l’avrei.


Altri riferimenti
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2014/02/04/la-zona-franco-appannaggio-del-signoraggio-coloniale-della-francia/
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2016/10/12/il-patto-coloniale-o-come-succhiare-lafrica-per-la-francia/
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2016/10/09/con-il-franco-cfa-la-moneta-coloniale-on-possiamo-essere-sovrani-economicamente-la-plume-de-issa/
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2018/06/07/chiarimenti-sulluso-di-flat-tax-e-reddito-di-cittadinanza-e-sui-temi-caldi-come-immigrazione-e-austerity/

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Tony Akmel
Friday, 07 September 2018 16:05
Mi chiamo Tony Akmel e sono l’autore del saggio La Francia in Costa d’Avorio, guerra e neocolonialismo dal 19 settembre 2002: il primo testo in lingua italiana che illustra la recente crisi politico-militare che il mio Paese d’origine ha vissuto.
Mi sono sempre chiesto perché la classe politica e la stampa italiana non abbiano mai avuto il coraggio di denunciare l’arresto di Gbagbo (la cui residenza fu bombardata l’11 aprile 2011 dall’aviazione francese) come del resto, non abbiano avuto la fermezza di condannare,nel 2002, una ribellione armata organizzata contro lo stesso Gbagbo, legittimamente eletto nel 2000 dal popolo ivoriano. Probabilmente essi soffrono di un complesso di inferiorità oppure sono semplicemente succubi della politica e dell’informazione stabilita dai “cugini” d’Oltralpe. D’altronde, non c’è da meravigliarsi, considerando che i responsabili della RAI mi hanno risposto che, per “ragioni diplomatiche” (termine precisamente usato) non potevano farmi intervenire sui canali della tv nazionale. Risulta chiaro che le autorità italiane non possono permettersi di fare un tale affronto alla Francia, nonostante io avessi specificato che mi sarei assunto l’intera responsabilità delle mie affermazioni. E’ per lo stesso motivo o forse perché l’argomento non interessava le redazioni dei grandi gruppi televisivi? Mediaset , Sky, La 7, ecc...hanno snobbato la mia richiesta di presentazione del conflitto ivoriano nelle loro trasmissioni.
Per la pubblicazione del mio libro, ho riscontrato varie problematiche. Spesso mi sono sentito rispondere, da parte delle case editrici, che la mancanza di interesse per la crisi politico-militare in Costa d’Avorio è dovuta alla lontananza sia geografica che diplomatica. Queste motivazioni non sembrano convincenti perché se questa nazione dista seimila chilometri dall’Italia, è pur sempre il primo produttore di cacao al mondo. Lo stesso cacao che serve a produrre il cioccolato che consumiamo qui! Non solo, ho potuto constatare iniziative di sostegno da parte dell’opinione pubblica italiana nei confronti di popoli ben più lontani, ad esempio quello tibetano, iracheno, afgano ecc…
Per quanto riguarda la lontananza diplomatica, sarà pur vero che la Costa d’Avorio non sia mai stata una colonia italiana, però ricordiamoci che il presidente Gbagbo intendeva stabilire rapporti con la nostra nazione, l’Italia, ed è questo il motivo per cui fece il suo primo viaggio a Roma.
Fortunamente, associazioni di studenti, circoli letterari o semplici cittadini, hanno dimostrato di voler andare oltre le fonti ufficiali, le verità di comodo, quindi hanno organizzato dei dibattiti sull’argomento invitandomi.
Si consiglia il seguente documentario:
https://www.youtube.com/watch?v=KMeQmhXYWkc
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