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cumpanis

Sul PNRR

L'oscuro Moloch dei padroni

di Alessandro Testa

Premessa

Consentiteci innanzitutto una doverosa premessa: per affrontare in maniera seria ed approfondita la tematica che qui vogliamo toccare – il PNRR – sarebbe necessaria la lettura attenta ed analitica di diverse migliaia di pagine di documentazione legale, scritte in “burocratese stretto” ed in maniera talvolta contraddittoria, nonché lo scavo pignolo e ragionieristico di centinaia di tabelle fitte di dati e cifre, da riassumere quindi in formule, grafici e finalmente in conclusioni economico-finanziarie chiare e conseguenti. Un compito lungo ed improbo, che ci riserviamo comunque di affrontare in successivi articoli che “smontino” questo moloch proteiforme – forse volutamente tortuoso ed incomprensibile – nei suoi minimi componenti essenziali che forniscano ai più interessati all’argomento gli strumenti necessari ad una comprensione veramente dettagliata dell’argomento.

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lavoroesalute

Hate speek, il virus dell’odio

di Alba Vastano

Se raffiguriamo su un grafico la curva dei comportamenti sociali nel corso della pandemia, in base ad alcuni parametri: solidarietà/tolleranza/ intolleranza/ odio sociale, possiamo evincere come la curva, specie dal 2021 , cresca in modo esponenziale sull’odio sociale. Di questo funesto parametro i social ne sono la fotografia e lo specchio. Costretti a lockdown severi e con l’abbandono conseguente della socialità, milioni di persone impaurite dai contatti umani reali, immaginati, a torto o a ragione, come veicolo di contagio, hanno trasferito la loro socialità online, laddove proliferava già da tempo.

Il fenomeno, che sfocia, ad oggi, in alti picchi d’intolleranza fino all’odio, prende corpo ogni giorno di più con una escalation tanto inquietante quanto rapida. Un fenomeno che si manifesta nell’hate speek, generando un’ondata malefica che è diventata via via uno tsunami di odio e di discriminazione fra coloro che vivono da un biennio lo stesso problema. Il dilagarsi del virus e gli effetti drammatici della malattia hanno prodotto in tempi diversificati, in intere popolazioni impaurite e ignare delle cause del fenomeno planetario, comportamenti rigidi atti a discriminare ed emarginare chi nutre, rispetto al virus, convinzioni diverse. Tante idee, nessuna certezza. Si va per approssimazioni e per sentito dire da….

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comidad

Il paterno monarca che ci protegge da noi stessi

di comidad

Un paio d’anni fa il giornalista Vittorio Feltri dichiarò che i meridionali sono inferiori. Certo, se la razza superiore è rappresentata da Feltri, allora siamo proprio rovinati. Feltri non è neppure contento della rielezione di Mattarella al Colle, dato che adesso deve subire la monarchia di un siciliano per altri sette anni (se saranno solo sette: alla fine di un terzo mandato Mattarella avrebbe appena novantaquattro anni). Il caso di Mattarella dimostra che oligarchie locali, che dominano in aree colonizzate, possono sviluppare tecniche di potere che consentono di rilanciarsi ad alti livelli. Il colonialismo è una strada a due sensi. Si parla tanto di potere dei “competenti”, dimenticando che il potere in se stesso è una competenza, un complesso di tecniche da apprendere ed applicare.

Bisogna ammettere però che la rielezione di Mattarella è stata agevolata da un lombardo come Feltri, cioè il Buffone di Arcore. Con la sua finta candidatura al Quirinale il Buffone ha “addestrato” la pubblica opinione a considerare la riconferma di Mattarella come un argine al caos, come la presenza della figura paterna che può proteggere il popolo dalle pulsioni irrazionali che allignano nel popolo, poiché senza un tutore qualsiasi demagogo potrebbe approfittarsi di noi.

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lantidiplomatico

Le basi economiche dell'aggressività degli Stati Uniti

di Alberto Lombardo*

Nel suo famoso testo L’imperialismo, fase suprema del capitalismo Lenin accusa Kautsky di concentrarsi solo sugli aspetti politici della concentrazione capitalistica e di trascurare gli aspetti della base economica. Questa distorsione nella visione kautskiana porta ad aberrazioni che vengono ampiamente descritte nel testo leniniano.

È vero che lo stesso Lenin mette in guardia dal fare l’errore simmetrico, ossia di guardare solo le considerazioni economiche e non vedere le relazioni dialettiche che si istaurano tra la base economica e la sovrastruttura politico-militare. È vero che l’ultimo Engels raccomanda di non poter derivare meccanicamente dal momento economico tutte le relazioni sociali. Ma è anche vero che gli aspetti economici vanno studiati con la massima attenzione ed essi, dialetticamente combinati con quelli derivanti dalla complessa sovrastruttura della società, vanno composti in un quadro concreto e per quanto possibile esauriente.

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pianocontromercato

Greenpass, le nazioni contro la postmodernità

di Pasquale Cicalese

Si stanno svolgendo da settimane in varie parti del mondo manifestazioni oceaniche, specie dei camionisti, ma appoggiati dalla popolazione intera, contro il pass sanitario e le restrizioni, in particolare Canada e Nuova Zelanda. I giornali progressisti accusano i manifestanti di essere di estrema destra. Un amico, Spatto, mi ha mandato queste riflessioni che voglio condividere con voi. Buona lettura.

“In TUTTO il mondo si manifesta con bandiere nazionali e canti nazionali. Dobbiamo essere marxisti e chiederci il perché di tutto questo prima di accusare un movimento mondiale di essere cosa. Nazista?

Fascista? Credo si tratti semplicemente di populismo nazionale. Nazionale perché di fronte al globalismo apolide della merce l’unica possibile resistenza al mondo postmderno e post religioso / ideologico sono le comunità nazionali e territoriali rimaste.

Residui di un passato ma fonte della costruzione di senso in un mondo in vorticoso cambiamento. Il grande reset del capitale appunto. Non significa nazionalismo. Anche. Ma non sempre. Come il no tav non significa primitivismo economico. Indica soltanto la rivolta popolare contro i dominanti.

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nicomaccentelli

Sovranità popolare

di Nico Maccentelli

Sono diversi anni che una parte dei comunisti italiani, sulla base di un’analisi dell’Unione Europea quale polo imperialista che si è formato in questi decenni, ha avviato un dibattito sulla sua morfologia imperialista, ma anche ponendo in chiave marxiana la questione nazionale.

C’è chi è arrivato persino a parlare di una sorta di neocolonialismo tedesco verso i paesi dell’area sud europea come Italia, Spagna, Grecia… cosiddetti pigs, maiali.

Ross@ prima, Eurostop poi hanno sviluppato questo percorso di analisi, formulando come percorso concreto e di prassi l’uscita dall’UE e dall’Eurozona, non solo dalla NATO.

Ora, è evidente che la questione nazionale, forse per una sorta di timore di prendere una piega nazionalista è finito in cavalleria con Potere al Popolo. Insieme a parole chiare per un’uscita dall’UE. Parola d’ordine di cui si sono appropriate forze ambigue come Paragone con “Italexit” (parola che si usava in Eurostop).

Io non penso che vi sia contraddizione tra questione nazionale e internazionalismo.

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teleborsa

Prezzi roventi & Regole inefficienti

di Guido Salerno Aletta

Elettricità e Gas, il folle sistema delle aste generali al prezzo marginale

Che ci sia qualcosa di strano, in questi straordinari aumenti del prezzo dell'energia, elettricità e gas, lo sospettano tutti. Benzina e gasolio sono aumentati, è vero, ma molto meno delle bollette.

C'è qualcosa che non torna.

La crisi sanitaria, che ha provocato a partire dal secondo trimestre del 2020 una pesante caduta dell'attività produttiva, ha creato una discontinuità sui mercati, e molti produttori di energia elettrica o fornitori di gas all'ingrosso si sono felicitati del fatto di non avere contratti di approvvigionamento a lungo termine che li avrebbero costretti a pagare inutilmente ciò che non avrebbero potuto rivendere.

I cosiddetti giganti petroliferi, da Total ad ENI , hanno pagato cara la loro strategia di lungo termine, avendo accusato negli scorsi due anni risultati assai pesanti sotto il profilo economico. Ma ora si stanno riprendendo, alla grande: stanno recuperando ampiamente le perdite subite nel biennio scorso.

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sinistra

15 FEBBRAIO: REAGIAMO CON LA LOTTA SUI POSTI DI LAVORO E FUORI!

1. 1 640x342Con l’entrata in vigore a inizio mese dell’obbligo vaccinale per gli over 50, dal 15 febbraio i lavoratori che non accetteranno di piegarsi alla vaccinazione e ai provvedimenti governativi sul lasciapassare saranno sospesi dal lavoro senza salario, come è già avvenuto per i lavoratori di sanità, scuola e di altre categorie.

Questo ennesimo ricatto non ha nulla di sanitario. Anche chi ha seguito scrupolosamente le indicazioni del governo, di fronte a vaccinati che si contagiano e contagiano e a un numero di morti simili a quelli di un anno fa, comincia a sospettare che la divisione costruita con cinismo tra vaccinati e non sia servita, serva e servirà solo a indebolire e azzerare la difesa di classe contro i capitalisti.

L’obiettivo vero del governo è, infatti, quello di imporre alla stragrande maggioranza della popolazione una restrizione sempre più marcata degli spazi di libertà personale, sindacale, politica e persino delle normali relazioni sociali. Un disciplinamento e un controllo asfissiante di cui il green pass costituisce solo un primo strumento per passare al passaporto digitale, strumento per registrare ogni attività di ciascun cittadino che permetterà allo stato di decidere quali attività permettere e quali vietare a chi non obbedisce alle sue disposizioni. Così si potrà procedere senza intralci a nuovi attacchi alle condizioni di vita e di lavoro degli sfruttati.

Già ne vediamo le premesse:

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volerelaluna

L’ipocrisia delle riforme e la notte della democrazia

di Valentina Pazé

Non so quanti dei 55 applausi a scena aperta tributati dai grandi elettori al discorso di insediamento del nuovo-vecchio Presidente della Repubblica abbiano punteggiato i passaggi riguardanti il deplorevole stato in cui versano le istituzioni democratiche nel nostro Paese.

Dopo l’omaggio di rito all’Assemblea a cui si trovava di fronte, qualificata come il «luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione», Mattarella ha dedicato alcune riflessioni – non banali, e non inedite – all’esigenza di restituire centralità alle istituzioni rappresentative, e in particolare al Parlamento. Pur concedendo un po’ troppo alla retorica delle «decisioni tempestive», indispensabili per governare «cambiamenti sempre più rapidi», il Presidente avverte che la tempestività «va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte», in modo da evitare che «i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale». Eventualità che «si traduce sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggior forza», come «poteri economici sovranazionali», che «tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico».

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manifesto

La crisi ucraina come simulazione di guerra per il gas

di Alberto Negri

L'analisi. Grazie alla sprovveduta Ue gli Usa si propongono, con l’«invasione russa» - che non c’è - come i fornitori dell’Europa. Ma è un bluff: per i costi, la logistica surreale e i danni ecologici

Sulla crisi Ucraina e del gas ormai il bluff è generalizzato. Lo sa il presidente francese Macron, ieri a Mosca e oggi Kiev, lo sa ancora meglio il timido cancelliere tedesco Scholz, tirato per le orecchie a Washington perché esita a scontrarsi con Putin. Il bluff è accompagnato dal sospetto che a minacciare davvero l’Europa non sia Putin quanto Biden, che sulla questione dei rifornimenti energetici da Mosca non ha purtroppo una posizione diversa da quella di Donald Trump.

La posta n gioco è una simulazione di guerra sì, ma del gas. La verità che è che gli americani vogliono far saltare il gasdotto Russia-Germania, il Nord Stream 2, dove nel consiglio è entrato anche l’ex cancelliere Schroeder. La sua caratteristica principale, quella che non piace agli americani, è di bypassare completamente gli Stati Baltici, quelli di Visegrad, l’Ucraina e la Bielorussia, spazzando via così qualsiasi eventuale pretesa da parte di questi Paesi di fare pressione su Mosca. Questi Paesi, tranne ovviamente la Bielorussia, pedina manovrata da Mosca, sono in gran parte pedine manovrate, attraverso la Nato, dagli Usa.

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centrotagarelli

Bugie e verità

Ipocrisia e violenza della borghesia imperialista

di Michele Michelino*

Gli apologeti del sistema capitalista/imperialista, politici, sindacalisti, mass-media, scienziati di regime, ecc, pagati profumatamente e finanziati economicamente con grandi finanziamenti e privilegi dai loro padroni continuano a tessere le lodi dei loro padroni, dipingendo il sistema capitalista sempre più dittatoriale come “democratico”, il migliore dei mondi possibili.

Per aumentare i loro profitti, i padroni attuano delocalizzazioni, licenziamenti, salari da fame, precarietà e sacrifici ai proletari, agli sfruttati, e contro chi si ribella usano la violenza “legale” della classe dominante, dello stato, per difendere e mantenere i loro privilegi.

I borghesi (di destra o di sinistra), sono sempre pronti a denunciare, condannare e reprimere l’autodifesa degli sfruttati. La lotta contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la resistenza dei paesi che si oppongono alla penetrazione imperialista sono criminalizzate e bollate come violenza contro il sistema “democratico”.

I capitalisti, gli imperialisti che nascondono dietro la parola “democrazia” gli interessi della loro classe di sfruttatori non esitano a esportare in tutto il mondo anche contro il volere dei popoli.

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nicol.forcheri

Lo scaricabarile del governo negli atti normativi

di Nicoletta Forcheri

Il dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 21 gennaio, che recava l’elenco di quei negozi accessibili senza certificato verde, con una lista tanto oscena quanto degna dei peggiori regimi della nostra storia recente, è scomparso dal sito del governo. Non è stato cancellato però dalla Gazzetta ufficiale.

Continua cioé quello scaricabarile dall’alto verso il basso con cui il governo tenta di manlevarsi di varie responsabilità e delle conseguenze penali e civili per tutta una serie di norme completamente illegali, illegittime e incostituzionali che esso stesso ha varato, con la scusa dello stato di emergenza, altro atto incostituzionale e privo di qualsiasi fondamento giuridico.

Funziona così: si fa terrorismo a parole, con l’aiuto dei media di regime, e poi si tenta, per quanto possibile, in un dedalo di labirinti normativi scritti, di lasciare sempre una sia pur minima parvenza di legalità, almeno di facciata, in modo da scaricarsi SEMPRE di tutte le responsabilità degli atti normativi che Draghi and Cie stanno adottando da mesi. Loro stessi a loro volta recettori di normative dettate dall’alto, in una piramide in cui la base è sempre più vessata e schiavizzata.

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sinistra

La mediocrità della mitezza

di Salvatore Bravo

Il papa da Fazio nella trasmissione Che tempo che fa conferma la sua alleanza con i poteri forti, il suo traghettare la chiesa nella globalizzazione e renderla organica al capitale. Al confronto con teologi e cardinali dissenzienti predilige il dialogo col mondo laicista e ateo del PD. L’operazione di marketing papale ha il suo prezzo, in primis dinanzi alla domanda sul dolore dei bambini tergiversa, per poi affermare che non sa il perché della sofferenza degli innocenti, ma dio è amore, e lui “cerca” d’amare dio. Risposta banale, nulla a livello teologico, ma molto in linea con l’ateismo attuale. La sofferenza è un mistero, ma in ogni sofferente è presente Cristo, inoltre se il dolore è letto con le categorie dello spazio-tempo fenomenico è insensato e irrazionale, ma se il tempo mondano si integra con il tempo sovratemporale assume un altro significato: la giustizia e la razionalità per un credente sono nella consapevolezza che il tempo mondano è una parte e non tutto. Il paradiso è per gli innocenti, e dunque il dolore incomprensibile ritrova la sua razionalità e la sua giustizia nell’eterno, sembra che la chiesa trovi imbarazzo a parlarne con franchezza, forse, perché teme scientismo e illuminismo vincente.

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carmilla

Immaturi e vivi oppure morti e maturi? Appunti per una mobilitazione studentesca /2

di Sandro Moiso

Scorre in questi giorni, su Netflix, una serie sudcoreana intitolata Non siamo più vivi (nell’edizione originale All of Us Are Dead) che può costituire, fatte tutte le dovute differenze tra la società e la scuola sudcoreana e le nostre, un’utile ed interessante analogia con le attuali lotte degli studenti delle scuole superiori italiane.

Nella serie, la cui prima stagione è strutturata in dodici episodi, la scuola uccide, come nella attuale realtà degli istituti di istruzione superiore italiani, e di questa violenza non sono soltanto responsabili gli zombi, che nella serie costituiscono la manifestazione epifenomenica della violenza insita nella stessa istituzione, ma ancor di più un mondo adulto fatto di ipocrisia, competizione, obbedienza, supponenza, ordine, militarismo e disciplina oltre che gerarchizzato in una rigida struttura classista.

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voltairenet

I cinque cerchi spezzati

di Manlio Dinucci

Gli Stati Uniti ormai applicano sistematicamente alla Cina il trattamento finora riservato alla Russia. Le due prime potenze militari mondiali sono così costrette a rafforzare la loro alleanza, con la conseguente relativizzazione dell’Alleanza dell’Atlantico del Nord

Le Olimpiadi invernali del 2014 – che si aprirono a Sochi in Russia il 7 febbraio alla vigilia dell’esplosione della crisi ucraina con il putsch di Piazza Maidan (18-20 febbraio) – furono definite nella campagna mediatica anti-russa le «Olimpiadi dello zar Putin». Il presidente Obama e il vice Biden, seguiti da altri, le boicottarono accusando la Russia di violare i diritti umani degli Lgbt. Stesso scenario oggi con le Olimpiadi invernali di Pechino, definite nella campagna mediatica anti-cinese «i Giochi di potere di Xi, il Grande timoniere olimpico» (La Repubblica, 3 febbraio).

Il presidente Biden le ha boicottate, accusando la Cina di violare i diritti umani degli Uiguri. Al seguito degli Stati uniti, la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia, la Lituania, l’Estonia e il Kosovo (noto difensore dei diritti umani, inquisito per traffico di esseri e organi umani alla Corte dell’Aja) hanno dichiarato il «boicottaggio diplomatico» delle Olimpiadi di Pechino.

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sollevazione2

Vaccini: le prove di un fallimento

di Leonardo Mazzei

Che il buonismo “politically correct” sia solo la maschera della più feroce cattiveria sociale è cosa evidente da tempo. Ma adesso dovrebbero vederlo anche i ciechi. «Vogliamo un’Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi». Questa frase così promettente è stata pronunciata da Mario Draghi il 2 febbraio, cioè il giorno dopo dell’entrata in vigore della chiusura dei negozi ai non vaccinati, tredici giorni prima dell’estensione del “Green pass rafforzato” a 7 milioni di lavoratori ultracinquantenni. Dunque, “la libertà è schiavitù”: George Orwell non avrebbe potuto immaginare una concretizzazione più compiuta del suo “1984”.

Quella che viene chiamata “libertà” per i ragazzi, sarà piuttosto una nuova discriminazione a danno dei non vaccinati. Solo loro andranno in Dad, come se il virus non circolasse indifferentemente tra vaccinati e non, come se in quella fascia di età vi fossero dei veri pericoli per la salute. Ma la salute ovviamente non c’entra un fico secco. Qui il principio è solo quello della punizione, che deve colpire i ragazzi al pari dei loro genitori e dei loro nonni. Almeno in questo, lorsignori non vogliono disparità di trattamento!

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lafionda

Pacchetto tapering

di Ludovico Vicino

Ci siamo quasi. Stando alle dichiarazioni della Lagarde, marzo 2022 sarà il mese che sancirà la fine del PEPP, il programma di acquisto di titoli pubblici e privati lanciato dalla BCE per fronteggiare la crisi economica causata dall’epidemia. Per qualche altro mese, fino alla fine dell’estate, il programma ordinario di quantitative easing dovrebbe espandersi per garantire il riacquisto di tutti i titoli in scadenza, dopodiché i rubinetti si chiuderanno e verrà ripristinato a tempo indeterminato il ritmo di venti miliardi di euro di acquisti mensili. Che, considerata la mole delle economie dell’Unione Europea, sono bruscolini.

Naturalmente è bastata l’incombenza del “tapering”, e in particolare la prospettiva della contrazione dei volumi d’acquisto sui titoli pubblici, a provocare la canonica cavalcata dello spread fra BTP e Bund. Un effetto collaterale davvero spiacevole ma necessario – a sentir le ragioni di Francoforte – per fronteggiare l’ondata d’inflazione che stiamo sperimentando. “Purtroppo, signora mia, ce stanno li poteri economici sovranazionali che so’ tanto brutti e tanto cattivi, e noi nun ce potemo fa’ granché” ha spiegato più o meno testualmente lo stesso Mattarella, fresco di rielezione, nel discorso tenuto a Montecitorio.

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lindipendente

La Pfizer teme la diffusione dei dati sul vaccino, ora lo ha scritto chiaramente

di Giorgia Audiello

La Pfizer teme la diffusione dei dati sull’efficacia e sugli effetti collaterali relativi al vaccino anti-Covid da lei prodotto nonché le conseguenze sugli affari della fine della pandemia. È tutto scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021. Nel capitolo intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività” si leggono parole gravi, che lasciano tanto più colpiti in quanto scritte pubblicamente senza, evidentemente, che vi sia alcun timore che queste generino legittime rimostranze da parte dei Governi, come sarebbe lecito aspettarsi. “Vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi” si legge a pagina 39 del rapporto. Mentre a poche righe di distanza si accenna ai rischi economici derivanti dalla “possibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.

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coniarerivolta

La ripresa e l’ennesima mazzata ai salari

di coniarerivolta

Nella settimana in cui i riflettori dei media sono stati puntati esclusivamente sulla rielezione alla Presidenza della Repubblica di Mattarella, che di fatto comporta il congelamento del quadro politico esistente e la perfetta continuità del Governo Draghi, l’ISTAT ha pubblicato i dati sulla ripresa economica italiana. I numeri raccontano che, nel 2021, il prodotto interno lordo (PIL) è cresciuto del 6,5% rispetto al 2020. Si tratta, stando sempre ai numeri, del più alto tasso di crescita dal 1976. Commentatori e politicanti non hanno perso l’occasione per un’ennesima sviolinata al Governo dei competenti, esaltando il Premier e le sue straordinarie capacità di gestire i fondi del PNRR, nonché di rassicurare i mercati internazionali con la sua certificata competenza. Lo scorso 1° febbraio il Corriere della Sera ha evidenziato come Draghi stesso si sia detto soddisfatto dei dati sulla crescita, che sarebbero “il prodotto della ripresa globale, ma anche delle misure messe in campo dal governo, a partire dalla campagna di vaccinazione e dalle politiche di sostegno all’economia”.

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nicomaccentelli

Cara Elisabetta

di Nico Maccentelli

Pubblico un mio commento rivolto a Elisabetta Canitano di Potere al Popolo di Roma, sicuramente un ottimo medico e una compagna che stimo. Un commento in cui ritengo vi siano una serie di questioni che oggi attraversano la sinistra di classe nello scontro politico sulla questione del movimento no green pass.

… se sei una marxista una comprensione più generale su quanto sta accadendo sarebbe opportuna, non trovi?

Entrambi siamo stati candidati di PaP. Io a Bologna. Pertanto è inutile che ci giriamo intorno. Sin dal mio primo intervento su Contropiano contro il green pass che è di fine luglio scorso ho sperato che si aprisse un dibattito. Nulla. È uscita anche la mia lettera con Evangelisti e Sassi. Solo risposte di redazione di una cosa evidentemente già decisa altrove. Ho lasciato passare la campagna elettorale per disciplina. Ma adesso che l’uso del green pass si è evidenziato come dispositivo di discriminazione sociale e di comando sul lavoro, proprio come avevo evidenziato, è ovvio che ci sia lotta di classe su questo.

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lafionda

I trent’anni di Maastricht che hanno distrutto l’Italia

di Thomas Fazi

Oggi ricorrono i trent’anni esatti dalla firma del Trattato di Maastricht, ma non c’è nulla da festeggiare.

Era il 7 febbraio del 1992, infatti, quando i rappresentanti dei dodici paesi membri dell’allora Comunità europea – per l’Italia il Ministro degli Affari esteri Gianni De Michelis e il Ministro del Tesoro Guido Carli – si riunirono nella cittadina olandese di Maastricht per dar vita all’ultima fase del processo di unificazione economica e monetaria dell’Europa occidentale e inaugurare formalmente la nascita dell’Unione europea.

Il Trattato di Maastricht non si limitava a stabilire un calendario ufficiale per la creazione dell’Unione economica e monetaria (UEM) – cioè dell’eurozona –, ma definiva anche i rigorosi criteri economici e finanziari che gli Stati dovevano soddisfare per l’ingresso nell’UEM: stabilità dei prezzi e contenimento del debito e del deficit pubblico entro rispettivamente il 60% e il 3% del PIL, nel secondo caso per tendere però al pareggio o al surplus (come ribadirà poi il fiscal compact). Il Trattato, inoltre, proibiva esplicitamente (artt. 104, 123-135) qualunque forma di monetizzazione diretta dei deficit pubblici.

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marx xxi

La crisi della democrazia moderna. Editoriale

di Francesco Maringiò

Non è bastato lo spirito olimpionico a far cessare i tamburi di guerra. Anzi: l’avvicinarsi dell’apertura dei Giochi invernali di Pechino 2022 ha visto aumentare la pressione e le minacce di un inasprimento militare sul fronte orientale dell’Europa. L’Ucraina è diventata l’epicentro di una nuova escalation militare guidata dagli Stati Uniti con la complicità assoluta dell’Unione europea che in tutti questi anni ha taciuto sul golpe che ha rovesciato il governo Janukovyc e portando al potere bande che si ispirano apertamente al nazionalismo fascista ucraino ed al nazifascismo. Una rivoluzione colorata in pieno stile, avvallata e fomentata dalle cancellerie europee e dagli Stati Uniti, desiderosi di arruolare l’Ucraina dentro la Nato e spingere così le proprie truppe ed i sistemi missilistici al confine con la Federazione Russa. L’incessante campagna mediatica che descrive i russi come gli aggressori è solo l’ultima tappa di questa pericolosa corsa verso il baratro e per la quale occorre riprendere una vasta mobilitazione contro la guerra, prima che sia troppo tardi.

Tuttavia non bisogna fermarsi solo a questo. Bisogna prendere consapevolezza che è la natura stessa della guerra ad essere cambiata nel corso degli ultimi decenni.

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sinistra

L’Europa così come si vede dal Sahel

di Mauro Armanino

Niamey, 23 gennaio 2022. Ben vero che tanti continuano a morire per cercare di raggiungerla. L’anno scorso, secondo l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, sono periti nel mondo circa 5 300 migranti. Una buona parte di questi erano in viaggio verso l’Europa. Le rotte dell’Atlantico, del Mediterrareo, dei Balcani e di altre frontiere meno note, sono diventate il luogo emblematico della Grande Difesa del continente rispetto al diritto innato di mobilità umana. Cercare orizzonti nuovi di vita non solo non è un crimine ma è ciò che da sempre gli umani hanno cercato di fare. La stabilità era l’eccezione e la migrazione la regola. L’Europa questo lo sa, perché in un tempo non troppo lontano della storia è stata il continente più ‘nomade’ di tutti.

L’Eldorado non ha terminato di sedurre chi vede nell’Europa un baluardo per la ‘barbarie’. Essa si manifesta altrove con indigenza, dittature, colpi di stato, carestie, guerre e tradimento delle promesse delle indipendenze degli anni ’60. L’Europa si presenta come affluente e influente, riparo contro gli abusi sui diritti umani e terra d’asilo per un certo numero di persone che hanno perso ogni speranza di futuro.

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sfero

Il "pensiero dell'istituzione"

di Andrea Zhok

A quanto pare in una trasmissione televisiva il Prof. Broccolo - docente di Microbiologia chimica presso l'università Milano Bicocca, avrebbe ipotizzato, come possibile causa del fatto che le persone nella fascia d'età 12-39 con booster appaiano (dati ISS) a maggior rischio di ospedalizzazione rispetto ai “bidosati”, il cosiddetto effetto ADE.

Nel merito dell'effetto ADE non voglio discutere, non avendone particolare titolo. Posso solo dire che la letteratura scientifica sul rischio di questo effetto a fronte di reiterazioni delle inoculazioni è ampiamente disponibile, tanto da averla io stesso incontrata, letta e menzionata nel corso dell'ultimo anno.

Ciò che voglio commentare brevemente è il fatto che, a quanto pare, l'Università Milano Bicocca avrebbe ritenuto di prendere posizione su questo intervento, esprimendosi nei seguenti termini:

“Le opinioni espresse dal dottor Broccolo non rappresentano il pensiero dell'istituzione. Nostre ulteriori azioni e considerazioni a riguardo saranno tenute al di fuori del contesto social.”

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italiaeilmondo

I beati, i beoti e il loro Presidente

di Giuseppe Germinario

Se si dovesse esprimere un giudizio sintetico sull’epilogo della recente rielezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica e sul suo discorso di investitura al Parlamento in seduta plenaria, si potrebbe sintetizzare così: per riaffermare la propria trionfale ragione di “riesistere”, ha dovuto glissare sulle ombre del corretto assolvimento alle proprie prerogative per assumersene di altre e ulteriori, proprie di un organo politico esecutivo e deliberativo.

Aspetti, tutti e due presenti e ben rappresentati in quel consesso. Il tutto tra gli applausi scroscianti di beati e beoti, ormai sempre più accomunati e omologati.

Il discorso del Presidente, investito per altro nel suo ruolo di presidenza, tra l’altro, del Consiglio Superiore della Magistratura e del Consiglio della Difesa, nella sua banalità si focalizza su quattro punti apparentemente anodini: il richiamo potente e retorico al rispetto e alla promozione della dignità in diciotto delle sue applicazioni; il rispetto delle prerogative del Parlamento; la riforma della giustizia; l’adesione incondizionata agli indirizzi della Unione Europea.

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maelstrom

Lo psicodramma dei grandi elettori e la fine della “Seconda Repubblica”

di Damiano Palano

Questo commento è apparso su "Secondo Tempo" e, in una versione parzialmente diversa, sul "Giornale di Brescia" il 2 febbraio 2022

Benché i tempi della dialettica parlamentare siano oggi guardati per lo più con disprezzo da un’opinione pubblica abituata alla politica “istantanea” delle dichiarazioni e dei tweet, in questa settimana il Parlamento è in realtà tornato a essere quello che è stato per una parte importante della sua storia. Non tanto perché i grandi elettori abbiano fatto sentire la loro voce contro i vertici dei partiti, quanto perché l’emiciclo di Montecitorio è diventato ancora una volta – seppur con le limitazioni rese necessarie dalla pandemia – una sorta di grande teatro, in cui le forze politiche hanno avuto la possibilità di dare una rappresentazione rituale alle loro specifiche posizioni, alle trattative con le parti avverse, ai compromessi raggiunti con fatica, alle lacerazioni interne. E proprio sulle tavole di questo palcoscenico nazionale abbiamo assistito alla presa d’atto di ciò che, in fondo, ognuno sapeva in cuor suo fin dall’inizio, ma che nessun leader politico aveva avuto la forza o il coraggio di pronunciare ad alta voce.

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marx xxi

Dalla Costituzione alla “democrazia” atlantica

di Norberto Natali

Il parlamento che ha votato per il Quirinale la scorsa settimana, è stato eletto con una legge conseguenza di un altro parlamento (di oltre un decennio fa) che venne definito “incostituzionale”, a causa delle norme che ne avevano regolato l’elezione, proprio dalla Corte Costituzionale.

Dopo la fine del PCI e dell’URSS, nel nostro Paese sono stati forzosamente introdotti (avviati con i cosiddetti referendum di Segni) cambiamenti sempre più convulsi del sistema elettorale.

Via via è stato ottenuto il contrario degli obiettivi che si promettevano con tali cambiamenti: è aumentata la frammentazione dei partiti, l’instabilità parlamentare e governativa, la “transumanza” di oltre un quarto degli eletti ogni legislatura da uno schieramento all’altro; non mi sembra siano calate la corruzione e l’influenza delle mafie. In definitiva dopo ogni elezione non si ha affatto la “certezza” su chi ha vinto e chi governerà per cinque anni.

Nel frattempo è anche aumentato il caos per le consultazioni elettorali di ogni livello, sicché gli elettori -sempre più confusi- ogni volta che si vota, devono attenersi a complicate regole o criteri assai diversi da quelli delle elezioni precedenti e successive.

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sinistra

Il diritto del più forte

di Salvatore Bravo

La razza padrona continua la sua corsa, nulla al momento sembra formare il potere neofeudale. La razza padrona governa l’ordine del discorso, nega ogni principio logico e trasforma ogni occasione in mezzo per imporre il dominio del plusvalore assoluto. Il modo di produzione capitalistico produce solo denaro e finanza. L’irrazionale è la nuova dimensione del plusvalore, ovvero le leggi logiche e razionali sono violate, per cui il diritto è solo flatus vocis. I sudditi devono seguire l’ordine del discorso deciso dagli oligarchi, non devono avere voce, devono solo obbedire.

Negli ultimi giorni le cronache riportano un caso avvenuto in Francia su cui regna il silenzio dei media generalisti. Un anziano signore francese è venuto a mancare a seguito della vaccinazione anticovid, l’assicurazione sulla vita si è rifiutata di pagare il risarcimento ai famigliari, in quanto la vaccinazione non è obbligatoria e specialmente il vaccinato era consapevole dei rischi. L’avvocato di famiglia Carlo Alberto Brusa ha denunciato il caso sui social. Per la legge la compagnia assicurativa legittimamente non ha eseguito il pagamento, in quanto il vaccinato accettando il rischio ha commesso un atto comparabile al suicidio.

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theunconditional

Protocollo letale

di Thomas Fazi

«Abbiamo trovato notevole, e sorprendente, vedere la differenza nelle probabilità di diventare un paziente grave quando si è carenti di vitamina D rispetto a quando non lo si è», hanno dichiarato al “Times of Israel” il dottor Amiel Dror, un medico del Galilee Medical Center, e il ricercatore Bar Ilan.

Proprio da uno studio peer-reviewed di Dror e colleghi appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “PLOS ONE”¹, infatti, arriverebbe l’ennesima conferma circa l’utilità della vitamina D nel ridurre – e di tanto – il rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, soprattutto nelle persone più anziane (cioè quelle maggiormente a rischio di ospedalizzazione e/o morte).

Gli scienziati israeliani sostengono di essere ormai riusciti a dimostrare al di là ogni ragionevole dubbio che esiste una chiara correlazione tra i livelli di vitamina D nel corpo e il rischio di malattia grave e/o di morte post-infezione – e dunque che l’aumento dei livelli di vitamina D può aiutare a ridurre significativamente ridurre il rischio di malattia grave e/o di morte –, al punto da poter predire con ragionevole certezza l’impatto del virus su un soggetto basandosi unicamente sulla loro età e sui loro livelli di vitamina D (vedi l’immagine).

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lantidiplomatico

Bugie sulla sicurezza dei vaccini Usa

di Alberto Fazolo

Per contrastare la pandemia i paesi occidentali (UE, USA e altri) hanno deciso di ricorrere all'uso di due vaccini di proprietà di colossi farmaceutici americani. I governi, le strutture sanitarie e le case farmaceutiche ci hanno assicurato che questi vaccini "funzionano e sono sicuri".

Io non ho le competenze mediche per dire se realmente questi vaccini "funzionano e sono sicuri" ma penso di avere quel minimo di buon senso per non fidarmi di un'affermazione così ridicola. Al momento in cui scrivo, in Italia c'è il quintuplo dei contagi giornalieri rispetto al massimo registrato l'anno passato, (cioè quando non c'era il vaccino), mentre i morti sono centinaia al giorno.

Quindi se per "funzionare" si intende che i vaccini americani fermino la pandemia, è allora evidente che non funzionano. Tuttavia, quei vaccini sono effettivamente in grado di contenere lo sviluppo dei sintomi e ciò è un bene soprattutto per le categorie più fragili. A prescindere da ogni eventuale valutazione sulla pericolosità dei positivi asintomatici, si pone impellente un'altra questione: la durata di questi vaccini. Ad ora sembrerebbe che i vaccini americani dopo pochi mesi perdano di efficacia, tant'è che sebbene presentati come farmaci da assumere in due dosi, nel giro di un anno in molti hanno già dovuto farne la quarta.