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acacciadiguai

Atteniamoci ai fatti, prego

di Giovanni Dall'Orto

Fra i mille commenti che hanno invaso i social chiedendo la guerra per salvare la pace, utilizzando la menzogna per salvare la verità, e pretendendo l’annullamento dei Diritti Umani per salvare i Diritti Umani, ne ho scelto uno per la sua chiarezza e semplicità.

Desidero commentarlo per mostrare come spesso il dibattito sembri o risulti infruttuoso perché le premesse e le informazioni in base al quale viene condotto sono, semplicemente, false.

Spesso lo sono per ignoranza (non si può sapere tutto), ma altrettanto spesso per quella forma di informazione intenzionalmente menzognera che si chiama propaganda, e che è connaturata alla guerra.

Il tweet è il seguente (ho cancellato il nome perché è irrilevante, in quanto il mio scopo è denunciare un certo metodo di argomentare, e non mettere alla berlina chicchessia). Eccolo:

Gaza è stata liberata nel 2005. Dal 2007 Hamas la governa con un governo tutto suo. È uno stato di fatto con un suo esercito. Ora, ha mosso guerra ad Israele, mirando ad obiettivi civili. Guerra che ora subisce. L’unico obbligo di Israele è condurla secondo le leggi di guerra“.

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E’ difficile radunare così tante bugie propagandistiche in 144 caratteri. Proviamo a elencarle.

  1. Gaza non è stata “liberata” nel 2005. Gaza è stata sgombrata dalle colonie illegali, che costringevano l’esercito israeliano a un lavoro esagerato per proteggere qualche migliaio di coloni da milioni di palestinesi. Prima di andarsene, i colonizzatori hanno raso al suolo ogni cosa che avevano costruito, “liberando” insediamenti totalmente devastati.
  2. Dal 2007 Hamas non la “governa” affatto, ma la “amministra”. La differenza non è piccola. La sovranità resta infatti in capo a Israele, che è l’unica autorità statuale (l’unico governo) presente sul quel territorio, come sul resto dei territori palestinesi che non ha ancora annesso formalmente. Questo fatto implica che Israele, in quei territori, in base al Diritto internazionale, sia “Potenza occupante”, con una serie di doveri nei confronti della popolazione occupata (di cui si infischia altamente — l’80% della popolazione vive grazie ai fondi versati dalle Nazioni Unite, la disoccupazione giovanile è al 50%).
  3. Ciò implica che l’esercito israeliano può imporre, incontrastato, un embargo di ferro attraverso controlli su tutti e tre i punti d’accesso di terra a Gaza: due direttamente sulla “frontiera” con Israele, un terzo tramite un trattato con l’Egitto (che oltre tutto è pure nemico di Hamas di suo, per motivi politici che non è il caso di elencare qui). L’intero litorale è pattugliato dalla marina militare israeliana, che decide lei a quante miglia dalla costa possono spingersi le imbarcazioni, sparando senza preavviso a qualsiasi imbarcazione trovata oltre questo limite, con la scusa che potrebbe essere impegnata in traffico d’armi. Ovviamente, se Gaza fosse un governo, avrebbe tutto il diritto di armare il proprio esercito, esattamente come fa Israele, ma questa circostanza conferma che quello di Gaza non è un governo.

    Infine, Israele ha fatto fare una strana curva al confine delle proprie acque territoriali che così, per puro caso, sono inciampate in un giacimento di gas che grazie a tale curva finisce per essere di Israele e non di Gaza.

  4. L’Autorità Palestinese, come dice il nome, non è uno stato, e non è un governo, è una amministrazione. Come lo sono il Comune di Milano e la Regione Puglia. Hanno tutti e tre competenze amministrative, finanziarie, di ordine pubblico, educative, ma non hanno la sovranità statuale. Che nel caso di Gaza resta in mano a Israele, che per esempio riscuote le imposte doganali per i palestinesi e, se ne ha voglia, le gira alle autorità competenti, altrimenti no.
  5. Hamas (che incidentalmente è un partito politico, e non “la Palestina“, tant’è vero che il resto della Palestina è governata da partiti che non sono Hamas) ha una milizia armata che funziona anche come forza di polizia, che è sì armata ma non è un esercito nel senso in cui lo è quello d’Israele. L’esercito d’Israele controlla infatti meticolosamente che nessuna arma pesante entri nel territorio non sovrano di Gaza. Ecco perché abbiamo i missili “tubi di stufa” fatti in casa.

    Se vogliamo un paragone, quella di Hamas è come la Irish Republican Army durante la guerra d’indipendenza irlandese, o l’FLN durante la guerra d’indipendenza algerina.

    Lo riconosco, la differenza è un po’ di lana caprina (alla fine, essere ammazzati da un esercito o da una milizia armata non cambia nulla), tuttavia l’affermazione secondo cui “Hamas possiede un esercito” serve solo a insinuare l’idea che possieda un’organizzazione militare paragonabile a quella d’Israele, tale da minacciare da pari a pari addirittura l’unico (vero) esercito in tutto il Medio Oriente che possiede tutti e tre i tipi di armi di distruzione di massa (atomiche, chimiche e biologiche). Non prendiamoci in giro, per favore.

  6. Fra Israele e Palestina non esiste un confine, ma solo una linea del cessate il fuoco. Il solo confine internazionalmente riconosciuto è quello approvato dall’ONU il 29 novembre 1947 (ormai reso obsoleto dai fatti sul terreno), che spartiva il territorio dell’ex Mandato Britannico di Palestina fra lo Stato di Israele e lo Stato di Palestina.

    Certo, per fare prima, nel parlare comune si è ormai soliti, persino da parte palestinese, parlare di “confine del 1967″ per indicare la linea del cessate il fuoco di quell’anno, che però non è un confine in senso giuridico (un confine tra due stati presuppone due stati, e qui ne esiste uno solo: Israele). Come dimostra anche il fatto che Israele si sente in diritto di continuare a spostarlo (in proprio favore).

    A riprova di ciò, Israele rifiuta di parlare di “Territori occupati” (definizione adottata perfino dal Dipartimento di Stato Usa!). Nel suo linguaggio si tratta semmai di “Territori contesi“, ossia, sui quali non è stato ancora definita la linea del confine.

    Ovviamente (“non si può conservare il dolce ed anche mangiarlo”): questo fatto ammette che Israele, in quei territori, è “potenza occupante”, essendo la sola entità statale esistente. Contro la quale la legge internazionale riconosce il legittimo diritto alla Resistenza armata (che poi sarebbe quello stesso che noi invochiamo senza problemi quando si tratta degli ucraini, giusto per la cronaca. Un pizzico di coerenza non farebbe male).

Sul resto del tweet che sto commentando ci sarebbe da ridire, su questioni che però richiederebbero lunghe argomentazioni, a partire dal fatto che i kibbutz attaccati da Hamas non sono strettamente “civili” in quanto integrati nel sistema della Difesa israeliana (“Israele non è uno stato che possiede un esercito, ma un esercito che possiede uno Stato“, cit.), tuttavia non perderò troppo tempo ad argomentare in questo senso perché penso sia comunque sbagliato ammazzare gli esseri umani, indifferentemente dal fatto che siano civili o soldati.

In effetti, come ha dimostrato il prosieguo della guerra, chi ha in mano un’arma ammazza chiunque gli si pari davanti, bambino o adulto, donna o uomo, civile o soldato. La distinzione fra civili e soldati è pura ipocrisia, serve solo a proiettare un’aura di nobiltà cavalleresca, di una lotta “da uomo a uomo”, virile guerriero contro virile guerriero, ad armi pari. Poi però va sempre a finire che nella parte avversa “non esistono civili“, e quindi è lecito ammazzarli tutti. (“Dieu reconnaîtra les siens“).

La mia tesi è infatti che è la guerra in sé a essere sbagliata, nel senso che sono convinto, dopo aver letto la storia, che la guerra è inutile come strumento di risoluzione delle controversie internazionali (non a caso la nostra Costituzione, scritta da chi l’aveva vissuta sulla propria pelle, la ripudia(va)).<

Tranne in un caso: il genocidio. Infatti, niente come la guerra autorizza, aiuta, giustifica, implementa il genocidio, ed è quindi perfetta se è questo lo scopo di chi prende in mano le armi. E sui social media vedo molti che vogliono esattamente questo, ovviamente per nobilissime ragioni, e quindi mi si chiarisce perché vogliano la guerra: come strumento di un genocidio, in un senso o nell’altro, che loro ritengono giusto e dovuto.

In fondo, Hitler aveva bisogno della “soluzione finale” per porre fine agli infiniti atti di oppressione causati dai “giudei” contro i poveri e indifesi lavoratori ariani, vittime degli strozzini giudei, delle loro macchinazioni, delle guerre che essi scatenavano, e delle atrocità che commettevano (Sapete chi era San Simonino da Trento? Se ve lo dico non mi credete, cercatelo su Google).

C’è sempre una buona, giusta, razionale, logica ragione per scatenare una Shoah, una Nakhbah, un genocidio armeno, un genocidio indiano. Alla fine, le vittime se lo sono sempre “meritato“. Perché erano assassini, terroristi, selvaggi all’età della pietra, violenti, senzadio, eretici, nemici della pace, persone con cui era impossibile un discorso razionale o, per dirla con le alate parole del ministro israeliano, “animali umani”, da ammazzare come tali.

Vedendo in quanti, in questi giorni, non solo giustificano, ma invocano il genocidio dell’una o dell’altra parte come atto giusto e dovuto, capisco come abbia fatto Hitler a sterminare sei milioni di ebrei, non dico nell’indifferenza del mondo intero, ma addirittura con la malcelata approvazione della “brava gente”.

Siamo tutti in tempo di essere migliori di quella “brava gente”, ed evitare che la storia si ripeta.


PS Uno dei tweet più schifosi che ho letto, riguardava un gruppo di bambini uccisi nel bombardamento di una scuola usata come rifugio contro i bombardamenti. Il tweet ha accusato Hamas di avere “usato i bambini come scudi umani”. Dunque: i bambini vengono usati per proteggere un rifugio antibombardamenti… dai bombardamenti?

Ma vi sentite parlare?

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Comments

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Alfred
Wednesday, 15 November 2023 12:23
Grazie,
Grazie per avere chiarito il reale ambito in cui la guerra e 'utile'

Tranne in un caso: il genocidio. Infatti, niente come la guerra autorizza, aiuta, giustifica, implementa il genocidio, ed è quindi perfetta se è questo lo scopo di chi prende in mano le armi. E sui social media vedo molti che vogliono esattamente questo, ovviamente per nobilissime ragioni, e quindi mi si chiarisce perché vogliano la guerra: come strumento di un genocidio, in un senso o nell’altro, che loro ritengono giusto e dovuto.
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kaveat
Friday, 10 November 2023 12:32
L'abbaglio della sininstra ha dimensioni globali.
Continui errori storici, morali, di prospettiva,etici.....non riesco piu al leggere niente, sono il solo?
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