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lariscossa

Piccoli Bertinotti crescono in Europa

Se qualcuno volesse avere la misura di cosa è diventata la Sinistra Europea basterebbe ascoltare l’intervento di Eleonora Forenza. La parlamentare eletta con l’Altra Europa con Tsipras, attivista di Rifondazione ha tenuto oggi il suo discorso come candidata del GUE/NGL alla Presidenza del Parlamento Europeo. Un mito attrattivo quello di candidarsi a funzioni di garanzia di organi sempre più inutili che evidentemente a Rifondazione continua a piacere. La lezione di Bertinotti non è servita.

L’intervento della Forenza è un concentrato di tutto ciò che c’è da combattere a sinistra. Nessuna critica al capitalismo, mai nominato nell’intervento. La Forenza esordisce affermando «sono una femminista e una femminista può fare la differenza» sostenendo come prima priorità del suo intervento il contrasto al sessismo e all’omofobia nella UE. Poi il discorso si rivolge alla questione del Sud Europa e dell’austerità, in piena linea con la linea Renzi-Tsipras del vertice dei paesi del Sud Europa ad Atene di qualche mese fa. Parole d’ordine che confondono l’analisi sulla UE che alimentando un’idea di scontro tra paesi, spostano l’attenzione dall’enorme conflitto di classe che oggi si genera nell’area europea e che comporta un trasferimento enorme di ricchezza dalle classi popolari alla finanza. Si passa poi all’immigrazione, ma nulla dice la Forenza sulla guerra e sulle responsabilità dell’imperialismo.

Non una parola sulla Nato, sullo scontro tra potenze in atto, sul ruolo dell’Unione Europea nel sostenere gruppi terroristici e interventi militari, nell’appoggiare le campagne di rapina dei grandi monopoli. Non infine una parola sul carattere anti-popolare della UE. Neanche una volta nominata la parola lavoratori. Per finire una discussione sul ruolo del Parlamento Europeo, e sul recupero del «sogno di Altiero Spinelli». Un concentrato di tutto l’arsenale della Sinistra Europea che oggi è pienamente funzionale alla UE, ad alimentare illusioni sulla sua natura, sulle sue origini e su una presunta riformabilità delle sue istituzioni e che diventa il migliore alleato dell’avanzata dell’estrema destra nel continente.

La candidata alternativa del GUE/NGL di alternativo ha solo la fraseologia movimentista, ma sul carattere della UE non una parola, magari per non turbare le anime più europeiste del gruppo. Anime a dire il vero sempre più maggioritarie in quello che fu il gruppo delle forze comuniste e antimperialiste europee. La delegazione parlamentare del KKE si è astenuta nella votazione, non votando alcuno dei candidati in ballo in quanto «loro stessi, i loro gruppi politici del Parlamento europeo e i loro partiti, nonostante differenze e sfumature, servono la strategia antipopolare dei monopoli, l’Unione Europea e i governi borghesi negli Stati membri». Il KKE ha inoltre criticato le espressione di «democratizzazione della UE e del Parlamento» come illusioni sul ruolo della UE. Difficile dare loro torto viste le parole della Forenza che sulla carta dovrebbe rappresentare la “sinistra”.

Il consueto misto di movimentismo, europeismo, idealismo condito con attrazione fatale per le cariche istituzionali, che non cessa di essere maggioritario a sinistra. L’unica differenza vera con Pittella finisce per essere l’abbigliamento.

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