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sinistra

Marx un cane morto?

di Salvatore Bravo

AFP 13Z6VJ kH0B U4348L’accettazione del sistema sociale vigente quale unico possibile è il volto abbagliante dietro il quale si cela la sua verità, l’abbaglio è il disorientamento, il turbocapitalismo vive e si espande nella caduta del senso critico, nella rinuncia individuale e di massa al riorientamento disalienante verso la condizione disumana a cui, tutti, sono sottoposti, malgrado le innegabili differenze delle condizioni materiali. Naturalmente la sua ideologica fatalizzazione consente al capitale trasformato in motore della Storia collettiva ed individuale di essere il vero protagonista delle storie, in quanto la storia è nel concreto il luogo delle scelte individuali che si aprono all’alterità per fondare la comunità. Le storie con il vociare del possibile sono sostituite con velocità crescente di ordine geometrico dal capitale, il quale divenuto ipostasi non riconosciuta, ed in forza omologatrice delle storie individuali. Le vite divengono in quanto abitate dal capitale indifferenziate, non hanno che gli stessi attributi del valore di scambio, così come le merci sono valore di scambio e dunque astratte perché hanno perso il valore d’uso, nella stessa maniera i soggetti sono posti tutti sulla stessa linea indifferenziata, essi sono tempo astratto, e quindi il valore di ciascuno passa per le forche caudine della rinuncia alla propria individualità in favore di criteri astratti di quantificazione. Il tempo di lavoro di ciascun individuo è sottoposto alla legge comune a tutti, ogni individualità è soppressa, svuotata perché serva del tempo astratto, ovvero del tempo dedicato alla produzione ed al consumo coatto.

Inoltre, nel valore di scambio, il tempo di lavoro del singolo individuo si presenta immediatamente come tempo di lavoro generale, e questo carattere generale del lavoro individuale si presenta come carattere sociale di quest'ultimo. Il tempo di lavoro rappresentato nel valore di scambio è tempo di lavoro del singolo, ma del singolo indifferenziato dall'altro singolo, da tutti i singoli in quanto compiono un lavoro uguale, e quindi il tempo di lavoro richiesto per la produzione di una determinata merce è il tempo di lavoro necessario, che ogni altro impiegherebbe per la produzione di quella stessa merce. E' il tempo di lavoro del singolo, il suo tempo di lavoro, ma solo come tempo di lavoro comune a tutti, per il quale è indifferente di quale singolo individuo esso sia il tempo di lavoro. Come tempo di lavoro generale, esso si esprime in un prodotto generale, in un equivalente generale, in un determinato quantitativo di tempo di lavoro oggettivato; e quest'ultimo, astraendo dalla forma determinata del valore d'uso in cui appare immediatamente come prodotto dell'uno, è traducibile a piacere in qualsiasi altra forma di valore d'uso in cui si esprima come prodotto di qualsiasi altro. E' grandezza sociale soltanto in quanto è una tale grandezza generale. Per risultare valore di scambio, il lavoro del singolo deve risultare equivalente generale, ossia rappresentazione del tempo di lavoro del singolo come tempo di lavoro generale o, ancora, rappresentazione del tempo di lavoro generale come tempo di lavoro del singolo.”1

Marx oggi è trattato dalle sinistre come dagli ambienti accademici come cane morto, la verità non trova accoglimento, ma ovunque si assiste al regno del reazionario, ogni luogo è occupato da forze che spingono verso la riproduzione automatica del sistema. Se si rileggono le parole di Marx si ha la chiarezza che le forze che osannano i diritti individuali sono in realtà le forze che negano l’individuo, lo eguagliano alle merci, spingono verso la quantificazione violenta: vita senza qualità individuale dove ognuno è l’altro. Nei processi di riproduzione del sistema della quantificazione, la formazione potrebbe essere uno dei luoghi di resistenza creativa e di consapevolezza, ma la cultura dogmatica dell’uso delle tecnologie senza altro fine che l’asservimento e l’indebolimento gestaltico del soggetto, porta a riaffermare la cultura del feticcio, dell’astratto nel quale ci si muove senza porre perché “sospensivi”. Marx cane morto (Marx nel proscritto alla seconda edizione del primo capitolo del Capitale afferma che Hegel è trattato come cane morto dai filosofi alla moda), perché insegnava seguendo l’ottica dell’Idealismo a riattivare la catena dei perché, con i quali il noto sempre sconosciuto era smascherato nei suoi rapporti sociali complessi:

Nella merce questa mistificazione è ancor molto semplice. Tutti più o meno capiscono vagamente che il rapporto delle merci quali valori di scambio è piuttosto un rapporto fra le persone e la loro reciproca attività produttiva. Nei rapporti di produzione di più alto livello questa parvenza di semplicità si dilegua. Tutte le illusioni del sistema monetario derivano dal fatto che dall'aspetto del denaro non si capisce che esso rappresenta un rapporto di produzione sociale, se pure nella forma di una cosa naturale di determinate qualità. Presso gli economisti moderni i quali sdegnano sghignazzando le illusioni del sistema monetario, fa capolino questa medesima illusione, non appena essi maneggino categorie economiche superiori, ad esempio il capitale. Essa irrompe nella confessione di ingenuo stupore quando ora appare come rapporto sociale ciò che essi goffamente ritenevano di fissare come cosa, e ora li stuzzica di nuovo come cosa ciò che aveva."2

Se si ascoltano i messaggi dei mezzi mediatici che abitano il tempo astratto delle nostre vite, il denaro e le merci, sono i protagonisti estremi delle nostre esistenze. Sono la verità palese che si occulta. Tutto è ridotto a denaro, a circolazione del denaro forma astratta delle merci, lavoro astratto di vite astratte, con l’affermarsi del capitalismo finanziario l’indifferenza regna, ogni crimine è fatalmente accettato purché il sangue della finanza circoli e si moltiplichi, mentre tutto questo accade, la qualità delle vite è inversamente proporzionale al trionfo della logica dell’astratto. Il laicismo imperante non è che lo strumento per consentire al denaro di circolare sempre più liberamente, senza vincoli morali e geografici: lo sfondamento è tanto grandioso da far temere che sia legge della storia e religione mondana realizzata e conclusa: un finito-infinito che in quanto tale ha concluso il proprio circolo e d’ora in avanti non vi è che la sua eterna ripetizione. Paganesimo del denaro e della circolazione, idolatria dell’economia: l’azione etica, e dunque sociale da svolgere, è ricominciare ad avere il coraggio di porre un limite, katechon attraverso il logos. Si deve spiegare ciò che accade per denaturalizzarlo, e riportare il mondano a logiche umane:

Ma la circolazione del denaro è movimento esterno, e la sovrana benchè non olet, si aggira in compagnia piuttosto discutibile. Soffregandosi con ogni specie di mani, borse, tasche, salvadanai, sacchetti, casse e armadi, la moneta si consuma, lascia attaccato un atomo d'oro qua, un altro là, perdendo in tal modo, con il limarsi nella circolazione del mondo, sempre più del suo contenuto interno. La moneta si logora per lo stesso fatto che la si usa. Tratteniamo ora la sovrana in un momento in cui il suo carattere naturalmente serio e composto appare ancora a mala pena intaccato. "Un fornaio che oggi riceve fresca fresca dalla banca una sovrana nuova di zecca e la dà via l'indomani per pagare il mugnaio, non paga la stessa, vera (veritable) sovrana; questa sarà più leggera di quel che era al momento in cui l'aveva ricevuta." "E' chiaro che la moneta, per la natura stessa delle cose, debba scivolare nel deprezzamento pezzo per pezzo in seguito alla azione pura e semplice dell'ordinaria e inevitabile usura. E' cosa fisicamente impossibile escludere del tutto dalla circolazione in un momento qualsiasi, foss'anche per un sol giorno, monete leggere." Jacob calcola che dei 380 milioni di lire sterline, esistenti nel 1809 in Europa, nel 1829, in un periodo cioè di vent'anni, 19 milioni di lire sterline erano completamente scomparsi a causa dell'usura. Quindi, come la merce al suo primo passo entro la circolazione esce da questa, così la moneta dopo alcuni passi entro la circolazione rappresenta un peso metallico maggiore di quello che ha. Quanto più a lungo la moneta circola, restando invariata la velocità della circolazione, oppure, quanto più vivace si fa la sua circolazione in quello stesso periodo di tempo, tanto più la sua esistenza quale moneta si distacca dalla sua esistenza aurea o argentea. Quello che rimane è magni nominis umbra. Il corpo della moneta ormai non è più che un'ombra. Mentre in origine la moneta diventava più pesante per effetto del processo, ora diventa più leggera per lo stesso effetto, ma continua, in ogni singola compera o vendita, a valere la originaria quantità d'oro. La sovrana continua a compiere la funzione della moneta d'oro legittima come sovrana apparente, come oro apparente. Mentre altri esseri, nell'attrito con il mondo esterno, perdono il loro idealismo, la moneta è idealizzata dalla pratica, e trasformata in semplice esistenza apparente del suo corpo aureo o argenteo. 3

Bisogna riportare la sovrana del mondo alla sua natura genetica umana troppo umana, altrimenti il regno dell’astratto divorerà la concretezza irrepetibile di ogni vita. Marx non è un cane morto, come non lo è la Filosofia, senza il logos filosofico ed i suoi classici la lettura del mondo appare difficile e dunque si alimenta la riproduzione violenta ed automatica del sistema. Non è un caso che nell’Europa della finanza la Filosofia arretra e scompare dai curriculum di studi per lasciare spazio al dogmatismo economico. In Germania, la Filosofia come il greco antico non sono che discipline complementari, in Spagna la Filosofia è stata sostituita dall’economia, in Italia resiste, ma in modo bizantino, la si indebolisce con l’esemplificazione, con la marginalità culturale, è oresentata come la preistoria della scienza. Senza la Filosofia il riorientamento gestaltico diventa improbabile. Marx ha mostrato che dove vige la legge della merce e del denaro i rapporti si alienano, in quanto il denaro è veicolo della perversione dei rapporti: l’altro è solo venditore o compratore, ciascuno fa del proprio interesse immediato la stella polare con cui orientarsi nel mondo delle relazioni sociali:

Venditore e compratore diventano creditore e debitore. Se il possessore di merce, come custode del tesoro, recitava una parte piuttosto buffa, ora egli diventa terrificante in quanto concepisce non se stesso, bensì il suo prossimo, come esistenza di una determinata somma di denaro e rende martire del valore di scambio non se stesso, bensì il prossimo. Da credente diventa creditore, dalla religione precipita nella giurisprudenza. "I stay here on my bond!" Dunque, nella forma modificata M - D, nella quale la merce è presente e il denaro è soltanto rappresentato, il denaro funziona in un primo momento come misura dei valori. Il valore di scambio della merce è stimato nel denaro come sua misura, ma come valore di scambio misurato contrattualmente il prezzo esiste non soltanto nella mente del venditore, bensì al contempo come misura del debito del compratore. Secondo, il denaro funziona qui da mezzo di acquisto benchè proietti soltanto l'ombra della sua esistenza futura. Esso trae cioè la merce dal suo posto, dalla mano del venditore in quella del compratore. Quando scade il termine dell'adempimento del contratto, il denaro entra nella circolazione, poichè cambia posto e passa dalle mani del compratore passato in quelle del venditore passato. Ma non entra nella circolazione come mezzo di circolazione o mezzo di acquisto. Come tale ha funzionato prima di esserci, e si presenta dopo aver cessato di funzionare come tale. Invece entra in circolazione come unico equivalente adeguato della merce, come esistenza assoluta del valore di scambio, come ultima parola del processo di scambio, in breve come denaro, e cioè come denaro nella funzione determinata di mezzo di pagamento generale. In questa funzione come mezzo di pagamento il denaro appare come la merce assoluta, ma entro la circolazione stessa, non come il tesoro al di fuori di questa. La differenza fra mezzo d'acquisto e mezzo di pagamento si fa notare in modo assai spiacevole nelle epoche di crisi commerciali.”4

La Rivoluzione che auspicava Marx, il comunismo, sarebbe stato lo spazio delle libere personalità in cui affrancarsi da relazioni di potere dolorose ed estranianti. Il cane morto come la Filosofia ha tanto da dirci ancora, sta a noi essere la sua voce, riannodare la continuità del pensiero da consegnare al presente in modo che possa irrompere tra gli automatismi, il possibile critico, come categoria delle storie antitetica alla necessità: la prassi contro la necessità, il futuro è destinato al confronto tra queste due categorie.


Note
1 Karl Marx, Per la critica dell’ideologia tedesca, ousia, pag.5
2 Ibidem pag.6
3 Ibidem pag.29
4 Ibidem pag. 39

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