Il capitalismo, come è noto, consiste nella moltiplicazione infinita di un capitale pronto e disponibile a moltiplicarsi. Una società a gestione economica di tipo capitalistico deve avvalersi di membri disposti a farsi trascinare in tale sistema, seppure il risultato dei loro sforzi e della tensione al miglioramento loro richiesta finisca secondo la natura del capitalismo, nelle mani di una piccola minoranza in forma di proprietà privata.
Le tecniche motivazionali del lavoratore
Affinché accetti di stare al gioco anche chi programmaticamente è escluso dai risultati prodotti dalla collettività – e incluso solo come fattore di costo nel calcolo del profitto altrui – si rendono necessarie efficaci tecniche motivazionali, riadattate di volta in volta a modi e a rapporti di produzione in continuo mutamento: sotto forma di “incentivi al lavoro”, ispirati alle promesse di salvezza della religione (Weber 2002 [1904-1905]), di minacce di sanzioni penali e prospettive di ristrettezza economica (Marx 1966 [1867), di finanziamenti per l’acquisto di una casa o il consumo, di salari superiori ai valori di mercato (efficiency wages, “salari di efficienza”), di politiche sociali di espansione dell’offerta lavorativa attraverso strategie push e pull (di anticipo e soddisfazione della domanda), di ascensori sociali dei mercati del lavoro interno”, di “bonus di rendimento” e, cosa ancor più importante al giorno d’oggi, di un’offerta infinita di beni di consumo, sempre nuovi e “migliori”.