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coniarerivolta

Un salario meno che minimo: una farsa europea

di coniarerivolta

La vicenda della direttiva europea sul salario minimo è un ottimo esempio di quello che le istituzioni europee possono fare in concreto per migliorare la vita dei lavoratori: nulla. L’esempio è istruttivo per due ragioni, una di merito ed una di metodo, strettamente intrecciate tra loro.

La ragione di metodo discende dal tortuoso percorso seguito dalla bozza di direttiva, proposta dalla Commissione europea nel 2020, poi sottoposta ad una lunga consultazione e, nella notte tra il 6 e il 7 giugno scorsi, fatta oggetto di un accordo tra i due legislatori europei, il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’UE. Per comprendere questo lungo e (come vedremo) inconcludente percorso legislativo siamo costretti a scavare nelle fondamenta dell’Unione europea, e cioè in quei Trattati istitutivi che ne disciplinano le funzioni essenziali, i poteri e le competenze.

Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, al Titolo X dedicato alla Politica Sociale, menziona nell’art. 151 il “miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro” tra gli obiettivi dell’Unione.

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federicodezzani

2008-2022: il ciclo delle bolle speculative

di Federico Dezzani

I mercati finanziari occidentali stanno ripetendo lo schema che portò nel 2008 al crack di Lehman Brothers ed alla Grande Recessione, sebbene tutto lascia supporre che gli effetti della prossima crisi finanziaria siano esponenzialmente superiori. Alla fase di bassa inflazione, durante cui la liquidità è convogliata su azioni ed obbligazione, segue una fase di alta inflazione, in cui la liquidità è dirottata verso le materie prime e genera allerme sociale. Il rialzo dei prezzi del carello dello spesa è il segnale che la bolla è prossima a scoppiare.

 

La fiammata di fine ciclo

Pochi ricordano oggi il crack finanziario del 1907, quasi tutti quello del 1929, sebbene gli attori e le modalità delle due crisi borsistiche siano pressoché identici. C’è da chiedersi se, a distanza di un secolo a partire da oggi, non capiterà lo stesso col crack finanziario del 2008 ed il prossimo “Grande Crollo” da collocarsi in un orizzonte temporale di 6-18 mesi.

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sinistrach

Terrorismo, mafie e neo-nazismo: i popoli dell’UE pagheranno caro l’invio di armi all’Ucraina. Preoccupata persino l’Interpol!

di Redazione

Molte delle armi inviate all’Ucraina dai paesi occidentali finiranno in mani criminali in Europa, in Svizzera e altrove. Non si deve essere esperti di politica di sicurezza per capirlo, anche se certi “utili idioti” della sinistra liberal – romanticamente accecati da una inesistente resistenza partigiana (in mano però alla destra eversiva) – continuano a giustificare questo commercio di morte che allungherà la guerra e farà più vittime proprio fra i civili ucraini. Ora ad avvertire del dramma cui stiamo andando incontro è una voce autorevole, certamente non accusabile di “filo-putinismo”: nientemeno che il capo dell’Interpol! In effetti molti governi europei, subalterni nei confronti dei diktat imperialisti degli USA, non stanno tracciando le armi che esportano in Ucraina.

 

Le mafie si stanno armando grazie alle armi consegnate agli ucraini

“Sicuramente alla fine di questa guerra nel mercato nero ci saranno tante armi e sicuramente ci sarà un problema per la sicurezza in Europa. Le armi che circoleranno sono molto più pericolose e fino a dieci volte più potenti di quelle del periodo post-guerra in Yugoslavia, quando la ‘ndrangheta andava in quei territori e comprava bazooka e kalashnikov a 750 euro”.

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fattoquotidiano

Le scelte dell’Europa prese sotto dettatura di Usa e Nato sono un vero suicidio economico

di Paolo Ferrero

E’ sempre più evidente che stiamo vivendo un peggioramento delle condizioni sociali degli strati popolari. In primo luogo vi è una ripresa dell’inflazione che tocca soprattutto i generi di prima necessità e di largo consumo (alimentari, riscaldamento, trasporti, etc). Questa ripresa dell’inflazione colpisce in particolare le famiglie a reddito medio basso: lavoratori dipendenti ed autonomi, pensionati, disoccupati. Di fronte a questa situazione Draghi utilizza solo misure “spot”, che non danno alcuna risposta al problema. Il suo sodale presidente di Bankitalia lo spalleggia dicendosi contrario alla “rincorsa tra prezzi e salari” – che tradotto in italiano significa che i prezzi possono aumentare e che i salari debbono rimanere fermi – cioè che i lavoratori italiani, che hanno gli stipendi con la peggiore dinamica in Europa, debbono continuare a tirare la cinghia.

Al contrario stanno adeguando la remunerazione del capitale, visto che la Banca Centrale Europea già si sta preparando ad aumentare i tassi di interesse. In altre parole secondo lorsignori, di fronte all’inflazione, la remunerazione del lavoro deve scendere e la remunerazione del capitale deve essere salvaguardata.

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comidad

Il liberismo è assistenzialismo per ricchi a spese dei contribuenti poveri

di comidad

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha dichiarato che il cosiddetto Reddito di Cittadinanza fa concorrenza ai salari e quindi disincentiva al lavoro. La risposta del segretario della CGIL, Maurizio Landini, si è mossa su percorsi ovvi, invitando gli industriali a pagare di più i lavoratori. Mancava nella risposta di Landini un’altra osservazione, altrettanto ovvia, ma più decisiva, e cioè perché faccia tanto scandalo una minima forma di assistenza per i poveri, e non ci si scandalizzi invece, per il sistema delle sovvenzioni statali alle imprese, che, tra l’altro, comporta molti più abusi e ruberie di quelli imputati al reddito di cittadinanza.

Sarebbe ora infatti di occuparsi di quello che viene correttamente chiamato il “liberismo reale”, che non è affatto una libera competizione in un mitico “mercato”, bensì una prassi consolidata di assistenzialismo per ricchi. Il sedicente liberismo, o presunto neoliberismo, è avvolto di leggende mediatiche e anche di icone, che ciascuno può interpretare in chiave positiva o negativa, a patto di rimanere nell’ambito della disinformazione e della falsificazione dei dati di fatto.

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sollevazione2

State sbagliando, fermatevi!

di Liberiamo l’Italia

«I piccoli e litigiosi partiti sorti negli ultimi anni dovrebbero agire per costruire questo fronte ampio. Invece, in barba alla diffusa domanda di unità, proprio in vista della sfida elettorale, stanno procedendo ognuno per conto proprio. Andare alle elezioni con più liste sarebbe una iattura, un suicidio collettivo» [APPELLO DEI 1OO].

Il più infausto dei presagi sembra avverarsi. Il pericolo denunciato dall’Appello dei 100 si va materializzando: il variegato campo della nuova resistenza rischia di procedere diviso in vista delle dure prove che ci aspettano nei prossimi mesi ed anni, tra le quali rientrano importanti elezioni della primavera del 2023.

Chiunque capisce che se procederemo divisi saremo certamente sconfitti. Per dirla senza peli sulla lingua: chiunque non agisca per costruire un fronte unito, lo voglia o meno, lavora per il nemico. A scanso di equivoci: qui non si tratta di costruire un partito unico bensì di fare un fronte unito in cui, stabiliti una distintiva piattaforma politica e regole condivise per assicurare la necessaria compattezza, saranno rispettate sia l’autonomia di ogni gruppo che la facoltà di scegliere i propri rappresentanti nel comando generale del fronte.

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labottegadelbarbieri

Scuola italiana, studenti ucraini: valutazione fa…

… fa rima con discriminazione ma anche con demagogia e schifo.

La guerra è una tragedia, la solidarietà è un dovere ma la redazione di questo piccolo blog si permette di rifiutare la burocra-pazzia del ministero che dovrebbe occuparsi di “(pubblica) istruzione”

Gli studenti ucraini possono essere ammessi anche con valutazioni insufficienti: lo prevede l’ordinanza del Ministero dell’Istruzione. L’ordinanza ministeriale è prevista dall’articolo 46 «Valutazione degli apprendimenti e lo svolgimento degli esami di Stato degli studenti ucraini» del decreto legge 50; sull’ordinanza è arrivato il parere favorevole del CSPI, il Consiglio superiore della pubblica istruzione (si sono scordati al CSPI di togliere misteri dei ministeri – la parolaccia pubblica che invece fu giustamente eliminata dal nome del ministero per far capire subito che l’istruzione può gestirl anche il privato, che so il Vaticano, e va tutto ben madama la marchesa).

All’articolo 2 dello schema di ordinanza troviamo le indicazioni per la valutazione nel primo ciclo di istruzione, “classi non terminali”:

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machina

Il politico, la classe e la lotta tra miti

di Andrea Cerutti 

Nel 2019, a Parigi, la studiosa militante Jamila Mascat ha fatto incontrare e messo a confronto tre grandi figure del pensiero rivoluzionario contemporaneo: Mario Tronti, Toni Negri ed Étienne Balibar. Quella conversazione è ora disponibile nel volume Anatomia del politico, curato dalla stessa Mascat (Quodlibet 2022). In questa recensione Andrea Cerutti approfondisce i temi affrontati nel libro e, in particolare, il confronto tra Tronti e Negri, due indiscussi punti di riferimento dell’operaismo politico italiano.

Tronti, Negri e Balibar a confronto. Il merito di averli fatti incontrare a Parigi nel 2019 è di Jamila Mascat, studiosa e militante. Lo spunto della discussione era dato dall’antecedente pubblicazione de Il demone della politica, un’antologia di scritti di Mario Tronti, edita da il Mulino e curata dalla stessa Mascat assieme a Matteo Cavalleri e Michele Filippini.

Quella conversazione è ora contenuta nel libro appena uscito per Quodlibet, con il bel titolo Anatomia del politico. Il politico, le sue vicissitudini, la sua crisi e le prospettive, questo è il tema. Quando diciamo politico intendiamo ovviamente la capacità dell’azione politica di rivoltare lo stato di cose presente.

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coniarerivolta

Non vi è altro modo per alzare i salari, se non alzare i salari

di coniarerivolta

Esistono interviste educative, che andrebbero guardate anche se dicono il falso. Anzi, proprio perché dicono il falso. È il caso di una recente, breve intervista a Carlo Cottarelli. Educativa, perché dipana in maniera lampante il portato di parte della teoria economica dominante che, lungi dall’essere asettica e neutrale, svolge il compito di ancella degli interessi dominanti, fornendo loro una parvenza di scientificità.

Dice il noto economista, “Non vi è altro modo per alzare i salari, in Italia, se non far crescere la produttività”, perché il problema dell’Italia è che non cresce la produttività, “non che sono cresciuti i profitti. Che si, sono cresciuti un po’, ma non tanto”.

Dove non arriva la scienza, dovrebbe arrivare la storia. Ma nel caso di Cottarelli, pare una speranza vana. Può essere utile ripassare alcuni concetti, per comprendere come sia tendenziosa l’asserzione di Cottarelli, persino all’interno dell’approccio economico dominante.

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storiasegreta

La Russia ha vinto la guerra

di Storia Segreta

Il primo a rompere le righe nella narrativa ufficiale delle classi dirigenti occidentali, fino ad allora unidirezionale e indifferenziata, è stato Carlo De Benedetti.

Ad inizio maggio, in una intervista a Lilli Gruber a La7 e in una successiva intervista al Corriere della Sera (qui), De Benedetti ci ha rivelato che non è interesse degli europei fare la guerra alla Russia.

«Questo conflitto si sovrappone a una recessione molto severa con effetti catastrofici. No all’invio di armi, serve una soluzione negoziale… Carestia e fame in Nord Africa e in larga parte dell’Africa australe. Costretti a scegliere tra morire di fame e rischiare di morire in mare, gli africani rischieranno di morire in mare. Altro che 500 al giorno; arriveranno a decine, a centinaia di migliaia. La nostra priorità assoluta dev’essere fermare la guerra

Gli interessi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito da una parte, e dell’Europa e in particolare dell’Italia dall’altra, divergono assolutamente. Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina, è affar suo. Noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo».

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andreazhok

Democrazia e complottismo

di Andrea Zhok

La scoperta che la gestione del potere "democratico" è pervasivamente manipolato da soggetti (élite, oligarchie) dietro le quinte è la base per iniziare ad avere una percezione realistica del mondo contemporaneo.

Parimenti, assumere come canone interpretativo di default, che ciò che viene promosso e sostenuto dagli apparati mediatici mainstream risponde sistematicamente ad agende che niente hanno a che vedere con le motivazioni dichiarate è una ricetta ermeneutica preziosa (una peculiare lectio difficilior): capiterà infatti qualche volta che le motivazioni dichiarate, essendo funzionali, siano anche vere, ma è opportuno intendere questa come l'eccezione e non come la regola.

La regola è invece la manipolazione strumentale per finalità inesplicite.

Queste scoperte però portano con sé un rischio che bisogna stare molto attenti ad evitare.

Il "nemico" invisibile, proprio perché invisibile, è spesso immaginato più grande e compatto di quanto sia realmente.

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kelebek3

Organizzazione, Individuo, Molteplicità

di Miguel Martinez

“L’insieme formato da colonialismo, capitalismo, scienza, Stato e individuo continua a strutturare il mondo che abitiamo e a imprimergli una speciale forma di dissociazione.”

Stefania Consigliere, Favole del reincanto

Vorrei condividere una giornata intensa che ho vissuto, ma non ha senso parlarne, se non si capisce il modo in cui l’ho vissuta.

La Modernità è un gioco tra Organizzazione e Individuo.

Da una parte una grande macchina astratta, ente morto, che pur pretende di progettare tutto.

La Morte decide la Vita.

Dall’altra, l’individuo, essere isolato e numerabile, che calcola incessantemente come cavarsela con l’Organizzazione in base ai suoi interessi, sfruttando furbescamente tra centomila leggi dell’Organizzazione i suoi diritti.

L’Organizzazione è tanto la capitalista finanziaria Blackrock quanto lo Stato comunista nordcoreano.

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arruotalibera

L’insegnamento fondamentale del conflitto ucraino

di Enrico Galavotti

Devo dire che questo conflitto russo-ucraino ha messo seriamente in crisi il rapporto idealistico (o filosofico) tra etica e politica.

Certo, in Italia non abbiamo solo una tradizione cristiana che, seppur in forma laicizzata, presume di dare un senso alla politica in nome dell’etica; ma abbiamo anche una tradizione machiavellica (cioè radical-borghese) che separa nettamente l’etica dalla politica, facendo di quest’ultima qualcosa di cinico, ai limiti della spietatezza, se e quando la ragion di stato lo esige.

Con questo conflitto però è successo qualcosa di inedito. Infatti chi sembra avere della politica una concezione cinica, Putin, dimostra d’avere ragioni più fondate, persino più etiche di Zelensky, che pur continuamente cerca di coinvolgere il mondo intero nella sua narrativa melodrammatica, che presume d’essere valida in sé, in quanto esprime la condizione d’uno Stato aggredito, vittima della protervia di uno aggressore, che vuole minare la sua sovranità e integrità territoriale.

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lafionda

Contrasto alla pirateria informatica: un nuovo pretesto per perseguire una società del controllo?

di Paolo Giuliodori

Nell’ultimo anno l’Italia ha rappresentato, come più volte accaduto nella nostra storia, un esperimento d’avanguardia. L’esperimento è consistito nell’utilizzo stringente di tecnologie disponibili alla massa per la negazione o concessione di diritti costituzionalmente garantiti. Ci stanno addestrando all’obbedienza.

Le tecnologie informatiche, infatti, sono ormai mature per accogliere una nuova società, la cosiddetta “società del controllo”, una società dove l’individuo non ha diritti riconosciuti a prescindere, ma diritti “concessi” solo se soddisfa specifiche caratteristiche (di salute, fiscali, sociali, ambientali ecc… immaginazione ed etica saranno gli unici limiti).

La propaganda e la paura hanno garantito il “successo” di strumenti come il greenpass che sono stati percepiti dalla gran parte della popolazione come “necessari” e/o “giusti”. L’esperimento ha mostrato solo una debole opposizione da parte della popolazione sotto ricatto sociale, lavorativo e sanitario.

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bastaconeurocrisi

Il “figlio scialacquatore”, ovvero: il costante sforzo di smontare i luoghi comuni

di Marco Cattaneo

Tra le mitragliate di luoghi comuni che ci si sente ripetere da chi si “documenta” su temi macroeconomici leggendo la Repubblica, oppure ben che vada (ma siamo lì come livello) il Sole 24Ore, un posto di rilievo lo occupa la parabola del “figlio scialacquatore”.

Secondo questa vulgata, la santa e buona UE fa bene a tenere sotto controllo l’indebitata Italia, perché “è evidente” la nostra tendenza a essere “un popolo di spendaccioni”, con la conseguenza di metterci in guai che non potranno se non peggiorare, se la sopracitata UE non ci tiene il guinzaglio corto.

Questa vulgata, scritta, letta, e ripetuta a pappagallo da tante persone, è una pura e semplice bestialità macroeconomica.

Senza far ricorso a fonti particolarmente evolute o raffinate, basterebbe andarsi a vedere la Wikipedia inglese alla voce “Net International Investment Position”, dove leggiamo che

“The Net International Investment Position (NIIP) is the difference in the external financial assets and liabilities of a country… a positive NIIP value indicates that a nation is a creditor country, while a negative value indicates that it is a debtor nation”.

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paroleecose

Dossier Benjamin

di Mimmo Cangiano

Fredric Jameson, Dossier Benjamin (Treccani, 2022), a cura di Massimo Palma (trad. di Flavia Gasperetti)

Rivedendo il suo ormai canonico giudizio del 1971 (Walter Benjamin o della nostalgia), Fredric Jameson (idealmente l’ultimo esponente di quella stessa tradizione politico-culturale che ha in Benjamin uno dei nomi più importanti) si impegna qui in un serrato confronto con l’intero corpus del filosofo ebreo-tedesco. Tale confronto, se fosse possibile operare una reductio ad unum tra le decine di temi trattati da Jameson, si incentra nel proposito, potrei forse dire così, di salvaguardare la natura storica, e finanche storicista (uno storicismo naturalmente depurato da ogni teleologia), della speculazione benjaminiana.

Il passato, certo, il Benjamin ossessionato da una totalità che ci è alle spalle e alla luce della quale è possibile operare quel marxista rovesciamento-di-ciò-che-è-rovesciato, nella coscienza della crisi irreversibile – nella società capitalista – di ogni rapporto simbolico col reale, e dove dunque anche l’opera d’arte, quando non in combutta col nemico (il concetto benjaminiano di “regressione”: la riformulazione fintamente auratica della cultura nazi-fascista), si dà come sintomo di un reale già estraniato rispetto all’uomo che lo produce.

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theunconditional

La salute emotiva delle generazioni future è stata sacrificata sull’altare del Covid?

Non aggiungo nulla di nuovo pubblicando la traduzione di questo articolo pubblicato ieri su HART. Lo faccio comunque perché credo sia importante mantenere alta l’attenzione sui gravissimi danni subiti dai nostri bambini durante questa pandemia e con la speranza, non so quanto ben riposta visti gli attuali decisori, che ci possa essere un cambio di strategia. Faccio inoltre notare che le misure prese in Gran Bretagna (di cui l’articolo si occupa) sono state ben diverse e molto più leggere di quelle prese in Italia (Prof. Maurizio Matteoli).

* * * *

Il 4 aprile 2022 l’Ofsted (Office for Standards in Education, Children’s Services and Skills) ha pubblicato il suo ultimo rapporto sulle implicazioni della pandemia sui bambini, concentrandosi sugli operatori dei primi anni di vita. Si tratta di una lettura sconfortante.

La salute fisica dei bambini è stata la meno colpita dalla Covid, ma ciò che li ha danneggiati di più è stata la risposta degli operatori dei primi anni di vita. Politiche governative molto discutibili, attuate in teoria per “fermare la diffusione”, hanno danneggiato i soggetti più vulnerabili della nostra società.

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crs

Guerra in Ucraina, la menzogna liberale: democrazia uguale pace

di Michele Prospero

Sprezzante sul desiderio di volare a Est che ha Salvini, tiepido sulle aperture governative alle trattative, Letta insiste per una impennata “umanitaria e militare”. Dietro questo assolo c’è un’idea (meglio, una ideologia) della politica internazionale. È affiorata in una intervista di Filippo Andreatta che suona la carica per una stagione di guerra liberale. Il richiamo al carattere democratico dei regimi serve, sulla scia di Ivo Daalder e Jim Goldgeier, per stabilire una asimmetria valoriale tra gli Stati: le democrazie sono sempre pacifiche (con il ruolo guida della Nato, sono destinate alla governance dello spazio globale), le autocrazie sono sempre sul piede dell’inimicizia.

Secondo l’approccio “solidarista”, le potenze liberali, in quanto garanti dei diritti al loro interno, sono, oltre che le più legittimate, anche le sole autorizzate a muoversi con la forza come guardiani globali delle libertà. Contro l’approccio “pluralista”, che rimarca la sovranità quale prerogativa distintiva di ogni singola entità territoriale, i teorici solidaristi scavalcano la statualità sovrana e, invocando un malinteso Kant, esaltano la legittima forza dell’area democratica autorizzata ad operare come istituzione di governo.

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resistenzealnanomondo

Programma Tre giornate contro le tecno-scienze

TRE GIORNATE CONTRO LE TECNO-SCIENZE
29-30-31 Luglio 2022
4° Incontro internazionale
presso Altradimora, strada Caranzano 72, Alessandria (AL), Italia

 

VENERDÌ 29

13.00 pranzo

15.30 Presentazione dell’incontro a cura di Resistenze al nanomondo – Bergamo

16.00
Presentazione di FINAARGIT
International Feminist Network Against all Artificial Reproduction, Gender Ideology and Transhumanism – Rete femminista internazionale contro ogni riproduzione artificiale, ideologia gender e transumanesimo (www.finaargit.org)

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sinistra

Lettera aperta su No Tav, green pass e prospettive comuni

Siamo persone che, da anni, sono parte del movimento NO TAV, chi più attivamente e chi meno, tutte con la medesima consapevolezza di appartenere ad una comunità che nel tempo ha individuato nella costruzione dell’opera danni ambientali ed alla salute degli abitanti, e non solo.

Abbiamo anche appreso, crescendo dentro questo percorso, che non si tratta di un problema solo locale.

Abbiamo imparato a comprendere le dinamiche di uno stato che, col bastone e la carota, impone scelte che si riscontrano sia qui che altrove e non esclusivamente rispetto allo sfruttamento dei territori; in ogni caso privilegiando lucro e profitti, disinteressandosi alle necessità reali del tessuto sociale.

Siamo persone che hanno individuato nella gestione della salute pubblica un eclatante esempio di necessità sottratta, e riteniamo l’assenza di una presa di posizione del movimento rispetto alla gestione pandemica un grave errore.

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laboratorio

La guerra economica dell'occidente tra default del debito russo e contrasto allo yuan digitale

di Domenico Moro

Non è solo la guerra con mezzi militari a proseguire, attraverso l’Ucraina, tra l’Occidente e la Russia. A proseguire è anche la non meno importante guerra economica. Negli ultimi giorni si sono verificati alcuni avvenimenti importanti, che coinvolgono non solo la Russia ma anche la Cina. Del resto, il confronto, a livello economico, è soprattutto tra gli Usa e la Cina che, oltre a essere alleato strategico della Russia, rappresenta il maggiore concorrente degli Usa per l’egemonia economica mondiale.

Il primo di questi nuovi avvenimenti è il varo del sesto pacchetto di sanzioni della Ue contro la Russia, che comprende, tra le altre, due fondamentali misure: l’esclusione dal circuito Swift del più importante istituto bancario russo, Sberbank, che renderà problematico il pagamento estero dei prodotti russi e, soprattutto, l’embargo sul petrolio russo. Apparentemente, dopo un mese di impasse, si tratta di un successo del fronte occidentale contro la Russia, che sarebbe riuscito a ricompattarsi nonostante l’Ungheria avesse espresso la sua opposizione all’embargo.

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carmilla

Maieutica dell’inflazione

di Giovanni Iozzoli

E se l’inflazione svolgesse un ruolo provvidenziale – come una rivelazione, un disvelamento, un lampo di verità che fa giustizia dell’ipocrisia della “scienza triste”? Lei, l’inflazione, poverina, ufficialmente non piace a nessuno. Le classi dirigenti l’hanno sempre coltivata con estrema cautela, senza dare troppo nell’occhio; in una certa misura può fare bene ai profitti, ma si è rivelata spesso imprevedibile e pericolosa come un barbecue in mezzo al bosco. Perchè cos’è, alla fine, il processo inflattivo – e la celebre “spirale prezzi salari” che gli economisti temono come la peste? E’ l’estrema brutale sintesi del conflitto di classe – nella sua dimensione più vera e immediata, quella che si gioca sul terreno distributivo. Possiamo dire che l’inflazione incarna la potenzialità pedagogica del rapporto di classe: i percettori di profitti alzano i prezzi delle merci per ricostituire i margini, i salariati alzano il prezzo della forza-lavoro per tutelare il potere d’acquisto. Io tiro di qua e tu tiri di là. Semplice da spiegare e da capire. E se investimenti e produttività restano stagnanti, più profitto padronale corrisponde a più miseria operaia.

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marx xxi

Ucraina, la guerra e la storia. Franco Cardini e Fabio Mini

di Marco Pondrelli

Il fatto quotidiano ha pubblicato un interessante volume che porta la firma di due autori che seppur in due campi diversi, uno storico ed un generale, condividono il rigore nelle loro analisi questo li rende capaci di superare le banalità che sul conflitto ucraino stanno abbondando. È interessante che questo libro lo abbia pubblicato una casa editrice che fa riferimento ad un giornale molto critico verso la Russia, atteggiamento che ha portato il quotidiano ad avvallare ipotesi come quella degli stupri ad opera dei soldati russi che meriterebbero un maggiore approfondimento. Che sia un giornale fieramente ‘antiputiniano’ a criticare l’atteggiamento occidentale verso il conflitto pubblicando questo volume, da ancora più valore alle tesi di chi chiede una soluzione diplomatica.

Il libro si divide in due parti. La prima è scritta da Franco Cardini e ricostruisce le vicende storiche che hanno portato al 24 febbraio, sono ragionamenti svolti sulla carta e quindi non lasciano la possibilità a qualche invasato conduttore di talk show di interrompere per dire che queste analisi non servono.

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contropiano2

Dai 100 giorni di guerra alla guerra dei 100 mesi?

di Sergio Cararo

Dopo 100 giorni di guerra in Ucraina la domanda che tutti si pongono è: quando finirà? I più profondi ne aggiungono un’altra: come finirà?

Le due domande – e le relative risposte – sono strettamente intrecciate.

Da un lato si manifesta una spinta molto ampia a porre fine quanto prima al conflitto. Le conseguenze umane, sociali, economiche in Ucraina sono già devastanti, ma anche quelle sui paesi che – come l’Italia – hanno scelto di partecipare ad una “guerra per procura”, per conto della Nato e degli Usa, cominciano a farsi pesanti in termini politici ed economici.

Dall’altro è evidente che gli Usa e la Nato, in cui sono ancora primus inter pares, spingono per la prosecuzione della guerra. Il loro obiettivo dichiarato è quello di sconfiggere sul campo la Russia e determinare così un’onda lunga all’interno di quel paese che lo riporti allo stato di prostrazione degli anni Novanta.

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sollevazione2

Referendum-farsa

Liberiamo l’Italia per l’astensione di massa

di LIt

Quello del 12 giugno non è un referendum, è una farsa. Una commedia dall’esito scontato che niente cambierà nel desolante panorama della “giustizia” italiana. Il quorum del 50% di partecipazione al voto verrà mancato alla grande e la consultazione sarà dichiarata nulla.

Tutti sanno che sarà così, a partire dagli stessi promotori (Lega e radicali) del referendum. Ma non sarà così solo perché i media non ne parlano, come dicono i sostenitori del “sì”. L’astensione sarà schiacciante per altri validissimi motivi.

Dopo due anni di dittatura pandemica, che ha portato all’annullamento dei diritti e delle libertà, negando ogni briciolo di giustizia a milioni di persone, adesso gli italiani si ritrovano davanti 5 stitici quesiti tecnici che parlano d’altro. Mai come in questo caso si avverte la frattura insanabile tra il Paese reale, che la giustizia se la vede negata ogni giorno, e quello “legale” di un regime che ne discute solo per regolare i conti al proprio interno.

Liberiamo l’Italia dice no a questa farsa. No a questo uso dei referendum popolari. No ad un gioco truccato che porterà solo a rafforzare il regime.

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theunconditional

Mascherina: la Cancel Culture della Scuola

di Sonia Milone

Non può che suscitare la nostra indignazione la fotografia che ha immortalato Mario Draghi e Luca Zaia senza mascherina in mezzo a un centinaio di bambini mascherati con la bandierina dell’Italia in mano.È uno scatto che sintetizza alla perfezione l’apoteosi di un potere che, ormai, si mostra in tutta la sua sfacciata arroganza.

Il fatto che ciò sia avvenuto in una scuola – la Dante Alighieri di Sommacampagna, vicino a Verona –, con tanto di pubblicazione ufficiale sul sito della Farnesina, trasmette chiaro il messaggio che, ora, le regole non valgono per tutti ed è bene che gli alunni imparino in fretta che i diritti innati sono divenuti una lotteria di privilegi, concessioni o soprusi. Incluso il diritto ad avere una faccia. Sorteggio sempre sfortunato per gli studenti italiani (si riforniscano di cornetti rossi per il prossimo anno), è andata decisamente meglio ai frequentatori di concerti, stadi e discoteche.

Il premier smascherato ci fa capire che “il re è nudo“. Nemmeno Draghi – che pure sarebbe in età a rischio – crede alla direttiva da lui stesso firmata che impone ancora l’obbligo di mascherina a scuola.

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federicodezzani

Crisi del grano: ideologie e realtà

di Federico Dezzani

Al terzo mese di operazioni militari e all’avvicinarsi della stagione estiva, la guerra in Ucraina sembrerebbe aver assunto una nuova dimensione, quella della crisi alimentare internazionale: la Russia, rendendo impossibile la semina e soprattutto la partenza del grano dai porti del Mar Nero, sarebbe responsabile della prossima carestia che si abbatterà su Nord Africa e Medio Oriente. In realtà, il prezzo del grano aveva iniziato ad aumentare già prima della guerra a causa della manipolazione finanziaria ed il suo rincaro rientra nella destabilizzazione ad ampio raggio condotta dagli anglosassoni.

 

Incetta, rincaro, rivolta

Un approccio semplificato, altamente ideologizzato e, si può dire, manicheo, domina oramai i media occidentali, il cui compito è preparare l’opinione pubblica al prossimo confronto militare tra il blocco continentale-euroasiatico e quello marittimo-anglosassone.

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bastaconeurocrisi

Moneta debole non vuol dire giocare in serie B

di Marco Cattaneo

Uno dei commenti più curiosi che sento (ancora oggi) formulare in merito all’eventualità che l’Italia torni alla lira, o più esattamente che torni ad emettere la sua moneta nazionale, è che significherebbe “accettare di essere un paese di serie B che riesce a competere solo svalutando il cambio”.

Beh, notizia: al mondo esistono una duecentina di paesi, dotati della propria moneta nazionale. Salvo rare eccezioni (la Svizzera per esempio, ma pochissimi altri) la loro moneta mediamente, negli ultimi decenni, ha avuto un trend di indebolimento rispetto a quella della Germania (dico Germania perché parlare di svalutazione in caso di rottura dell’euro vuol dire soprattutto parlare di nuova lira che si svaluta rispetto al nuovo marco).

Questa duecentina di paesi avrebbe dovuto sentirsi “di serie B” per il fatto di avere una moneta più debole di quella della Germania ?

Un paese non ha assolutamente nulla da guadagnare per il fatto di autoimporsi l’utilizzo di una moneta straniera, sopravvalutata per i fondamentali della propria economia.

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manifesto

«Serve un automatismo fra salari e inflazione»

Massimo Franchi intervista Emiliano Brancaccio

L'economista: «Applicando il patto della Fabbrica gli aumenti sono dimezzati, si faccia come in Belgio. La scala mobile è una bestemmia per l’ortodossia economica. Ma questa ha fallito con l’austerità e i dati smentiscono la spirale aumenti-prezzi»

 

Professor Emiliano Brancaccio, a parte il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il prode Luigi Marattin, perfino il Corriere ha scoperto che i salari in Italia sono i più bassi d’Europa e fermi da trent’anni. Fosse la volta buona che riusciamo finalmente ad alzarli…

Se ne sono accorti, era ora. Ma bisognerebbe aggiungere che negli ultimi quindici anni i salari sono addirittura caduti. Se prendiamo il 2007 come riferimento, in Italia il valore reale dei salari è diminuito di 4 punti mentre nella zona Euro è mediamente aumentato, seppure di poco. Detto questo, l’apertura del Corriere non garantisce che riusciremo a far salire i salari al punto di compensare lo spaventoso aumento dell’inflazione. Ci sarà da lottare perché lo scenario è avverso dal punto di vista istituzionale e politico.

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sinistra

La spaccatura

di lorenzo merlo

L’impegno di alcuni a fare presente che le cose non erano proprio come ce le raccontavano pare non abbia graffiato neppure la vernice governativa. Eppure, ci sono segni per pensarla diversamente. Piccolo campione di redenzione sociale

Il 16 maggio 2022 ho visto La Spezia.

Non erano studenti arrabbiati, facinorosi black bloc, non c’erano caschi e scudi improvvisati, né spranghe, mazze da baseball e bottiglie accese. Erano persone comuni, quelle che ci incrociano in tutte le strade tutti i giorni, con famiglia, responsabilità, rate, mutuo e anziani a carico. Non avanguardie bombarole, ma individui consapevoli fuoriusciti dall’amebico barilone del benpensiero.

Lo si capiva dai vestiti, dal taglio dei capelli, dal comportamento. Dall’età media, brizzolata e un po’appesantita. Segni di una matrice, se possibile, di polo opposto a quello sovversivo, strumentale, extraparlamentare, provocatorio. Segni di persone e basta – loro sì la maggioranza – incapaci di violenza. Alzavano le braccia contro il ministro della salute in visita alla città levantina. Urlavano “vergognati” perlopiù, e “assassino”. Unione spontanea di voci non organizzate, non politicizzate, facilmente dette no-vax.