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L’internazionale socialista, Renzi e la zia di Cosimo

Nuvola rossa

A sentir parlare ministri/e e sottosegretari/e, un condominio di Trastevere sembra la camera dei lord. E i giudizi dei condomini esercitazioni di alta politica (nell’interesse della collettività). Ivan Scalfarotto (riforme costituzionali): “Io primo gay al governo, chissà ora Giovanardi”. L’interrogativo è veramente tormentoso. Maria Elena Boschi (stesso ministero): “Al referendum sull’acqua ho votato no”. Davvero un buon auspicio per le riforme.

Gian Luca Galletti (ambiente) “Io dico sì al nucleare”. Come sopra (e come il resto che segue). Dario Franceschini (Beni culturali): “Patrimonio d’arte e privati? Per me nessun problema”. Federica Guidi (Sviluppo economico): “La vicenda Fiat di Pomigliano ci porta un orizzonte di speranza”. Questo è il rinnovamento di Renzi, bellezza. Il giovane in movimento che tiene ben salde le redini del comando, tanto stimato dall’azzardoso Serra, dal paninaro postmoderno Farinetti e dallo psichiatra Crepet. Oltre che dalla zia di Cosimo Ferri, come ci fa sapere il sottosegretario berlusconiano alla giustizia in odore di P3. Ma, dice, l’economia è governata dal super esperto Pier Carlo Padoan, lunga mano di D’Alema nel governo. Errore: Padoan, secondo il quale “il dolore sta producendo risultati”, è il master addestrato dal Fondo monetario internazionale e D’Alema l’apprendista stregone che da lui ha introiettato i rudimenti del liberismo.


Così assistiamo a un altro giro di valzer sulla pelle degli italiani. Dopo aver rottamato D’Alema e Bobbio, e fattosi scudo di Blair, a sua volta contestato adesso da D’Alema e dai socialdemocratici tedeschi, il rottamatore liberista fiorentino è diventato un dirigente del “socialismo europeo” nel momento stesso in cui esenta dalle tasse le multinazionali della rete. Per guadagnare qualche voto hanno ridotto la politica a un vergognoso gioco di bussolotti. Prima gli ex Pci hanno cancellato persino la parola sinistra. Adesso i liberisti ex Dc si dichiarano socialisti. E criticano l’antipolitica mentre praticano la più sfacciata antipolitica. L’avventurismo dei giovani può produrre danni ancora più gravi del conservatorismo dei vecchi, come la storia d’Italia ci insegna.

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