I fronti popolari che servono alla guerra della NATO
di Nico Maccentelli
Ci ho pensato molto a pubblicare questo mio contributo, perché so che quanto sta per accadere in Italia, in Francia, un po’ in tutta Europa, come conseguenza delle elezioni europee, vedrà coinvolti il fior fiore di compagni, antifascisti sinceri, che a causa di gruppi dirigenti miopi se non peggio, finiranno nella tonnara preparata ad arte da chi lavora ormai da decenni su “rivoluzioni colorate”, sussunzione di tematiche storicamente proprie di una sinistra dei diritti, con il tridente fondazioni, ong e servizi di intelligence. Non è dietrologia: certe operazioni politiche non nascono per caso. Ma procediamo con ordine.
C’è un articolo su Contropiano di Giacomo Marchetti che è stato ripreso su Sinistra in Rete qui e che rivela gli errori di analisi e quindi di azione politica di buona parte della sinistra di classe a partire proprio dall’area di Potere al Popolo – USB – Rete dei Comunisti.
Il Marchetti fa due operazioni: licenzia come positiva la nascita di un fronte popolare in Francia contro la “peste nera”, sviscerando tutta la panoplia di riforme di questa coalizione: dal salario minimo all’abolizione della legge sulle pensioni e quella sui carburanti fatte da Macron. La seconda operazione è quella di accostare anacronisticamente questo FP ai fronti popolari degli anni ’30.
La mia risposta fatta a commento su di questo articolo del Marchetti è questa:
«È un’analisi completamente scazzata. Il programma sociale è un fuffa, soprattutto agli albori della guerra continentale che è il vero obiettivo delle élite atlantiste e dell’imperialismo che lo vanificherebbe automaticamente.
Questo è il programma di questo “fronte popolare”.
Il vero passaggio politico di questo programma e che interessa e va nella direzione dei poteri atlantisti è questo:
“Sur l’Ukraine, le programme confirme le soutien à la lutte contre l’agresseur russe, « par la livraison d’armes nécessaires, l’annulation de la dette extérieure de l’Ukraine, la saisie des avoirs des oligarques qui contribuent à l’effort de guerre russe […], et l’envoi de casques bleus pour sécuriser les centrales nucléaires. »”
Questo passaggio vanifica tutta la lista di belle intenzioni e aderisce al Washington consensus, alla sua narrazione e alle sue necessità belliche: sostegno armato agli ucronazi di Zelensky e scarponi sul terreno.
Non comprendere questo, significa non comprendere tutta l’architettura politica che sta dietro questo “antifascismo” strumentale in quella che è un’evidente contraddizione tra imperialismo atlantista della finanza e settori di borghesia e piccolo capitale che guidano la vandea della destra. Ancora una volta la sinistra radicale si presta al gioco degli atlantisti raccogliendo con la facile demagogia antifascista e una pennellata di riforme i suoi settori politici e sindacali di riferimento.
L’accostamento poi anacronistico con i fronti popolari, quando questi sviluppavano opposizione a quei settori borghesi dominanti che guidavano allora i fascismi, è solamente un altro espediente demagogico.
Anche in Italia si prefigura una battaglia di questo tipo. Tutta a vantaggio del PD… anche se si è contro il PD. Complimenti.»
È evidente che, mentre ci stiamo dirigendo a passi da gigante verso un conflitto con la Russia, si può scrivere anche che si farà la socializzazione dei mezzi di produzione, che tanto tutto verrà vanificato nei vari passaggi dell’emergenza bellica, che lo ricordo, significa sottrarre pesantemente risorse dal welfare, dai salari, dalle pensioni, ecc. per indirizzarli al warfare, alle armi e alle spese della guerra. Questa coalizione che va da FI ai comunisti del PCF, CGT, socialisti, ecologisti ecc. esprime ciò che conta per le élite neoliberali e guerrafondaie atlantiste: come ho scritto, continuare a dare armi agli ucronazi e mandare soldati sul terreno. Un’operazione geniale che, con la scusa di battere le destre, rimette al centro il piano bonapartista macroniano con qualche imbellettamento di facciata, che non conterà nulla nello sviluppo degli eventi.
Quella del fronte popolare, più che i fronti popolari, ricorda la “buona analisi” di Bombacci dei “buoni propositi socialisti” della Repubblica Sociale Italiana, che erano solo fuffa di fronte alla vera essenza del fascismo di Salò.
Di fatto è l’ennesimo voto dei crediti di guerra, di cui le sinistre socialdemocratiche e riformiste sin dal primo conflitto mondiale sono maestre. Evidentemente il lupo perde il pelo ma non il vizio. E oggi il lupo, trasformatosi in una congerie neoliberista di paese in paese, ha con sè lupacchiotti riottosi ma solo in apparenza, perché poi vanno a ululare contro chi è brutto, sporco e cattivo, ma che come Orban rappresenta un ostacolo per la NATO a un ingresso bellico diretto e a tagliare ogni cordone ombelicale con la Russia.
È una maestria che non a torto e successivamente all’atteggiamento vergognoso delle socialdemocrazie, aveva più che giustificato la diffidenza del Komintern e la tattica del socialfascismo da parte di Stalin. Quindi mi pare più calzante quest’ultimo accostamento, ma riferito a questa accozzaglia di gruppi dirigenti della sinistra radicale francese al pieno servizio del progetto bonapartista neomacroniano, dove tutto si azzera per un’imminente e draconiana economia di guerra.
In Italia la solfa non sarà diversa, anche se va detto che mentre in Francia la Le Pen non si è ancora del tutto esposta nel suo atlantismo in un bipolarismo d’alternanza osceno, in Italia se non altro l’atlantismo conclamato della Meloni porterà ancora di più fior fiore di compagni ad aderire alla manovra “antifascista” voluta dai centri di potere atlantisti, per portare al governo una classe politically correct più aderente ai dettami del Washington consensus e meno riottosa a mettere gli scarponi sul campo. Un segnale a Crosetto è già stato dato.
Con siffatte prese di posizione, non siamo nell’ambito dell’analisi concreta della situazione concreta indicataci da Lenin, ma nel campo del sociologismo borghese, che analizza i fenomeni politici senza partire dai rapporti di classe e dalle loro dinamiche nella società.
In altre parole, la Le Pen non è la Le Pen semplicemente fascista, ma il riflesso di precisi mutamenti sociali, della composizione di classe, dei rapporti di classe. Come accennavo prima, ciò che è centrale è la contraddizione interborghese tra borghesia nazionale e oligarchie massoniche, dominate dall’anglosfera atlantista della grande finanza e dalle altre componenti finanziarie subalterne in questo continente. E se la prima esercita una certa egemonia su vasti settori di proletariato urbano e rurale (la rivolta degli agricoltori per esempio), la seconda attrae una piccola e media borghesia acculturata che occupa una posizione manageriale o gestionale nella produzione sociale, nel commercio nelle mansioni digitali e cognitive, magari condita con un po’ di proletariato. Questa della borghesia falso progressista, del resto è un po’ ovunque la composizione di una certa sinistra “progressista” o “ztl”, ben descritta nell’egregio saggio di Sahra Wagenknecht Contro la sinistra neoliberale. Persino un comunista di vecchia scuola ed ex dirigente del PCI, ex docente di sociologia nella nostra Alma Mater di Bologna (quindi non certo “rossobruno”), come Fausto Anderlini, che fotografando AVS in Italia, non fa che confermare di fatto l’analisi della Wagenknecht, scrivendo sul suo b:
«Impressionante il voto nelle aree urbane centrali, ovunque (salvo che al sud) Avs è il terzo partito, con medie fra il 12 e il 15%. A Milano, Bologna, Roma, Torino ecc. E’ la prima volta che una formazione uscita dalla galassia della ‘sinistra radicale’ (e post-materialista) guadagna un elettorato di massa. Molto forte nelle aree centrali, il voto Avs scema regolarmente secondo il gradiente centro-periferia. Minima la presenza sul territorio. Avs è davvero il partito della ztl e raccoglie l’adesione di una classe media istruita e tendenzialmente cosmopolita cresciuta al seguito della morfogenesi metropolitana post-moderna. Di tendenze ‘genericamente ‘radicalistiche’, in materia di valori civili (immigrazione e diritti Lgbtq) ma anche ‘sociali’. Una sinistra ‘vendoliana’ e post-ingraiana, molto in linea con l’ala radical dei democrat americani [seguire, peraltro, la pista dei soldi…]. Inoltre molto sensibile a richiami simbolici personalizzati. Un’arte delle candidature a effetto nelle quali Sinistra Italiana è letteralmente specializzata. E qui, introducendo al tema Pd, va notato un clamoroso effetto perverso. Chi pensava che il Pd a guida Schlein finisse per prosciugare quest’area, non solo con la migrazione di molti quadri, ma soprattutto in termini di voti, è stato smentito. E’ avvenuto il contrario: è il partito di Schlein che si è piuttosto incarnato fuori di sè, sdoppiandosi in una sorta di partito democratico dell’esterno. Utilissimo per riequilibrare i rapporti coalizionali, anche constatato l’indissolubile rapporto di alleanza. Anche nei momenti più critici, Avs mai ha abbandonato il Pd.»
Come degli anelli si infilano l’un con l’altro, vediamo che certe operazioni politiche come quella fatta con la Salis, possono essere gestite “in remoto” e con certi livelli di presenza per eterodirigere, grazie a una contiguità che parte dalla sinistra neoliberale e finisce fino a quella più radicale, dove strada facendo si perdono dei contenuti politici e se ne acquisiscono degli altri in base ai target di riferimento, ma che come risultato danno esattamente la stabilità politica verso gli obiettivi politici e sociali delle centrali imperialiste.
Ovviamente il tutto sostenuto dalle corazzate mediatiche delle élite imperialiste. Una cartina di tornasole? La Repubblica, giornale per eccellenza dei guerrafondai, non ha attaccato l’operazione Salis, Santoro e tutti vari cespuglietti di papà PD, ma i suoi scagnozzi da tastiera si sono presi la briga di andare a cercare su facebook i “rossobruni” che hanno contrastato con la critica politica, i pacifinti che pensano sia indispensabile restare nella NATO per difesa (Santoro), chi ha stigmatizzato la scelta di appoggiare AVS, e così via. Rossobrunismo è una categoria inventata dalla sinistra borghese e che fa comodo per attaccare ogni posizione realmente antimperialista.
E tornando al Front Populaire costituitosi in Francia, è ben evidente che il cuore del progetto guerrafondaio della NATO resta tutto ed è quello che per il nemico di classe conta realmente, in mezzo alla fuffa che la guerra stessa e la sua economia farà sparire come neve al sole. Questa è la tonnara di cui parlavo all’inizio. Una tonnara politica dove, spiace dirlo, gli attori finali sono degli utili idioti.
Errori politici di questo tipo non sarebbero mai stati fatti da un Dimitrov, da un Togliatti, da un Trotsky, da un Mao Tse Tung: da qualsiasi dirigente comunista di una qualunque componente sia stato a scuola di marxismo rivoluzionario.
La situazione però è grave: in ballo non c’è una sconfitta come la marcia dei quarantamila o con la scala mobile (pur cocenti). E neppure la fine di un movimento rivoluzionario come quello degli anni ’70. In ballo c’è una guerra devastante con uso di armi nucleari tattiche nel nostro continente, se non peggio. Altro che sociologismi: si tratta di tornare ai fondamentali, ma non in modo pappagallesco e dottrinario. Questa sinistra di classe ha entrambi questi difetti.
Se non si parte da questo approccio, ossia da ciò che il materialismo storico e dialettico ci pone con la sua cassetta degli attrezzi, e si sproloquia di frontismo “antifascista”, sparando a pallettoni alle papere e al vento, si sbaglia tutta l’analisi successiva della strategia politica per contrastare il progetto guerrafondaio e liberista del capitale dominante e per costruire un passaggio rivoluzionario al socialismo.
O quanto meno per porre le basi di una reale transizione nella lotta di classe in un mondo multipolare, dove le forze dell’imperialismo sono state sconfitte, ammesso che nel frattempo, in questa fase di scontro tra due parti configgenti nel pianeta, si riesca a evitare una guerra atomica.
Comments
https://youtu.be/w0ZOzY6Qsdc?si=5gBq9PLgPYcnE17n
Se il Segretario Generale fosse convinto della saggezza di un matrimonio delle Nazioni Unite con il WEF, avrebbe potuto sottoporre il progetto del MOU all'approvazione degli Stati membri. Invece, il Segretario Generale si è unito al WEF nel dichiarare in effetti che i gruppi multistakeholder senza alcuna supervisione intergovernativa formale sono un sistema di governance migliore di un sistema un paese un voto.
https://www.opendemocracy.net/en/oureconomy/how-united-nations-quietly-being-turned-public-private-partnership/
L'UE è partner dell'Agenda, pensiamo ai 4,5 miliardi di vaccini che Ursula ha ordinato e a quelli che continua ad ordinare ancora.
La vaccinazione periodica di noi prolet fa parte dell'Agenda. I singoli stati non possono opporsi. Le grandi corporation hanno catturato l'ONU, corrompendolo, la svolta green la impone BlackRock, la più potente banca ombra del mondo, che proprio grazie al suo esorbitante potere economico ha maggior voce in capitolo nel Partenariato Pubblico Privato (PPP).
L'UE ha affidato a Black Rock la gestione della svolta verde zero carbonio, senza interpellare e nemmeno informare gli stati membri. Qualche tempo fa Larry Fink, il CEO di Balck Rock, parlava di ''forzare i cambiamenti''.
A prima vista, tutto sembra bello, ma se si approfondisce, si tratta di una sorta di progetto per un futuro Ordine Mondiale (OWO) guidato dall'Intelligenza Artificiale (IA), con un Governo Mondiale (OWG) completamente digitalizzato e moneta digitale.
Gli stati sovrani vengono praticamente cancellati, per essere sostituiti da un OWG, portato avanti dall'ONU, il cui organo decisionale potrebbe essere il World Economic Forum (WEF), nel suo formato attuale o forse aggiornato e modernizzato (sono in corso indicazioni in tal senso), controllato dall' OMS, responsabile del diktat sulla salute (e sulla morte) nel mondo, nonché del controllo del cambiamento climatico .
E, non a caso, la radio ufficiale del governo svizzero ha ospitato un programma di un'ora venerdì 9 agosto 2024, con la partecipazione di persone che hanno chiamato/scritto sul tema " Cosa succederebbe se vivessimo in un mondo senza confini?"
A proposito, non è una svolta green: l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, si basa sulla monetizzazione del mondo naturale (attualmente stimato dal NYSE a $ 4 quadrilioni).
“È il piano d'azione per inventariare e controllare tutta la terra, tutta l'acqua, tutti i minerali, tutte le piante, tutti gli animali, tutte le costruzioni, tutti i mezzi di produzione, tutta l'energia, tutta l'istruzione, le forze dell'ordine ei sistemi giudiziari; tutte le informazioni, tutto il cibo e tutti gli esseri umani del pianeta. Si tratta di un piano di inventario e controllo. È totalmente completo e non è un vecchio piano polveroso. È un vero piano che ti sta interessando in questo momento. Se non avesse un bell'aspetto, non te ne innamoreresti... La storia è che salveremo il pianeta con questo piano ambientale". Rosa Koire
Quella che sta avvenendo è l'accumulazione originaria che sarà la base di un nuovo potere tecnocratico: L'Agenda Verde è un'agenda transumanista di accaparramento e monetizzazione di tutti i beni della terra, compresi i nostri corpi e le nostre menti, da parte dell'1% dell'umanità. L'autonomia corporea ormai è la battaglia fondamentale, in qualunque posto della Terra.
Perché nessuno ne parla, cosa è successo alla libera informazione?
Come diavolo hanno fatto a studiare il piano così bene? sono stati bravissimi, si sono letti anche Marx, e il Manifesto del partito comunista, cosa che a sinistra non fanno più, perché lo ritengono troppo brutale e politicamente scorretto, troppo volgare e violento, troppo poco francescano...Ma loro, i più ricchi, hanno agito con pazienza in maniera strategica, temporeggiato, mentito, e cospirato, come facevano una volta i cospiratori rivoluzionari, in più loro hanno finanziato anche guerre per procura, distrutto e rapinato interi paesi, promosso e finanziato colpi di stato che hanno riportato al medioevo i paesi colpiti..., e ora stanno vincendo, sono riusciti a passare attraverso la cruna dell'ago. e sono arrivati in Paradiso, il loro Paradiso.... Sono lo 0,0004% e stanno accumulando nelle loro mani tutte le risorse e i beni della terra...Sono quelli che si riuniscono a Davos, in Svizzera una volta all'anno, e le eminenze grigie dietro di loro, gli innominabili. Gli autori e registi del piano pandemico e della grande truffa ambientale. I governanti del mondo, il capitale finanziario e i loro rappresentanti governativi, e stanno vincendo la guerra di classe.
Reciprocamente abbiamo l'onore di non conoscerci, e nei suoi confronti provo lo stesso atteggiamento di chi alla fine pensa: per non non dire niente, non bastava una brevissima frasetta: non sono capace di dire niente, piuttosto che esercitarsi in un lungo articolo senza dire niente?
Io andrei a farfalle? Perché " Alla fine certi inciuci "antifascisti" finiscono sempre per favorire i dominanti, ossia il grande capitale che mena le danze. Il vero antifascismo è ben altro, il frontismo che andrebbe fatto non è con personaggi come Glucksman che vogliono mettere i cingoli francesi in Ucraina. "
Ma dove ha letto, questo Maccentelli, di queste cose? per riferirsi a Michele Castaldo?
Vedi amico, ad Acerra (Na) si dice che c'è l'ignorantitudine ( cioè l'abitudine di parlare da ignoranti).
Non è una offesa ma una semplice constatazione.
Domando: come si fa a dar credito a quello che scrivi?
Buona giornata
Michele Castaldo
Essere contro la guerra oggi significa essere contro le potenze che spingono per il suo dispiegamento e la sua imposizione.
La questione del nemico è un falso problema perché il nemico ce l'abbiamo in casa. È quello che con quattro formulette ha ribaltato il valore della pace propugnando la guerra. Anzi, la logica del nemico esterno va rifiutata: è la prima forma di boicottaggio. Come quei soldati che a Caporetto rivoltavano i loro fucili contro gli ufficiali regi. I Mentana, i Molinari, i Giannini, i Parenzo, i Severgnini, i Vespa sono precisamente quegli ufficiali regi. Se vogliono la guerra, questi signori, dovranno trovarla nelle armi della critica partigiane, nel sabotaggio, nella diserzione, nella consapevolezza che i proletari non hanno per nemici altri proletari. E che i nemici dei popoli sono gli stessi che li comandano nel nome di interessi dominanti.
Caro Giacomo, ti ricordi le assemblee e i convegni ai tempi di Eurostop e ancor prima di Ross@? A vedere il poco simpatico approdo a un antifascismo retrò che fa il verso a quello del PD e ai vari inciucetti nel nome di una sinistra radicale che ritengo cadaverica, di quel periodo non ne rimane neppure la più pallida caricatira. Al netto del fatto che non discuto la presenza ahimè di compagne e compagni validi e generosi e con molti dei quali sono legato da sincero affetto. Ma quando si tratta di politica e di scelte di fondo sul piano strategico e tattico, non si possono fare sconti a nessuno.
innanzitutto ti ringrazio per l'arguzia che hai avuto nell'aver notato una mia voluta digressione sui vandeani, o il popolo della Vandea.
Perché questa "digressione"? Perché nel variegato mondo della sinistra è marcato a fuoco il popolo vandeano come reazionario, conservatore, retrivo e chi più ne ha più ne mette.
Si tratta di una vera e propria infamia nei confronti di chi subi una vera e propria guerra di spopolamentovda da parte della Repubblica e dei repubblicani francesi perché si rifiutava di inviare i propri giovani operai a combattere perché senza mano d'opera si impoveriva tutta la Vandea, prevalentemente agricola.
In Italia in quanto Comunista sono stato finora l'unico ad aver scritto una obiezione nel 2018 nel mio libro LA CRISI DI UNA TEORIA RIVOLUZIONARIA, dove contestavo alla Repubblica democratica La GUERRA E IL SISTEMA DI SPOPOLAMENTO descritta in modo magistrale da Gracchius Babeuf in in libro pubblicato in prima edizione nel 1987 e in seconda edizione nel 2000.
Fui incuriosito dalla cosa perché in più di una occasione (tieni conto che sono stato fra i promotori a Acerra prima e a Napoli poi della lotta organizzata dei disoccupati) e quando fummo COSTRETTI A SCONTRARCI CON IL PCI E LA CGIL, FINIMMO IN CARCERE IN 400 (hai letto bene, in quattrocento) nel dopoterremoto a Napoli, fummo definiti da tutta la stampa di sinistra, Manifesto compreso, plebaglia vandeana.
Già nel 1962 i manifestanti di piazza Statuto - operai meridionali discriminati da un accordo separato tra la Uilm e la Fiat, era successo la stessa cosa, anche se non fu usato il termini "vandeano", ma squadrismo qualunquista, perchi gli operai tennero testa per una settimana alla polizia.
Chiudo e non la faccio lunga: chi ritiene che la rivoluzione vada organizzata secondo propri canoni sta fuori dalla storia, dal materialismo e dal marxismo.
Qualora tu fossi interessato al libro di Babeuf e non lo riuscissi a trovare mandami l'indirizzo e te lo invio.
Michele Castaldo
C'è mancato poco che scrivesse “bonariamente” che se la scelta è tra fascisti mezzecalzette dissimulati e fascisti opportunisti incoscienti meglio sarebbe votare un nazista originale e dichiarato.
Lella pone le domande cruciali, fondamentali, su cui vale la pena una riflessione e non l’indifferenza riservata alle domande sbagliate. Caterina Genna in un affascinante saggio, “Karl Marx: umanismo e materialismo”, sostiene, più o meno, che nel percorso di vita storico e intellettuale di Marx si presentano, senza soluzione di continuità, tre momenti di grande compimento e di assoluta superiorità, un primo teologico, un secondo di teorico della conoscenza e un terzo di studioso ineguagliato del capitalismo e della moneta.
La teologia, la pneumatologia di Marx lo portano effettivamente a arguire, “che non è un fatto di coscienza ma di costrittivita delle condizioni di esistenza.”, in merito allo sviluppo “dei comportamenti di vero antagonismo”: nondimeno, non manca di osservare che appare più che probabile che, anche in determinazioni storiche e sociali più avanzate, gli schiavi possono spontaneamente aderire – regredire-a comportamenti di adeguamento partecipativo alla loro miserabile condizionein . Per questo condanna senza appello i “falsi profeti rivoluzionari” che contribuiscono a distruggere un punto di vista di sinistra, con grande difficoltà creato tra le classi subalterne e schiavizzate.
Pur emergendo e vigendo una situazione di oggettiva conflittualità e contraddizione, ideale per far sorgere comportamenti spirituali e materiali di antagonismo e superamento, essi sembrano assumere caratteri “pneumatologici” di irrefutabile potenzialità, ma non di immediata attualizzazione.
Il neoliberalismo introdotto dalla classe dominante negli anni settanta, per bloccare le spinte progressive suscitate dalla golden age del capitalismo, è nella sostanza un calcolato progetto di imperialismo neofeudale e nazismo dissimulato, con il trasformare lo stato e le marionette dei burocrati non eletti e politici sottomessi in agenti del capitale finanziario e dei dominanti. Siccome le potenzialità di rigetto e rivolta sono potenzialmente cresciute e elevate, per quanto disorganizzate e confuse, il regime si difende svelando sempre più il volto nazifascista, guerrafondaio e imperialistico.
e dal 2021 in poi alcuni( qualche migliaio ,fra cui italiani,carabinieri,) son tornati coi piedi in avanti.
Purtroppo ,per loro la guerra è reale e mortale non disquisizioni e battibecchi " pollitici";
il fronte che conta è quello che distrugge vite ,economie,culture...
la soluzione rivoluzionaria davvero,definitiva,(un po' radicale ammetto)
distruggere contemporaneamente TUTTI i paradisi fiscali e le "City" con i loro sporchi CEO e tornare al baratto altrimenti la guerra che stiamo combattendo sarà sempre la Penultima Grande Guerra Patriottica, con i patrioti morti e veri delinquenti sempre più Padroni di Tutto
(B.Brecht, "Il nemico")
Quanto alla Vandea e ai vandeani, facesse qualche lettura di storia in più piuttosto che lasciarsi andare a fugaci e sommari espressioni strausate da una sinistra balorda.
la rivolta contro il genocidio vandeano della Vandea andrebbe studiato con maggiore attenzione.
Buona fortuna
Se poi è convinto del contrario e visto che ci tiene a farci sapere che lei di Vandea ne sa, ne approfitti per istruirci; noi specchi che ascoltiamo (anche) Maccentelli, abbiamo solo da imparare da chi ha studiato a fondo la Storia.
Grazie.
Luigi Ficarra
come comunista ritengo che ci siano guerre giuste come la nostra Resistenza e tutte le guerre di classe e antimperialiste. E guerre ingiuste come quella scaturita dal militarismo espansionista della NATO.
Bisognerebbe per altri parlare con le popolazioni civili del Donbass: ormai lo sanno pure i bambini che l'inizio della guerra in Ucraina è del 2014.
La lotta armata popolare è altra cosa...
Utile sarebbe studiare la teoria dei fronte 3 internazionale, quanto meno per non ripetersi negli errori.
Unità dal basso contro il grande capitale, la concentrazione della ricchezza e allargamento della miseria, contro la tempesta guerrafondaia per la nuova spartizione del mondo?
Si!
Il resto accompagna la catastrofe.
la cosa piacerebbe anche a me. Ma un conto è ciò che vorremmo, un altro ciò che è possibile fare. Siamo all'inizio di una guerra che rischia di essere letale per una parte dell'umanità, se non tutta. Tempo non c'è ne è. Il punto è che chi si riconosce contro questa guerra e il suo artefice principale, ossia l'imperialismo dell'Occidente collettivo, deve unirsi al di là delle ideologie. Noi comunisti abbiamo il compito di costruire con l'egemonia di classe, rapporti sociali socialisti. Dentro questo ci stanno diversi percorsi di liberazione.
Tuttavia come nella Resistenza i comunisti e i socialisti avevano bisogno di altre forze relative alle messe popolari di tutta la società italiana, persino dei monarchici, anche oggi questa è una nuova Resistenza alla guerra che ci impongono,nella definitiva sottrazione di sovranità popolare.
Le formulette di una sx radicale litigiosa e autoreferenziale, non hanno funzionato e non funzioneranno mai più.
E come ho spiegato il fronte francese che sdogana la guerra della NATO, come quello italiano nato ieri e che è anche peggiore, sono dalla parte degli amici della guerra imperialista.
Questi sono i punti da cui partire. Soluzioni in tasca? No. Se ne deve discutere. E lo si fa oltre l'idiozia che si rivela solo dagli insulti di chi non ha argomenti per replicare.
Uscite dall'angolo e diamoci una mossa anche in Italia. A forza di accuse e scontri fra compagni i fascisti più ignoranti stanno governando l'Italia...
Partiamo dalle guerre, di cui lei ne fa una questione di lana caprina e gioca sui termini. L'esercito regolare vietcong e quello cinese che cosa facevano se non combattere una guerra popolare, dunque giusta? Sono solo due esempi ma valgono per le guerriglie, le insurrezioni, ogni forma di lotta armata popolare.
Compresa la nostra Resistenza.
Seconda questione: anch'io apprezzo i compagni, con i quali sono legato da profondo affetto e condivisione di intenti, ma lei fa del sentimentalismo, io invece tratto di strategia politica. Il suo è un errore comune a gran parte dei compagni che hanno perso per strada la metodologia politica dei comunisti, il modo di agire basato sull'analisi concreta della situazione concreta per parafrasare Lenin.
Io continuo a essere convinto che inserire nel programma le armi all'Ucraina nazista e la presenza di personale militare in loco significa vanificare tutti i bei propositi del programma del Front Populaire.
Un po' come Santoro che parla di pace ma ritiene prematuro uscire dalla NATO perché abbiamo bisogno di un dispositivo di difesa (Sic!).
Occorre uscire dai sentimentalismi e quindi da un marxismo utopistico e idealista per riprendere la cassetta degli attrezzi del marxismo per come c'è l'hanno insegnato Marx, Engels e Lenin.