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sinistra

In vita di Luigi Mangione

di Algamica*

6757d7ef095b3.jpegPer chi da sempre è impegnato idealmente in una lotta politica capita, un giorno sì e l’altro pure, commemorare morti sul lavoro oppure martiri che difendevano la causa degli oppressi e sfruttati, quando non addirittura giustiziati dalle forze di polizia di Stati democratici. Lo continueremo a fare con una certa sofferenza anche se lo abbiamo messo da sempre in conto.

In queste scarne note invece vogliamo spendere qualche parola e richiamare l’attenzione su Luigi Mangione in vita che ha compiuto un gesto “eclatante” negli Usa, che ha buttato e continua a buttare scompiglio fra i ben pensanti. Il perché è presto detto: sta riscuotendo non solo comprensione, che sarebbe, per così dire, nell’ordine delle cose in modo particolare se parte in causa in modo diretto, ovvero parente di un malcapitato che ha dovuto subire un torto da parte dell’ucciso, in questo caso tal Brian Thompson Ceo della divisione assicurativa di United Healthcare. Ma non in questi termini stanno i fatti, perché Luigi Mangione sta riscuotendo uno sconfinato plauso, forse anche inaspettato in modo particolare sempre dai benpensanti, che pone più di un interrogativo, in modo particolare perché il “killer di New York”, come viene definito dalla grande stampa assoldata dai vari establishment, non è un clochard, un barbone, un nero, un alcolizzato in preda ai fumi dell’alcool, un terrorista islamico, uno jihadista, o qualcuno sotto cura di qualche centro di igiene mentale e via di questo passo. No, ma si tratta di un giovane bianco di 26 anni, bello, ricco, laureato niente di meno che in ingegneria elettronica, che ha frequentato scuole di altissimo prestigio e di una famiglia di alto rango. Non solo, ma – chiosano i pennivendoli - «con un manifesto politico anticapitalista» dicono lor signori «nel quale rivendica il suo atto violento scrivendo: “Mi scuso per i traumi creati ma andava fatto, bisognava eliminare questo parassita”».

Lo scompiglio fra i ben pensanti non sta tanto nel gesto, figurarsi poi negli Usa dove si succedono stragi di chi spara all’impazzata “nel mucchio” proprio perché la società vive di rapporti economico-sociali capitalistici totalmente impersonali, dove perciò, è difficile se non impossibile arrivare al reo.

Ma i commentatori interessati vedono lo scompiglio nella motivazione per un verso e nella natura del soggetto che si è reso responsabile del reato. Due fattori che destano veramente preoccupazione. Perché non di uno squilibrato, sul quale pure andrebbero capite comunque le cause, ma di un pezzo di giovanotto di ottima famiglia e con motivazioni anticapitaliste. Dunque che sta succedendo nel paese più democratico, più ricco, più evoluto, più emancipato, più progredito, più militarizzato del mondo? C’è di che pensare, e lor signori si preoccupano per davvero, perché quando vogliono sanno anche leggere fra le pieghe dei fatti, e se si preoccupano vuol dire che percepiscono che si addensano nubi nere all’orizzonte, non solo negli Usa ma anche nella nostra Italia dove le strutture sanitarie sono avviate verso lo stesso percorso degli Usa. Perché Velia Alvich, sempre dal Corriere della sera, si meraviglia se si sviluppa negli Usa « […] quella (assurda) simpatia per il killer »? e perché «Una mattina gli americani si sono svegliati e «hanno scoperto di essere dalla parte di un killer»? O ancora «Una causa così sentita che alcuni utenti hanno deciso di attaccare vitualmente la sede di McDonald’s nel centro di Altoona, in Pennsylvania doma Mangione è stato arrestato ». Insomma cosa sta succedendo veramente in questa fase del modo di produzione capitalistico se nel paese più democratico del mondo le nuove generazioni scendono in piazza contro il genocidio dello Stato di Israele per difendere le ragioni del popolo palestinese e un giovane bianco e di buona famiglia programma e uccide un Ceo, lo rivendica con un Manifesto giustificandolo in nome dell’anticapitalismo?

Ovviamente diamo per certo che molti democratici o anche personaggi di sinistra se non addirittura “comunisti” storcono la bocca di fronte a un fatto violento, individuale e che tutto sommato non cambierà le sorti della storia e meno ancora i destini delle condizioni dei ricoverati nelle strutture di cui l’ucciso era amministratore delegato di alcune di esse. Ci saranno sempre quelli che affermeranno che solo la rivolta popolare e di massa produce sostanziali mutamenti nella società se non addirittura rivoluzioni come la storia insegna. Cioè di luoghi comuni che hanno la faccia, il colore e il sapore di chi li pronuncia.

Ma non è di questo stiamo ragionando, ma di cosa significa il gesto di Luigi Mangione negli Usa in questa fase, nei confronti di un determinato personaggio, in rappresentanza di determinate strutture istituzionali e sociali. Per un verso e l’eco che il gesto che sta avendo non solo fra le persone che vivono continuamente il rapporto con la sanità per seguire i propri cari, ma di masse giovanili che usano Tik Tok o altri mezzi che inneggiano a Luigi Mangione, mentre si producono e vanno a ruba gadget di ogni tipo.

Un conto è il gesto di un folle che spara all’impazzata in una scuola o un qualsiasi luogo frequentato da più persone, cioè nel mucchio; tutt’altra cosa è il gesto di un personaggio come Luigi Mangione – ripetiamo – in un preciso contesto storico, la fase, e nei confronti di un personaggio dei gangli dell’economia nella sanità, dunque non un politico, contro cui abilmente la stampa indirizza le critiche per salvare i meccanismi che sostengono le leggi del profitto.

Giusto per dare qualche idea di cosa parliamo, i poveri cristi (neri o bianchi) e soprattutto le mamme single nere con i propri figli diabetici non hanno accesso alle cure, il resto ha introiettato la ricerca dell’immortalità. È gente individualista che fa di tutto e si cura con tutto per strappare 5 minuti alla morte. Poi c’è gente che a fronte di traumi fisici o psicologici è diventata dipendente di analgesici a base di oppioidi, sono diventati tossici e poi muoiono (questi ultimi sono circa 170 mila l’anno).

Come di recente abbiamo scritto in C’era una volta in America « Una crisi che affligge le classi sociali in particolar modo la middle class bianca europea che si avvia tra le nuove generazioni a non comporre la struttura ultra maggioritaria della popolazione. Sono strati sociali che nella psicologia di massa si sentono accerchiati dall’interno e dall’esterno e che ritengono le cause della crisi quale risultato di un complotto ordito contro la nazione e il popolo da parte di agenti interni ed esterni, e dalle stesse élite delle big corporation ».

Sicché in un Luigi Mangione si condensano necessità inappagate che sviluppano odio, rancore e voglia di giustizia che nel caso specifico fanno scattare il gesto vendicativo.

Non si spiegherebbe altrimenti l’approvazione generalizzata di masse per un verso e lo sbigottimento da parte dell’establishment interpretato dagli mezzi di informazione che lanciano l’allarme, tale da giustificare una possibile accusa di terrorismo nei confronti di chi si è fatto promotore di un gesto di vendetta interpretando una volontà popolare. La qualcosa non ci sorprende affatto, il liberalismo ha prodotto per secoli razzismo e schiavismo, perché ci dovremmo meravigliare per una possibile accusa di terrorismo?

Ora tra l’eventuale accusa di terrorismo nei confronti di Luigi Mangione e la rivendicazione «Free Mangione», cioè «Libertà per Mangione», c’è tutta la distanza che separa l’establishment da una parte e masse di ceto medio impoverite, e poveri poveri sull’orlo della disperazione dalla parte opposta.

Attenzione bene: non si chiede clemenza o comprensione per Luigi Mangione ma «Free» cioè Libertà, ovvero la messa in discussione del principio della responsabilità individuale, perché si è fatto carico di una causa comune, dei tanti sofferenti e umiliati dalle strutture come quella del Ceo Brian Thompson, dunque non è colpevole. E se un potere economico, politico e sociale della nazione più ricca e potente del mondo risponde solo con la repressione vuol dire che nel suo interno si stanno incrinando tutti quei rapporti, innanzitutto economici, che l’hanno tenuta in vita per alcuni secoli.

In chiusa a un eventuale lettore che dovesse storcere la bocca rispetto a quello che cerchiamo di riflettere, vorremmo porre questa domanda: vi è mai capitato di visitare una RSA, ovvero una struttura privata dove i familiari del ricoverato devono portare l’acqua potabile nelle bottigliette perché la struttura non le fornisce, dove il personale, precarizzato ed enormemente ricattato, viene istruito in un certo modo? E se un familiare chiede informazioni c’è sempre una risposta vaga come ad esempio: «non sono di questo reparto », «non mi occupo di queste cose,» «non è il mio turno» e via di questo passo mentre il familiare accumula rabbia e impotenza. E proprio per il meccanismo che sfugge alla responsabilità cui aggrapparsi molto spesso succedono spiacevolissimi comportamenti di familiari nei confronti del personale ospedaliero. Li si vuole giustificare? No, si vuole solo tentare di spiegare la causa dei fatti.

Sia chiaro è un lavoro improbo quello negli ospedali in generale e quello nelle RSA lo è ancora di più, e in quelle private – cioè Spa, molte delle quali della Opus Dei, degli Angelucci e roba varia – ancora di più. Proprio per questo andrebbe premiato l’insieme del personale addetto. Ma si dà il caso che chi gestisce la struttura, il CEO, deve garantire il massimo profitto ed essere garantito dalla democrazia politica dei partiti allo scopo prefigurato.

Sintetizzando diciamo che il gesto di Luigi Mangione è particolare per due ragioni: a) una prima ragione è quella di non aver sparato nel mucchio; b) una seconda ragione consiste nell’aver scaricato la responsabilità del malaffare sanitario su un responsabile diretto, un CEO, piuttosto che su un politico che ne garantisce sul piano legale il funzionale sfruttamento e il profitto.

Per concludere e non lasciare niente fra le righe: ci auguriamo che sorgano tanti Luigi Mangione, o che si organizzino tanti vendicatori solitari? Niente di tutto questo, ma soltanto il voler porre all’attenzione di quanti si dovessero interrogare sul malessere sociale che pervade ormai l’Occidente partendo proprio dal suo apice, cioè gli Usa, che si stanno producendo a vari livelli delle ondate di ribellione come ad esempio quelle a seguito dell’uccisione di G. Floyd, quelle a sostegno della lotta del popolo palestinese e contro il genocidio da parte dello Stato sionista di Israele e in ultimo il gesto di Luigi Mangione che ha raccolto la rabbia crescente sul problema della sanità e l’ha scaricata contro un Ceo del settore.

La rivoluzione sociale, diciamo agli increduli, non è un momento X ma un processo che procede a ondate causate dalle contraddizioni che il modo di produzione capitalistico provoca, rispetto alle quali non è possibile trovare soluzioni.


* Michele Castaldo e Alessio Galluppi
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Comments

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Gaetano
Monday, 16 December 2024 17:59
Attenzione però alla funzione della teoria del complotto. Quando una teoria del complotto è facilmente falsificabile o palesemente non vera essa verrà utilizzata da chi propugna la teoria opposta per validare questa mediante la falsificazione dell'altra. È il dualismo teoria del candore teoria del complotto. La teoria del complotto è funzionale a quella del candore, che spesso non ha altra possibilità di provare la propria veridicità se non adverso sensu additando e smascherando le teorie del complotto che vi si oppongono. Pertanto i giocatori in buonafede devono mostrarsi accorti. Perché nel complotto si nasconde la malafede dei candidi e i candidi si nascondo nelle pieghe della follia del complotto.
Non tutto ciò che si oppone a una asserzione mainstream deve considerarsi un complotto, ma soltanto le asserzioni palesemente non vere o facilmente falsificabili.
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Alessio Galluppi
Tuesday, 17 December 2024 09:05
Ciao Gaetano, fanno riflettere i tuoi commenti.

Nell’articolo che citiamo “c’era una volta l’america” (lo puoi trovare qui o sui nostri rispettivi blog) chiamiamo a riflettere su quando Donald Trump sostenne che a Pittsburgh gli immigrati haitiani mangiano i cani e i gatti dei locali cittadini. Ci sono due modi di affrontare la cosa - al di là della battaglia contro il razzismo sistemico. 1) raccontare che la gente crede a Trump perchè manipolata sforzandosi di dimostrare l’ovvio - non è vero - provando poi ad aggiungere tesi che Musk mediante X e la intelligenza artificiale manipola le coscienze falsificando prove e fabbricando fatti fittizzi.
2) ritenere che chi crede a Trump non lo fa perchè è manipolato, anzi al contrario è proprio Trump a farsi voce di una credenza di massa che riflette il razzismo e spiegare da cosa origina un razzismo che è ancora più feroce nella misura in cui esprime anche la paura di essere sovrastati e sostituiti nelle relazioni economiche dalle popolazioni nere.

Ció, personalmente, è ció che conta. Del resto i più impegnati a dimostrare l’inconsistenza della teoria che gli haitiani mangiano cani e gatti domestici, lo fanno per affermare una necessità, che gli immigrati servono come forza lavoro da sfruttare, sono docili e servizievoli. E attenzione le necessità impersonali della accumulazione non solo richiedono forza lavoro super sfruttabile, ma anche una quota in più di popolazione che faccia aumentare la domanda di merci sul mercato nazionale. Siccome la popolazione bianca autoctona non cresce, l’immigrazione offrirebbe questa “opportunità” - ma è finito il tempo per questa propulsione e il modo di produzione capitalistico è alla fine del tempo.

La realtà per come le masse la vedono è il risultato determinato di precise relazioni sociali. Chi si impegna in narrazioni e contro narrazioni generalmente è il risultato di uno sforzo individualistico per lo status quo, rivolto al passato o rispondente a forze anarchiche e individualistiche della concorrenza sul mercato.
Noi, per intenderci, non sosteniamo che la “religione è l’oppio dei popoli”, questa è una sintesi teorica e storica errata, ció non spiega perchè da migliaia di anni si fabbricano i materiali per edificare templi, sinagoghe, chiese e moschee.
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Michele castaldo
Monday, 16 December 2024 15:25
Ci sono i sordi che non vogliono sentire, poi ci sono i ciechi che volgono lo sguardo altrove per non vedere e privi di un cane d'accompagno camminano stralunati verso il burrone. Noi due - cioè quelli che compongono Algamica, Alessio Galluppi e Michele Castaldo - è chiaro che non parliamo a loro, ma a quanti si voltano intorno e sgomenti si domandano: cosa sta succedendo nel mondo?
Quanti ne sono? Chi sono? Dove sono? Non lo sappiamo, ma abbiamo la certezza che ci sono.
Ecco, noi ci sforziamo di parlare a questi e non a quelli, con un metodo che si sforza di studiare lecause delle cose.
Vogliamo imporre un nostro punto di vista? Assolutamente no, perché un punto di vista lo si acquisisce dalla realtà in cammino. Pertanto se si turano le orecchie e si chiudono gli occhi non si può essere permeati dai fatti.
A costoro auguriamo buona fortuna, ma almeno risparmiate di convincerci delle stupidaggini complottiste.
Michele Castaldo per Algamica
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Mario M
Monday, 16 December 2024 15:38
Neanche io voglio imporre il mio punto di vista, solamente fornire delle informazioni, che, d'accordo, possono essere anche sbagliate, in ogni caso utili. Però non accetto l'accusa di complottista, detto poi da chi, se non vado errato, credeva alla farsa pandemica.
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Mario M
Monday, 16 December 2024 14:19
L'America ci propone eroi in negativo e in positivo, sempre per alimentare il mito dell'individuo che va oltre le leggi e la società: il regicida, Luigi Mangione, ed Elon Musk, il mago dell'industria, della finanza e della politica. Sono due attori che recitano una parte nella strategia del caos e dell'anarchia funzionale ai poteri finanziari fuori controllo.

Un processo di un vero tribunale contro le pratiche estorsive del magnate delle assicurazioni sanitarie non va bene, meglio uno che si autoproclama sceriffo. Non va bene che la NASA, ente statale-governativo, possa inviare satelliti, meglio costruire un genio a tavolino. Elon Musk raccoglie l'eredità di Steve Jobs, anche lui costruito a tavolino, perché deve risaltare il genio e non il lavoro di grandi società e centri di ricerca come la Intel/Farchild e il centro di ricerca della Xerox.
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Gaetano
Monday, 16 December 2024 11:33
Giustizia è un termine etico e attiene all'etica e alla morale. Se ne può discutere quanto si vuole. Inoltre l'etica, come la morale, non sono codificate ma funzionano in modo consuetudinario, nel senso che la norma etica deve essere introiettata dalla popolazione prima ancora di diventare una norma scritta. Mentre la legge è una norma scritta ed è una materia costruita dagli stati o dalle sue manifestazioni o dalle organizzazione sovrannazionali. La norma scritta è lo jus, il diritto, e da sempre lo jus è voluntas, ossia la volontà dei propri interessi imposta dal gruppo sociale dominante sugli altri individui, che la subiscono. E quindi anche qui, mi pare che vi sia poco da discutere.
A mio giudizio l'equilibrio di forze odierno all'interno delle società capitaliste che hanno formato la norma etica e lo jus a loro immagine e somiglianza non può essere emendato, e tanto meno scardinato, per via pacifica agendo con i mezzi giuridici messi a disposizione da chi ha creato la costruzione sociale che chiamiamo stato. La nostra costituzione, ad esempio, è repubblicana e non è ammessa una forma diversa. La prima parte della nostra Costituzione è un elenco di principi etici e morali che di normativo hanno quasi nulla, perché sguarniti di sanzioni specifiche o di rimandi a leggi ordinarie che li disciplinino in modo compiuto. Tranne alcuni articoli, come quello dove è prevista la proprietà privata. L'aggancio costituzionale ha fatto sì che essa possa essere disciplinata e protetta da migliaia di altri articoli, che costituiscono la vera sostanza. Ecco perché eliminare la proprietà privata dalla costituzione sarebbe impossibile, perché crollerebbe tutto il sistema giuridico che sulla proprietà ha il suo fondamento. Mentre la protezione del lavoro è un principio costituzionale che dalle leggi ordinarie è stato sostanzialmente ignorato, come tantissimi altri a vantaggio dei cittadini, delle classi meno abbienti.
Dunque se la nostra costituzione è un faro di uguaglianza formale, il diritto sottostante è rimasto pressocché invariato dai tempi della camera dei fasci e delle corporazioni o da quelli del regio parlamento. Il codice civile e quello di procedura sono rispettivamente del 1940 e del 1942 e quello penale è del 1930. E tutti quanti si rifanno in larga parte ai codici postrisorgimentali e questi alla codificazione napoleonica. Senza contare che intere sezioni che riguardano la proprietà sono mutuate dalle constitutiones giustinianee e quindi sono ancora più antiche.
Dunque per un effettivo cambiamento dei semplici passaggi costituzionali sarebbero insufficienti. Occorrerebbero invece atti risolutivi e definitivi in grado di violare la legalità, di spezzare millenni di consuetudini scritte e orali. Perché la legalità significa la legge del più forte. Questi atti dovrebbero essere in grado in modificare il sentimento etico che è il terreno di coltura della legalità.
L'omicidio di Mangione va in parte in questa direzione. Esiste uno jus naturalis, che è il diritto a essere curati, che viene violato sistematicamente dalle leggi statali. Ecco, ma se Mangione si difenderà all'interno del processo, non potrà che essere giudicato colpevole e senza attenuanti, e tutto si concluderà con la sua condanna nel processo. Ma se Mangione non riconoscerà i giudici e la società che lo mette a processo, beh lì sarebbe un ulteriore passo in avanti. Il suo sarebbe il tipico esempio di martirio o di eroismo che potrebbe attirare seguaci. Tuttavia anche questi, senza un partito organizzato e una teoria organizzata a supportare una ulteriore presa di posizione, si esaurirebbero presto in una rivolta sterile e temporanea.
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Mario M
Monday, 16 December 2024 07:57
C'è qualcuno che avanza delle perplessità sulla veridicità dell'assassinio di quel magnate delle assicurazioni farmaceutiche. Ovviamente è il solito Miles Mathis. https://mileswmathis.com/brian.pdf
Miles Mathis elenca addirittura nove indizi sulla messa in scena di questo assassinio: la polizia che istantaneamente consegna i filmati ai media, un personaggio così importante che se ne va in giro da solo di notte, la cattiva recita dei due persoaggi coinvolti,  la telecameta al posto giusto, però ballonzola, i proiettili firmati, subito i commentatori che si attivano... L'ultimo indizio è decisivo: "But the ninth clue is the decider: today it was reported that Thompson was under investigation by the Justice Department for insider trading, monopolistic practices, and possible racketeering. So just when he needed to disappear, he did. Just a whacky coincidence, I'm sure."

Ci stanno ingannando con la vendita di un anarchico regicida; e anche prima con l'anarchico imprenditore e ora politico, Elon Musk, che è invece un semplice prestanome, fantoccio.
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Alessio Galluppi
Monday, 16 December 2024 09:57
È più rassicurante credere che si tratti di complotti piuttosto che prendere atto che il mondo si sbriciola in pezzi (in sostanza alla fine di un modo di produzione) Perchè? Perche di fronte a una crisi reale si rimpiange quando si stava caldi e accomodati nella democrazia che garantiva i diritti individualistici e del privato cittadino libero di concorrere sul libero mercato.
E anche se fosse una messainacena sarebbe come l’apprendista stregone che scherza col fuoco, ma ho sempre poco creduto agli stregoni.
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Mario M
Monday, 16 December 2024 11:53
È più rassicurante la versione ufficiale, dell'eroe contro il sistema. In effetti il potere si costruisce anche i suoi oppositori.

Coi fatti dell'11 Settembre, la farsa pandemica e tanti altri inganni, un modo per cercare di contrastare il sistema di potere è anche quello di cercare di smascherarlo.
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Alfred
Sunday, 15 December 2024 23:36
Gruppi politici all'apice e semplici cittadini turlupinati cintinuano a sostenere che e' giusto perseverare e armare uno che ha sulla coscienza migliaia di morti indistinti, soprattutto donne e bambini senza scandalizzarsi, anzi andando contro la condanna della corte penale internazionale. Interi governi che hanno firmato la convenzione internazionale giurano che da loro e' il benvenuto (il killer di migliaia di donne e bambini)
Mangione ha preso la mira e ucciso una sola persona che lucra sulle cure a pagamento.
E' diventata cosa legale lucrare sulla salute (e anche decretare la morte per mancanza di cure) delle persone e sembra sia legale anche amministrare genocidi. A questo punto forse dovremmo interrogarci sul concetto di legalita' e su quell'altro di Giustizia ... umana, siciale ecc
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Paolo
Sunday, 15 December 2024 20:29
Proprio così! E' necessario che le classi dirigenti abbiano paura come negli anni settanta quando nascosero i loro nomi e cognomi nelle targhette condominiali e nello loro ville perché non fosse individuabile il loro domicilio e la loro ricchezza era discreta e non ostentata come lo è oggi.
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