Ma che succede in Occidente? Perché sono diventati tutti stupidi?
di Domenico De Simone
Il primo settembre di ogni anno in Russia si celebra la giornata della cultura e dell’istruzione. Con agosto finisce l’estate e ricomincia la scuola, e tornare a studiare è una festa. Deve essere una festa, perché conoscere, cercare, curiosare, imparare per tutta la vita, insomma il sapere, è una parte essenziale dell’umanità. La copertina del libro di Travaglio, “Scemi di guerra“, è emblematica del momento di follia generale che ha preso non solo l’Italia ma tutto l’Occidente. A proposito, consiglio vivamente di leggerlo, così come consiglio di leggere al contrario quello che viene scritto sulla guerra da media italiani, quasi tutti. Le notizie che passano, come di chiaramente Tucker Carlson in questa intervista, tradotta dall’Antidiplomatico, sono veline della disinformazione di matrice statunitense. Lui faceva il giornalista di denuncia con molto successo su Fox News, e alla fine hanno costretto l’emittente, nonostante la sua popolarità e i suoi numeri, a licenziarlo perché dava troppo fastidio al “Potere“. Carlson aggiunge che i poteri forti, quelli che contano davvero, non la marionetta Biden e il coro di minus habens che gli sta intorno, hanno già deciso di andare a fare la guerra alla Russia. E che stanno portando l’America e l’Occidente tutto alla rovina con decisioni ed azioni palesemente sbagliate e rovinose. A partire dal golpe in Ucraina del 2014, dalla decisione di mandare al potere una banda di pazzi violenti, pubblicamente e dichiaratamente nazisti, razzisti e guerrafondai, che stanno portando il popolo ucraino all’estinzione e la loro nazione alla dissoluzione. Scrivevo nel marzo del 2014 chi è stato realmente a fare il colpo di stato in Ucraina e quali fossero i reali interessi in gioco.
All’inizio della guerra facevo considerazioni sulle conseguenze economiche e politiche in palese controtendenza con il quasi unanime entusiasmo con cui era stato accolto l’invio di armi per distruggere i cattivi russi che intendevano impadronirsi del mondo. Raccontavo un’altra storia che si è in gran parte largamente verificata e il resto verrà in breve tempo.
In un altro articolo, sempre all’inizio della guerra, esponevo le mie idee sulle radici profonde dello scontro in atto e sul fatto che la guerra in Ucraina è l’episodio scatenante della resa dei conti tra il Potere e l’umanità. Il sistema di potere rappresentato dal complesso industriale e militare delle armi negli Usa ha bisogno continuamente di guerre devastanti per alimentare il proprio potere. È un mostro sanguinario che non ha in nessuna considerazione la sorte dei disgraziati mandati a morire sul campo di battaglia, ma pensa solo ai propri profitti e al proprio potere.
Non sono un genio e non mi vanto di aver azzeccato buona parte delle previsioni fatte allora. Non ci voleva molto, bastava avere un po’ di spirito critico e una minima conoscenza della storia e dei fatti per capire quali fossero le vere ragioni della guerra in Ucraina quali potessero essere le conseguenze nefaste per l’Europa in generale e per l’Italia in particolare. Però, a parte qualche rara voce di dissenso, subito messa a tacere dal sistema mediatico, il coro pressoché unanime è stato che si trattava di una lotta all’ultimo sangue tra la “democrazia” e l'”autocrazia“, che se l’occidente non si fosse difeso, Putin e i suoi scagnozzi assetati di sangue sarebbero arrivati ad imporre il loro potere fino a Lisbona e che era quindi necessario armare l’Ucraina affinché vincesse la guerra e combattesse per nostro conto. Un bambino cretino avrebbe capito che con un esercito di 200 mila soldati era impossibile pure arrivare a Kiev e figuriamoci a Lisbona, ma il messaggio del sistema mediatico e politico europeo era che la Russia aveva il progetto di impadronirsi di tutta l’Europa con le armi e con la propaganda. A proposito di propaganda, i principali media russi per l’estero sono stati subito interdetti in tutto il mondo occidentale e qualunque cosa dicessero o scrivessero veniva etichettata come propaganda russa. In occidente, chiunque provasse a dire qualcosa contro la guerra, veniva etichettato come filoputiniano ed esposto al pubblico ludibrio e alla generale esecrazione. Papa compreso, ovviamente.
La narrazione ufficiale era fondata su poche ma chiarissime parole d’ordine:
1) la guerra era brutale e ingiustificata perché non provocata,
2) la Russia intendeva impadronirsi dell’Europa intera per dominarla sotto il tallone d’acciaio del potere autocratico,
3) l’Ucraina era un campione di virtù democratiche che l’occidente doveva difendere per salvare i propri valori negati e vilipesi da Putin e dai suoi scagnozzi,
4) la Russia era isolata in tutto il mondo e sarebbe crollata sotto i colpi della resistenza ucraina, delle sanzioni occidentali e della resistenza interna. Corollario decisamente contraddittorio di questa narrazione, era la considerazione che l’esercito russo era obsoleto, antiquato, che nessuno volesse combattere per Putin, e che le armi occidentali avrebbero fatto strame di una simile accozzaglia guidata da generali incapaci e politici burattini di Putin, l’incarnazione del male assoluto.
L’evidenza era assolutamente contro questa narrazione ufficiale. Bastava prendere un po’ di informazioni per sapere che:
1) In Ucraina la guerra era iniziata otto anni prima con il colpo di stato finanziato (con cinque miliardi di dollari) e voluto dagli Usa che aveva rovesciato il governo democraticamente eletto di Yanukovich, che la Russia aveva provato in tutti i modi a difendere le popolazioni del Donbass e delle oblast orientali, per la stragrande maggioranza abitate da russi e russofoni, e che gli accordi di Minsk erano stati deliberatamente disattesi dall’occidente. Si è saputo, dopo, per esplicita ammissione della Merkel e di Holland, ma era evidente già da prima, che gli accordi erano stati sottoscritti dall’Ucraina con l’avallo di Usa, Germania e Francia, con il preciso intento di far guadagnare tempo all’Ucraina per organizzarne l’esercito e prepararlo alla guerra contro la Russia, ma non certo per raggiungere la pace attraverso un accordo onorevole.
2) La Russia aveva sempre manifestato l’intenzione di collaborare economicamente con l’Europa ed aveva stretto innumerevoli accordi con ‘l’Unione Europea attirando capitali per gli investimenti e vendendo a prezzo di favore le materie prime su cui l’Europa e soprattutto la Germania, hanno costruito il proprio benessere nei trent’anni dal crollo dell’URSS. In Russia non c’era stata alcuna mobilitazione né alcuna retorica anti occidentale almeno fino al febbraio 2022, quando tutto l’Occidente si è schierato contro la Russia e ha supportato attivamente la guerra contro di lei. La Russia aveva avvisato innumerevoli volte l’occidente a non espandere la Nato fino ai suoi confini, ed aveva anzi cercato di entrare nella Nato, visto che lo scopo di questa organizzazione sembrava la lotta contro il terrorismo internazionale, fino a che non è stata respinta ed è apparso chiaro che il rafforzamento e l’estensione della Nato erano rivolte a fare la guerra alla Russia.
3) In Ucraina gli americani avevano mandato al potere una banda di nazisti dichiarati che hanno come campione e riferimento ideologico quel Joseph Bandera che guidò i nazionalisti ucraini a fianco delle truppe nazisti compiendo stragi di ebrei, di polacchi e di russi con una crudeltà e una determinazione persino superiore a quella delle SS. D’altra parte le leggi razziste emanate dai governi neonazisti tra il 2014 e il 2022, e i continui bombardamenti del Donbass che hanno provocato quindicimila morti nella regione, stanno a dimostrare la vera natura di questi governi. Il fatto che l’esercito e il governo ucraino fosse finito nelle mani di neonazisti era di evidenza solare, ma è stato accuratamente nascosto dai media occidentali e ignorato dai politici americani e europei che hanno sostenuto il contrario negando l’evidenza.
4) La Russia è tutt’altro che isolata nel mondo e le sanzioni sono state applicate, tra l’altro in modo assolutamente inefficace, solo dall’Occidente, mentre il resto del mondo si è rifiutato sia di condannare la Russia sia di sanzionarla. Nonostante le forti pressioni degli americani e degli europei, Cina, India, Paesi Arabi, sudamericani, africani non si sono piegati alle richieste occidentali di sanzionare la Russia e non sono hanno continuato e incrementato gli scambi economici, ma stanno costruendo un’alternativa al sistema economico occidentale che è stata consacrata dal convegno dei BRICS di qualche giorno fa in Sudafrica, convegno che ha visto l’allargamento dell’organizzazione ad altri sei paesi tra cui (udite! udite!) l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, oltre ad Egitto, Etiopia, Argentina e Iran (!) mentre altre trenta nazioni hanno fatto richiesta di aderire. I Brics hanno costruito la propria Banca Mondiale, hanno cominciato con molta efficacia a commerciare tra di loro facendo a meno del dollaro e il rischio di un default del debito pubblico Usa, nonostante i continui aumenti del tasso di sconto della Federal Reserve, evidentemente finalizzati ad attirare investitori anche se giustificati per il “contenimento dell’inflazione” che, a mio giudizio, in questa situazione economica, non c’entra proprio niente, è ogni giorno più vicino. Quelli che cominciano ad essere isolati per davvero dal resto del mondo sono i paesi occidentali che ormai, ovunque si presentino con pretese di dominio, più o meno mascherate, vengono presi a calci e buttati fuori dalla porta.
Insomma, con poche ma efficaci mosse, gli Usa sono riusciti nell’impresa di far avvicinare ed alleare tra loro la Cina e la Russia, fatto che avevano cercato di scongiurare in tutti i modi per tutto il secolo scorso, considerando questa alleanza letale per gli interessi americani. Allo stesso tempo, gli europei hanno dovuto troncare ogni relazione con la Russia, che aveva portato benessere per i prezzi bassi dell’energia e per un mercato di sbocco delle esportazioni in continua crescita, vengono cacciati dall’Africa, fatti oggetto di una immigrazione incontrollabile, presi a schiaffoni nei paesi arabi, ignorati in Sud America, con il rischio che il giardino di Borrel si trasformi in un inferno in continua recessione e impossibilitato a produrre alcunché per la fuga delle imprese produttive verso paesi che garantiscono prezzi dell’energia competitivi. Gli Usa hanno raggiunto il loro obiettivo di impedire la formazione un centro economico Russia – Europa che li avrebbe presumibilmente surclassati, ma gli effetti per i paesi europei sono devastanti e le prospettive sono nerissime.
Non è una bella prospettiva, anzi, tutt’altro. Non esiste un’alternativa credibile al dollaro come unità di misura degli scambi del mondo, non è facile costruirla e se pure i paesi del Brics allargato fossero d’accordo (e non lo sono), ci vorrebbero almeno una decina di anni per fare una nuova moneta (è il tempo che è stato necessario per costruire l’euro tra il 1992 e il 2002). Infine, gli Usa sono parte essenziale del commercio del mondo e oltretutto hanno armi nucleari in quantità sufficiente a distruggere il mondo diverse volte, e armate sparse per l’intero globo pronte a scatenare l’inferno se gli Usa dovessero cadere in una crisi economica non reversibile se non con una guerra.
Insomma, per chi possiede un minimo di capacità di giudizio, è evidente che la narrazione occidentale e le parole d’ordine sulle quali è intessuta, non è altro che un’accozzaglia di menzogne fondata su perverse illusioni di dominio. Il problema è capire come siamo arrivati a questo punto. Sta apparendo sempre più chiaro che la politica della UE è autolesionista fino al suicidio economico e sociale, ma i vertici politici dell’Unione sembrano non accorgersene e continuano a ripetere come un mantra le parole d’ordine, fino a sembrare degli assoluti imbecilli. Nemmeno gli schiaffoni che i vertici politici europei stanno prendendo in giro per il mondo sembrano scuoterli dal loro torpore, né Mitchel, né la Von der Leyen, né la Metsola, né Borrel e tanto meno l’ineffabile Stoltenberg manifestano il minimo dubbio sulla correttezza delle proprie affermazioni e delle politiche che hanno imposto all’Unione Europea. Nemmeno Macron, Scholtz, Meloni e gli altri capi di governo dei paesi dell’Unione, sembrano avere una qualche resipiscenza. Ricordo giusto qualcuno degli schiaffoni che sono stati mollati sulla faccia di questi soggetti, a partire dal rifiuto della Cina di ricevere Borrell, al trattamento imbarazzante che i cinesi hanno riservato alla Von der Leyen, al rifiuto del Brics di consentire a Macron di partecipare ai lavori in Sudafrica, alla cacciata dei francesi in buona parte dei paesi dell’Africa subsahariana. Sentire questi personaggi negare palesemente l’evidenza e ripetere continuamente evidenti bugie genera un profondo imbarazzo. Un Ministro degli Esteri dovrebbe conoscere quanto meno la geografia e, se non la conosce a fondo, magari prima di un incontro importante, dovrebbe cercare di informarsi. soprattutto se l’oggetto dell’incontro sono i confini e le regioni dell’altro paese.
Immaginate come deve essersi sentito il buon Lavrov, Ministro degli Esteri Russo, quando ha incontrato la sua omologa Liz Truss qualche giorno prima dell’inizio del conflitto e le ha chiesto se l’Inghilterra riconoscesse la sovranità della Russa sulla regione di Rostov. La risposta della Truss è stata categorica: l’Inghilterra non avrebbe mai riconosciuto la sovranità russa sulla regione di Rostov! Ora, c’è il piccolo particolare che la regione di Rostov è russa da sempre, non ha mai fatto parte dell’Ucraina, con la quale confina soltanto, e non c’è alcuna questione sulla sovranità della Russia sulla regione. Sarebbe come mettere in dubbio la sovranità della Russia sulla regione di Mosca, o quella italiana sulla Liguria. La domanda di Lavrov era chiaramente una trappola per rendere evidente la totale ignoranza della Truss della geografia, della storia e della situazione reale in Ucraina e, conseguentemente, la totale inutilità di un confronto con una simile interlocutrice. Il fatto che una simile capra sia stata messa a fare il Ministro degli Esteri di un paese importante come l’Inghilterra, è sintomatico del livello drammaticamente basso raggiunto dai politici dell’occidente.
La stessa sensazione di incompetenza, incapacità e ignoranza la si prova confrontando le dichiarazioni di Ministri cinesi, indiani, arabi e persino africani con quelle dei loro omologhi europei e americani. Dopo le roboanti dichiarazioni di aperta ostilità nei confronti della Cina, le continue provocazioni su Taiwan, che contraddicono decenni di politica di riconoscimento da parte occidentale che Taiwan fa parte della Cina ed è una questione aperta all’interno della Cina, dopo le sanzioni, le manovre militari e quant’altro immaginabile per alzare il livello del conflitto, gli americani avrebbero forse, dovuto aspettarsi un mutamento della politica economica cinese rispetto ai Treasury Bond della Federal Reserve. È profondamente stupido pensare che i cinesi possano continuare ad alimentare un debito pubblico americano che verrà utilizzato per finanziare la guerra contro di loro. In effetti, la Cina sta vendendo titoli di stato Usa a rotta di collo, e attualmente ne possiede circa la metà di quelli che aveva dieci anni fa. La figura barbina della Yellen che è andata ripetutamente ad inchinarsi davanti a Xi Jinping (confondendo i cinesi con i giapponesi che, in effetti, salutano con l’inchino), per perorare la causa dell’acquisto dei Bond Usa, non è servita a niente, e i cinesi non sono nemmeno stati mossi a compassione dalla visita del centenario Kissinger che è andato a raccomandare quei ragazzacci di Washington ai suoi vecchi amici di Pechino.
Gli occidentali fanno delle azioni senza pensare alle conseguenze se non a brevissimo termine. In altre parole non hanno una strategia e quando la realtà gli sbatte in faccia le conseguenze delle loro azioni, non riescono nemmeno a rendersene conto perché sono animati da arroganza, presunzione e complessi di superiorità rispetto al resto del mondo. Ma vi pare possibile che il rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera possa dire pubblicamente che l’Europa e l’Occidente sono un giardino e il resto del mondo una jungla? È quello che ha fatto Borrel a ottobre scorso. Ora se pure ne fosse intimamente convinto, ma come pensa che i rappresentanti degli esteri dei paesi della “Jungla” possano accoglierlo dopo che li ha definiti in questo modo? I cinesi, intanto, gli hanno detto che non era gradito e hanno cancellato la sua visita in Cina. D’altra parte, di cosa vuoi discutere con un simile interlocutore?
Ora dobbiamo cercare di riflettere su cosa abbiamo combinato per meritarci una simile classe dirigente, non solo in Italia ma in tutta Europa. C’è da dire che anche negli Usa non stanno messi tanto bene, viste le figuracce che colleziona ormai quotidianamente Biden, e lo spessore da carta velina dei suoi più stretti collaboratori, da Blinken alla Harris, alla Yellen. Un’analisi accurata la trovate in questo breve saggio sull’argomento dal sito “gaiusbaltar.substack.com”, tradotta in italiano da Come Don Chisciotte a questo link. L’analisi è corposa e ben articolata, e in sostanza dice che nel mondo occidentale si è formato un blocco ideologico che lentamente, ma con molta efficacia, si è impadronito dei criteri di selezione del personale sia nel pubblico che nel privato, selezionando tutti coloro che avevano comportamenti conformi all’ideologia dominante ed escludendo quelli che erano invece portatori di un pensiero critico indipendente. I meccanismi per realizzare questo progetto, che in sé contraddice la pretesa del capitalismo di generare una società fondata sul merito, sono descritti minuziosamente nel saggio. Gli effetti sono che la grande maggioranza di quelli che avrebbero le qualità e la competenza per guidare la società, sia nel pubblico che nel privato, e che nel saggio vengono individuati nell’1,5% della popolazione che ha un QI superiore a 125 o almeno, a livello meno incisivo, nell’8% della popolazione che ha un QI di almeno l’8%, sono stati tagliati fuori, anche introducendo nei criteri di selezione, elementi che mettono da parte le competenze specifiche e generali per fondarsi su elementi di adesione all’ideologia dominante. Può sembrare paradossale che in società che si fondano essenzialmente sul pragmatismo di stampo anglosassone l’elemento di selezione abbia natura ideologica. Questa era, semmai, una caratteristica del blocco sovietico, che alla fine so è avviato su sé stesso per l’incapacità dell’ideologia di dare risposte concrete alle esigenze sempre in movimento della società. Ne è venuta fuori una società governata in generale da ottusi che dapprima hanno silenziosamente messo a tacere le voci critiche e tagliato i comportamenti e le idee originali, e poi hanno cominciato ad escluderle e a combatterle con tutti i ponderosi mezzi a loro disposizione. La recente pandemia da Covid ha visto premi Nobel trattati come rincretiniti perché avevano sollevato legittime obiezioni sulle scelte delle autorità sanitarie e dei governi, persone private dello stipendio e del posto di lavoro per aver osato rifiutare il vaccino, medici espulsi dagli Albi professionali per aver osato proporre cure alternative a quelle imposte dalle autorità, cure che poi sono state riconosciute come assolutamente efficaci e logiche. Quando, ormai, il danno era stato fatto e la questione non aveva più alcun riflesso pratico. Lo stesso vale per la guerra in Ucraina: le voci di pacifisti che si sono levate contro la guerra sono state subito additate, Papa compreso, come complici di Putin, e le obiezioni sollevate da studiosi riconosciuti sulla base di considerazioni assolutamente logiche, sono state derise e mortificate pubblicamente. È partita una narrazione stomachevole e evidentemente falsa che però a forza di ripeterla è sembrata vera alla maggior parte delle persone che ancora si informano dai media accreditati dal sistema di controllo ideologico. In occidente questa narrazione è ancora dominante, anche se negli Usa cominciano a levarsi voci ufficiali (tra ci il comandante in campo delle forze armate americane, Generale Milley) che la mettono in seri dubbi, ma che da noi, per esempio, continua imperterrita a raccontare favole e spacciare menzogne spudorate per la pura verità. In questo contesto, i principi fondanti delle società democratiche stanno rapidamente venendo meno. La libertà di espressione è ormai negata per chiunque dica una verità diversa da quella ufficiale, la scelta dei candidati e dei partiti ha perso ogni valenza, poiché chiunque vada al governo, continua a fare esattamente la stessa politica, per le cose che contano realmente, del partito opposto che l’ha preceduta. Quando compare all’orizzonte un qualche strano personaggio che si pone realmente come alternativa a questo blocco ideologico, per quanto possa essere disgustoso il suo approccio per molti aspetti, come Trump, ad esempio, la lotta si sposta sul piano giudiziario con accuse e persecuzioni giudiziarie che cercano di impedirne l’ascesa e la presa sul pubblico. L’incriminazione e l’arresto di Trump da parte dei giudici della Georgia è sconcertante: la tesi è che hanno vilipeso il partito di opposizione per aver contestato con argomentazioni ritenute infondate, l’esito delle elezioni. Come dice Michael Lesher, avvocato e politico americano, in un articolo tradotto da ComeDonChisciotte che potete vedere qui, qualunque avvocato potrà essere incriminato, se la tesi che sostiene, in una questione ritenuta dal blocco ideologico dominante importante, viene rigettata dal Tribunale:
“La prima cosa da fare”, dice Dick il Macellaio nell’opera di Shakespeare Enrico VI, Parte II, “è uccidere tutti gli avvocati”
Ma se uccidi tutti gli avvocati non resterà più nulla del diritto e l’arbitrio potrà regnare sovrano. È il primo e decisivo passo verso una dittatura talmente pervasiva che l’assolutismo del Re Sole sembrerà uno scherzo innocente al confronto.
Il punto è che però la contraddizione con la natura efficientista del capitalismo è solo apparente. Il capitale ha l’obiettivo di riprodursi e crescere all’infinito, non quello di far crescere e riprodurre le società umane. Le voci critiche che denunciavano i crimini di guerra, quelle che mettevano in luce i trucchi e le nefandezze di BigPharma, o quelle che si battevano contro i metodi usurari del sistema bancario, giusto per citare alcuni capisaldi dell’informazione democratica e libera che ha caratterizzato un trentennio dello scorso secolo, dovevano essere messe a tacere perché impedivano al capitale di crescere e riprodursi. Gli umani dovevano essere ridotti a larve senza alcuna capacità critica né alcuna coscienza di quello che sta accadendo, perché in realtà contano solo in quanto consumatori o carne da produzione o da cannone. La critica alle distorsioni del capitalismo, non la critica ideologica, ma quella economica e finanziaria, e soprattutto, quella fondata sull’etica, doveva essere distrutta e gettata nel cestino dei rifiuti della storia. L’esito è quello che vediamo, una società che non conosce più la propria storia, la propria cultura, le proprie radici e che è guidata da una massa di imbecilli, nel senso figurato di persone dall’intelletto debole, o di idioti, nel senso letterale di persone che pensano ai propri affari, e che non hanno nemmeno idea di quale sia l’interesse delle istituzioni e delle persone che rappresentano, perché non hanno la capacità di formarsi un’opinione autonoma né tanto meno di usare raziocinio e senso critico. Una società che sta implodendo su sé stessa, perché non ha più né le capacità né le competenze per invertire la rotta.
C’è un’alternativa? Francamente non credo, la corruzione delle menti indotta da questo blocco ideologico è talmente pervasiva che temo non ci sia più niente da fare. E non credo che il complesso industriale e militare che genera questo blocco di potere ideologizzato arretrerà di un passo, nemmeno dopo una guerra nucleare. Né appare all’orizzonte un’alternativa praticabile. Il resto dei paesi del mondo si arrangia come può e seguirà le proprie strade, con le sue abitudini, culture, contraddizioni, ideologie e pratiche economiche e finanziarie. Ma non c’è niente di nuovo all’orizzonte.
P.S.: Non crediate che il fatto che io possa scrivere queste cose è indice di un certo grado di libertà. In realtà le poche centinaia o migliaia di persone, al più, che leggono i miei scritti contano poco o nulla rispetto ai milioni o alle decine di milioni devastati dalla narrazione dominante. E se fossi su Facebook questo articolo sarebbe censurato (lì il sistema funziona meglio), ed è questa la ragione per cui ho chiuso il mio account dopo l’ennesima censura. Da tempo non ho più alcun accesso al mondo mediatico, e questo basta per capire.







































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