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nicomaccentelli

Presa di posizione

di Nico Maccentelli

Bandiera delle Brigate Garibaldi partigiane 1943 1945.svg Pubblico alcune considerazioni riguardanti il mio punto di vista su questa fase politica sul piano nazionale e internazionale. Lo faccio senza peli sulla lingua e considerando che ormai la quasi totalità di quella che ama definirsi “sinistra di classe” o “movimento antagonista” è in totale confusione politica. Buona lettura.

 

Post:

C’è chi si limita a fare sindacalismo e mutualismo dentro il solito perimetro politico di una sinistra radicale sempre più in confusione agli inizi della peggiore guerra su vasta scala degli ultimi 80 anni in Europa.

Bene, io dico che senza lotta di ampi strati di popolazione per una reale indipendenza nazionale, basata sulla cacciata delle basi USA e NATO, sulla rottura con l’UE, su una moneta sovrana e le necessarie nazionalizzazioni dei settori vitali della nostra economia, può mutualizzare anche il guinzaglio del cane ma resta il guinzaglio del cane.

Per fare questo bisogna coinvolgere i ceti medi che in questi anni sono stati devastati e proletarizzati dalle politiche delle oligarchie di Euroburocrazie e Anglosfera, accettando in un patto, in un’alleanza con le forze politiche che emergono dal conflitto, qualunque esse siano la loro cultura politica la costruzione di un fronte popolare contro la guerra.

Questo è l’abc del leninismo. Kerensky non era tanto diverso dai caratteri politici e culturali della nostra borghesia. Eppure i bolscevichi hanno saputo agire bene nel prima e nel dopo, comprendendo quando si poteva dare il punto di rottura rivoluzionaria.

Ci sono delle priorità. Se non si capisce questo si resta nell’albero delle pere dell’arcobalenismo insulso che arriva fino all’appoggio dell’imperialismo nella guerra tra Russia e NATO.

La questione internazionale è dirimente: il multipolarismo deve affermarsi con ogni mezzo e alleanza possibile. Anche con il diavolo. Chi propugna equidistanza lucida solo le sbarre della gabbia in cui siamo tenuti.

Il multipolarismo apre possibilità a popoli, nazioni e progetti di cambiamento. L’unipolarismo è la morte financo del genere umano.

Draghi è stato molto chiaro: vogliono l’estensione della guerra. Le truppe ucraine sono allo stremo e decimate. La NATO per entrare in guerra, oltre alle armi come aerei e missili a lunga gittata ha bisogno di una cosa fondamentale: LA LEVA OBBLIGATORIA. I russi con la loro potenza numerica possono essere contrastati solo con l’esercito di terra. Per questo arriveranno tante lettere di precetto e voglio vedere a questo punto cosa faranno i bimboni dello spritz serale, una popolazione non abituata a un regime di guerra, i milioni di mamme che vedranno partire al macello i loro figli. La questione non è di classe ma nazionale anche per questo motivo.

La rivolta sarà di popolo, ma una sinistra radicale imbelle non l’ha ancora capito. Non ha capito cosa siano state la rivoluzione cubana, vietnamita, cinese, non ha capito nulla, né strategicamente né tatticamente.

Occorre un fronte popolare trasversale contro la guerra e per la liberazione nazionale: siamo un bantustan non un paese indipendente, lo si capisce o no? E con la pandemia hanno fatto la prova generale.

Penso di essere stato molto chiaro in questa mia esternazione.

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Presa di posizione dentro il dibattito nel Coordinamento Paradiso:

Visto che purtroppo non posso esserci stasera, vi dico la mia. Questa, come quella precedente a cui abbiamo partecipato con lo striscione del CP, è una manifestazione limitata a un’area della sinistra di classe che a differenza di quella PaP USB, ecc. mette insieme anche quelle componenti che sulla guerra hanno posizioni ambigue se non conniventi con tutta l’operazione imperialista, atlantista bellica nel nome di una fantomatica “resistenza” ucraina.

Io francamente con questi signori non voglio mischiarmi. Oggi la questione dirimente è sul terreno internazionale proprio perché deve essere chiaro che i nostri nemici sono gli USA. l’UE e la NATO, mentre alleati tattici sono tutte quelle forze che si battono per la fine del dollaro dell’egemonia delle oligarchie dell’anglosfera e degli euroburocrati e per il multipolarismo. La compagneria, nel nome di un internazionalismo astratto, mi può parlare di miseria, di migranti, di lgbtqyzkw, di cristo che è morto dal freddo, fare manifestazioni colorate e partecipate, ma di fatto, al di là delle sacrosante rivendicazioni, senza l’obiettivo portante della guerra della NATO e il nemico principale: gli USA e l’UE, sono solo la riedizione in minore delle rivoluzioni colorate eterodirette. Pertanto mi dispiace per i compagni che ci vanno, ma io sono contrario. Le manifestazioni, soprattutto se non si esprimono chiaramente contro la guerra della NATO, non servono a nulla, anzi: fanno solo confusione.

Questi nel volantino parlano di “guerra interimperialista”… non è un dettaglio. Secondo l’analisi leniniana chi corrisponde alla definizione di imperialismo è il blocco atlantista, punto. Poi è ovvio che ci sono paesi capitalisti con oligarchie e classi dirigenti borghesi, o addirittura pseudo-socialisti. Ma sono capitalismi più o meno sviluppati, più o meno osservanti un modello neoliberale o di pianificazione dell’economia. Nulla a che vedere con la finanza e le multinazionali di Davos e compagnia cantante. Non è un dettaglio: è un orientamento di linea politica che non condivido.

Per me è importante la lotta contro la guerra della NATO e dell’UE che vada nella direzione di una liberazione nazionale dalle basi NATO, dalla supremazia dell’anglosfera e degli euroburocrati con sottrazione di sovranità costituzionale, dall’Eurozona usuraia e predatrice. Non è questione che pertiene solo il proletariato. Vi porto a una questione concreta: il discorso di Draghi, che parla per conto dei gruppi dominanti atlantisti che conducono la guerra in Ucraina, è piuttosto chiaro, non ci sono alternative alla sconfitta della Russia. Comprenderete bene che un discorso simile è preludio a un salto alla guerra sul nostro continente.

Non pensiate che siano così scemi da portarla a un’escalation termonucleare, ma si ripete lo schema della prima e della seconda guerra mondiale: distruzione per ricostruzione, hanno già in testa un piano Marshall che mantenga l’egemonia delle oligarchie atlantiste.

Ora, seguitemi nel ragionamento: le forze ucro-naziste sono allo stremo e decimate e l’unica alternativa al proseguimento della guerra è portare forze fresche e numerose sul terreno, dato che missili a lunga gittata e aerei di certo non basteranno. Ecco il passaggio militare di queste esternazioni politiche. Indovinate chi ci andrà…

Solo che c’è un problema: certo, con la pandemia hanno fatto una bella prova generale, ma milioni di cartoline di precetto, esauriti i volontari, per una popolazione che già vede arrivare missili e diventa salsiccia di porco nel tritacarne ucraino, polacco, ecc., una popolazione non abituata al regime di guerra, può provocare, come mi auspico, una bella rivolta, che non sarà semplicemente di classe, ma trasversale a tutta la società.

Ecco perché la questione riguarda l’intero paese ed è questione nazionale, del nostro batustan dal nome Italia, e non mi tange il solito radicalismo autoreferenziale di tutte queste forzarelle della sinistra di classe. Scusate i miei francesismi, ma il nostro lavoro politico è di lunga lena e in prospettiva, troppo importante per potere perdere tempo con le cazzate, con manifestazioni che non servono a nulla e delle quali il paese reale non ci capisce (ovviamente) nulla. Poi, quando ci si raccorderà con le rivolte francesi, ceche, austriache, tedesche, lo vedremo chi è veramente internazionalista. Del resto lottare per la propria patria: Cuba, il bolivarismo, il Cile di Allende, il Vietnam di Nguy Giap e Hochimin, ecc. lo insegnano… non ha mai fatto a cazzotti con l’internazionalismo, al contrario.

Un abbraccio comunista.

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Intervento nel gruppo Whatsapp di Pasquale Cicalese:

1. Stiamo andando verso un conflitto su vasta scala in Europa mantenendo la deterrenza nucleare e secondo lo schema distruzione di forza lavoro, industrie infrastrutture

2. Gli ucronazi sono allo stremo e decimati per cui occorre contrastare i russi sul terreno: chi ci va? Indovinate un po’

3. Le popolazioni dell’Europa non sono più abituate a un regime di guerra e nonostante la prova generale della pandemia potranno esserci rivolte sociali che non hanno solo un carattere di classe ma nazionali, perché buona parte delle popolazioni di tutti gli strati sociali hanno capito che siamo delle neocolonie dell’imperialismo dominante.

4. È l’abc del leninismo e fu così fin dai tempi di Kerensky: prioritaria la lotta contro la guerra con un’ampia alleanza sociale, anche col diavolo se necessario, prima tappa una liberazione dalle basi USA NATO rottura con l’UE moneta sovrana, già questa serebbe una rivoluzione anche se nall’alveo della democrazia borghese

5. Affermare il socialismo e gli interesdi delle classi lavoratrici. Lo schema terzomondista vale anche per i paesi sotto. Il gioco euro atlantico, soprattutto per l’Italia

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Considerazioni finali:

1. Qualsiasi manifestazione politica o iniziativa che non muova dalla parola d’ordine fondamentale: NO ALLA GUERRA, NO A USA, NATO e UE crea solo confusione nelle masse, è una perdita di tempo e non orienta politicamente verso il vero nemico di classe chi si muove contro la guerra e contro l’economia di guerra.

2. Gran parte della sinistra di classe resta nell’ambito di parole d’ordine fumose e demagogiche come ha fatto per la pandemia e continua a fare il pesce in barile per non affrontare i nodi politici veri.

3. Quello che manca nel paese è un’avanguardia politica che si prepari e si organizzi per affrontare questa congiuntura verso la guerra imperialista, ponendo al centro la necessità di un fronte ampio e trasversale, visto che la questione prima ancora che di classe è nazionale: i missili non fanno distinzioni di censo.

4. Da qui nasce un vero internazionalismo, poiché se il problema riguarda il continente, anche negli altri paesi del blocco NATO ci saranno movimenti antimilitaristi con i quali raccordarsi e costruire un’opposizione alla guerra imperialista in Europa.

Sarà un internazionalismo oggettivo (e non astratto di quelli che ora ci blaterano sopra in modo ideologico), che si svilupperà con i movimenti di massa convergenti verso il rifiuto della guerra e la necessità di far cadere i poteri forti atlantisti.

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Volete avere un esempio di programma rivoluzionario? Sostituite la parola Cile con la parola Italia a questi due brani degli Inti Illimani, fate la tara sulla composizione sociale e di classe e ne avrete due ottimi esempi:

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