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Palestinesi schiavi moderni: espropriati e resi vagabondi

di Emiliano Brancaccio

Pax trumpiana. La ricostruzione della striscia annunciata da Trump riflette i progetti di Jared Kushner e sodali: attirare capitali da Israele, dagli Stati uniti e anche dai paesi arabi amici per riempire l’area di immobili di pregio, casinò e resort di lusso

Ricordiamo bene la disturbante clip satirica, creata con l’intelligenza artificiale, di Gaza trasformata in una riviera per ricchi villani. Trump e Netanyahu venivano raffigurati in costume, radiosamente stravaccati a bere Tequila sunrise a bordo piscina, in mezzo ai grattacieli. Il filmato fece scalpore perché Trump decise di rilanciarlo sui suoi social. Ebbene, nell’annunciare il piano di pace per la Palestina i due si sono presentati in giacca e cravatta e non hanno brindato, almeno non in pubblico. Eppure, tutto il resto sembrava una perfetta evocazione di quel video mostruoso.

Con la tipica solennità dell’immobiliarista, Trump ha presentato il cosiddetto «consiglio di pace», che egli stesso presiederà. Una istituzione definita «tecnocratica», incaricata di creare uno «sviluppo economico che fornirà un numero illimitato di posti di lavoro e abitazioni per le persone della zona». Di buon auspicio, ma con una piccola ambiguità. Cosa intende con «persone della zona»?

Il caso di Gaza, a questo riguardo, è emblematico. La ricostruzione della striscia annunciata da Trump riflette i progetti di Jared Kushner e sodali: attirare capitali da Israele, dagli Stati uniti e anche dai paesi arabi amici per riempire l’area di immobili di pregio, casinò e resort di lusso.

Il paragone più frequente è con Eilat, la rinomata città turistica situata sulle coste di Israele. Lì un metro quadro fronte mare vale intorno ai 5mila dollari. Creare uno scenario simile lungo i 40 chilometri della costa di Gaza sarebbe un affare enorme, multimiliardario.

Ma a favore di chi? In linea teorica, anche dei palestinesi che abitano nella striscia, che potrebbero giustamente rivendicare la proprietà delle macerie su cui si vogliono edificare i resort. Qui però sorgono i problemi. Le Nazioni unite stimano che, dopo il 7 ottobre 2023, quasi due milioni di abitanti di Gaza sono stati sfollati. In sostanza, per il 90 percento della popolazione, i palestinesi hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni, o quel poco che resta di esse. Per rivendicare la proprietà delle terre che hanno lasciato dovrebbero allora disporre di un atto che li legittimi.

Il guaio è che in Palestina, in particolar modo nei territori occupati, la percentuale di terre e di immobili regolarmente registrati è a dir poco scarsa. Israele ha sempre reso complicate le procedure di validazione degli atti di proprietà. E le stesse autorità palestinesi hanno tardato molto nella organizzazione dei registri. Le stime indicano che almeno due terzi delle proprietà risultano oggi di difficile attribuzione.

Il risultato è facilmente intuibile: i palestinesi evacuati da Gaza e dagli altri territori occupati non potranno rivendicare la proprietà dei terreni selezionati per il rilancio economico dell’area. Saranno costretti ad accontentarsi dell’obolo rivelato dall’inchiesta del Washington Post: al massimo alcune centinaia di dollari una tantum per non disturbare più, uno zero virgola per cento del capitale che Trump e soci intendono creare. Magari i più disciplinati potranno anche servire ai tavoli dei futuri resort di proprietà degli invasori. Quando Trump dichiara che i palestinesi «saranno liberi di tornare», si riferisce esattamente a questo.

Nel descrivere il fenomeno dell’accumulazione originaria del capitale, Marx raccontava di «una popolazione rurale espropriata con la forza, cacciata dalla propria terra, resa vagabonda, spinta con leggi tra il grottesco e il terroristico a sottomettersi con la forza di frusta, di marchio a fuoco, di torture, alla disciplina necessaria al sistema del lavoro salariato». Descriveva così l’Europa del diciassettesimo secolo, agli albori del capitalismo. La «pax trumpiana» non è altro che pura accumulazione originaria nel senso di Marx. Trasposta al ventunesimo secolo.

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Alfred
Friday, 03 October 2025 23:14
palestinesi evacuati da Gaza e dagli altri territori occupati non potranno rivendicare la proprietà dei terreni selezionati per il rilancio economico dell’area. Saranno costretti ad accontentarsi dell’obolo rivelato dall’inchiesta del Washington Post:

Non solo i palestinesi. Questo non e' il destino dei soli palestinesi e l'enorme partecipazione umana alle manifestazioni di questi giorni sta li a dimostrare che lo hanno capito in parecchi. Capito di pancia o di neuroni o semplicemente per empatia. Perche' una parte degli umani comincia a intuire che la fine dei palestinesi non e' solo dei palestinesi e non solo perche' i nostri governi sono complici di israele e stanno sdoganando insieme a israele le dinamiche da applicare alla bisogna. I nostri paesi (i Poteri e i potenti dei nostri paesi) agiscono gia cosi. Un esempio recente? Questo: https://www.circolosardegna.net/land-grabbing-sardegna-eolico/
Lo stato espropria comuni e contadini (nel caso specifico in sardegna) non per opere di pubblica utilita', ma per passare le terre a speculazioni energetiche o di altro tipo di grossi e piccoli privati ... di potere.
Senza dimenticare che gia' una volta la Lega propose in parlamento (era il periodo Monti) di vendere una qualsiasi regione del sud italia per azzerare il debito pubblico. Non si capisce se gli abitanti erano concessi in leasing (se utili) regalati come gadget o come schiavi o destinati a un inceneritore. E' una mia percezione o queste persone che affollano le manifestazioni stanno maturando l'idea che difendendo i palestinesi difendono se stesse?
Il brancaccio che cosi ben descrive lo spossessamento e la condanna a un futuro di merda per i palestinesi pensa che il suo fututo o quello di altri che conosce possa essere diverso?
Mio caro, di questi tempi dire che siamo tutti palestinesi non e' retorica, lo e' solo se si sta all'interno di cerchie di Potere che stanno ridisegnando il mondo a loro uso e, soprattutto, consumo. Hanno vinto la lotta di classe (anche il colonialismo, lo spossessamento, la rapina, la pirateria, il genocidipo ecc sono strumenti per), non faranno prigionieri ne' a gaza, ne da noi. Le pance di molti che mai avevano manifestato, e adesso manifestano, sono state piu pronte e veloci dei loro neuroni. Speriamo che la memoria non sia corta e la lotta duri e passi anche a un livello razionale e generale.
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