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Dall'alba al tramonto. Per l'Italia un drammatico giorno che vale almeno un anno

Nique la police

Per capire le scosse telluriche globali che hanno raggiunto l'Italia, e che la Borsa ha certificato con una perdita secca di oltre il 5% nella giornata di venerdì, bisogna partire da uno degli epicentri (perchè non ce n'è solo uno) che è emerso con l'ormai abituale velocità.

E, per capirsi davvero bene, bisogna aggiungere una considerazione. Il mondo occidentale conosce periodicamente l'esperienza della accellerazione degli eventi storici. Esattamente dall'epoca della rivoluzione francese, la prima in cui si poteva ragionevolmente affermare che esistevano "giorni che valgono anni". Oggi possiamo affermarlo anche noi con quello che sta avvenendo dall'inizio del mese di maggio, sia a livello continentale che nazionale, con l'accellerazione della crisi dell'euro (intravista da un decennio, precipitata con gli effetti continentali del salvataggio delle grandi banche, scatenata non appena l'effetto Grecia non si è potuto più rimuovere).

Il primo epicentro che ha fatto capire in quale contesto si sta trovando adesso l'Italia parte quindi dagli Usa. In questi giorni infatti è stata aperta una guerra tra le autorità di controllo americane e le grandi banche nel tentativo di certificare i conti reali di queste ultime e governare le politiche finanziarie Usa.

Un importante effetto reale di questa guerra è rappresentato dalla caduta impressa alle azioni delle carte di credito (di cui queste grandi banche sono azioniste). Che cosa significa questo? E cosa per l'euro e quindi per l'Italia?

Il significato della caduta del valore della Visa o della Mastercard è chiaro per chi segue le vicende dei mercati dal crack dei mutui americani. Molti analisti indicavano infatti già da fine 2008 proprio le carte di credito come il settore maggiormente candidato a reiterare una crisi simile, per alcuni peggiore, a quella dei mutui. E quando i titoli delle carte di credito vanno male il segnale a tutto il sistema globale del finanziamento sui mercati è chiarissimo: nonostante la forte immissione di liquidità nelle borse sono le strutture stesse del mercato ad essere di nuovo a rischio. Si comprende quindi come, non solo quindi per cause interne, l'euro e l'Italia si trovino in un contesto di forte turbolenza mondiale.  Proprio perchè in mezzo a una crisi della moneta continentale ritenuta sistemica giusto una settimana fa dal presidente della Banca Centrale Europea.

Veniamo adesso all'epicentro più vicino a noi prima di delineare quello che sta avvenendo in Italia. Giusto nel pomeriggio di giovedì, il presidente della Deutsche Bank, istituto che è il maggiore finanziatore privato degli "aiuti" alla Grecia, ha affermato che il paese ellenico non sarà in grado di pagare i debiti. Affermazione pesantissima che riflette un tentativo, desiderato da settori di finanza e politica tedeschi anche molto diversi tra loro, di accellerare la ristrutturazione dell'Europa proprio in presenza di queste perturbazioni globali avvertibili negli Stati Uniti. Inoltre, come riporta la Reuters, secondo il presidente della Deutsche Bank i fondi a difesa dell'euro devono concentrarsi per guarire due grandi malati:  italia e spagna.

Quando si parla di frasi fatali: alla riapertura dei mercati sono caduti l'euro (visto che il piano di salvataggio non è ritenuto stabile), i titoli greci, quelli portoghesi, l'indice della borsa di Milano e quello di Madrid. A Milano sono caduti pesantemente i titoli bancari, segno di una sfiducia complessiva sul sistema finanziario italiano.

Questo è avvenuto nonostante che in Grecia sia stata votata una finanziaria pesantissima e che Spagna e Portogallo abbiano cercato la "clemenza" dei mercati annunciando misure pesanti di taglio alla spesa e agli stipendi pubblici. Si comprende come il nostro paese sia quindi già investito da queste scosse telluriche provenienti dagli Usa e dalla Germania. Non lasciamoci ingannare dal fatto che i media tecnicizzano, riducendo la rappresentazione della borsa a colorati indici di rialzo o ribasso, tutta la questione. Politicamente, grazie a queste scosse, sono già avvenuti eventi politicamente pesanti.

Il primo è che la finanziaria annunciata da Tremonti giusto una settimana fa (!) per "rassicurare" gli investitori non basta. Si trattava di una manovra di 25 miliardi, ad aprile si parlava di una decina di meno, poi rafforzata dalle garanzie della Ue nel vertice del primo week-end di maggio. Barriere pesanti che hanno tenuto appena una settimana, pessimo segno. Il secondo che il progetto di una parte importante della maggioranza (la Lega) rappresentato dal federalismo fiscale è di fatto saltato. Troppo oneroso in questa situazione, l'ha fatto capire esplicitamente l'Economist, e questa consapevolezza si sta diffondendo (via La Stampa e Repubblica) anche in Italia.

In pochissimi giorni tutto il programma di medio periodo del centrodestra è saltato quindi come un'utilitaria sopra una mina per carro armato. La stessa maggioranza di governo, vista la situazione, sta cominciando a far circolare ipotesi di più draconiano intervento sullo stato sociale. La vera garanzia per il governo Berlusconi sta infatti nel sapersi tenere nel contesto europeo e dell'euro. Tremonti ci era riuscito nel 2009 ma oggi, visto il precipitarsi degli eventi, non è affatto detto che ce la faccia.

Comunque il centrodestra ci proverà e se non ce la farà toccherà al centrosinistra o ad un governo di unità nazionale. Obbiettivi già fissati almeno da uno di tre soggetti, Ue, Bce, Fmi: bagno di sangue ulteriore per lo stato sociale e per i salari dei dipendenti pubblici. Al momento circolano ipotesi che affermano che il taglio del 5% dello stipendio dei dipendenti pubblici potrebbe non bastare. La speranza è che si sia al delirio, di quelli che rientrano dopo l'allarme, ma non ci sarà da stupirsi se il delirio diventerà norma.
Intanto la Bce ha già fissato i " compiti " per l'Italia. Tanto per far capire chi governa davvero in questa situazione.

E se la commissione Ue farà passare la propria proposta di commissariamento politico permanente dei bilanci degli stati - i tedeschi ci stanno pensando ( Fonte Frankfurter Allgemeine) - i compiti fissati dalla Bce a Roma potranno anche non prendersi la fatica di votarli. Le misure economiche e finanziarie di questo paese ANCHE FORMALMENTE saranno oggetto reale di pura dialettica politica tra Bruxelles (commissione Ue) e Francoforte (Bce). Il teatrino della politica italiana potrà quindi apparire ancora più vuoto di potere e contenuti quanto già non lo sia adesso.

Ma quali sono le linee di politica economica pensate dalla Ue per l'Italia?

Si legga questo  documento, meno di 150 istruttive pagine sulla politica di riduzione del costo del lavoro da applicare tanto più a questo paese.

E, guarda te il caso, le proposte su fisco e lavoro avanzate da questo documento coincidono con quelle di Cgil,Cisl,Uil nelle trattative al tavolo del Welfare con Sacconi.
Qualcuno è già più realista del re di Bruxelles o, a parte la facciata, le politiche del lavoro in Italia non sono più pensate a Roma?

La psicologia delle masse insegna che i popoli non reagiscono di fronte alla astrazioni. I media lo sanno e questo è uno dei motivi per cui rappresentano la vicenda delle borse nel modo più tecnico e astratto possibile. Prima tutto questo diviene immagine concreta meglio è. E' in gioco il nostro futuro.

ps. Intanto i media italiani provano a spacciare in queste ore la droga pesante rappresentata dalla notizia dell' "ok del FMI ai conti delle pensioni italiane". Si sa, il fine settimana è il periodo aureo per le droghe

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