Fai una donazione

Questo sito è autofinanziato. L'aumento dei costi ci costringe a chiedere un piccolo aiuto ai lettori. CHI NON HA O NON VUOLE USARE UNA CARTA DI CREDITO può comunque cliccare su "donate" e nella pagina successiva è presente (in alto) l'IBAN per un bonifico diretto________________________________

Amount
Print Friendly, PDF & Email

contropiano2

L’Unione Europea è un cane morto

di Francesco Piccioni

La scena in cui tale Ursula von der Leyen – aristocratica discendente di una famiglia nazista, dedita ai concorsi di equitazione nonché alla nobile missione della madre (7 figli) fin dopo i 40 anni, poi incomprensibilmente scelta per guidare il ministero della difesa di Berlino (con risultati talmente tragici da obbligare Angela Merkel a licenziarla) e quindi proiettata con un poderoso “boost” teutonico fino alla presidenza dell’Unione Europea – si prostrava davanti all’imperatore Trump e alla sua “proposta che non si può rifiutare” (citazione da Il padrino, ovviamente) resterà forse negli annali della politica che ha portato la UE e tutti i suoi membri alla scomparsa dai radar mondiali.

Gli analisti più schierati con l’euro-atlantismo non hanno potuto fare a meno di storcere il naso e anche altro davanti a un “accordo” che non contiene nulla che sia vantaggioso per l’economia continentale. Persino Francia e Germania, per bocca di Bayrou e Merz, hanno dovuto esprimere qualcosa più delle “perplessità” di prammatica.

Le associazioni imprenditoriali e i loro analisti hanno invece sparato ad alzo zero, facendo i conti sui miliardi persi e l’inesistenza di contropartite, tanto meno esigibili.

Lasciamo per un attimo perdere il dibattito sui contenuti, perché c’è fin troppa chiarezza sul disastro che attende i lavoratori europei (non c’è infatti alcun dubbio sul fatto che le imprese scaricheranno su di loro ogni problema, mentre i governi – a cominciare da quello “sovranista italiano” – promettono loro “aiuti” sacrificando altra spesa sociale sull’altare di una “competitività” che non è mai stata più impossibile).

E lasciamo nella pattumiera anche la “narrativa” – condivisa da von der Leyen – secondo cui c’era uno “squilibrio” nelle ragioni di scambio tra UE e Usa che era “inevitabile riequilibrare”, accettando senza resistenze il punto di vista trumpiano.

Vorremmo concentrare l’attenzione, invece, sul principale risultato politico di questa cosiddetta “trattativa” coronata infine da un “accordo” che è un cappio al collo: l’Unione Europea è completamente inutile. Anzi, dannosa.

E’ infatti crollato miseramente il principale argomento “di buon senso comune” a favore della UE, che suonava grosso modo così: “è meglio affrontare la competizione globale unendo le forze di 27 paesi invece che andare dispersi ognuno per conto suo”.

In Scozia la UE – per “merito” di von der Leyen – ha ottenuto esattamente lo stesso “accordo” firmato individualmente da Gran Bretagna e Giappone. ossia da due paesi “singoli” che possono vantare il peso economico della Francia o della Germania. E va ovviamente sottolineato che se Londra non avesse scelto la Brexit… l'”accordo” non sarebbe stato diverso.

Dunque a che è servita tutta la mostruosa costruzione di regole e trattati che hanno imbavagliato non tanto la “capacità competitiva” dei singoli paesi europei, ma soprattutto il potere contrattuale dei lavoratori continentali?

A cosa è servita la compressione salariale, la riduzione dei diritti (sindacali, sociali e ora anche politici), il “bipolarismo obbligato”, la moneta unica e le sue immaginarie virtù?

I corollari retorici erano scontatissimi: “l’unione fa la forza”, “ogni paese deve cedere sovranità per avere maggiori vantaggi (competitivi)”, e via almanaccando proverbi invece che concetti politici fondati.

E’ assolutamente vero, per esempio, che “l’unione fa la forza”, ma non serve uno stratega napoleonico per capire che una “forza” – piccola o grande che sia – è tale se ha una visione realistica, una leadership con gli zebedei, un progetto di esistenza in vita (egemonico o meno, ma “indipendente”), una capacità di agire e reagire in modo (e misura) credibile.

Se sei “unito”, ma non sai dove andare e tanto meno la strada per andarci, non sei “forte”. Sei una massa informe votata al massacro (anche se sei una dittatura infame sui tuoi popoli).

Basta l’esempio della “sinistra radicale” italiana per verificarlo. Ad ogni elezione la stesa solfa e lo stesso risultato. Anzi, un risultato sempre peggiore.

Ursula von der Leyen, in Scozia, ha dimostrato che la UE è un mostro senza testa. Il “pilota automatico” santificato da Mario Draghi e altri pseudo-geni prestati alla politica, ha selezionato un personale senza qualità alcuna. E senza una visione.

Gente capace di schiacciare la testa dei lavoratori per accompagnare la crescita dei profitti aziendali, ma incapace di affrontare un problema nuovo che richiede – come sempre – inventiva, intelligenza, “strategia”, capacità di comprendere lo scontro tra interessi contrapposti (anche se tutti capitalistici, ma guarda un po’).

L’Unione Europea è da oggi un cane morto, purtroppo disteso in mezzo alla strada e senza che nessuno abbia l’onestà – non diciamo il coraggio – di stendere il relativo certificato.

Il che obbliga a stare in fila in attesa del coroner o di una crisi devastante. Mentre l’imperatore, per qualche giorno, se la ride. In fondo è ancora lui quello che sta messo peggio…

Pin It

Comments

Search Reset
0
Lella
Thursday, 07 August 2025 10:20
Il disegno della UE è stato gradualmente costruito a partire dall ultimo dopoguerra fino a Maastricht senza che alcuno provasse a capirci qualcosa. Il mix di diritto internazionale ed economia ha lasciato indietro una cultura ancora incapace di decifrare la costruzione interdisciplinare che si veniva delineando, nella fretta di trovare una sponda al dilagare della instabilità, della corruzione e della criminalità politica e mafiosa. Nessuno ha visto i golpe giuridici che sono stati messi a segno con la manina del regolamento attuativo 1466 che ha introdotto restrizioni capestro mentre veniva avanti il piano tedesco di deflazione salariale studiato a tavolino e varato con legge ad hoc. Nessuno si è domandato chi fosse l ispiratore di tutta la costruzione: chi fosse quel von Hayek della scuola di Vienna che ha partorito un altro bel soggetto, Milton Friedman, padre della scuola di Chicago, e che brillava per cinismo e spregiudicatezza nella sua visione di un liberalismo finalmente senza lacci e lacciuoli che teorizzava la supremazia del capitale su ogni altra istanza sociale. Mentre i Draghi e quell ubriacone di Trichet reggevano bordone alle scorribande dei capitali in un territorio sempre più esteso di governi e popolazioni instupidite dalla cinquantennale propaganda a reti unificate. Strana ironia della storia che a gestire il declino di questo meritato fallimento storico siano donne, un terzetto ben assortito, che sembra la risposta diabolica e sghignazzante alla politica delle quote rosa, estremo gemito di un femminismo nazionale di stampo emancipazionista che stava terminando in una qualche maniera la sua fase storica.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Renato
Sunday, 03 August 2025 09:04
Perchè starebbe messo peggio? quale criterio si dovrebbe utilizzare per stabilire una differenza ? Rispetto ai capitali europei o italiani , oppure rispetto ai proletari del mondo?
O è un problema sanitario di età avanzata rispetto alla demenza trionfante dei titolari la presidenza europea?
Gli americani purtroppo detengono ancora il dollaro , miliardi di miliardi estorti al mondo e accumulati nei caveau reali e virtuali. 6000 testate nucleari.
Militari sparsi in mezzo pianeta e l'amico israele che compie stragi da 80 anni tenendo a bada i musi scuri cosiddetti e inferiori si sa...
Quelli messi peggio siamo noi , comunisti e proletari e non riusciamo da piu' di 45 anni a dar fastidio alcuno al dominio della merce a livello planetario altro che yankees, tanto che dobbiamo sperare in qualche putin di turno per ricominciare a parlare ed anche nei prodotti/merci cinese per poter arrivare a fine mese.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Med
Sunday, 03 August 2025 07:49 Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Fab
Saturday, 02 August 2025 19:04
Condivido in toto l'articolo con un appunto la Von der Leyen nata Albrecht non ha "discendenze" nazi.
Il marito viceversa è un discendente del casato dei Von der Leyen e uno dei membri, nella fattispecie Joachim Freiherr von der Leyen (1897-1945); oltre che essere un aderente al partito nazionalsocialista era anche governatore a Leopoli della Galizia orientale (oggigiorno in Ucraina) durante l'occupazione nazi, è appurato che sapeva dello sterminio in corso. Il nazi è coevo al suocero della Von der Leyen, non si riesce a capire se fosse pure uno dei fratelli (del suocero).
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit