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L'”Economia degli Algoritmi” e il Nuovo Feudalesimo

di Thaddeus Howze

economia algoritmi 600x300Secondo il futurologo Thaddeus Howze, i social media e la comunicazione digitale stanno rendendo sempre più invasive, onnipresenti e invisibili le tecniche pubblicitarie e di marketing; le stesse applicazioni tecnologiche, alla base di quella che Howze chiama “Economia degli Algoritmi”,  porteranno ad un nuovo feudalesimo, in cui una piccolissima élite straordinariamente ricca stabilirà e controllerà attraverso regole apparentemente oggettive ed efficienti il destino di una forza lavoro impoverita e senza opportunità economiche, al pari di nuovi servi della gleba. Howze prende in esame in particolare la società Uber,  considerata l’alfiere di un nuovo modo di fare impresa, in cui la forza lavoro free-lance è sottoposta a un’organizzazione e anche a una remunerazione secondo regole stabilite da  algoritmi, programmi informatici che mirano a massimizzare il profitto delle aziende prevedendo e regolando il comportamento umano.  Nella sua visione distopica,  questa modalità di nuovo feudalesimo  è destinata ad allargarsi a tutti i settori dell’economia.  Da ZeroHedge.

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Ai fini di questo articolo, i modelli economici feudali implicano l’idea che un piccolissimo segmento della società sia straordinariamente ricco, mentre la maggior parte della popolazione lavora sodo, ha poche possibilità di scelta del lavoro che fa, e tende ad essere retribuita male per i propri sforzi.

feu-da-le-si-mo: sostantivo, storico

Sistema sociale dominante nell’Europa medievale, in cui la nobiltà deteneva il possesso delle terre della Corona in cambio del servizio militare, e i vassalli a loro volta erano i fittavoli dei nobili, mentre i contadini (servi della gleba o servi) erano obbligati a vivere nella terra del loro signore e a  versargli tributi, lavoro, e una quota del proprio prodotto, teoricamente in cambio di protezione militare.

Benvenuti dell’Economia degli Algoritmi, un futuro in cui si usano le macchine per determinare quanto potete essere efficienti e quanto poco potete essere pagati.

Non ci sono sindacati in questa economia. Non ci sono capi con cui lamentarsi. Non ci sono persone alle quali potete chiedere un risarcimento. Perché in questa economia, le persone che lavorano sono considerate la parte meno importante del meccanismo ed è meglio se non comunicano mai con altre persone, se possibile.

Sembra un romanzo di fantascienza tenebroso e distopico, ma è probabile che vi stia succedendo, proprio ora. Se non è così, a meno che siate molto fortunati, lo diventerà presto. Nella mia storia di fantascienza descrivo il prossimo futuro. Spesso questo tipo di storie sono le più impopolari, perché dipingono la tecnologia sotto una luce tutt’altro che perfetta.

In un mondo con un disperato bisogno di immagini positive, un certo numero di scrittori di fantascienza famosi, come David Brin, raccomanda agli scrittori di creare storie più positive, benefiche e orientate all’utopia, nelle quali le persone vedano il futuro come qualcosa da attendere con impazienza, piuttosto che promuovere le distopie,   più popolari e sicuramente più facili da scrivere.

Ho ascoltato David Brin e so che c’è bisogno di fare quanto dice, ma avendo una vasta esperienza nella tecnologia dei computer, mi sento ancora in dovere di sottolineare quanto sia potente la tecnologia e quali effetti può avere sulla nostra società, ora e nel prossimo futuro.

In “Dark Harvest” [Oscuro Raccolto, ndt] sottolineo come in futuro il traffico di esseri umani diventerà sempre più in grado di fornire “schiavi all’ordine”, utilizzando le abitudini sui social media per raccogliere informazioni sugli utenti e prevedere il loro comportamento e le loro inclinazioni. Tecnologie del genere, che vedo promosse da aziende come Facebook, Instagram, e adesso Match.com, stanno rendendo ancora più facile trovare, isolare ed estrarre dati dalla vita delle persone, senza preavviso e senza scampo.

In “We Now Return You to Our Scheduled Advertising” [Torniamo ora alla nostra pubblicità programmata, ndt] presento un mondo invaso dalla tecnologia “push”, che viene usata per assicurarsi che i potenziali clienti non possano interrompere l’ascolto  della pubblicità.

Nel nostro mondo attuale, la pubblicità televisiva sta diminuendo a causa della potenza della tecnologia dei videoregistratori digitali. Di conseguenza, gli smartphone (che sono più difficili da proteggere) stanno diventando un mezzo per costringere gli utenti ad accettare pubblicità non volute e vederne il contenuto.

Le aziende stanno anche imparando come violare gli smartphone per inviare contenuti che non avete richiesto, costringendo il vostro browser ad accettare i cookie  e indirizzandovi della pubblicità specifica basata sulle vostre ricerche in internet. I negozi, installando il giusto software, possono mandare informazioni direttamente sul vostro telefono al fine di influenzare le vostre decisioni d’acquisto.

Quanto tempo passerà prima che questa tecnologia divenga parte di un’esperienza di acquisto alla quale non ci si può sottrarre? Recentemente è diventato possibile mandare un annuncio pubblicitario su altoparlanti in postazioni remote utilizzando questi programmi. Anche se questa tecnica è stata immediatamente sconfessata, questo non ha impedito a qualcuno di scoprire che era possibile farlo.

Con le leggi che sono state introdotte recentemente, sarà possibile estrarre i vostri dati da un provider di servizi Internet e creare profili che consentono agli inserzionisti di inviarvi direttamente informazioni, dovunque vi troviate.

Questa settimana, la Camera dei Rappresentanti ha votato a favore di una risoluzione, già approvata dal Senato,  che abolisce la regolamentazione dell’era-Obama che vietava ai provider di servizi Internet di vendere la vostra cronologia di navigazione web agli inserzionisti. Quale possibile motivo potrebbe avere il Congresso per abrogare una politica così favorevole ai consumatori? Il ritornello alla Camera ieri era “coerenza”. 

“Quello di cui l’America ha bisogno è di uno standard unico per tutto l’ecosistema Internet”, ha dichiarato il deputato Greg Walden. Se servizi come Google e Facebook possono trasformare questi dati in profitto, la logica ci porta a chiedere: perché non possono farlo le società via cavo?

Ma la risoluzione della Camera in realtà non adotta un unico standard coerente per internet. Mantiene lo status quo,  in cui i fornitori di servizi Internet non siano effettivamente in svantaggio rispetto ai siti web e alle applicazioni. Se non altro, sono tutti  mantenuti ad un livello più basso. (Wired.com)

Ho scritto anche sulla natura della tecnologia in un formato non-narrativo, in cui discuto sul futuro dell’occupazione, le opportunità di lavoro e l’eventuale necessità di un qualche tipo di sussidio per compensare la mancanza di opportunità d’impiego in futuro, in un saggio intitolato “Humans Need Not Apply.”  [Gli esseri umani non sono tenuti a far domanda d’impiego, ndt].

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In questo saggio, presento quella che io definisco l’ “Economia degli Algoritmi”, anche se spesso è chiamata dagli economisti o da esperti del settore “Sharing Economy”  o “Economia On-Demand”.

Preferisco “Economia degli Algoritmi”, perché parla degli insidiosi effetti di decisioni prese da aziende e organizzazioni, che non comprendono solo l’automazione delle fabbriche, ma anche lo sviluppo di app e programmi che usano algoritmi per dirigere, controllare e gestire il comportamento umano.

Mentre i programmatori che utilizzano il Design Thinking usano i computer per mappare, monitorare e controllare le attività umane, sta diventando sempre più diffuso l’uso dei computer per indirizzare i comportamenti umani tramite una serie di algoritmi (comportamenti e scelte programmate fatte dai programmatori per sollecitare la risposta desiderata dagli esseri umani o dai loro programmi) al fine di arricchire le aziende che utilizzano tale tecnologia, come ad esempio Lyft, Uber, TaskRabbit e molte altre imprese “On Demand“.

La persistenza e il supporto economico di queste società hanno creato delle compagnie il cui valore sembra di gran lunga superiore ai benefit che queste imprese forniscono ai propri lavoratori. La società viene percepita come un’impresa dal valore eccezionale, che avvantaggia gli investitori, pregiudica le aziende o i servizi già esistenti, spesso molto sfavorevolmente, e arricchisce solo quelli che stanno ai vertici della forza lavoro, di solito dirigenti e sviluppatori senior.

In Uber, ad esempio, a seconda della città, i conducenti, che sono in sostanza il grosso della forza lavoro dell’azienda, possono guadagnare appena 9-11$ l’ora come unico compenso per il loro lavoro per la società. Anche se le pubblicità promettono loro più di 30$ l’ora, le tariffe variano notevolmente a seconda del numero di conducenti, dell’ora del giorno, della quantità di chiamate e dell’ottimizzazione degli algoritmi progettati per ridurre il tempo di attesa per i clienti e per fornire ai clienti delle riduzioni nei costi di trasporto a chilometro.

Nessuna di queste riduzioni, tuttavia, aumenta la quantità di denaro guadagnata dai conducenti e fino a poco tempo fa i passeggeri non potevano nemmeno usare l’app Uber per lasciare delle mance, perché Uber aveva deciso che i suoi conducenti erano pagati abbastanza bene da non richiedere una mancia.

In effetti, uno dei programmi per passeggeri di maggior successo di Uber, Uber-Pool, riduce la capacità di guadagno dei conducenti ad almeno un terzo, poiché taglia il costo dei viaggi lunghi ad un terzo del loro valore, nella prospettiva che il conducente potrà recuperare questi costi trasportando più passeggeri contemporaneamente.

Al ricevimento di un cliente Uber-Pool, il conducente è tenuto a mettere in preventivo che in qualsiasi momento il viaggio può essere interrotto dalla chiamata di un altro passeggero. Sono quindi tenuti a recarsi in questa nuova località, prendere il prossimo passeggero, rassicurare il primo passeggero che non subirà nessun grave ritardo, e ritornare sulla sua strada portando a destinazione i due (o tre) clienti in ordine di vicinanza.

Purtroppo, questa eventualità di trasportare più passeggeri accade raramente, in sostanza, riducendo il costo dei viaggi lunghi ad un terzo del loro valore dato che la condivisione del percorso si verifica molto meno spesso di quanto Uber sia disposta ad ammettere. Un viaggio da 20$ diventa un viaggio da 7$, che si riducono a 5,25$ dopo che Uber si è presa la sua parte.

Aggiungendo al danno la beffa, Uber non tratta i propri conducenti come dipendenti, quindi non vengono compensati per l’utilizzo dei loro veicoli, le riparazioni, l’usura, la benzina, l’assistenza sanitaria, o per qualsiasi altro obbligo che normalmente le aziende hanno verso i propri dipendenti.

Invece, i conducenti devono sostenere la totalità delle spese della loro “opportunità economica”, girando ad Uber più di un quarto di quello che guadagnano in ogni transazione.

Se Uber fosse onesta, dovrebbe dire apertamente ai conducenti che, nella maggior parte dei casi, essi perdono più soldi di quanti ne guadagnano (a causa dei costi sostenuti per la guida e il funzionamento del veicolo), a seconda di come sono strutturati gli algoritmi nelle località dove stanno lavorando. Ho il sospetto che la colpa non sia solo di Uber.  Ho il sospetto che tutto il futuro della forza lavoro stia andando in questa direzione.

Sempre più lavoratori, come mai prima d’ora, stanno facendo lavoro part-time, lavoro a chiamata, lavoro non programmato, senza assistenza sanitaria significativa, congedo per malattia o ferie pagate. Le società sono cresciute al punto che non sono in grado di tagliare ulteriormente i loro costi operativi e continuano a pagare livelli di redditività incredibili agli investitori e ai dirigenti, risparmiando sull’unico elemento rimasto nella gestione di un’impresa: la forza lavoro.

Piuttosto che ristrutturare gli stipendi o le aspettative degli investitori, questi programmi decisionali continueranno a impoverire i lavoratori, utilizzando la gamification per allungare gli orari di lavoro e ridurre le retribuzioni e le possibilità di stili di vita sani.

Riporta il New York Times:

Il misterioso gigante del trasporto a chiamata Uber raramente discute in pubblico i problemi interni. Ma nel mese di marzo, dovendo affrontare una crisi su molteplici fronti, degli alti funzionari hanno convocato una conferenza stampa, insistendo sul fatto che Uber sta cambiando la propria cultura e che non avrebbe più tollerato gli “i geniali idioti”. [l’originale brilliant jerks nel gergo aziendale indica persone straordinariamente talentuose nel proprio campo, solitamente programmatori, ma del tutto carenti in abilità sociali e comunicative, ndt] 

In particolare, la società ha anche annunciato che avrebbe risolto i suoi problemi coi conducenti, che da anni si lamentano per le retribuzioni in calo e il trattamento arbitrario.

“Abbiamo investito poco nell’esperienza del conducente”, ha dichiarato un funzionario anziano. “Stiamo ora riesaminando tutto il nostro operato al fine di ricostruire quell’armonia”.

Eppure, anche se Uber parla della sua determinazione a trattare i conducenti in modo più umano, la società è impegnata in uno straordinario esperimento di scienza comportamentale dietro le quinte, per manipolarli al fine di favorire la sua crescita aziendale.  Un impegno le cui dimensioni sono diventate evidenti nelle interviste fatte a diverse dozzine di funzionari di Uber, attuali e passati,  a conducenti e scienziati sociali, nonché a una rivista  di ricerca comportamentale.

Le innovazioni di Uber riflettono le nuove modalità con le quali le aziende stanno gestendo i lavoratori nell’ascesa della “gig economy”  (il cosiddetto “capolarato digitale”, ndt) basata sui free-lance. I suoi conducenti sono imprenditori ufficialmente indipendenti anziché lavoratori dipendenti tradizionali, con orari prestabiliti. Ciò consente a Uber di ridurre al minimo i costi del lavoro, ma significa che non può costringere i conducenti a presentarsi in un luogo e all’ora stabilita. E questa mancanza di controllo può può portare il caos in un servizio il cui obiettivo è trasportare senza problemi i passeggeri, quando e dove vogliono.

L’Economia degli Algoritmi non è solo destinata a rimanere in società dirompenti come quelle della forza lavoro “su richiesta”, ma si farà strada anche nel resto della forza lavoro, sottraendo lentamente e in modo insidioso il tempo e le opportunità di crescita, limitando i costi con la riduzione delle gratifiche eccetto che per l’elite, in modo da creare la seconda età feudale.

Il loro obiettivo è quello di creare una forza lavoro vincolata al sistema per mezzo del debito, obbligata ad accettare qualsiasi possibile lavoro pur essendo pagata per quel lavoro il meno possibile, ove la creazione di una forza lavoro schiavizzata non è solo una conseguenza, ma un risultato atteso, che mantiene la società indebolita e incapace di creare opportunità di ulteriore sviluppo.

Da allora tutta la nuova creatività è tenuta in ostaggio nelle mani di investitori insensibili che promuovono lo sviluppo nel mondo degli affari di leader bianchi, escludendo qualsiasi altra forma di creatività. Il settantacinque per cento di tutti i dollari investiti sono nelle mani degli uomini bianchi. Nell’industria tecnologica, la maggior parte delle aziende sono gestite e condotte da uomini bianchi, ai quali va la maggior parte del valore della loro società e che sono i beneficiari principali di tali investimenti.

L’Economia degli Algoritmi assomiglia al feudalesimo, compresi i contadini che non hanno scelta e i signori che decidono chi può diventare signore  e chi resta contadino, e che definiscono il valore di un contadino sulla base di ciò che il signore è disposto a pagargli.

Come i signori feudali del vecchio feudalesimo, i signori del neo-feudalismo dicono di essere disposti a pagare gli studenti indebitati, quanto basta per non avere possibilità l’anno successivo.

I lavoratori più anziani, che forse avranno conosciuto il proprio valore, dovranno trovare un modo per vivere della terra, creando le loro opportunità di crescita più lente, poiché nessuno finanzia niente che possa offrire alle persone l’opportunità di sperimentare la parità economica o la capacità di possedere un’attività in cui siano trattati in modo umano, pagati in modo equo e in cui lo sfruttamento non sia considerato un efficace sistema di lavoro e di retribuzione.

Per la maggior parte dei lavoratori più anziani, le opportunità stanno nelle vecchie imprese sfruttatrici come Walmart, conosciuta per le basse retribuzioni e per avere una forza lavoro più anziana, o nelle mani del succitato Uber, che ha, almeno nella Bay Area, una forza lavoro molto più anziana e composta da minoranze.

La composizione dei conducenti è diversa dalla maggior parte degli impiegati, che per la maggior parte sono uomini bianchi, i quali fanno la parte del leone nella distribuzione dei redditi dell’Economia degli Algoritmi che hanno contribuito a creare, e  sicuramente riconoscono come i lavoratori vengano sfruttati dai loro algoritmi.

Se i programmatori di Uber sono abbastanza intelligenti da riconoscere come questi numeri e questa “gamificaton” assicurano la loro propria prosperità, sono anche consapevoli del fatto che i conducenti guadagnano meno, restano con l’azienda per meno tempo e alla fine lasceranno la società, una volta capito come vengono sfruttati.

Tali società possono cambiare i loro comportamenti? È improbabile, date le aspettative di crescita a due cifre da parte degli investitori e del mercato azionario. Quindi possiamo supporre che tali aziende continueranno a fare soldi per i membri dell’élite, drenando risorse da ogni altro aspetto del nostro tessuto sociale, compromettendo la ricchezza individuale e i guadagni, le opportunità di occupazione, la proprietà della casa e lo sviluppo della comunità.

Le persone senza soldi non possono migliorare se stessi o le loro comunità. Nemmeno le persone che sfruttano questi lavoratori sono d’aiuto a queste comunità, creando un “effetto aspirapolvere”, prendendo soldi dalle comunità senza mai restituirli nella stessa misura  o in misura maggiore, assicurando così il lento e inesorabile declino della società nel tempo.

Fate un po’ di ricerca sull’argomento dell’economia On-Demand. Mentre le previsioni promuovono l’idea che sia buona per gli investitori, non viene quasi mai fatta menzione delle persone che ci lavorano e del loro destino. C’è un’incredibile raccolta di saggi sull’economia On-Demand che indica il futuro di questo settore e ciò che significa per la forza lavoro moderna.

Ci saranno argomenti da entrambi i lati della barricata, pro e contro, ma la preghiera che vi rivolgo è semplice: informatevi. Scoprite di più. Prestate attenzione alla forza disgregatrice che sta operando sulle vostre società, perché, anche se credete che non vi riguardi, vi sbagliate.

Non credetemi sulla parola. Guardate e vedete da voi. Sta accadendo sotto i vostri occhi. Non chiudeteli.

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