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174983 600 338.jpg 1495388618.jpgDomenica sera è andata in onda una puntata di Report sul caso Moro: una serie di inesattezze e omissioni davvero imbarazzante per una trasmissione del servizio pubblico. Le paventate incredibili rivelazioni annunciate via social nei giorni precedenti, in realtà non sono altro che i soliti argomenti già analizzati, le solite congetture cavalcate dalla Commissione Moro 2, le quali però inevitabilmente cozzano con le ben 4 sentenze e i lavori di altre due commissioni. Sarà forse anche per questo che tale commissione non produsse mai una relazione finale non chiudendo i lavori? Di seguito solo alcune delle questioni affrontate da Report che necessitano perlomeno di chiarimenti, non escludo di ritornarci con un altro articolo di aggiornamento…troppa roba!


1) Il presunto covo di Via Massimi.

In numerose sentenze, in particolare nel Moro Quinques si ricostruisce con dovizia di dettagli, (grazie soprattutto alla testimonianza dell’Ingegner Altobelli, alias Germano Maccari poi condannato all’ergastolo come quarto carceriere), la genesi del covo di Via Montalcini, indicato da tutte le sentenze come unica prigione dell’On. Moro per tutti i 55 giorni: acquistato dalle BR con i proventi del sequestro Costa, fu individuato perché possedeva tutte le caratteristiche necessarie e ristrutturato dallo stesso Altobelli/Maccari per ricavare l’intercapedine e la cella insonorizzata dove fu rinchiuso Moro per 55 giorni; lo stesso Maccari fu infatti ingaggiato dalle BR per le sue doti da costruttore ed esperto di muratura. Dopo la conclusione tragica che conosciamo infatti, fu lo stesso Maccari a smantellare il tutto insieme a Prospero Gallinari, l’altro carceriere.

Fu la firma di Maccari su un’utenza dell’appartamento a incastrarlo e a indurlo a vuotare il sacco, il racconto venne ritenuto plausibile dai giudici del Moro Quinques, perché motivato da una volontà di collaborazione legata alla speranza di una certa clemenza nell’assegnazione della pena, una volta appurate le sue responsabilità per sua stessa ammissione. Ovviamente nel corso del sequestro, in virtù della regola della compartimentazione, nessuno, al di là dei 4 carcerieri, doveva essere a conoscenza dell’ubicazione della prigione, nemmeno gli alti dirigenti delle BR. Se la prigione fosse stata davvero quella di Via Massimi, è plausibile pensare che i coinquilini ne fossero a conoscenza come cerca di sostenere Report?

 

2) I soliti Servizi Segreti.

Alla luce della storia recente del nostro paese è impossibile pensare che i servizi italiani e/o americani siano rimasti completamente fuori dalla vicenda del rapimento e dell’uccisione dell’Onorevole Moro. Non c’è strage e relativo depistaggio in cui non compaia una qualche traccia dei sedicenti servizi nel corso degli anni di piombo (e di tritolo): ’69 Strage di Piazza Fontana; ’74 Strage di Piazza della Loggia, e soprattutto la strage della Stazione di Bologna dell’80 per la quale a giorni comincerà il processo d’appello ai mandanti e a un presunto esecutore materiale (altri 4 sono già stati appurati come tali dai processi precedenti) tutti già condannati in primo grado e tutti vertici dei servizi segreti e della P2. Le rilevanze processuali, le inchieste, i lavori delle commissioni e tutte le analisi conducono a un unica conclusione: il comandamento numero 1 dei servizi italiani e americani negli anni 70 è impedire a ogni costo (e con ogni mezzo) che il partito comunista andasse al governo. Ovvio. Il PC era il più forte partito di sinistra in Europa, fosse andato al governo gli equilibri di Yalta, in piena guerra fredda, sarebbero cambiati non poco. Difficile pensare che i servizi non abbiano fatto il tifo per l’eliminazione di Moro, il principale esponente del compromesso storico e della mano tesa della DC al PC. Da qui però a pensare ad un’ etero-direzione!!

 

3) L’ etero-direzione appunto

Molti negli anni hanno sostenuto che le Brigate Rosse potessero essere etero-dirette da chicchessia (la cosi detta teoria del grande vecchio non meglio definito), qualcuno a un qualche livello superiore che avesse organizzato e guidato l’eccidio di Via Fani e la gestione dell’ostaggio. Tutti coloro che a vario titolo e in varie salse hanno sostenuto tesi di questo tipo (quindi da oggi anche Report) dimostrano di avere scarsa dimestichezza della materia. Le Brigate Rosse sono state un gruppo armato eversivo della sinistra extraparlamentare con un’ideologia di stampo marxista-leninista, è poco plausibile che entità come Nato, Servizi Segreti, Carabinieri, CIA ecc.. potessero intanto entrare e poi addirittura teleguidare un gruppo strutturato e non verticistico come le BR, il più longevo di tutto il panorama della lotta armata proprio per questo motivo. Le BR furono infiltrate, per quanto è dato sapere, solo una volta, grazie all’opera geniale del Generale Dalla Chiesa nel ’74, che fece entrare nel gruppo Silvano Girotto meglio noto come Frate Mitra, il prete rivoluzionario che partecipò alla rivoluzione in Cile, operazione che portò all’arresto di due dei fondatori Alberto Franceschini e Renato Curcio, ma parliamo del ’74 e soprattutto parliamo di Dalla Chiesa! Inoltre l’operazione Moro per le BR è un momento cruciale della loro storia criminale alla quale arrivano molto gradualmente, per capire come le BR cominciarono a immaginare al rapimento di Moro bisogna tenere a mente l’esito del rapimento precedente, quello del giudice Sossi, la risoluzione strategica che scrissero in preparazione dell’operazione Primavera e una serie di considerazioni logistiche. Cercherò di sintetizzare al massimo quello che sarebbe un lungo discorso.

Con le Risoluzioni della Direzione Strategica del ’74 e poi del ’78 (documenti che dubito siano stati letti dai giornalisti di Report), le BR formulano la famosa teoria dello Stato Imperialista delle Multinazionali, entità al di sopra degli esecutivi nazionali degli stati occidentali NATO, che manovra le decisioni e le indirizza sempre a favore dei poteri forti, soprattutto in economia, affossando sempre di più il proletariato. Seguendo il ragionamento delle BR, se lo stato è colluso con gli interessi dello SIM e la DC è il partito di maggioranza relativa che sin dal dopoguerra è sempre stato il governo, ne consegue che la DC è il nemico numero 1 della rivoluzione. Individuato il nemico su carta, in fase operativa invece andava individuato il tipo di azione e l’obiettivo, l’unica azione che si prestava alle esigenze delle BR era un sequestro, questo perché, sempre secondo lo stesso documento, bisognava sottoporre a processo la DC in una prigione del popolo, ovviamente individuando un personaggio di spicco rappresentativo. L’obiettivo dapprima non è Moro. Vengono individuati prima Andreotti e poi Fanfani come possibili target, ma vengono poi esclusi per motivi prettamente logistici, entrambi infatti abitano in centro a Roma e si recano quotidianamente a Montecitorio, impossibile rapirli in pieno centro con strade strette e sensi vietati. Si passa quindi a Moro analizzando la possibilità di rapirlo senza spargimento di sangue presso la chiesetta di Santa Chiara in Piazza dei Giochi Delfici, location poi esclusa in virtù della presenza sul retro della sagrestia di una scuola, passanti e bambini avrebbero rischiato grosso in caso di conflitto armato con la scorta. Sembra strano che i killer di Via Fani pensassero di salvaguardare eventuali vittime innocenti, ma è perfettamente in linea con l’ideologia brigatista: solo i servitori dello stato devono cadere per la rivoluzione. Un percorso tutto brigatista quindi, lungo, graduale e difficilmente penetrabile e manovrabile. A una analisi più attenta mi viene anche da pensare che oltre alla superficialità, è anche il contesto a giocare un brutto tiro ai giornalisti di Report. I giornalisti di Report che negli anni si sono dimostrati preparatissimi su temi ambientali, sociali ed economici, forse non si sentono molto a loro agio ad approfondire le dinamiche del brigatismo e dell’eversione di sinistra “non vogliamo apparire tifosi dei brigatisti” chiosa infatti a fine trasmissione Sigfrido Rannucci. Se si pensa che oggi tutti coloro che provano a ragionare più nel dettaglio sulla guerra in Ucraina siano stati tacciati di essere filoputiniani, che chi sta condannando le bombe israeliane su Gaza sia diventato amico di Hamas, in un contesto così ignorante quindi, le paure della redazione di Report diventano legittime. Purtroppo però non si può capire uno degli eventi più rilevanti della storia italiana del dopoguerra, senza conoscere bene l’evoluzione e il percorso del gruppo che lo ha organizzato. Le Brigate Rosse fortunatamente non esistono più, quando si studiano quindi si studia la storia. Sarebbe come dire che tutti i miei studenti siano filo Hitler perché approfondiscono il terzo Reich per capire le cause della seconda guerra mondiale.

 

4) Ancora co sta moto?

La leggenda della presenza di una moto Honda di grossa cilindrata in Via Fani il 16 Marzo ’78 aleggia da sempre fra le carte maneggiate da giudici, inquirenti, ricercatori, storici e tutti coloro che a vario titolo si sono imbattuti in questa vicenda. Ne fa le spese ahimè anche Report pronta a saltarci in sella, è proprio il caso di dire. A bordo di questa fantomatica moto in 46 anni è stato fatto salire chiunque e la qualunque. Gli studi del sociologo Gianremo Armeni, convocato anche dalla Commissione Moro 2 e confluiti nel volume Questi Fantasmi chiariscono una volta per tutte l’inattendibilità dei testimoni che ne parlarono e l’impossibilità di un ruolo attivo di una moto nell’eccidio di Via Fani. Presumo che una copia negli studi di Report non sia arrivata.

 

5) Birgit Kraatz

Fra i buchi nell’acqua oggetto dei lavori della Moro 2 c’è anche quella della famosa giornalista tedesca per anni corrispondente della televisione Italiana che nel ’78 abitava in Via Massimi 91, stesso indirizzo della già citata fantomatica prigione di Moro. La commissione ha attribuito alla Kraatz un ruolo attivo nel sequestro Moro sostenendo che la mattina del 16 Marzo ’78 Franco Piperno, amico della Kraatz, si trovasse nel suo appartamento, affacciato alla finestra, per controllare il buon andamento del sequestro. Sarebbe bastato un semplice sopralluogo in casa Kraatz per appurare che dalla finestra di casa non vi era alcuna visuale sui garage da dove sarebbero entrate le macchine brigatiste con a bordo Moro. La commissione inoltre asserì che alla luce di documenti in suo possesso, la Kraatz avrebbe fatto parte dell’organizzazione sovversiva tedesca 2 Giugno, notizia a sua volta ereditata dalla precedente commissione Stragi ma smentita da una rogatoria della polizia criminale tedesca Bundeskriminalamt che asserì invece che il nome della Kraaz non era mai stato menzionato da alcun documento della loro struttura e che la donna era completamente estranea alle vicende dell’organizzazione 2 Giugno. La Kraatz aveva più volte segnalato la calunnia nei suoi confronti con una lettera ai presidenti della Camera, del Senato e della Repubblica e più volte i suoi legali avevano chiesto formalmente di correggere le relazioni della commissione cancellando il suo nome, senza mai ricevere risposta. E’ inaudito che domenica sera anche Report abbia fatto di nuovo il nome della Kraatz, pur senza menzionare il suo coinvolgimento. Perché allora non fare anche il nome di Mario Rossi o Pinco Pallino, praticamente la Kraaz è ancora colpevole di aver abitato in Via Massimi 91 nel ’78.

 

6) e la trattativa??

Sorvoliamo sulle dichiarazioni che Signorile rilascia a Report. L’ex vicesegretario del PSI sostiene di aver incontrato Cossiga la mattina del 9 Maggio, era lì per perorare la causa della trattativa che in qualche modo il PSI stava esplorando attraverso degli emissari (Pace e Piperno). Mentre Signorile era lì Cossiga fu avvertito dell’avvenuto ritrovamento del cadavere di Moro in Via Caetani. A Report Signorile sostiene che il “cicalino” del Ministro dell’Interno suonò alle 9 del mattino (mentre per le sentenze la telefonata di Morucci a Tritto che indicava dove si trovava il cadavere arrivò intorno alle 12). Signorile non disse nulla di questo suo incontro con Cossiga durante il primo processo Moro e non ne fece cenno durante la sua audizione in commissione Stragi. Davanti alla commissione Moro 1 invece, ne fece cenno indicando però come orario le 11. Ricordiamo che Cossiga è morto nel 2013, non c’è nessuno oggi, presente a quell’incontro, che possa smentire le parole di Signorile. Ma al di là delle discrepanze evidenti di queste dichiarazioni fornite negli anni, la cosa più sconcertante è che Report eviti di parlare del vero nocciolo della questione, la trattativa! Sappiamo che per precisa volontà di Craxi e probabilmente anche per cinico calcolo politico più che per salvare una vita umana, il PSI tramite Signorile, a sua volta tramite Pace e Piperno, dialogava con Morucci e Faranda, componenti di una frangia brigatista contraria all’esecuzione. Cosa si sono detti? Perché quel canale fu interrotto? Lanfranco Pace disse in Commissione Stragi che durante il secondo dei due incontri che ebbe con Craxi ebbe l’impressione di un entusiasmo più contenuto, come se Craxi avesse “già incassato la sua cambiale” e che “la vicenda fosse chiusa anche per lui”. Craxi, nelle impressioni di Pace, non era più tanto disposto a collaborare per fare da intermediario con il governo, come si era dimostrato durante il primo incontro. Perché? Cosa era successo nel frattempo? Soprattutto…come mai invece questo argomento non sembra interessare a Report?

 

7) Gladio?

Report si interroga sul perché le BR non abbiano pubblicato parte delle dichiarazioni di Moro scaturite dall’interrogatorio durante la sua prigionia, venendo meno alla promessa contenuta nel comunicato n.5 “tutto verrà reso noto al popolo”. In particolare dice Rannucci “avrebbero potuto mettersi una medaglia al petto” pubblicando la parte in cui Moro racconta (i.e. racconterebbe) dell’esistenza di Gladio. In realtà come appunto si evince dai già citati documenti della Direzione Strategica delle BR, ai brigatisti non interessava minimamente che esistesse una struttura para-militare segreta nota come GLADIO che ci difendesse da un eventuale attacco dall’Est. La domanda a cui Moro risponde riguarda la possibile esistenza di un’altra cosa, una struttura a livello europeo di antiguerriglia gestita dalla NATO; sul termine antiguerriglia si creò il grande fraintendimento su Gladio. Loro intendevano ciò che chiunque non si identifichi in un guerrigliero rivoluzionario chiamerebbe antiterrorismo, (i brigatisti non si definiscono terroristi ma guerriglieri) una struttura cioè gestita da viminali e forze dell’ordine messa in piedi per fronteggiare il terrorismo a livello europeo su iniziativa della NATO. Moro rispose che pur non esistendo una struttura simile vi erano in piedi ovvi meccanismi di collaborazione fra paesi ... poi dopo proseguì dicendo che la strategia antiguerriglia sarebbe eventualmente cresciuta “con l’acuirsi del fenomeno”, dove per fenomeno non si intende ovviamente un’invasione di un esercito dall’est ma appunto il fenomeno del terrorismo che in quegli anni imperversava. In definitiva quindi non è a Gladio che Moro fa riferimento nel memoriale (pur ovviamente conoscendone l’esistenza); le BR quindi non avevano nulla da diffondere né da nascondere. Per questo ad esempio il ricercatore Paolo Persichetti si domanda in un suo volume “perché mai le BR avrebbero corso il rischio di un’azione di fuoco, dell’entità di quella di Via Fani, per prendere in ostaggio un depositario di segreti per poi evitare accuratamente di renderli pubblici?” Dopo l’assassinio del presidente della DC, le BR decideranno di gestire le informazioni e i fiumi d’inchiostro lasciati in eredità dall’Onorevole Moro pubblicando gradualmente ciò che era di LORO interesse secondo la LORO narrazione. Mentre due BR stavano lavorando sul cosi detto opuscolo dell’Operazione Primavera, nome assegnato a tutta la faccenda Moro, verranno arrestati nell’Ottobre del ’78 dopo l’irruzione nel covo di Via Monte Nevoso a Milano, lasciandosi dietro tutto il materiale sul quale stavano lavorando compreso quello occultato e poi ritrovato solo nel 1990, quasi per caso. L’opuscolo verrà poi ultimato, probabilmente in carcere, presumibilmente ridimensionato nella mole rispetto alle aspettative iniziali, per la mancata disponibilità della materia prima, nel frattempo ovviamente sequestrata.

 

E per concludere…..

Dopo tutta una trasmissione improntata sulle teorie dell’eterodirezione Rannucci ci spiega che loro non vogliono appartenere “a coloro che pensano che le BR siano state dirette da burattinai esterni”. Che dire! Afferma anche di non voler appartenere “ai tifosi della genuinità della lotta armata”. Bene, come non essere d’accordo, sembra quasi banale da sottolineare. Una trasmissione del servizio pubblico dovrebbe però essere anche tifosa dell’approfondimento, della completezza, del contraddittorio e soprattutto della verità. Ecco una serie di volumi interessanti sicuramente ignorati dai giornalisti di report che forniscono chiavi di lettura basate su ampissima ricerca accademica e studio non frettoloso dettato dalle incombenze dell’audience televisiva, ma guidato semplicemente dall’amore per la verità:

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Marco Clementi: Storia delle Brigate Rosse, Odradek Edizioni 2007

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Gianremo Armeni: Questi fantasmi, il primo mistero del caso Moro – Tra le Righe Libri 2015

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Paolo Persichetti: La polizia della storiala fabbrica delle fake news nell’affaire Moro Derive e Approdi, 2022

Comments

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Unknown
Saturday, 23 March 2024 15:18
Report è Aise in TV.
Aise è il movimento 5 pugnette, giuseppe conte è uno dei servizi e prima faceva magistratura amministrativa per i servizi, grillo giuseppe è informatore dei servizi da decenni, Gladio aveva il controllo della telefonia ed è finito in Telecom, fa cui proviene casaleggio, i servizi sono ovunque.
Depistano fisso perché le BR furono infiltrate e manipolate fin dal convegno di Pecorile con Simioni e il suo uomo Moretti.
E ho detto tutto.
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DANILO FABBRONI
Saturday, 02 March 2024 19:10
UN CLASSICO: C.V.D. Come volevasi dimostrare: segno inequivocabile che appena appena si coglie, anzi basta sfiorare il cavo ad alta tensione dell’NS, IL NOTO SERVIZIO, allora si attivano tutti i pleonastici blablabla stile canea di Pavlov. Al tal lucina verde si abbaia, a quella gialla si scondinzola: gli Ammaestrati plaudono e come i criceti embedded girano e rimasticano lo stesso identico percorso-bolo. La strage di Monaco è la plaque tournante del tutto, basterebbe aver l’abaco o il pallottolliere e far 2+2, ma costerebbe un inaudito sforzo a menti occluse. Quel giro di boa costituì la Maledizione in terra per Frezza Bianca sic ert simpliciter, tale e quale l’aver negato le basi durnate la Guerra dei Sei Giorni costò la carriera a de Gaulle ed il collo a Carrero Blanco (costui anni più tardi). Del resto basterebbe aver ossservato la Real-Politik di Italia e Francia nel Medio Oriente prima et dopo Moro e de Gaulle, ma se uno è Ray charles come fa a vedere, come fa a scorgere? Ci si accontenta di difendere ad oltranza – col supremo sprezzo del ridicolo – tesi & TESINE – SEMPITERNAMENTE OSTENTATE, SEMPITERNAMENTE ANDATE A MALE PER QUANTO LOGORE SONO, VULGATA en vogue, Mainstream tout court, eh, sì, che invece si vuol essere informatori-alternativi! Ma alternativi di che cosa? Dell’altra faccia della medaglia ma la medaglia è sempre la stessa. In caudam venenum: da una sinossi di un romanzo si può cogliere solo lo spunto ad una riflessione, sempre che si sia in possesso di onestà intellettuale, cosa che non la riguarda giacché il vocabolario pseudo- colto Lei lo ha posto come foglia di fico dinnanzi al Suo desiderio di non voler capir nulla.
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DANILO FABBRONI
Thursday, 29 February 2024 11:32
Un giallo intriso in una opaca tinta psicologica che prende avvio da un tragico episodio, il “Settembre Nero” della Strage alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 e dalla sua epifania, l’Atroce Agonia in cui per l’ennesima volta - 1978 - si è siglato l’assoggettamento dell’Italia alle Potenze Straniere: Il Sacrificio Rituale di Aldo Moro. Nel turbinio incessante del racconto, con una scrittura che pare un taglio-laser, sequela senza soluzione di continuità di lampi, di stralci violentissimi, assomma a galla come fosse un antico reperto di ere dimenticate, una folta ridda di personaggi di ogni risma, dai figli dei fiori fino a rivoluzionari armati, il tutto condito a iosa dai cosiddetti “agenti di influenza”. Narrazione insospettabilmente epistolare, telegrammatica, a tratti quasi tragicomica ma per lo più tremenda, dai contorni miserevoli, in uno sconcertante quadro narrativo privo di ogni coerenza prospettica, ove fatti, figuri, individui, accadimenti vengono squadernati su un piano privo della terza dimensione, cassato da ogni coerenza temporale, miscelato in un tourbillon ove si affastellano l’una all’altra ideologie e credenze prive di senso.
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Davide Carrozza
Thursday, 29 February 2024 14:08
Quanto meno i precedenti detrattori, pur giocando su vecchi miti ormai sgretolati, pur prendendo una serie di cantonate inenarrabili, sono entrati nel merito e mi hanno dato spunto per scrivere un altro articolo in risposta (per questo li ringrazio!) Qui assistiamo ad un nuovo genere inquietante di critica...quella fine a se stessa, che non entra mai nel merito, che nel criticare un articolo di storia non accenna ad un solo riferimento storico (un timido accenno alla strage di Monaco buttato lì senza arte ne parte) Tutto condito da vocabolario pseudo-colto, ottimo per coprire la totale mancanza di argomenti (almeno da quanto si evince qui). Davanti alla presunzione di trovare la terza dimensione in un articolo di cronaca storica si evince sempre più quanto questa vicenda sia stata maltrattata, quasi derisa.
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Davide Carrozza
Monday, 29 January 2024 22:03
Buongiorno a tutti e grazie per aver commentato il mio articolo. Anziché rispondere ad ogni singolo commento, ho raccolto le vostre sollecitazioni e per rispondere ho scritto una sorta di "seconda parte", di fatto un altro articolo. L'ho inviato alla redazione di Sinistra in Rete e spero venga pubblicato a breve. Grazie!
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Edoardo Nannetti
Tuesday, 16 January 2024 18:46
In questo articolo, più che argomenti corroborati da fatti e ragionamenti che si misurino relamente con gli elementi prtati da report, traspare il bisogno dell'autore di credere in una verità precostituita, tranquilla per tutti, nessun dubbio. Viene da chiedersi il perchè.
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Michelangelo Tumini
Sunday, 14 January 2024 22:54
Il Problema resta ed è questo: il compromesso storico proposto da Enrico Berlinguer a cui Moro intendeva dare sostanza politica a chi nuoceva, visto che le stragi di Piazza Fontana, Brescia e le uccisioni una, dietro l'altro dei componenti della corrente democristiana facente capo a Moro per finire con l'uccisione del sindacalista della CGIL Guido Rossa, a chi dava fastidio??. Allora io sostenni e penso non a torto che dava fastidio a Kissinger che da 10 anni agiva e faceva di tutto per bloccarlo, come pure, anche se mai è apparso evidente, non piaceva ai dirigenti dell'URSS, soprattutto dopo l'intervento che tenne Berlinguer al Comitato Centrale a Mosca in cui usò questa frase: è finita la spinta propulsiva dell' Ottobre del 1917. Pertanto allora ed oggi sostengo che le così dette Brigate Rosse sono state un utile strumento delle potenze americana e sovietica per ammazzare Moro e far fallire l'ingresso al Governo del PCI con segretario Enrico Berlinguer che puntava a creare un forte ed ampio partito comunista europeo ed un'Europa dall'Atlantico agli Urali. Se potete rileggete bene la storia dal 1968 al 1978 e tutto quello che è successo dopo in Italia e non solo.
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Giulio Bonali
Monday, 15 January 2024 08:43
Concordo che le BR, in qualche caso in buonafede in altri in perfetta malafede, hanno comunque oggettivamente "servito il re di Prussia", essendone infiltrate, manovrate, aiutate in maniera decisiva (in particolare nel caso Moro) o per lo meno sostanzialmente condizionate.
Ma mentre delle manovre della CIA e del Mossad esistono testimonianze ed indizi pesanti, quelli sul fatto che la politica del PCI fosse osteggiata (almeno fino a questo punto!) anche dal PCUS sono solo gratuiti processi alle intenzioni.
Fra l' altro la trovata di Berlinguer sulla pretesa "fine della spinta propulsiva, ecc." é di molto posteriore ai fatti, coeva alla sedizione controrivoluzionaria woytiliana-valesiana in Polonia (lo ricordo benissimo perché fu la goccia che fece traboccare il vaso già stracolmo e mi indusse ad andarmene finalmente dal PCI sbattendo la porta).

L' articolista qui criticato cerca penosamente di
giustificare la mancata pubblicazione delle rivelazioni di Moro su Gladio da parte delle BR asserendo che "ci stavano lavorando" ma non poterono portare a termine l' operazione e furono costrette a lasciarla in sospeso in seguito alla scoperta da parte delle forze dell' ordine del covo di via Monte Nevoso "lasciandosi dietro TUTTO [evidenziazione mia, N.d.R.] il materiale sul quale stavano lavorando compreso quello occultato e poi ritrovato solo nel 1990, quasi per caso".
E' una penosa balla.
In Via Monte Nevoso furono trovate (non per caso, ma -a tempo debito per il potere e per loschi motivi di faide interne ad esso- su indicazione di Cossiga e compari) solo fotocopie degli "interrogatori e degli "scritti del carcere" di Moro.
Sicuramente gli originali (e probabilmente anche altre fotocopie) da qualche parte dovevano (devono?) pur esserci.
E se le BR non hanno "finito il [preteso, mai iniziato, N.d.R] lavoro di divulgazione" utilizzandoli (-e), evidentemente é perché non ne avevano (mai avuta) la disponibilità (probabilmente in base agli accordi di collaborazione con i servizi segreti deviati nel rapimento Moro e al fatto che nel caso avessero tentato di disporne sarebbero state da questi ultimi sgominate in quattro e quattr' otto, o per lo meno ne sarebbe seguita la fine ingloriosa dell' "operazione primavera" e/o, nel caso di qualcuno dei loro massimi dirigenti -probabilmente Senzani e forse anche Moretti- perché essendo in perfetta malafede non ne avevano mai avuto alcuna intenzione.
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Giulio Bonali
Monday, 15 January 2024 09:35
Piccola precisazione.
Evidentemente almeno in parte i materiali delle rivelazioni di Moro erano a disposizione delle BR (se non altro le fotocopie trovate "a tempo debito" in Via Monte Nevoso).
Quello che evidentemente non era loro possibile fare, per i motivi che ho provato a ipotizzare, era farne uso a loro piacimento e in particolare renderle pubbliche.
Se (almeno se non anche) nel covo di via Monte Nevoso a comandare e decidere fossero stati soggetti (in malafede) infiltrati dagli apparati deviati dello stato, allora la disponibilità senza possibilità di farne liberamente e incondizionatamente uso si spiegherebbe perfettamente.
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Giuseppe Coluccia
Sunday, 14 January 2024 20:12
Un'analisi priva del contesto storico e politico nel quale appare chiaro, se valutato, che il nostro l'Italia era ed è tutt'ora un paese a sovranità limitata e ben integrato nel sistema di potere o poteri politici e militari del blocco occidentale. Del resto anche la situazione attuale non fa altro che confermare questa "dipendenza" dal sistema imperiale USA anche se oggi è in crisi, scatenando guerre a dritta e manca e per la ripresa di un movimento antimperialista come il BRICS. Resta valida tuttora l'analisi di Lenin sull'imperialismo. Ed è proprio questo punto che dovrebbe e potrebbe rinascere una sinistra comunista.
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Giuli Bonali
Sunday, 14 January 2024 19:25
Da quando in qua le sentenze, sia pure ripetute, della giustizia dello stato capitalistico borghese, specialmente in materie “politicamente delicate” sarebbero oro colato da accettare come un argomento per sostenere una tesi?

Tralasciando tutti i numerosi elementi per lo meno di serio dubbio circa la connivenza di fatto (se non peggio) delle BR con lo stato italiano, i suoi servizi più inquinati da fascismo e piduismo, nonché i servizi segreti occidentali (CIA, Mossad, MI6 in primis) o il loro essere in varia ma decisiva misura manovrati dalle predette entità, che sarebbe lungo e defatigante (ri-) esaminare qui, mi limito a chiedere:

Come mai, se le BR erano (oltre che in buona fede, cosa di cui peraltro personalmente -per quel che può valere la mia opinione- non sono certo a proposito di una parte dei loro membri) perfettamente libere e indipendenti nelle loro azioni e non manovrate o eterodirette almeno in qualche comunque decisiva misura, si sono ben guardate, dopo averlo solennemente proclamato, dal pubblicare le rivelazioni di Moro circa Gladio, le quali dimostrano inequivocabilmente un fatto arcinoto a tutti i marxisti, e cioé la falsità (ideologica) “sostanziale” (il carattere sostanzialmente formale e non affatto reale effettivo) della democrazia borghese capitalistica?
La pubblicazione delle rivelazioni di Moro, ai tempi del suo rapimento in una fase ben diversa dall’ attuale della lotta di classe a livello italiano e internazionale, avrebbe potuto avere effetti dirompenti sul potere del capitale monopolistico transnazionale!
Sarebbero stati un’ arma formidabile nelle mani del proletariato e delle masse lavoratrici e popolari del cui non uso le BR hanno gentilmente gratificato quelli che ufficialmente erano i loro acerrimi nemici da combattere senza esclusione di colpi!
Quelle rivelazioni furono poi rese note in parte, per deteriori motivi di faide interne agli apparati deviati dello stato, ad opera di gente come Cossiga (se si preferisce Kossiga: non ho niente in contrario) dopo che l’ opera demolitrice del “socialismo Reale” condotta da Gorby Eltsin, il per me pedofilo assassino di Emanuela Orlandi fino a prova contraria facilissimamente producibile da parte del Vaticano se esistesse, Woytila e compari aveva mutato drasticamente in peggio i rapporti di forza nella lotta di classe così da renderle inoffensive per gli sfruttatori al potere (arma potentissima ma ormai spuntata e del tutto inefficace).

Grazie per le auspicabili spiegazioni.
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maria
Saturday, 13 January 2024 20:20
In una Roma blindata come e' stato possibile far trovare il corpo di Moro nella Renault a meta' strada fra le sedi della DC e del PCI?
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alberto
Saturday, 13 January 2024 17:37
Sono d'accordo con il sig. Silvano, tra l'altro, come spiegare l'assoluto silenzio dei principali mezzi di informazione dopo la trasmissione? E' vero che Report, in sostanza, diceva cose non nuove, ma per la prima volta queste tesi venivano diffuse al grande pubblico e dalla RAI. E lo lo stesso era accaduto con l'inchiesta di Andrea Purgatori, trasmessa dalla 7.
Il fatto che certi argomenti vengano seppelliti sotto sistematici muri di silenzio, costituisce un motivo in più per rifletterci sopra.
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silvano
Saturday, 13 January 2024 16:17
Le BR volevano fare la rivoluzione e l'avversario era la DC.... ma davvero riesci a credere a queste baggianate. Gli USA, che hanno sconvolto e buttato giù governi in tutto il mondo, avrebbero lasciato fare la rivoluzione alle BR? Credi che Moretti, Curcio,.. fossero così imbecilli da non capirlo?
Ti ricordi bene cosa avevano detto a Moro e cosa aveva scritto anche il NYT poco prima della sua morte? Niente, se te lo dicono loro stessi di essere i mandanti, tu non ci credi!
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