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lafionda

Sta diventando troppo tardi

di Elena Basile

Vorrei che i cantori della propaganda occidentale, coloro che affermano che “la guerra in Ucraina l’ha creata Putin”, che inneggiano all’Occidente perché da sempre in grado di “aiutare i Paesi a combattere per la libertà”, che recitano il catechismo neoliberale senza mostrare alcun ripensamento: tutti questi vorrei fossero deportati a Gaza o in Cisgiordania o in Ucraina a combattere al fronte e rimanessero lì inermi a osservare la realtà del massacro, vorrei che vedessero i corpi dilaniati o bruciati dei bimbi palestinesi, che assaporassero la verità alla quale sono tanto indifferenti. Ho un‘impronta cristiana e come ho imparato sui libri di Dostoevskij, c’è una umanità che ci accomuna, una pietas che trionfa. I Giuda odierni, dinnanzi all’orrore della guerra, cadrebbero in ginocchio e finalmente smetterebbero di fare sviolinature all’Occidente bellicista: una macchina mostruosa di abusi e di crimini impuniti. Ascolterebbero l’urlo delle vittime e cadrebbero in ginocchio di fronte ai bambini palestinesi, iracheni, afghani, libici, libanesi, di fronte alle vittime dei bombardamenti di Belgrado, di fronte ai diciottenni ucraini sterminati o mutilati.

Usciamo dal moralismo e dai commoventi miti cristiani. Torniamo alla politica internazionale. Le Nazioni Unite sono state distrutte dall’Occidente.

Le risoluzioni relative ai soprusi israeliani avrebbero potuto essere imposte da una mediazione tra i membri del Consiglio di Sicurezza se gli Stati Uniti non avessero voluto assicurare l’impunità a Israele. Oggi il Segretario di Stato Blinken ha la faccia tosta di affermare in pubblico che le alture del Golan (terre considerate occupate dall’ONU) possono essere utilizzate per la difesa di Israele. Il Governo criminale di Netanyahu spinge per un conflitto allargato contro Libano e Iran, e con l’esplosione di “cerca persone” semina morte tra civili e non solo tra miliziani. Il conflitto non è ancora scoppiato in virtù della saggezza diplomatica iraniana, ma i titoli dei giornali più letti si limitano a descrivere l’escalation tra Hezbollah e Israele come se fosse un evento voluto dalla provvidenza e non determinato dai comportamenti concreti di uno Stato terrorista.

I Dem Usa non hanno voglia di farsi trascinare nel conflitto a due mesi dalle elezioni. Sono impotenti di fronte alla lobby di Israele che decide di fatto la politica statunitense, molte volte contro gli interessi americani e del popolo di Israele.

In Ucraina la superiorità russa sul campo militare è un fatto che non sarà sovvertito dall’utilizzo degli Storm Shadow. Zelenski, l’ex comico assassino del suo popolo e distruttore del suo Paese, chiamato dai giornali mainstream, eroico, intrepido e via dicendo, tenta di portare la NATO in guerra. Con un gioco delle parti e una divisione dei compiti il Parlamento europeo, guidato da donne senza cultura e senza memoria del dolore, dichiara nei fatti guerra alla Russia autorizzando l’uso di armi letali, manovrabili soltanto da militari NATO, per un attacco in profondità nel territorio russo. Washington rimane dietro le quinte e prepara la destabilizzazione nel Pacifico. BlackRock e gli altri fondi speculativi che detengono l’80% della ricchezza mondiale attendono le nuove avventure, in vista di ingenti profitti futuri.

La guerra in Ucraina non è iniziata con l’attacco russo del 2022. I signori dei maggiori giornali oscurano le voci del dissenso e strombazzano slogan senza fondamento. Signor Ezio Mauro, possibile che non conosca la Storia, che voglia distruggere i libri e la cultura? Perché non racconta ai suoi elettori della dicotomia OSCE NATO? Della strategia USA iniziata nel lontano 1997 che provocò le accorate parole di G. Kennan? Perché non racconta della guerra civile in Ucraina e della mancata applicazione degli accordi di Minsk? Perché non afferma che il principio caro all’OSCE e all’ONU di “non ingerenza negli affari interni di un altro Paese” è stato violato infinite volte da Washington e dagli Stati colonialisti europei? Possibile che sia così strabico da vedere solo l’aggressione russa, pure da considerare secondo diversi studiosi alla stregua, quella sì, di guerra preventiva (“preemptive”), per impedire l’ennesima spedizione punitiva contro le popolazioni russofone e l’assalto al Donbass da parte di un esercito che aveva incluso tra le sue fila il famigerato battaglione neonazista AZOV? Come mai a suo avviso sui giornali di maggiore impatto non vi sono voci radicali di dissenso che possano informare i lettori su una narrativa alternativa basata sui fatti documentati e non su slogan ideologici? Condivide anche lei il trionfalismo col quale Molinari ha celebrato l’assassinio di civili libanesi grazie all’esplosione dei “cerca persona”, un atto terroristico considerato dal giornalista un avanzamento tecnologico in grado di rafforzare Tel Aviv?

Mentre poniamo queste domande, i cantori dell’Occidente alla Mauro, alla Mieli, e persino alla Quirico, tanto per indicare i nomi più autorevoli, restano silenti. Alimentando nel cittadino più consapevole la percezione che esista un “quarto potere” sempre più separato, complice e autoreferenziale.

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Comments

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Lella
Tuesday, 01 October 2024 10:44
L affresco di Fabrice sulle genealogie e sui trascorsi storici è come il cacio sui maccheroni. Complimenti
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Fabrice
Tuesday, 01 October 2024 09:10
Per unire i puntini!

1. Ezio Mauro è figlioccio professionale di Eugenio Scalfari, la cui area poliitica è stata essenzialmente quella liberal atlantica, ecco un significatiivo excursus storico controinformativo su La Repubblica, giornalone di area liberal atlantica, eccolo arriva!


La Repubblica in crisi: breve storia (non ortodossa) del giornale-partito “liberal”

a cura di Federico Dezzani Blog, 26 Gennaio 2018

Il secondo quotidiano italiano, La Repubblica, attraversa una profonda crisi, certificata dall’inarrestabile emorragia di copie: le tensioni, latenti sin dall’avvicendamento alla direzione tra Ezio Mauro e Mario Calabresi, sono recentemente esplose con la diatriba che ha pubblicamente contrapposto Eugenio Scalfari, “il fondatore”, a Carlo De Benedetti, “l’editore”. Circola addirittura la voce che l’Ingegnere voglia liberasi del giornale. Le disgrazie di Repubblica sono da collegare alla crisi dell’area politica di riferimento, quella sinistra “liberal” di cui il quotidiano romano è stato il padre nobile. Il progetto “La Repubblica” nasce, infatti, negli ambienti atlantici, per traghettare la sinistra dall’ideologia sovietico-marxista a quella atlantico-liberale: breve storia non ortodossa, dal “gruppo del Mondo” all’attuale crisi.

Proseguimento:

http://federicodezzani.altervista.org/la-repubblica-crisi-breve-storia-non-ortodossa-del-giornale-partito-liberal/

2. Maurizio Molinari, attuale direttore di La Repubblica, giornalone presso cui ancora scrive Ezio Mauro, è ebreo di nascita, ha sposato un'ebrea italo libica, i loro quattro figli sono nati a New York e ha studiato anche a Gerusalemme, per giunta è stato anche assiduo frequentatore del Bilderberg Group, società paramassonica e appendice della NATO.

Riferimenti:

https://m.dagospia.com/ritratto-di-maurizio-molinari-by-masneri-atlantista-bushista-e-romanista-113872

https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Molinari

3. Paolo Mieli, pure lui di origini ebraiche , ma "figlio d'arte" , ma non dell'arte del giornalismo ma dell'arte della propaganda atlantica, ecco da dove spunta storicamente tutto il suo potere mediatico propagandista:

"La strana storia di un mostro sacro: il colonnello Merryl ", Il Faro Sul Mondo, 19 maggio 2018

La strana storia di un mostro sacro: il colonnello Merryl – Che molti italiani abbiano collaborato con il Foreign Office britannico a difesa degli interessi di Sua Maestà Britannica in una guerra devastante mai interrotta contro l’Italia fin dagli inizi della lotta risorgimentale è un dato storico ormai declarato grazie ai documenti desecretati dagli archivi londinesi di Kew Gardens. Negli anni del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza, risulta ormai chiaro come l’intelligence inglese si fosse posto come unico obiettivo il controllo dell’Italia, attraverso la formazione di un governo adeguato agli interessi britannici.

Gli inglesi si sono dati molto da fare nella “guerra segreta italiana”, abbisognando di posizioni di forza per contrastare la concorrenza americana ed hanno investito molto sulle reti occulte. Innanzitutto hanno riorganizzato la massoneria, ponendo sotto controllo le logge del nostro Paese. Dopo avere utilizzato il separatismo e le antiche famiglie aristocratiche per influenzare gran parte della mafia siciliana, strumento indispensabile per il controllo non solo militare ma anche politico-economico dell’isola, hanno concentrato i loro sforzi su altri settori strategici.
La propaganda il primo strumento strategico

Lo strumento per realizzare quell’obiettivo con il nome di Pwb (Psychological Warfare Branch) si occupa fin dallo sbarco in Sicilia della propaganda e della guerra psicologica per manipolare l’opinione pubblica attraverso ogni mezzo di comunicazione. Creato nel 1943 ad Algeri, dov’era la sede del quartier generale alleato, in Italia lo dirige un ufficiale britannico, Michael Noble, a cui viene affidato il compito tra il 1945 e il 1946, di riorganizzare l’industria dell’informazione, dell’editoria, dello spettacolo e dell’arte nel nostro Paese.

Tra gli uomini di spicco del Pwb (dal 1948 si chiamerà Ird, Information Research Department) c’è un certo colonnello Merryl, di cui si parla a più riprese nel libro di Cereghino e Fasanella “Il Golpe inglese”, da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio e nel libro Mostri sacri dell’Italia. A lui il giornalista e scrittore Enzo Bettiza dedica un intero capitolo nel libro “Mostri sacri” del 1999.

Il colonnello Merryl è un italianissimo intellettuale di religione ebraica che risponde al nome di Renato Mieli, uno degli uomini più potenti del giornalismo e dell’editoria degli ultimi decenni. Militante clandestino del Partito comunista si rifugia in Francia per le persecuzioni razziali, poi, scoppiata la guerra, ad Alessandria d’Egitto dove si arruola nell’esercito inglese, con il quale sbarca in Italia. Qui su mandato del Pwb fonda alcuni giornali e nel 1945 la più grande agenzia di stampa italiana, l’Ansa, nel 1947 assume, su invito di Togliatti, la direzione milanese de l’Unità.

Conosce Giangiacomo Feltrinelli, di cui diventa amico. Nel 1949 viene nominato responsabile del Pci per i rapporti con l’estero, un incarico che permette a Mieli di entrare in contatto con i leader dell’Est europeo. Abbandona il Pci, con altri intellettuali, dopo la rivolta ungherese del 1956. Uscito dal Pci, Mieli aderisce alle idee degli economisti liberisti Friedrich von Hayek e Ludwig von Mises, fortemente avversi a qualsiasi forma di socialismo. A Milano crea, con il finanziamento garantito dalla Confindustria, il “Centro ricerche economiche e sociologiche dei paesi dell’Est” (Ceses), organizzando seminari e convegni assieme ai sovietologi occidentali, e fonda la rivista “l’Est”, dedicata al blocco sovietico. Il Ceses era la filiale italiana di Interdoc, un istituto con sede all’Aja creato nel 1963 dai servizi d’intelligence della Nato per coordinare l’offensiva anti-comunista in diversi campi (dalla propaganda alle operazioni coperte), attingendo da fonti esclusive e materiale inedito di ex quadri e dirigenti dei partiti comunisti europei. Negli ultimi anni è stato collaboratore del Giornale e del Corriere della Sera. Nel 1990 è stato nominato presidente del “Centro vittime dello stalinismo”.

Proseguimento:

https://ilfarosulmondo.it/storia-mostro-sacro-colonnello-merryl/

Breve commento finale

Pretendere uno stralcio di verità da propagandisti mentitori seriali per lavoro e profumatamente pagati, alias servi venduti, è come chiedere a un satanista fanatico di diventare un fervente cattolico praticante, Mission Impossible!!
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Lella
Monday, 30 September 2024 20:04
I servi volontari sono una categoria difficile da capire perché c è l impressione che intervengano anche fattori di tipo psicologico, "personologico", a inquinare la percezione di una realtà per farla tornare in ogni caso, come far entrare un piede in una scarpa di un numero più piccolo. Svolgono una funzione rassicurante soprattutto per sé stessi il che implica il garantirsi idonei ancoraggi di pensiero e di azione. Dato che vengono ripetutamente onorati e gratificati dall establishment perché sono bravini nei componimenti e sanno raccontarla, è difficile coinvolgerli in una riflessione sulla dignità e sulla etica. Per la loro estinzione bisogna aspettare la fine dei padroni, se mai ci sarà.
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Michele castaldo
Sunday, 29 September 2024 12:55
Carissima Elena,
capisco la tua rabbia ma se L'establisment occidentale poteva essere umano non avrebbe compiuto 500 anni di crimini.
Oggi la storia gli sta presenta do il conto.
Michele Castaldo
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