Print Friendly, PDF & Email
rete mmt

Rampini, parliamone

di Daniele Basciu

Non è la prima volta che Federico Rampini, su Repubblica, cita la Modern Money Theory. Lo fa anche oggi, qui: LINK.

Purtroppo, come già accaduto in passato, nell’illustrare che cosa sia la MMT ne interpreta alcuni punti fondamentali in modo non corretto. Così ( tra [ ] l’originale dell’articolo di F. Rampini)

[La MMT da` un ruolo dominante alla politica monetaria per trainare l’economia fuori dalla crisi]

No. La MMT illustra come l’unica politica efficace in situzioni di crisi legate a carenza di domanda aggregata sia la politica fiscale, e non quella monetaria. La carenza di domanda aggregata deriva da deficit troppo bassi. 

Allora la domanda aggregata può essere ripristinata (fino al livello corrispondente alla piena ocupazione delle risorse materiali e dei lavoratori) dal monopolista della moneta (Governo che si avvale della Banca Centrale) ampliando il deficit con un taglio delle tasse (a spesa invariata), con un aumento della spesa pubblica (a tassazione invariata), o con un mix di taglio tasse + aumento spesa. Ciascuna di queste soluzioni amplia il deficit, quale delle tre adottare è semplicemente una scelta politica.

La politica monetaria NON modifica i deficit, non incide sulle quantità aggregate di domanda. È inefficace, quindi, nel ripristinare i livelli dei deficit necessari per il pieno impiego delle risorse.

[In un certo senso questa dottrina ha anticipato l’esperimento eccezionale del “quantitative easing”]

Sì, il QE è la manifestazione che le Banche centrali non possono “terminare i numeri sui propri pc” con cui creano i “soldi”. Ma La Mosler Economics / MMT ha ripetutamente messo in luce che il QE non è “fare la MMT”. Anzi tutto per mano del fondatore Warren Mosler (che, per inciso, ha in “sign” nelle proprie mail la frase “Il QE è semplicemente un’altra tassa”, e poi in vari altri documenti pubblicati a più riprese. Si veda “Il QE è una tassa sull’economia” di W. Mosler, pubblicato su , “La moneta da sola non basta”, o “Non è tutto oro l’Abenomics che luccica”.

[oltre 4.000 miliardi di dollari di liquidità creata, stampando moneta]

Il QE NON è “stampare moneta”, non è “immettere liquidità”. Con il QE la BC acquisisce titoli di Stato e li scambia con riserve, che NON sono liquidità. Non sono “soldi che vengono spesi”, o “soldi che vengono prestati dalle banche” (che non possono “prestare le riserve”, come la MMT evidenzia). La Bank Of England ha attuato anch’essa interventi di QE e il risultato (visibile) è che sono aumentate le riserve che le Banche obbligatoriamente detengono presso i suoi conti:

rampini1

In aggiunta, il QE rimuove dal settore privato il “reddito da interesse”, che non viene più percepito dai soggetti che cedono i Titoli di Stato alla Banca Centrale. Per cui di fatto rimuove liquidità, piuttosto che crearla. In questo senso è paragonabile a “una tassa in più”.

(Su quali siano i reali effetti del QE sull’economia è necessario, per motivi di spazio, un intervento scritto a parte rispetto a questo)

[L’ultimo discorso della Yellen e` importante per il principio che stabilisce: la banca centrale deve evitare di far pagare all’intera popolazione gli errori dei banchieri]

Principio condivisibile. Far pagare alla popolazione gli errori dei banchieri è, invece, ciò che ha fatto e  farà l’UE e il sistema Eurozona.

[La Yellen in questo e` coerente con il suo predecessore Ben Bernanke che negli ultimi anni ha dato un’interpretazione progressista del mandato istituzionale della Fed: anzitutto perseguire la piena occupazione]

Non riuscendo però ad ottenerla, per i motivi sopra indicati. Solo il Governo con politiche fiscali che ampliano i deficit può ottenere la piena occupazione, e sfortunatamente l’amministrazione Obama sta cercando di ridurre i deficit.

[In quanto alla Mmt: la Yellen non si occupa di teorie, ma certe convergenze sono evidenti]

Come sopra: sì, è evidente che la Banca Centrale (che per il Governo è un foglio di calcolo) non può “finire i numeri”, come la MMT dimostra in lungo e in largo. Questo significa che fino a che ci sono risorse inutilizzate, uno Stato avrà sempre “i soldi” per impiegarle. Ma questo non avviene, né può avvenire, attraverso il Quantitative Easing.

Concludendo: è positivo, è importante che Federico Rampini su Repubblica scriva contro l’austerity, e scriva della MMT. Ma è enormemente utile, per le finalità di benessere pubblico, che della MMT siano messi in luce in modo corretto i principi portanti, che sono molto più ampi, e diversi, dal semplice porre in essere gli interventi di Quantitive Easing. La MMT è la scuola economica che ha gli strumenti necessari per la massimizzazione del benessere collettivo possibile.

Speriamo che Federico Rampini scriva ancora di MMT, partendo da quello che il fondatore della MMT, Warren Mosler, ha scritto in occasione del suo mese di docenza presso l’Università di Bergamo, a Marzo 2014. La vera MMT è qui: ME/MMT. La valuta come monopolio pubblico – di W. Mosler (2014).

Add comment

Submit