True Promise 3: l’Iran risponde con la tanto attesa rappresaglia ipersonica
di Simplicius – Simplicius the Thinker
L’Iran ha lanciato la fase successiva dell’operazione True Promise 3.0, prendendo di mira diverse infrastrutture energetiche e militari israeliane. Questa volta ha utilizzato i più recenti missili ipersonici Fattah-1, che hanno avuto un impatto abbagliante su Tel Aviv e sul nord di Israele, uno spettacolo così spettacolare da rivaleggiare solo con gli attacchi [con i missili ] Oreshnik dell’anno scorso [in Ucraina]:
Fatttah-1 Hypersonic Missile hit the target and electricity gone. Look at the insane speed.pic.twitter.com/8B5Fq0Ezs8
— Sumon Kais (@sumonkais) June 14, 2025
Le scene erano quasi troppo irreali per essere credibili, come se si trattasse di un blockbuster eccessivamente spettacolare di Michael Bay. Tra gli obiettivi c’erano la raffineria di Haifa e il centro di ricerca israeliano del Weizmann Institute for Science di Rehovot, vicino a Tel Aviv:
Che ruolo ha la raffineria di Haifa, presa di mira dall’Iran? La raffineria di Haifa, nel nord della Palestina occupata, fornisce oltre il 60% del fabbisogno di carburante di Israele, dalla benzina al gasolio e fino al carburante avio. Con questi impianti danneggiati nell’attacco iraniano di questa notte, Israele dovrà affrontare un problema di approvvigionamento. Il successo dell’attacco alla raffineria di Haifa è un colpo strategico alla spina dorsale economica e militare di Israele. Il fatto che Israele taccia sull’attacco alla sua raffineria e non abbia ancora detto nulla ma si sia concentrato sui danni inflitti a Tamra – che credo siano stato causati dalla ricaduta di un missile intercettore di Israele (staremo a vedere) – dimostra che il colpo è stato doloroso. Ed è solo l’inizio…
Il New York Times, citando immagini condivise, riferisce che un centro di ricerca israeliano, il Weizmann Institute for Science, è stato danneggiato da un missile balistico iraniano nel corso degli ultimi attacchi al centro di Israele. L’edificio si trova a Rehovot, a sud di Tel Aviv e un incendio sarebbe scoppiato in uno degli edifici che contengono i laboratori.
Nel frattempo, Israele, dal canto suo, ha colpito il più grande giacimento di gas naturale dell’Iran, il South Pars, che è anche il più grande del mondo:
Israele sta colpendo la capacità dell’Iran di esportare petrolio e gas naturale. Ciò eliminerà la capacità dell’Iran di esportare circa 2 milioni di barili al giorno, la maggior parte dei quali destinati alla Cina. Il giacimento iraniano di gas naturale South Pars è stato chiuso, il giacimento petrolifero di Shahran è in fiamme e anche diverse altre raffinerie di petrolio in Iran sarebbero in fiamme. Questo causerà una scarsità di benzina e gasolio in Iran, mentre [si prevede che] i prezzi del petrolio e del gas naturale saliranno alle stelle all’apertura dei mercati lunedì.
Tuttavia, il primo ciclo di attacchi di Israele ha prevedibilmente causato molti meno danni di quelli dichiarati. La maggior parte delle persone non ha idea di come si faccia un BDA (Battle Damage Assessment) e salta semplicemente a conclusioni emotive basate su immagini di qualche oggetto “distrutto”.
Prendiamo ad esempio la struttura di Tabriz: uno o due piccoli edifici sono stati “danneggiati”:
A Natanz – un impianto gigantesco, come si può chiaramente vedere – sono stati danneggiati in modo lieve o moderato alcuni trasformatori di potenza e una sottostazione:
Inoltre, è stato anche dimostrato che la maggior parte dei lanciarazzi terrestri iraniani distrutti sarebbero stati dei falsi bersagli, poiché nei filmati diffusi dagli israeliani non si vede nessun MRBM incendiarsi dopo essere stato colpito.
Allo stesso modo, le affermazioni sulla “superiorità aerea israeliana” erano uno sciatto intruglio messo insieme con filmati ripresi da droni IAI Heron che volteggiavano a bassa quota su Teheran per foto di propaganda, probabilmente prima di essere abbattuti, mentre sono emersi filmati di alcuni “grandi aerei” distrutti, che l’Iran ha sostenuto fossero F-35 ma che, probabilmente, erano droni. Inoltre, le affermazioni sul successo “dell’infiltrazione” israeliana e sulle “basi segrete” sono apparse più che altro un’esagerazione da ‘psyop’, poiché è emerso che gli israeliani operavano da basi segrete dell’Azerbaigian, lanciando droni e vari altri ordigni contro l’Iran da ogni direzione. Questo, tra l’altro, non è niente di nuovo, lo si sapeva già dal 2012.
L’unica parte dell’operazione che ha avuto un relativo successo è stata l’assassinio di leader iraniani chiave e di scienziati nucleari.
Dopo gli attacchi avevo postato su Twitter:
L’ultimo test di falsificabilità sul “successo” degli attacchi israeliani: guardate quanto velocemente Israele affermerà che l’Iran è “ancora una volta” vicino a ottenere la bomba. Ora si festeggia, ma tra 2-3 mesi Bibi strillerà che l’Iran è di nuovo “al 90%” dell’arricchimento.
La domanda più grande: quando Bibi strillerà tra 2-3 mesi, gli attuali “celebratori” ammetteranno che gli attacchi sono stati un fallimento totale? O tutto verrà nascosto sotto il tappeto come le altre volte…?
Sembra che la mia previsione si sia avverata molto prima, perché quasi immediatamente è stato annunciato che Israele è effettivamente incapace di distruggere il programma nucleare iraniano e che, per farlo, ha chiesto urgentemente l’aiuto degli Stati Uniti.
Axios scrive che a Israele mancano le grandi bombe ‘bunker-buster’ e i relativi bombardieri strategici necessari per infliggere danni reali alle strutture sotterranee chiave dell’Iran:
Israele non può bombardare l’impianto nucleare nelle montagne iraniane senza gli Stati Uniti
Israele non ha le bombe bunker necessarie per distruggere l’impianto nucleare di Fordow sulle montagne; le hanno gli Stati Uniti. Un funzionario israeliano ha dichiarato ad Axios che “gli Stati Uniti potrebbero ancora unirsi all’operazione e che il Presidente Trump ha persino suggerito che lo avrebbe fatto se necessario quando ha parlato con Netanyahu nei giorni precedenti l’attacco”.
“Ma un portavoce della Casa Bianca ha smentito, dicendo ad Axios che Trump aveva detto il contrario. Il funzionario ha detto che gli Stati Uniti non intendono essere direttamente coinvolti [almeno] in questo momento”, scrive la pubblicazione.RVvoenkor
Il piano generale è sempre stato, ovviamente, quello di spingere l’Iran a una risposta schiacciante che avrebbe in qualche modo incitato gli Stati Uniti a entrare in guerra per conto di Israele, con l’obiettivo di dare il colpo di grazia all’Iran. Il programma nucleare era probabilmente un falso obiettivo, mentre il vero obiettivo era il rovesciamento totale della leadership iraniana e la fomentazione di rivolte civili in tutto il Paese per mettere l’Iran alle strette sotto un governo fantoccio guidato dall’Occidente.
Ora Trump si trova sul filo del rasoio di una delle sue decisioni storicamente più cruciali: tradire il mandato del popolo americano e consegnare il suo secondo mandato e la sua eredità in declino al cumulo dei rifiuti della storia, oppure liberarsi dai lacci di Miriam Adelson e di altri finanziatori e mostrare una reale spina dorsale nel difendere la vera visione “America First” che ha promesso a tutti. Al momento in cui scriviamo, ci sono notizie di riunioni urgenti al Pentagono che riguardano proprio la questione della richiesta di Israele agli Stati Uniti di entrare ufficialmente in guerra per “dare il colpo di grazia all’Iran”.
Yanis Varoufakis scrive:
Questa è la Waterloo di Trump. Si era presentato come il Leviatano che avrebbe portato una pace furtiva, un accordo intelligente che avrebbe evitato una guerra con l’Iran. Poi, con un’altra grave violazione del diritto internazionale, Netanyahu lo rinchiude in una scatoletta perché: o Trump sapeva dell’attacco, nel qual caso non è altro che il tirapiedi di Netanyahu, oppure non lo sapeva, il che porta a chiedersi perché non lo sapeva e come reagirà al fatto di essere trattato come uno stupido da Netanyahu. In ogni caso, l’immagine di Trump come uomo forte e capace di concludere accordi è ormai andata in fumo. In ogni caso, passerà alla storia come l’ennesimo Presidente degli Stati Uniti che Netanyahu ha piegato alla sua volontà genocida.
L’intero mondo non occidentale sta guardando con il fiato sospeso quella che dovrebbe essere la svolta cruciale: Trump può fare qualcosa per riscattare almeno qualche speranza perduta per la leadership globale dell’America, o invece piantare il chiodo finale nella sua bara, facendo sì che il nascente Sud globale sorga dalle rovine della vera natura dell’Occidente immorale, barbaro e senza principi. È un bivio metafisico: o Trump o rimarrà fedele alla sua missione quasi spirituale di miglioramento del mondo o affogherà gli Stati Uniti nel sangue dell’imperialismo neocon.
Su X avevo ipotizzato che, per i “credenti onesti”, ci fosse una piccola possibilità che Trump ci avesse preso in giro in una partita di scacchi in 5D. Adesso abbiamo visto che ha ingannato l’Iran, cullandolo in un falso senso di sicurezza solo per permettere a Israele di lanciare il suo vile attacco a sorpresa.
Ma se Trump avesse in realtà teso una trappola a Israele per tutto il tempo? Israele si aspettava che gli Stati Uniti si unissero e “finissero l’Iran”, mentre ora Trump potrebbe togliere loro il tappeto da sotto i piedi, abbandonando Israele al suo destino e lasciando invece che sia l’Iran a finire Israele, o almeno a facilitare la deposizione del regime di Bibi. Potrebbe essere? Forse c’è una piccola possibilità che sia così, se Trump fosse molto più intelligente di quanto gli diamo credito o, semplicemente, si sia finalmente stufato di Bibi.
L’opposizione più fondata a questa teoria è stata fornita da Zei_Squirrel:
Gli Stati Uniti e Israele non hanno lanciato questa guerra per cercare di eliminare i siti nucleari; sanno di non poterlo fare. Sono troppo ben protetti e dispersi e qualsiasi danno può essere ricostituito nel breve termine. L’hanno lanciata per provocare il collasso totale dello Stato iraniano, iniziando per fasi. La prima fase consisteva nell’eliminare i vertici militari e dell’IRGC, assassinando gli scienziati e, nel frattempo, facendo strage di civili.
In questo modo si sarebbe creata la falsa impressione di attacchi in qualche modo limitati e concentrati su obiettivi militari/nucleari.
Dopo aver subito quella che, secondo loro, sarà una risposta altrettanto contenuta da parte dell’Iran, la considereranno una conferma del fatto che l’Iran non si attiene alle proprie linee rosse dichiarate e che ha ancora paura di scontrarsi con Israele allo stesso livello di escalation.
Questo sarà il loro via libera per procedere alla fase successiva, che consiste nel prendere di mira e uccidere i principali leader politici, compreso Khamenei.
La loro speranza non è quella di sostituire l’attuale governo e lo Stato con una sorta di riedizione della monarchia fascista sionista attraverso il suo figlio fallito [probabile allusione a Reza Ciro Pahlavi, figlio dello scià Mohammad Reza Pahlavi, deposto durante la Rivoluzione Islamica del 1979. N.D.T], perché sanno che non c’è una base di sostegno per questo all’interno del Paese.
La loro speranza è di creare un’altra Libia e un’altra Siria: scatenare forze per procura che finanziano e armano insieme ai regimi fantoccio dello “scudo arabo” del Golfo e tipo NATO-Erdogan e trasformarli tutto in una spirale di morte e caos, una “guerra civile” inventata in cui gli iraniani saranno pagati e armati dalla CIA e dal Mossad per uccidere altri iraniani.
Il MEK e altre forze per procura di questo tipo sono già state addestrate e preparate e sono pronte per essere attivate. Inizieranno con autobombe e attacchi terroristici che faranno strage di civili. L’“ISIS” riapparirà e farà il suo tipico lavoro per i suoi padroni della CIA e del Mossad.
Gli Stati Uniti e Israele avevano deciso di lanciare questa guerra ancor prima dell’elezione di Trump con il pieno e totale sostegno dell’intero complesso militare-spionistico-industriale statunitense, dei media e della classe politica, sia repubblicana che democratica, e sarebbe successo anche se Kamala Harris avesse vinto le elezioni.
Vedono l’Iran e l’Asse della Resistenza e la sua alleanza con la Russia e la Cina come il principale ostacolo alla piena e totale egemonia imperiale sionista USA-NATO-Israeliana nella regione e, per estensione, nel mondo e vogliono distruggerle L’Iran perché è l’unico Paese che, a differenza di Russia e Cina, non ha un deterrente nucleare e vogliono farlo fuori prima che lo ottenga.
Si tratta di una guerra esistenziale di sopravvivenza non solo per lo Stato iraniano, ma per l’Iran come nazione.
Se questo progetto avrà successo, il Paese sarà balcanizzato, le divisioni etniche saranno fomentate da attori stranieri, la CIA, il Mossad e le marionette del Golfo finanzieranno e armeranno decine di squadre di morte e di stupro per procura che spadroneggeranno in tutto il territorio, decine di milioni di vite saranno distrutte.
Bisogna fare di tutto per impedirlo. L’Iran ha le armi per farlo. Ha la capacità di farlo, è solo una questione di volontà. Ha la volontà di fare ciò che serve per impedire la distruzione del proprio popolo e della propria nazione? Io spero di sì. Tutti noi dobbiamo sperare che lo faccia.
La mia previsione su ciò che accadrà?
Tutto dipende dalla decisione di Trump, ma, se sceglierà di non entrare in guerra, gli attacchi israeliani si attenueranno dopo pochi giorni ed entrambe le parti cercheranno probabilmente una de-escalation, millantando ai rispettivi pubblici nazionali una “vittoria importante”. Israele si inventerà una serie di obiettivi che sarebbero stati “raggiunti”, e questo sarà tutto. In seguito, la situazione interna di Israele si deteriorerà rapidamente, poiché nessuno sarà convinto che Israele abbia “vinto” qualcosa o che abbia danneggiato seriamente l’Iran.
Ma, se gli Stati Uniti prenderanno parte allo scontro allora o si scatena l’inferno e l’Iran manterrà la promessa di chiudere lo Stretto di Hormuz, con la possibilità di mandare il mondo in tilt economico, oppure – per placare i suoi referenti israeliani – Trump sventolerà uno show strike “devastante”, dichiarerà “cancellati” i siti nucleari iraniani e si ritirerà immediatamente per iniziare un nuovo regime di de-escalation con l’Iran.
Ritengo con una probabilità di 70 contro 30 che negli Stati Uniti possa prevalere il buonsenso e che Trump decida di non entrare in guerra e che le cose vadano nella direzione della prima opzione, ma vedremo come si svilupperà.
Come ultimo elemento, ecco un video profetico del capo scienziato nucleare iraniano Fereydoon Abbasi che recentemente aveva parlato della sua possibile fine per mano di Israele:
The assassinated nuclear scientist Fereydoon Abbasi had spoken about whether he feared being killed in his last interview, conducted only a couple weeks ago. The answer was that he didn’t care. pic.twitter.com/85RlkJCqro
— Séamus Malekafzali (@Seamus_Malek) June 13, 2025
Sembra che abbia accettato il suo destino con calma e dignità, sapendo che il Paese è stato lasciato nelle mani esperte della generazione più giovane.