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Bannon, Soros e il governo gialloverde

di Piccole Note

Steve Bannon, lo stratega della campagna elettorale di Donald Trump, segue da vicino le italiche vicende. Sostenitore convinto del governo gialloverde, ieri è stato intervistato da Antonello Guerrera, per la Repubblica, al quale ha spiegato che “Roma è ormai al centro della politica mondiale”.

 

Le analogie tra le elezioni Usa e quella italiane

Interessante questo rilievo di Bannon: i Cinque stelle “sono simili al socialista Sanders in America, anti-establishment e per la trasparenza. E si sono alleati con i “Trump” d’Italia”, che poi sarebbero i leghisti.

Accostamenti che potrebbero apparire indebiti, non tanto per la Lega quanto per i Cinque stelle, che raccoglie consensi da sinistra e destra. Ma che indebiti non sono.

Semplicemente il sistema americano, caratterizzato da un bipolarismo netto, non permette la confluenza di voti di destra e sinistra, anche se poi sembra che alcuni sostenitori del socialdemocratico Bernie Sanders nel ballottaggio finale abbiano votato Trump, tanta era l’avversione per il sistema rappresentato dalla sua sfidante Hillary Clinton.

A contribuire alla diversità tra il modello americano e quello italiano è la geografia: se vero che la Lega ha preso voti un po’ dappertutto, è vero anche che al meridione gli elettori che si riconoscono nella destra hanno difficoltà a votare un partito che ha fatto del Nord il suo polo identitario.

Insomma, al netto di diversificazioni necessitate, il paragone di Bannon regge. Non solo: la convergenza tra le due forze anti-sistema avvenuta in Italia ha un precedente negli Stati Uniti d’America.

Subito dopo l’elezione di Trump, infatti, Sanders indirizzò al presidente una proposta di collaborazione. Non ebbe seguito, non tanto per incompatibilità ideali, ma perché il sistema bipolare di cui sopra la rendeva inagibile.

Si può affermare, dunque, che quanto è stato impossibile allora in America è avvenuto in Italia.

Una novità, quella italiana, che non può essere paragonata, come si fa in maniera indebita, con quanto avvenuto in altri Paesi europei dove si è registrata l’ascesa al potere di forze di destra anti-sistema, perché appunto si tratta di sole forze di destra.

L’Ungheria di Viktor Orban è altra cosa rispetto al governo italiano. Ciò detto, si assiste all’opposizione dura e scontata da parte delle forze di sistema, espressione che usiamo in un’accezione semplicemente identificativa.

 

Soros e il governo gialloverde

In Italia, come negli Usa, tali forze sono rappresentate da soggetti politici di destra e di sinistra. Potrebbero unirsi in un unico rassemblement, come ad esempio il famoso partito della nazione agognato da Renzi. Ma rischiano l’erosione del loro residuo elettorato.

Detto questo all’opposizione delle forze politiche dette o dichiaratamente di sistema (che in democrazia hanno piena legittimazione), il nuovo governo dovrà far fronte anche a un’altra opposizione, ben più dura (o diabolica, per usare un’iperbole di Beppe Grillo o di altri). Quella del sistema stesso, che si sente minacciato, in Europa come sul piano interno.

Per avere un’idea della sua forza basta guardare in America, dove il sistema ha eroso gli spazi di manovra di Trump, impedendogli di sviluppare dossier importanti, come ad esempio la distensione con Putin e la smobilitazione dalla Siria.

Vedremo quel che accadrà in Italia. Interessante notare che a far sentire la sua voce oppositiva al nuovo governo è stato lo Speculatore George Soros, il quale ha accusato la Lega di ricevere finanziamenti dai russi.

Accusa usuale. E reiterata in tutte le votazioni che si sono succedute negli ultimi anni: dalla Brexit alle presidenziali Usa, dal referendum sulla Costituzione italiana alle presidenziali francesi etc etc.

Non ci crede neanche lo Speculatore. Ma il significato della sua dichiarazione va ben al di là dell’accusa specifica. Non è un’accusa, ma, appunto, una “dichiarazione”. Di guerra.

Ps. Incredibilmente le parole di Soros sono state riprese da taluni ambiti e media come rivelatrici del Grande Complotto di Putin contro l’Occidente. E lo Speculatore è fatto assurgere a paladino della Libertà e della Democrazia contro l’Oppressore russo. Segno della tragedia in cui sono precipitati tali ambiti e tali media.

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