Pubblicità dell'indicibile*
di Nicola Licciardello
Per mesi non sono intervenuto su “Sinistra in Rete”, pur continuandola a leggere, per le troppe cose in sospeso: la morte di papa Francesco e l’elezione del nuovo, Trump in Usa e Ursula II in Europa. Il loro avvento costituisce un salto d’epoca: Carlos Xavier Blanco non smentisce l’estremo trans-umanesimo di Franco Berardi Bifo, il quale pensa i comandi dell’intera società delegati alla AI bellica, la quale mira all’annientamento umano - logica soluzione al caos politico.
Scrive Xavier Blanco: “Il popolo viene privato di tutto ciò che aveva guadagnato in due secoli di barricate, rivoluzioni, sofferenze e abnegazione. Privato di un’assistenza sanitaria e di un’educazione di qualità. Privato della capacità di sposarsi e procreare. Privato della capacità di possedere una casa. Delocalizzazione e terziarizzazione dell’economia europea cancellano il proletariato. Emerge un sottoproletariato di migranti, indifesi e disuniti (...) in via d’annientamento la classe media: con il capitalismo della sorveglianza, non essendo più necessaria all’elite, scende alla base della piramide. Nel 99% della popolazione, cioè fra i poveri, le differenze saranno marcate a livello animale: poter mangiare o no, essere una cosa o meno, esser sacrificabile. Il modello Auschwitz-Hiroshima si sta rinnovando a Gaza”1.
Il punto zero però non arriva, si trascina: perché ciò che è iniziato non si compie ora, subito? La sociologia, e la fisica classica direbbero per la resilienza di controspinte, resistenze, forze e interessi di segno opposto. Diciamo anche per la non calcolabile resistenza umana.
La “debole” filosofia occidentale, nella sua sempre minor attenzione dialettica, crede di avvertire la corruzione della natura (il cambiamento climatico), ma le sue ineliminabili radici ebraica e greca la tengono fissata alla Storia, alla Morte, al Male e al suo Progresso. Queste fissazioni impediscono di vedere Altro - non solo il Bene assoluto, come nel cristianesimo, ma lo stesso, non-residuo, bene della Terra e la felicità che ne deriva. Solo il latino-americano buen vivir recupera questo principio, ma l’Europa non lo recepisce. Su questa progressione del male si fonda l’istituzione pubblicitaria.
Storia della Pubblicità
Il punto è semplice: si chiama pubblicità ciò che va a occupare uno spazio pubblico, proprio perché lo occupa - mentre si dovrebbe chiamare privaticità ! Certo, già fra gli Egizi e i Greci, poi a Roma esisteva la pubblicità, tramite manifesti a colori e scritte murali, tuttora visibili a Pompei ed Ercolano. L’interesse primario era politico-elettorale, ma la ristorazione (e la prostituzione !) avevano gran spazio. Si dice che D’Annunzio abbia inventato la pubblicità, ma si trattava di enfasi politico-poetica (evidente per la sua Carta del Carnaro). Il Fascismo però è stato il vero creatore della pubblicità contemporanea, come informazione e formazione delle masse al regime: da lì dilagò lo stile grafico, dai “fonts” ai manifesti politici. Dall’attenzione richiesta dal Potere a quella di un invitante charme padronale. La pubblicità televisiva, si sa, fu traghettata da quel “Carosello” che imbastiva storielle talmente ingenue e godibili anche dai bambini, da sembrar superare la stessa finalità del consumo. Ma ora, nella stretta bellico-finanziaria occidentale, la pubblicità televisiva ostenta il consumo, lo rende iperbolico per i ‘fortunati’, nella retorica figurata (la storiella familiare) e in quella letterale, esibendo la digestione del prodotto. Nei più frequenti casi alimentari, l’eccellenza non si mostra con un brindisi o un ammiccamento, ma con l’intera realistica sequenza: il gruppo o il protagonista arraffa l’oggetto, lo mastica e inghiotte, emettendo veraci versacci e smorfie. La colonna sonora insiste sul più sgraziato e sgradevole, a ribadire che Questa è la norma ! Infatti l’attimo dopo si vedono le news dei disperati di Gaza nei campi di concentramento, agitanti pentole vuote per distribuzioni di svoba o magari di una raffica di mitra. Umiliazione comunque: sfortunato accanto al fortunato, sfigurato accanto al dorato, mero caso statistico di compiaciuta immedesimazione, oscenità sistemica. Soltanto un Adorno, finita la II guerra mondiale, riuscì a (de)scrivere tali ‘minimi ’ passaggi (Minima Moralia), restituendoli come “meditazioni sulla vita offesa”. Infatti, esattamente questo: la pubblicità offende la Vita, la sua dignità. Non è il riso della commedia accanto al dolore della tragedia, non proviene da un gruppo di artisti, ma emana dal Potere stesso, quale diretto disprezzo ai sottomessi.
Attacco ai consumatori.
La fissazione sul Male e sui mali cui accennavo, ha propiziato l’attacco di Imprese, intelligenza artificiale, Burocrazia, Banche, Governi - ai Popoli, agli umani “consumatori”. Non bastava il crollo dei servizi primari - Sanità, Scuola e Assistenza sociale - ma persino quella minima istruzione dei bugiardini farmaceutici, le formule telefoniche standard (“prema 1..."), i codici di ricerca internet non hanno più nulla di ‘amichevole’ (mentre lo proclamano), mirando solo a superare le famose profezie orwelliane (“la pace è guerra").
Fra parentesi, i “consumatori" non dovrebbero esistere. La contraddizione marxiana racconta che senza forza-lavoro, e quindi senza servizi umani, nemmeno i Bezos e i Zuckerberg potrebbero esistere. Bezos ha bisogno dei riders, cui imporre i percorsi dell’intelligenza artificiale di Meta.
E’ vero allora: sta s-formandosi una ‘non-società’ bellica, continuamente assorbita dalle attività di reciproca, a volte parziale distruzione. Lo mostra la guerra in Ucraina, e le guerre di Israele contro tutti i vicini: persino i loro statuti biblici nell’oggi fungono da costante esibizione di potere tecnodistruttivo (che occasionalmente va decimando umanità ‘superflua’).
Di male in male, ogni giorno un po’ di più, il male di oggi oscura quello di jeri - già oscurante quello dell’altrojeri, “ O' peju un c'è fun ", al peggio non c'è fondo, dicevano in Sicilia: il peggio si può sempre oltrepassare. Così ogni giorno si parla solo di questo, del negativo che aumenta, si parla solo del Male. La focalizzazione sul Male è l’unico paradigma, da cui non può esservi uscita2. Il Bene e i beni non esistono più, non c’è possibile Bilancio o equilibrio fra negativo e positivo - non stiamo su un comodo campo-base, ma su un precipizio, da cui è impossibile risalire. Ogni salto del negativo, che dovrebbe essere coscienza del precedente, è allora cancellazione, da cui non cresce coscienza di alcuna bugia, ipocrisia, non-detto.
Indicibile non-detto base universale
Ma allora, si dica quello che è il non detto-base di ogni altro, la piattaforma mondiale su cui ogni essere umano e ogni paese è costretto a giocare, inclusi i Brics: non è la scemante supremazia del dollaro, ma ancora e soltanto la supremazia militare Usa, la sua potenza di fuoco, la quantità (più che la qualità) degli armamenti, la loro presenza e diffusione. Qualcosa di cui per definizione non si potrebbe parlare, ma che - narra Paolo Gerbaudo3 nel tronfio narcisismo del vincitore ambisce a rivelare persino l’impossibile, la discendenza militare di Silicon Valley dal Goethe-Frankfurt Institute, un tempo sede della famosa Scuola di Adorno-Horkheimer !
La dimensione e spregiudicatezza della supremazia militare Usa è un a-priori ben verificato: non solo il genocidio dei Nativi nordamericani (e dei bisonti), non solo lo sgancio di due atomiche, a distanza di giorni, su due popolose città di un Giappone già alla resa. Da allora, l Imperdonabile è la Regola planetaria suprema. E quindi la deterrenza delle 800 basi sparse nel mondo e il numero quasi incalcolabile di conflitti iniziati, portati avanti e inconclusi dagli Usa in tutti questi anni! Allora non si può parlare di ciò che il Presidente non dice: qualsiasi trattativa, come quella sui dazi, non è un duello fra cavalieri, ma uno spettacolino truccato, dove tranne uno tutti sono tenuti alla catena. Banalmente però, la catena è solo la paura che tutti i sudditi hanno dell’Imperatore, come di un mongolo sanguinario, paura che blocca da 80 anni la storia dell’occidente, paura che possa spazzarci via, inclusa l’arte (riproducibile con la stampante 3 D). Occorre dirlo, perché riconoscere la paura è il primo passo verso la consapevolezza.
Cosa infatti, se non un’estesa consapevolezza impedisce alla ‘autocratica’ Cina di condividere il terrore europeo? Nonostante il grande scarto con l’avversario sulla disinvoltura bellica, la Cina non ha perciò alcuna deferenza. Lao Tsu sconsigliava l’uso delle armi per impadronirsi di un territorio (Tao-Te-King XXX-XXXI), non per intento moralistico, ma magico-strategico, perché “porta male”. E anche per Confucio “la migliore battaglia è quella non combattuta”: questi antichi personaggi sono tuttora una guida essenziale per il grande “Paese di Mezzo”. Perché pensare bene è necessario, socialmente costitutivo, come la poesia: “attenendosi al piccolo, per tutti scenderebbe una dolce rugiada, come un grande fiume” (XXXII).