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Capitali in fuga. Il grafico definitivo

di Giuseppe Masala

Potete apprezzare come in Italia siano impiegati quasi 300 miliardi di capitali esteri a fronte di quasi 800 miliardi di capitali italiani impiegati all’estero. La più grande fuga di capitali

000520C8 romano prodiSe guardate il grafichetto qui sotto, che rappresenta il saldo Target2 della BCE sommata al saldo cumulato della Bilancia dei Pagamenti italiana, potete apprezzare come in Italia siano impiegati quasi 300 miliardi di capitali esteri a fronte di quasi 800 miliardi di capitali italiani impiegati all’estero. Ciò significa chiaramente che siamo di fronte alla più grande fuga di capitali dal Sistema-Italia della storia.

Quasi 500 miliardi di risparmi italiani utilizzati all’estero. Come mai questi danari sono impiegati all’estero e non Italia? Semplice, perché lo stato italiano non può indebitarsi in ossequio ai parametri di Maastricht. O meglio ancora, chiamiamo le cose con il significato proprio: lo Stato italiano non può mobilitare il risparmio degli italiani per erogare beni e servizi agli stessi italiani. Il debito pubblico così va inteso (e così andrebbe chiamato): “Risparmio interno mobilitato dallo Stato”. Il debito pubblico non è il debito del bottegaio.

Dunque, si può dire senza tema di essere smentiti che il debito pubblico (o le “risorse italiane mobilitate dallo stato italiano”) potrebbe essere più alto di quasi 500 miliardi, senza che lo stato italiano assorba neanche un centesimo dal risparmio dei nostri “amici” stranieri. [Ovviamente semplifico, perché è chiaro che se lo stato italiano desse una spinta poderosa alla spesa pubblica, agli investimenti, dovrebbe mobilitare meno perché una determinata quantità Q della cifra in questione verrebbe mobilitata dalle imprese private e dalle famiglie].

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Abbiamo dunque margini enormi. Eh, ma il debito pubblico al 60% del Pil? Semplice, non significa nulla. Nulla. Nulla. Il 60% è troppo per il Venezuela e l’Argentina che rispettivamente hanno un rapporto debito/Pil pari al 30% e al 50%, ma non riescono a sostenerlo perché hanno i conti con l’estero totalmente scassati; ed è pochissimo per il Giappone che ha un rapporto debito/Pil pari al 250% perché ha dei conti con l’estero (e risparmi dei giapponesi) floridissimi.

E allora perché gli “amici” europei ci sottopongono da anni a waterboarding fiscale all’inseguimento di un rapporto debito/Pil del 60% che non significa nulla pur sapendo che abbiamo la possibilità di mobilitare risorse italiane fino a 500 miliardi di euro?

Semplice, perché hanno trovato la Cuccagna nelle formichine italiane. Se non è il nostro stato a mobilitare per noi queste risorse [Perché gli è impedito da regole folli e senza senso in valore assoluto, ma valide solo se viste in relazione ai conti con l’estero] le mobiliteranno loro: se qui nessuno le può impiegare il risparmio italiano corre all’estero.

Perché la Cuccagna? Semplice, pensiamo ai nostri fraterni amici tedeschi che ci impongono austerità. Ci danno tassi negativi sui loro Bund decennali: ciò significa che lo stato tedesco mobilita risparmio italiano facendo pagare gli italiani (tasso negativo) per dare miglior istruzione, miglior cultura, miglior infrastrutture, miglior ricerca, migliore sanità… ai tedeschi. Si, si, avete capito bene, noi italiani riceviamo tassi negativi dai tedeschi per consentire ai tedeschi di godere della vita e soprattutto di darci pubbliche lezioni su come si sta al mondo sottoponendoci a pubblica gogna e facendoci passare per cialtroni.

Questo è il perverso meccanismo di Maastricht e del Fiscal Compact e delle folli e insignificanti regole quali l’output gap [che è un non sense applicato a cose macroeconomiche] e l’applicazione di stupidi modelli econometrici. Scoppiamo di soldi e ci fanno la lesina sugli 0,1% di spesa, calcolati sulla base di un modello econometrico che, come tutti questi modelli del menga, lasciano il tempo che trovano.

Perché la classe dirigente italiana [mi riferisco a quella che capisce e capiva, non al diplomato in dentiere Zingaretti. Sia detto senza offesa] accetta tutto questo? Un Padoa Schioppa è ovvio che conosceva le identità della Contabilità Economica Nazionale e lo stesso un Monti, ma erano e sono accecati dall’idea dello Stato Minimo, dello Stato Sentinella: bisogna affamare “la Bestia” [lo Stato] per costringerlo a uscire dalle cose economiche per concentrarsi in quelle poche cose che secondo i dogmi liberisti lo stato deve fare: Difesa, Giustizia, Pubblica Sicurezza e Stop.

Altri come Prodi, semplicemente perché di economia non capiscono nulla: sì si, l’hanno fatto professore, lo chiamano “economista”, ma questo non capisce una beata mazza. Proprio non conosce le identità contabili. Non sa nulla. Se no come lo spieghi uno che farnetica di necessità “di attrarre i capitali stranieri in Italia” quando i dati ci dicono che scoppiamo di risparmi nostri, che non possiamo però utilizzare in ossequio a parametri folli e siamo costretti a impiegarli a tassi negativi, per esempio, in Germania? Solo un cretino può dire cose del genere, e se cretino non è fate voi le ipotesi che preferite.

E nel frattempo in Italia ci crollano i ponti in testa. Stanno per andare in pensione 50.000 medici e non possiamo sostituirli perché – nonostante i nostri giovani facciano a pugni per riuscire ad entrare in una Facoltà di Medicina – formarli costa soldi e lo stato non può spendere. Una follia.

E qui la finisco, perché se inizio a scrivere tutto quello che dovrei scrivere Céline sarebbe un dilettante dell’insulto. Batterei anche il suo virtuosismo nell’Arte Sublime.

Un’ultima cosa. Il grafico che vi propongo non viene da chissà quale sito complottista, ma direttamente dal Bollettino Economico 1/2019 della Banca d’Italia (pag. 24).


Fonte: https://www.facebook.com/bud.fox.58/posts/2352245748167070

* * * *

Parte seconda

Ancora sul grafico "definitivo" aka "lo spread siamo noi".

Come abbiamo visto sopra nel grafico "Target2 + Flussi Cumulati Bilancia Pagamenti" a fronte di 300 mld di euro di investimenti stranieri in Italia abbia 800 mld di investimenti italiani all'estero. Con un mostruoso saldo positivo di 500 mld di euro che in altri tempi sarebbe stato chiamato "fuga di capitali". Una situazione chiaramente patologica dovuta al fatto che il maggior polmone di impiego di queste risorse è tenuto inattivo: lo stato non può indebitarsi in ossequio all'interpretazione delirante [ed in malafede] delle regole del trattato di Maastricht, del fiscal compact e di tutti gli altri lacci e lacciuoli (Pil potenziale, output gap ecc) che sono gli strumenti con i quali siamo sottoposti a waterboarding fiscale.

Una situazione appunto gravemente patologica doppiamente: perché non permette allo stato di mobilitare le risorse risparmiate dai propri cittadini e che dall'altro lato spinge i propri cittadini a portare all'estero questi risparmi dove vengono sottoposti a repressione finanziaria ovvero a tassi reali negativi per finanziare la spesa pubblica (la mobilitazione di risorse) di stati esteri. Una doppia rapina: in Italia subiamo la rapina di non poter usufruire di servizi e opportunità che solo lo stato può offrire e dall'altro lato gli stati esteri ci saccheggiano con i tassi negativi.

Per rendere più chiaro quanto sia patologica questa situazione basta fare un piccolo esercizio con la mente: provate ad immagina re cosa accadrebbe se i 500 mld netti che abbiamo all'estero domani mattina rientrassero in Italia. Facile immaginare un enorme terremoto sui tassi di interesse: gli interessi sul debito pubblico italiano subirebbero un crollo di proporzioni enormi [con la incidentale conseguenza immediata di risanare i bilanci delle banche italiane, ma questo è un altro discorso]. Al contrario i tassi dei titoli di stato dei paesi che al momento beneficiano del risparmio italiano (ho detto Germania?). Ora io non ho gli strumenti e non ho manco la preparazione per poter fare delle stime ma non rimarrei sbalordito che se rientrasse in Italia un enorme flusso di danaro come quello di cui si parla (e contemporaneamente ovviamente uscisse dall'Estero in egual misura) fulmineamente i tassi italiani si abbasserebbero e quelli esteri si alzerebbero in egual misura a tal punto da polverizzare tutti gli spread di questo mondo. Ivi compreso il celeberrimo spread Btp/Bund. Vista in questo senso (ma non c'è da stupirsi essendo l'economia la più paradossale di tutte le scienze) l'impossibilità dello stato di potersi indebitare mobilitando il risparmio nazionale spinge il risparmio all'estero creando lo spread. Dunque è la stessa austerità nel caso italiano a creare lo spread. Una follia. Una follia parificabile a quella di far correre una persona con uno zaino alpino carico di sassi oppure simili a quella di curare una persona sana con un ciclo di chemioterapia come prevenzione alla possibile insorgenza di un tumore.

Come uscirne? Semplice:

1) Consenti agli stati che hanno un eccesso di risparmio "costretto" ad essere impiegato all'estero di indebitarsi fino all'assorbimento. Ma questo ovviamente non conviene a chi guadagna da questa situazione patologica (ho detto Germania?)

2) Distruggi l'asimmetria di fondo: non puoi avere un mercato finanziario unico per tutta l'Europa e poi il massimo "mobilitatore" di risorse non esiste. Ovvero non esiste un Ministero del Tesoro Europeo che emetta Eurobond e tutti i piccoli indiani dei singoli stati sono legati alla regola del 60% del debito/Pil e del 3% sul deficit/Pil come se fosse la stessa cosa l'Italia che ha una bilancia commerciale, un saldo delle partite correnti e una bilancia dei pagamenti in forte attivo e oltretutto un colossale eccesso di risparmio e la Francia o la Spagna che vivono di trasferimenti netti dalla Germania.

3) Terza soluzione: salutare, riportare tutto a casa e andarcene educatamente.

Stiamo vivendo una enorme repressione fiscale (grazie al Trattato di Maastricht) e finanziaria (a causa dell'impiego dei risparmi italiani all'estero a tassi reali negativi) che si traduce nel più grande saccheggio della Storia italiana. Sipario.


Fonte: https://www.facebook.com/bud.fox.58/posts/2354181397973505

Comments

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Vincesko
Sunday, 10 March 2019 09:45
Nessuno obbliga gli Italiani a comprare titoli di Stato tedeschi (o francesi o austriaci) a tassi negativi, anziché quelli italiani a tassi molto più elevati. Evidentemente prezzano così il rischio, alimentato dalle grida manzoniane dell'UE e dalle grandi banche d'affari internazionali. E' così da decenni. L'Italia ha un basso "standing", cioè affidabilità, che si traduce in un rating (tassi) elevato, tra il doppio e il triplo rispetto alla Germania e alla Francia. Oppure ci sono altri fattori "spuri". Bisognerebbe analizzare perché lo fanno o lo "debbono" fare, secondo loro. Sta di fatto che il rischio percepito elevato dell'Italia è smentito dalla capacità dell'Italia di onorare i propri debiti da sempre, anche se questo significa destinare alla spesa per interessi varie decine di miliardi all'anno (il picco nel 2012 con 86 mld), di cui 1/3 circa va a investitori esteri.
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massimo di bona
Saturday, 09 March 2019 16:09
Confonde il significato delle cifre. Dimentica che i governi italiani hanno sistematicamente punito i risparmiatori italiani e quasi mai favorito una vera patrimonializzazione delle imprese italiane. In questo L'UE c'entra ben poco.
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