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manifesto

Le gru del delirio del cemento armato a Roma

Paolo Berdini

Qualche giorno fa, l'ex assessore all'urbanistica di Roma ha querelato Report di Milena Gabanelli per il servizio sull'urbanistica romana firmato da Paolo Mondani. Nella memoria che accompagna la querela si contesta nel metodo la trasmissione perché affermava di voler parlare del nuovo piano regolatore e ha fatto invece vedere vicende precedenti al 2006, anno di approvazione del nuovo piano. Eppure è lo stesso assessore ad affermare che il nuovo Prg «è stato già attuato al 77%». Nella stessa memoria si citano inoltre come successi cose inesistenti. Si dice che le cubature previste nelle centralità urbane sono state ridotte in modo drastico. Non c'è stato nessun regalo alla rendita fondiaria, dunque. Ma non è vero. Le due più grandi centralità ancora da attuare, Romanina e Madonnetta, nel precedente piano regolatore servivano per costruire un liceo o un ospedale. Il nuovo piano regolatore le ha trasformate da pubbliche a private. Le volumetrie sono state diminuite ma comunque sono state garantite enormi fortune private.

Del resto, è lo stesso proprietario di Romanina a confessare a Report di aver acquistato nel 1990 l'area per 160 miliardi e che essa ne vale oggi 5 o 6 volte di più. Analoga vicenda vale per la centralità della Bufalotta.

Il fatto è che a Roma ci sono stati in questi anni due assessori all'urbanistica. Uno «ufficiale» che oggi si avventura in una querela. L'altro era addetto agli accordi di programma e ne ha concretizzati decine, sempre in variante e con il consenso della giunta municipale. Si costiene di continuo che in questi anni alla rendita immobiliare sono stati inferti colpi devastanti e si è invece confermata un'affermazione dei costruttori e immobiliaristi romani. Caltagirone oltre a possedere Il Messaggero e Il Mattino siede nel Cda del Monte dei Paschi di Siena. Un esponente della famiglia Toti siede nel Cda di Rcs. Bonifaci ha potenziato Il Tempo. Un costruttore romano, infine, è a capo dell'associazione di categoria nazionale. La rendita ha dunque trionfato. E Roma, insieme all'Istituto nazionale di urbanistica, ha appoggiato convinta la devastante legge Lupi che consegnava alla proprietà immobiliare il destino delle città.

Abbiamo sentito in questi anni che erano «stati vincolati per sempre 88 mila ettari di preziosa compagna romana». Stavolta il falso era stato svelato dallo stesso comune di Roma. Fin dal 2002 l'assessorato ai lavori pubblici aveva infatti pubblicato uno studio sullo stato della città che certificava che erano rimasti liberi 80 mila ettari sui complessivi 129 mila. Si era prima dell'approvazione del nuovo piano regolatore e dunque già si partiva da una quantità di campagna romana ben più piccola di quella sbandierata. A seguito della edificazione dei previsti 70 milioni di metri cubi verranno consumati non meno di 15.000 ettari di suolo e ne resteranno vincolati a campagna romana 23.000 in meno.

Ma il cemento non vola via con i mantra, e i romani, anziché un futuro di verde, vedevano spuntare le gru del delirio di cemento armato. Così hanno voltato le spalle a questa dissennata urbanistica. Molta parte della sconfitta elettorale sta qui. Nella periferia di Roma sono stati aperti ventotto centri commerciali, gran parte di essi sorti in deroga al piano regolatore.

Pochi mesi fa, un gruppo di persone che attendeva lo scuolabus è stato investito da un'auto. E' accaduto a Fiumicino. Non c'era un marciapiede di protezione e sono morti tre bambine e due mamme, nemmeno a trecento metri dove brillano le vetrine di uno dei più grandi centri commerciali d'Europa. I proprietari hanno guadagnato qualche centinaio di milioni di euro e tale fortuna privata non ha neppure prodotto il miracolo di realizzare un marciapiede.
Quarant'anni fa era la più potente società dei costruttori ad intimidire la stampa. Oggi è un personaggio della politica traghettato senza traumi dalla sinistra storica al centro che se la prende con una delle più autorevoli espressioni del giornalismo. E' un segno dei tempi su cui varrebbe la pena di riflettere: in entrambi i casi si è realizzato il sacco urbanistico di Roma.

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