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lacausadellecose

Il campo minato della fecondazione assistita

di Michele Castaldo

897239e2ecf08331b7e27606086b0e828987d9baSono obbligato a una dolorosa premessa: il compagno Luigi Garzone, che mi ha corretto per anni gli scritti, è stato ricoverato in ospedale e impossibilitato perciò a farlo. Pertanto il lettore dovrà sopportare qualche ridondanza o punteggiatura poco consona, nella speranza che risulti comunque chiaro il senso.

Si discute, e non da oggi, in modo particolare in Occidente, di fecondazione assistita con tutto ciò che intorno ad essa ruota in termini economici, etici, morali, culturali, religiosi ecc.

Ho premesso, nel titolo, che si tratta di un campo minato, cioè di una questione molto complicata e spinosa da affrontare e chi pretende di farlo sottovalutando tutti gli aspetti per estrarre dal cappello il cilindro l’et voilà come soluzione finisce per ridicolizzarsi.

Due errori da evitare: a) il ritenere l’uomo (specie), ancorché imperfetto, come parte separata e diversa della natura, in quanto bipede verticale, intelligente e dotato di parola; b) il ritenere che come specie, al cospetto di una natura, composta da infinite altre specie, da dominare.

Nel corso dei secoli, queste due convinzioni hanno costituito il motivo conduttore definito antropocentrico. Questa convinzione negli ultimi 500 anni ha raggiunto il suo apice in modo particolare in Occidente, dove il colonialismo e la rivoluzione industriale hanno esaltato in modo parossistico quei concetti fino elevare a l’individuo a capacità di libero arbitrio grazie ai risultati raggiunti.

Torniamo perciò sulla grigia terra e cerchiamo di ragionare come si conviene tra persone serie e non fra palloni gonfiati.

Ricordiamo in queste brevi note che Plinio il vecchio quando seppe che il Vesuvio eruttava, mosso dalla curiosità, intraprese il percorso che lo portasse nei paraggi, fino ad avvicinarsi troppo e morire per le esalazioni della lava. Nel nostro caso dobbiamo fare l’operazione inversa, ovvero distaccarci dalla “passionalità” dell’individuo per sviluppare un ragionamento oggettivo partendo dalla necessità dell’uomo di arrivare a costituire una comunità umana piuttosto che esaminare questa come parti separate, perché dovrebbe, almeno secondo il pensiero di chi scrive, prevalere il principio secondo cui l’insieme del tutto è superiore alla somma delle sue parti.

Che cosa sono i figli? un atto d’amore è la risposta più scontata che si ascolta da qualunque persona. E sia, ma verso chi o cosa è un atto d’amore? Verso se stesso e se stessa, altrimenti perché si vorrebbe un figlio proprio? Il senso di proprio sta per proprietà, che per il maschio vuol dire riproduzione del proprio “io” mentre per la femmina come capacità del proprio terreno riproduttivo, dunque capacità propria di riprodurre. Difatti il maschio si bea se il nascituro è maschio, mentre si accoglie con minore entusiasmo una nascitura. Poi, per carità ci si affeziona e si amano entrambi, ma ereditiamo una convinzione secolare a riguardo è inutile fingere, bareremmo a noi stessi, perché esaminando la questione da un punto di vista storico e sociale saremmo poi costretti a ridimensionare e non di poco quella risposta, perché sul piano storico i figli sono innanzitutto il prodotto di un rapporto sessuale, dove fino a non molto tempo fa la femmina lo subiva, in modo particolare fra le classi meno abbienti.

E per essere ancora più esplicito aggiungo che il rapporto dell’uomo specie nei confronti del figlio è lo stesso dei credenti: si crea un dio a propria immagine e somiglianza e lo si adora collocandolo nell’alto dei cieli. Stessa cosa la si fa coi santi: si beatifica una persona non più in vita e la si adora. In realtà si adora se stessi.

Diversamente dalle credenze religiose l’uomo specie genera il figlio come prolungamento di se stesso e si dedica ad esso “con amore” perché si dedica a se stesso. Perché se no amare il proprio figlio e non un figlio qualsiasi? Poi la possiamo girare a nostro piacimento, ma i fatti sono come il granito e non si sciolgono facilmente al palato.

Avendo perciò sgombrato il campo dall’ipocrisia cerchiamo di inquadrare il fenomeno per come si pone oggi, in modo particolare in Occidente, almeno per quel che qui si vuole intendere, secondo l’aspettativa dei tre generi: maschile, femminile e neutro. Si, neutro, perché la omosessualità è un genere neutro, un prodotto in natura, ovvero una combinazione atomistica con diversità rispetto agli altri due generi, il maschile e il femminile. E avere la presunzione da parte dell’uomo di modificare artatamente quello che la natura spontaneamente produce diviene un’operazione forzata e con risultati spesso dubbi quando non mostruosi. Può non piacere ma è la realtà. O per dirla con il cardinale Tonini, a proposito della omosessualità, si tratta di un corpo in disordine, con un organismo maschile o femminile e sentimenti non corrispondenti ad essi. Questa, almeno, una visione corretta da parte dei due generi maschile e femminile.

Poniamo questa domanda: la maternità e la paternità sono espressione di un diritto? E se è un diritto a chi sarebbe riservato? E perché?

Smontiamo un altro architrave contrabbandato in termini occidentalisti: la maternità e la paternità non rappresentano un diritto ma sono espressioni spontanee del rapporto tra i due sessi, quello maschile e femminile che come effetto causale e casuale fecondano un ovulo che si sviluppa nel corpo della femmina per nove mesi. A seguito di quell’azione istintiva si determinano poi mille strutture e congetture dove tanto la coppia che ha generato il figlio quanto lo stesso figlio entrano in mille rapporti economici, sociali, culturali, religiosi ecc.

Trattandosi di rapporti istintivi dei due generi, maschile e femminile, risulta privato il terzo genere, il neutro, quello omosessuale, che è incapace di procreare attraverso la spontaneità del rapporto. Si, poi ci sono le eccezioni come l’infertilità sia maschile che femminile, ma qui si vuole esaminare le questioni nella loro essenzialità, senza perderci in vicoletti e interstizi delle particolarità,

 

Perché io no?

Stiamo allora al vero ordine del giorno del problema che consiste in questo: il genere neutro si pone questo interrogativo: perché io non posso avere un figlio proprio, cioè mio? A questa domanda si dovrebbe rispondere con un semplice: «perché non sei riproduttivo». Ma non si può rispondere in questo modo se dietro quella domanda c’è il senso di proprietà che si esprime in desiderio. E allora ci si infogna, ovvero si va alla ricerca di tutti gli strumenti possibili e immaginabili per arrivare ad esaudire il desiderio della proprietà del figlio. Quali possono essere le modalità per avere un figlio proprio a tutti i costi, visto che viviamo in un modo di produzione capitalistico? Attraverso una soluzione capitalistica, appunto, riducendo una femmina, presa a caso, in merce e affidarle per nove mesi un ovulo fecondato. La cosiddetta maternità surrogata. Sicché se la questione viene posta sul piano del diritto individuale o di coppia, la cosa non fa una grinza: tanto le coppie eterosessuali ma infertili quanto quelle omosessuali avrebbero diritto “come” le altre coppie ad avere un figlio. Non solo, ma si rincorre anche, come conseguenza, l’altro diritto, quello di avere una famiglia “come” le cosiddette coppie eterosessuali. Sicché, ancora una volta, se la costituzione di una famiglia è un diritto, a giusta ragione una coppia di omosessuali rivendica il diritto ad avere una famiglia. E se la coppia eterosessuale ha il diritto di adottare un figlio, questo stesso diritto dovrebbe valere anche per una coppia omosessuale.

Ho usato il verbo infognare non a caso, perché si rincorre il principio del diritto eguale fra diseguali proprio quando – come in questa fase storica – il figlio è sempre meno parte integrata della famiglia e questa è in via di dissolvimento, in modo particolare in Occidente ma anche dall’Asia, come ad esempio in Cina, arrivano gli stessi segnali.

Controprova: non appena il bambino compie pochi mesi viene depositato – e giustamente – al nido, perché entrambi i genitori lavorano. Poi cresce e viene alimentato con cibi che il modo di produzione immette sul mercato, poi va a scuola e beve una cultura espressa da questo modo di produzione e via di questo passo. Qual è il rapporto reale che si instaura tra un figlio coi propri genitori oggi? Insomma mentre il modo di produzione, ovvero la vita sociale, ci sottrae il figlio noi pensiamo di rincorrerlo perché sarebbe nostro. Siamo folli.

Questo per quanto riguarda il rapporto col figlio, peggio ancora per quanto riguarda la costituzione della famiglia, cioè mentre questa è in via di dissoluzione, le coppie omosessuali sulla base del diritto uguale intendono costituirla, mostrandosi in questo modo in controtendenza ovvero cercando di recuperare una ferraglia ormai arrugginita e in via di decomposizione. Insomma più realisti del re.

E sia, ma con quali mezzi e attraverso quali modalità si percorre quel diritto ad avere un figlio per integrarlo “regolarmente” in una nuova famiglia? Utero in affitto, banca del seme e via di questo passo.

Qual è il paradosso ma non troppo? Quello che in un paese come gli Usa, la massima espressione del liberismo, la deputata dell’ultradestra, Marjorje Taylor Greene, fervida sostenitrice di Trump, rivendica «Noi siamo il partito che vuole proteggere le vite dei bambini non ancora nati» e ancora «siamo il partito di uomini e donne, ci sono solo due identità di genere» (Corriere della sera 5/4/23). La destra, americana e non solo, è contraria perché intende mantenere il monopolio della proprietà attraverso il figlio. Mentre il partito democratico, in nome di quel famoso diritto liberale, difende – a detta della estrema destra – lesbiche, omosessuali, pedofili, maternità surrogata, adozioni da parte di coppie omosessuali e così via. Insomma la destra liberista è tale a giorni alterni, ma ben salda nella difesa dell’immortalità del diritto ereditario, mentre il liberalismo democratico è più realista del re. In Italia, ovviamente, si scopiazzano entrambe le posizioni con due donne degnamente a rappresentarle: la Meloni come capo del governo e la Schlein come segretario del partito di opposizione.

È di questi giorni la notizia che l’attrice Ana Obregon, 68 anni, è divenuta di nuovo mamma, ma «il seme usato è di mio figlio» (Corriere della sera 6/4/23). Incesto! Si sarebbe detto un tempo. E no, perché in questo caso c’è il trucco, perché il seme fu prelevato al figlio prima che morisse per cancro, proprio perché venisse ereditato. La signora ha preso il seme del figlio lo ha fatto inserire nel corpo di una povera disgraziata, pagando profumatamente, et voilà il gioco è fatto: è nata Ana Sandra Obregon, che erediterà il patrimonio di famiglia, e la famiglia economica si riproduce. Un atto d’amore? Si, verso se stessa, la propria desiderata immortalità ed ereditarietà.

Nessuna meraviglia che in un sistema, che pone a base della produzione di valore l’estrazione di plusvalore, ci sia una fogna mondiale con traffici di bambini e organi umani che vengono sottratti alle proprie povere famiglie per assecondare il desiderio-diritto della riproduzione dell’ereditarietà concepita come desiderio dell’immortalità.

Alla base di tutta questa impalcatura “filosofica” c’è il principio di isolare l’individuo dal tutto, il negare quindi il senso dell’unitarietà dell’umanità e il procedere facendo prevalere lo spirito bestiale della concorrenza fra simili per favorire i più forti a scapito dei più deboli. Altro che atto d’amore! Siamo alla perpetuazione della barbarie!

Se la femmina è passata da una schiavitù della riproduzione della specie alla riproduzione della merce del modo di produzione, senza mai divenire donna comunitaria della specie umana e il maschio ha fatto altrettanto senza mai divenire uomo della stessa specie, oggi l’insieme del modo di produzione si mostra con tutte le conseguenze di un agire istintivo brutalizzato che chiama civiltà del “diritto” e “democrazia”.

Per chiudere e non lasciare niente in sospeso: l’umanità per poter compiere atti d’amore deve procreare e allevare ogni singolo figlio come figlio della comunità della specie, in modo che una donna, se diviene mamma si senta tale non del proprio figlio, ma mamma di uno dei figli della specie; e un maschio si senta uomo e padre solo in quanto padre di un figlio della specie. Solo in questo modo la femmina, fertile o non fertile, diviene donna e il maschio diviene uomo. Solo in questo modo il genere neutro non è emarginato ed escluso e si può dedicare con amore come per gli altri due generie insieme sviluppare rapporti non di sfida per la proprietà, ma in un’armonia per la comunità.

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danilo
Sunday, 16 April 2023 14:03
Poco dopo il Giro di Boa che sancì l’epifania della devastante ondata subita negli anni Ottanta (deregulation, reaganismo, thatcherismo, la Milano-da-bere) – era trascorso da poco l’anno 1990 – Mister Wild Kentucky Bourbon (meglio conosciuto sotto le spoglie di George Walker Bush) stappò, esultante, il napalm brandizzato a Stelle & Strisce scatenando l’Inferno contro l’iraqeno Saddam Hussein che altro non era che un fantoccio messo sullo scranno decenni prima proprio dalla stessa cricca, quella dei jeans Levi’s, dei McDonald, dei Cupertino, di Silicon Valley, di Aspen, del Laurel Canyon, di Tin Pan Alley, di Hollywood, di WalMart, di Twin Peaks, di Mulholland Drive e via di seguito. Si trattava della FROCIATA come la ebbe a definire fulmineamente il Grande Eresiarca – Gianni Collu – che ne ebbe chiarissima, granitica contezza a pochi mesi dall’accaduto. La Frociata era la (neo)Crociata dei
Proci. I Proci, com’è noto dall’Ancien Grecque, furono i μνηστῆρες mnēstḕres vale a dire i pretenders, coloro che auspicavano smaniosamente di assurgere senza soluzione di continuità ai livelli apicali ove si spostano le leve del Potere Sommo, leve, vincoli, fili e legami che plasmano il Mondo come fosse argilla sul tornio. Il fantoccio, la macchietta vivente Bush per tutta quella messinscena fu additato addirittura da alcuni asini italici (da noi, si sa, che la Madre degli Asini è sempre in stato interessante) il cui raglio, grazie alle Magie dei Media, venne contrabbandato come fosse sopraffino racconto stile Mille ed Una Notte, nei panni di Defensor Fidei dell’Occidente. Come sia stato possibile questo Sommo Inganno, questo capolavoro della Turlupinatura rimane a tutt’oggi inspiegabile al pari dell’inspiegabilità di un Sommo Inganno più vicino a noi che è quello della Scenografia della Peste di Davos vissuta drammaticamente tra il 2021 ed il 2022: l’esiziale Virus vampiresco dall’apparente genesi cinese. Dovrebbe essere vietato dimenticare - pur tuttavia - che una delle Arti Magiche che le Sfere Apicali del Potere Tutto hanno più a cuore, sentono più loro, è l’Arte del Dileggio, lo sferzante gusto mefistofelico di incarnare la Menzogna come Life-style, come quintessenza del proprio savoir-faire. Quando il denaro – in possesso a questi potentati - diviene così smisurato, così oceanico tanto da bastare a proprie future generazioni a dispetto di ogni e qualsiasi tentativo dilapidatorio, il livello sapienziale, iniziatico, successivo, anzi assolutamente prossimo è il sommo potere della Mitopoietica: la Biblioteca la quale a braccetto col caveau determina il destino degli Uomini soggiacenti a tutto ciò. Dagli scranni aurei della Biblioteca il godimento ultimo è da un lato il dispensare la Vita e la Morte per gli “sdentati”, per la populace, per la White Trash, per i derelitti, gli anziani, i malati, i contro-corrente, gli svantaggiati, gli Innocenti (l’infanzia tutta) ma dall’altro irridere (col gusto di assaporare l’assenza totale di qualsivoglia Pietas) tutti coloro che fanno parte della monnaie vivente, the living currency: tutti noi. Ma la Frociata – invero – ha un suo nerbo insito in se stessa, non si acquieta certo facilmente. Così stante un passante di una decina di anni ed ecco che Colin Powell, zimbello coloured messo a capo come étoile dell’ONU vederlo agitare delle provette – oddio che ossimoro diabolico! provette come se fossero prove! – che nel tornante dei primi anni Duemila dovevano secondo il meschino tapino essere la Smoking Gun, la prova-provata delle famigerate WMD, gli Ordigni di Distruzione di Massa in seno al cattivissimo baffuto – somiglianza hitlerista? – Saddam Hussein. Peccato che fossero una Fake News bella & buona con buona pace per i Creduloni di Mezzo mondo. Il rabbino di Treviri soleva dire che la Storia si ripete prima in Tragedia, poi in Farsa ma noi aggiungiamo sommessamente che la terza fase di questa reiterazione è il Dileggio. In effetti il Dileggio è la connotazione che informa la FROCIATA: è presto detto il perché. Il Defensor Fidei, Bush, è esattamente colui che a capo della famigerata agenzia di controspionaggio, l’onusta C[omo]- I[talia], A[lessandria]- non fece nulla di nulla contro – nonostante lo scontatissimo iper-potere di quella accolita che appunto capeggiava – i “Finders”, una setta di pan-pedofili conclamata. Del resto buon sangue non mente: la Frociata sta ai Proci come questi stanno a loro stessi. I Proci copulano solamente con in Proci ed il loro estremo dileggio consiste nello scimmiottare il concetto di Famiglia – rammentiamo la Sciamana Elettrica che inveiva in preda ad evidente trance “dio patria e famiglia:” che vita di m*.” -, proprio quel concetto di cui invece si vogliono impadronire facendo sfornare un bebé da un utero altrui, come se fosse un toast al prosciutto. Ordinato, comperato e delibato, con buona pace per ogni rispetto per la Donna che all’apparenza è stato un cavallo di battaglia del pensiero delle pop-avanguardie sinitroversate.
Ma che ci volete fare? La Frociata è la FROCIATA. Del resto quando ci si fa guidare dal colon piuttosto che dall’ippocampo il proprio orizzonte diviene una vita di mer*a. 
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danilo
Sunday, 16 April 2023 14:00
Anche nelle più fitte e dense latrebe del Gioco degli Specchi, sistematico turlupinare, pur qualcosa si mosse. Al centro dell’Occhio del Ciclone sessantottino, nel suo versante continentale europeo il vaneigemiano Tratto del saper vivere ad uso delle giovani generazioni assurse a faro del mantra contestatorio: i suoi versi recitati come fossero le sura della Rivoluzione imminente, l’Alba Radiosa di un Nuovo Mondo huxleiano. I rivoluzionari multicolorati – Woodstock docet! - multipulciosi, multi-puzzolenti lo tenevano sempre a portata di mano nei tasconi dell’eskimo ed era citato a braccio quasi come il Libretto Rosso di Mao-tse-dong. Ma dicevamo, una frase, un rigo appena svelava non sappiamo dire quanto avvertitamente o meno che sotto il vestito, oltre le pudende, non vi era nulla, imperava la Miseria più immanente. La frase era questa: “L’alba in cui si sciolgono gli abbracci è simile all’alba in cui muoiono i rivoluzionari senza rivoluzione” in cui è inevitabile scorgere non l’albeggiare di un ennesimo Sole dell’Avvenire ma in un cortocircuito magistrale, una sua duplice sconfitta tanto sul fronte politico quanto su quello personale, vieppiù considerando che in quelle temperie il “personale era politico” e viceversa.
Raul Vanegeim da saccente esoterista ed occultista come era davvero con quel rigo sposava, andava a nozze coll’altro esoterista ed occultista, sebbene paludato come fu non lo dette mai a vedere: parliamo di Theodor Wiesengrund Adorno. È giunto il momento di affrontare a questo proposito la Dialettica dell’illuminismo condivisa da quest’ultimo con Max Horkheimer.
Il sordido francesismo è d’obbligo. Là – nella sordida Età dei Lumi – sorse infatti l’Avvento dell’Ideologia del Patibolo a cui fu destinata Madame la Cohérence, la Signora Coerenza, Pietra Miliare che aveva informato sino ad allora Secoli e Secoli del Pensiero Occidentale. Nel tripudio osceno, grand-guignol in carne ed ossa davvero, sguazzante di sangue e nel sangue dei vari macelli illuminati dalla fosca luce dell’Età dei Lumi, veniva dissolta la Coerenza come l’acido muriatico scioglie i corpi nelle segrete della criminalità più efferata, satanica. La Dialettica dell’Illuminismo scacciava dalla porta – la superstizione connotata, rapportata da essa ad ogni credenza trascendentale, Metafisica, ad ogni carattere qualsivoglia religioso, equiparando tutto ciò ad un
Bluff, per far (ri)entrare quindi, in gran pompa, dalla finestra una credenza esiziale per ogni e qualsivoglia “onestà intellettuale”: la Dea Mistificazione. Da quel punto nodale in poi la Mistificazione venne eletta a Credo Unicuum andando a sostituire ogni ethos, ogni Logica e divenne Ideologia Dominante.
Con l’ascesa prepotente al Trono della Mistificazione non poteva non cadere rovinosamente, con gran fragore, uno dei cardini seminali che da sempre sono stati avversi ad essa: La Coerenza. Coerenza che non si vuole e non deve essere l’attaccamento sempiterno, ferreo, granitico ad una posizione, quale essa sia, tant’è vero che il Pensiero genuinamente informato all’Onestà Intellettuale può e deve cambiare evolvendosi ma qualora in questo iter dovesse riconoscere d’essersi, nel passato quanto nel presente, scaduto in trappole, inganni, passi falsi, infingimenti, errori più o meno madornali, lo riconoscerebbe limpidamente e ne farebbe pubblica e privata ammenda. La coerenza sta e dovrebbe sta e dovrebbe stare anche e soprattutto in questo. Au contraire l’esercizio della Mistificazione vuole che non solo non si riconosca affatto gli sbagli più o meno madornali ma, paradosso nel paradosso, si cavalchi sempre un’idea, un concetto, una Fede che più cieca è impossibile immaginare, un’ideologia pur se assolutamente contraddicente al massimo grado con l’assunto o cogli assunti proclamati a gran voce sino al giorno prima o peggio negli anni precedenti. È questo il caso, invero tra i tanti, nient’affatto isolato, della questione della Natalità. Dozzine e dozzine hanno visto schiere di fan, di sostenitori del controllo delle nascite dotati di “centri” politicamente promosso come i “consultori” (ipocritamente appellati nella infida lingua di legno dei neo-necrofori “consultori per la nascita”), dei pan-abortisti, delle donnucole colla bocca piena di “è mia e me la gestisco io”, delle adoratrici del condom, affermare che la maternità fosse un portato borghese, fascista, patriarcale, da Padre-Padrone e che, per conseguenza, la Femmina “realizzata” potesse essere tale solo nella sua indipendenza dalla quaterna appena definita poc’anzi e di conseguenza la sfera lavorativa fosse la sola e unica bolla in cui Ella potesse trovare la sua “realizzazione”. Ebbene, il risultato di quelle apodittiche prese di posizione? La Denatalità impera sovrana, i Depolazionismo estremo ha preso il potere, financo a rasentare da vicinissimo l’estirpazione di una intera stirpe, la giapponese ad esempio, ma si potrebbero citare ben altri esempi, come purtroppo quello che alberga in terre nostrane. Insomma, l’Istinzione Totale, il fall-out senza bisogno dell’intervento atomico. Al che, cosa rispondono le querule voci degli assertori di ieri della Crescita Zero? Rispondono: immigrati! Immigrazionismo a tappe forzate! Prima si invocava freneticamente il tasso di natalità pari a zero, l’abortismo sfrenato assurto a religione indiscussa ed indiscutibile, ora, allorché l’Albero è sfibrato, sterile, vicino alla Morte, non frutta più neanche le Mele Marce della un tempo Contestazione (sintetica, creata in vitro) e si va a prospettare ben fuori di metafora, in corpore vili, il fall-out demografico, il Grande Inverno della Scomparsa Planetaria, ecco che a gran voce si invocano le chance della maschia fertilità dei colored, degli immigrati in calore che dovrebbero negli incubi stile à la United Colors of Benetton, ingravidare a destra e manca, non metaforicamente, schiere di giovenche multicolori, metrosexual per farle figliare gli Eredi della Terra ove splende un Perfetto Glaciale, mortifero nichilismo. La Società degli Spettri. “Noi erediteremo la Terra! Recitava l’ecce homo anarchico ispanico: aggiungiamo noi: Voi state ereditando le rovine (oramai andate a male per sempre).
Se fulgide menti del catto-cattocomunismo trasformatosi a suon di copertine e quarte di copertine in catto-adelphismo sono impossibilitate a scorgere la contraddizione insita nel loro schierarsi a fianco della denatalità avendo fianco a fianco il Capitale Totale pianificato a Davos, nell’ameno paesello di Bilderberg, a Bruxelles, nello scistico chiccosissimo sito Aspen, nel lacustre Cernobbio et alii, è capibile: il Sinistrume Iniziatico ex-ex-progressista, gli Ideologi del Regresso, fanno e faranno quella che il Destrume “reazionario” non ha mai messo in opera. La boutade di costoro – boutade in quanto l’Arte del Dileggio, quintessenza dello snobismo radicale è un motu proprio che anima veementemente ogni Esercizio Efferato del Potere più di ogni penchant complottista che piace tanto a coloro che sono affascinati al lavorìo del Piccolo Investigatore Privato - è: “Facciamo figliare gli Altri al posto nostro”, altri che ovviamente sono foraggiati ed incoraggiati da flottiglie di navi, brand: ONG, le quali rispondono agli stessi potentati appena descritti nelle amene località di cui sopra.
Ovvio. Le quali, aggiungiamo, sono le medesime che di proposito hanno infiammato tutto il Nord Africa, mettendolo a ferro e fuoco, (ri)portandolo all’Età della Pietra (concetto che costituisce la loro idea di Arcadia, il Ritorno ad una non-civiltà della Barbarie) scatenando l’immane esodo di qui vediamo i cattivi marcescenti frutti giorno per giorno.
Ma non finisce, purtroppo, qui. La stessa longa manus che ha agito, agitando le acque mentre nascondeva il polso ed il braccio del lancio, la Dissoluzione delle terre nord-africane ha da sempre perorato la più totalizzante laicizzazione, la secolarizzazione più acerrima, facendo orecchie da mercante sul fatto sin troppo evidente che la massa degli immigrati…
Ma questa è un’Altra Storia che racconteremo da qui a breve.
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renato
Saturday, 15 April 2023 17:18
Analisi tutta condivisibile e chiara .
Prossimo lavoro:come far rinascere un welfarestate cioè uno stato relamente e veramente sociale sulle ceneri del bozzolo di cio' che è rimasto del precedente. Perchè senza uno stato e quindi una formazione mentale duratura sul sociale, i figli resteranno a carico dei genitori fino a 40 anni come in moltissimi casi accade.Quindi la vita sarà sempre piu' relegata all'individualismo, alla famiglia in via di esaurimento e dunque di decomposizione,indebitata e sempre piu' con miseri risparmi per la vecchiaia e i figli stessi. Che bel modello quello liberale e individualistico ,proprietario , produttore di forza lavoro stressata, schizoide patologicamente malata di narcisismo feticista verso cose banali , inutili e fuorvianti. Figli che restano a carico dei genitori , sempre piu' in balia dei finti social, delle finte carte di credito/debito e di una scuola che invece di formare alla critica , insegna banali specialità consumistiche (per i genitori sempre) per una riproduzione delle capacità richieste da una fabbrica della vita ,che ne puo' sempre di piu' fare a meno,tra l'altro... Maledetti , loro e la fantastica intelligenza artificiale applicata a quasi tutto oramai , come la finta produzione ecologica . In Francia almeno ci provano, noi facciamo le processioni a vedere la statua di maradona, neanche fosse la mummia di Lenin o del Che.
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