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Cos’è la scienza? 

Luca Busca intervista Carlo Rovelli

oaeinvabjvtNon ha ormai più bisogno di presentazioni il professor Carlo Rovelli, assurto all’Olimpo della fisica teorica con la teoria della “gravità quantistica a loop”. Oltre agli articoli scientifici che gli hanno dato lustro in ambito accademico, il fisico ha scritto libri di divulgazione in grado di spiegare i complessi meccanismi della meccanica quantistica, e non solo, anche a chi è privo delle conoscenze necessarie.  

Questa sua grande capacità esplicativa ha fatto sì che la rivista Foreign Policy lo inserisse tra i 100 «Global Thinkers» più influenti nel 2019. La sua vena “poetica” gli ha fatto valicare spesso le alte vette della scienza portandogli in dote innumerevoli premi letterari. Tra questi spiccano il Premio Galileo per la divulgazione scientifica vinto nel 2015 con il libro “La realtà non è come ci appare” e l’ultimo, nel 2024, il Premio Lewis Thomas per la “scrittura creativa”, istituto nel ‘93 dal Consiglio della Fondazione David Rockefeller.

* * * *

L.B. Una sfida quasi impossibile anche per te: in poche parole, cos’è la scienza?

C.R. La scienza…? Direi che è una cosa che fanno gli esseri umani, per cercare di capire meglio il mondo in cui sono. È una attività cresciuta lentamente, nei secoli, imparando una serie di metodi utili, come per esempio rimettere spesso in discussione le cose che crediamo di sapere, discutere, mettere le idee alla prova dei fatti, e altri.

 

L.B. Che rapporto hai con la fantascienza, ovviamente non mi riferisco a improbabili supereroi ma a scrittori come l’ultimo George Orwell, Isaac Asimov, Philip K. Dick, Ray Bradbury e J.B. Ballard?

C.R. Non leggo molta fantascienza. Mi annoia. La realtà è sempre più sorprendente della nostra limitata fantasia. Mi sono appassionato per la trilogia marziana di Kim Stanley Robinson. Forse perché è anche politica. Forse perché prevede che nel futuro ci si ricordi della mia fisica…

 

L.B. La fantascienza può costituire un valido strumento di divulgazione scientifica?

C.R. Difficilmente, perché mescola sempre il plausibile con l’implausibile. Tutto lo sforzo della scienza è distinguerli.

 

L.B. Nel tuo articolo “Il significato del tempo” apparso sul Financial Times il 20 aprile del 2018, fai riferimento al meraviglioso film di Christopher Nolan, Interstellar, realizzato con la collaborazione, come produttore esecutivo e consulente scientifico del fisico teorico del Caltech, Kip Thorne, premio Nobel ed esperto di relatività generale.

C.R. È un bel film, ma “meraviglioso” mi sembra eccessivo.

 

L.B. Il film parla di un viaggio attraverso un “wormhole”, una caduta oltre “l’orizzonte degli eventi” di un buco nero e l’attraversamento di un “tesseratto”. Non poche le questioni lasciate aperte dal film: Cos’è un wormhole? La sua esistenza è teoricamente possibile?

C.R. Non credo.

 

L.B. Entrare in un buco nero sembra essere molto semplice, è possibile, però sopravvivere alla schiacciante gravità?

C.R. No.

 

L.B. È possibile uscire da un buco nero?

C.R. In linea di principio forse sì. Ne parlo nel mio ultimo libro, Buchi Bianchi. Ma in pratica le forze interne schiaccerebbero noi umani.

 

L.B. Cos’è un tesseratto? È teoricamente possibile? Se costruito, avrebbe le proprietà descritte nel film come la comunicazione attraverso il tempo e le dimensioni?

C.R. È una fantasia, direi.

 

L.B. Quando ti immergi nelle tue ricerche tra buchi bianchi e fotoni blu la curiosità non ti conduce mai a improbabili fantasticherie? Se la risposta è positiva ne puoi illustrare brevemente una?

C.R. No, quando fantastico di solito fantastico cose come essere in una capanna in montagna con la mia compagna e di guardare un panorama sterminato…

 

L.B. Recentemente hai vinto il Premio Lewis Thomas 2024, assegnato al “raro individuo” che riesce a collegare il mondo della scienza con quello della scrittura, raccontando “le dimensioni estetiche e filosofiche della scienza”. Hai mai pensato di valicare definitivamente il confine tra i due mondi e scrivere un romanzo?

C.R. Sono totalmente incapace di inventare storie. Manco di quel tipo di fantasia lì. L’unica cosa che mi viene in mente è “Era una notte buia e tempestosa…”

 

L.B. Guardando indietro nel tempo, nell’antica Grecia, così come nel Rinascimento e, più raramente, nell’Illuminismo, la figura dello scienziato e quella del filosofo spesso coincidevano. A volte ancora oggi succede .... Cosa accomuna e cosa divide filosofia e scienza pura?

C.R. Le accomuna la curiosità, l’intelligenza, il desiderio di capire meglio la realtà, la serietà dell’impegno nella ricerca. Le dividono i metodi. La scienza utilizza metodi come osservazioni dettagliate della natura, misurazioni quantitative, esperimenti, matematica, predizioni quantitative, l’idea di testare ipotesi per mezzo di predizioni, e simili. La filosofia invece usa come indagine quasi solo la riflessione intelligente e la discussione.

 

L.B. Nel corso della storia si sono alternati periodi di grande fermento filosofico e scientifico ad altri di ristagno. Oggi le guerre, l’inquinamento e i problemi ambientali, le disuguaglianze, la povertà e i flussi migratori aumentano, mentre le grandi teorie filosofiche sembrano approdate sull’illusoria spiaggia della “Fine della storia” di Francis Fukuyama. Come va con le grandi scoperte scientifiche?

C.R. L’idea della fine della storia mi sembra una delle idee più stupide che io abbia mai ascoltato… La nostra storia finirà quando non ci saremo più. È un’idea che può venire solo a dei superficialoni che pensano che se hanno vinto la guerra ne segue che domineranno il mondo per l’eternità. Le grandi scoperte scientifiche, dal canto loro, sono rare oggi, come sono state rare sempre. Il problema del progresso è che è sempre più lento di quanto appaia.

 

L.B. Ogni grande teoria filosofica tende a creare una nuova “visione del mondo”, un nuovo modo di pensare l’uomo in relazione all’ambiente in cui vive. Allo stesso modo ogni scoperta scientifica importante genera una “visione del mondo fisico” diversa e spesso in contraddizione con la precedente. Le due “visioni del mondo” interagiscono tra loro. Sono madri e figlie allo stesso tempo dell’evoluzione del pensiero umano. Oggi gli studi umanistici in grado di stimolare questo processo evolutivo non riscuotono grande successo. Quelli scientifici tendono a una sempre maggiore specializzazione. Cosa si dovrebbe fare per ripristinare le condizioni ideali per stimolare l’evoluzione del pensiero umano?

C.R. Non penso ci sia nulla da ripristinare. Ogni scienza ci insegna qualcosa di nuovo, e ogni filosofia ci insegna qualcosa di nuovo. Spesso siamo confusi, qualche volta ci sembra di avere le idee più chiare. È sempre stato così … Impariamo, ma piano piano.

 

L.B. Tu sei l’ideatore, insieme a Lee Smolin, della “gravità quantistica a loop” e teorico della “rete di spin”, grazie anche all’aiuto di Roger Penrose. Hai descritto in maniera scientifica e divulgativa la teoria della relatività, la meccanica quantistica, il tempo, i buchi neri e l’ipotesi di quelli bianchi, la scienza della filosofia e la filosofia della scienza e tante altre cose. Il tuo lavoro evidenzia una chiara “visione del mondo fisico”, basata su una “meccanica relazionale”, rispettosa del principio di indeterminatezza e del lunghissimo cammino che la conoscenza deve ancora percorrere. Qual è la tua visione filosofica del mondo? Quali sono i punti di intersezione (gli “spin”) tra le due “visioni”? Hai mai pensato a quale sistema di organizzazione sociale sarebbe ideale per equilibrare le due “visioni”?

C.R. Non mi sento di avere due visioni. Mi sembra di avere una visione del mondo abbastanza coerente, anche se ci sono tante cose che non so e non capisco. Il mondo può essere fatto di reti di spin e quanti di spazio, e anche di amori, conflitti politici e ideali etici e sociali. Non c’è contraddizione, per lo stesso motivo per cui non c’è contraddizione tra vedere una foresta da lontano come un velluto verde, e vederla da vicino piena di alberi, tronchi, insetti muschio e formiche. Anzi, gli stessi principi di relazione che ci aiutano a meglio comprendere un livello ci possono aiutare a meglio comprendere gli altri, e le articolazioni fra i vari livelli di descrizione del mondo, che in fondo sono ciascuno un modo per noi di essere in relazione con la realtà.

 

L.B. Ancora un paio di curiosità sul tuo lavoro: una delle tue doti più riconosciute è quella di riuscire a spiegare le cose per immagini, facendo credere anche al più ignorante dei tuoi lettori (a cominciare dal sottoscritto) di aver capito i complessi meccanismi che regolano l’universo che ci contiene, così come le incerte regole del mondo quantico. Nel tuo libro “Buchi Bianchi”, ad esempio, scrivi: “Il formarsi di un buco nero è una caduta ... cosa fanno gli oggetti quando cadono? Arrivano in fondo, e poi ... rimbalzano. Se lascio cadere un pallone da basket sul pavimento, rimbalza e sale verso l’alto.” L’immagine è molto esplicativa, ma nelle menti semplici (sempre cominciando dalla mia) entra in conflitto con quella seguente dell’imbuto, lunghissimo e completamente privo di qualsiasi parquet in grado di restituire al buco nero l’energia necessaria a risalire. Puoi sanare, per favore, questo dubbio amletico? L’immagine dell’imbuto non ti sembra suggerire un “passaggio” da un “contenitore” ad un altro?

C.R. L’imbuto non è statico. Si muove. Si sta stringendo sempre di più: diventando sempre più sottile. Le pareti si avvicinano, si avvicinano, ma quando stanno per toccarsi, una forza le respinge e le fa rimbalzare all’indietro… e l’imbuto si riallarga. Ora siamo in un buco bianco…

 

L.B. Quindi, il “lungo tubo” è un “fuori” “permeabile” agli oggetti circostanti o è uno spazio chiuso?

C.R. È quello che c’è dentro alla sfera che da fuori appare come il buco nero.

 

L.B. Cosa succede agli oggetti che occupavano lo “spazio” dove si è sviluppato il “lungo tubo”?

C.R. Sono dentro al tubo.

 

L.B. Un buco bianco è la trasformazione di un buco nero o si può formare anche indipendentemente?

C.R. Per quello che ne capisco (che potrebbe essere sbagliato), non ci sono altri modi di formarlo.

 

L.B. Nel dicembre del 2023 il Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian annunciava: “Mai visto prima: buco nero espelle materia anni dopo aver inghiottito una stella”. Nel 2018 una piccola stella fu inghiottita da un buco nero in una galassia che si trova a 665 milioni di anni luce dalla Terra. Ma tre anni dopo lo stesso buco nero ha cominciato ad espellere materia a metà della velocità della luce. Il fenomeno di “deflusso”, generato da un TDE, (Tidal Disruption Event evento di interruzione delle maree), in sostanza lo sbriciolamento di una stella che si è avvicinata troppo a un buco nero, solitamente avviene molto più rapidamente e ad una velocità di circa il 10% di quella della luce. Pensi che il fenomeno sia in relazione con la teoria dei buchi bianchi? Se può esserlo in che modo?

C.R. No, assolutamente. La materia emessa che è stata osservata non è davvero entrata dentro il buco nero. Stava li vicino.

 

L.B. Werner Heisenberg nel suo libro “Fisica e Filosofia” del 1958, per spiegare “la teoria dei quanta” mette in parallelo la meccanica cosmica dei sistemi planetari con quella quantica dell’atomo. Nel secondo caso, però, il principio di indeterminatezza rende impossibili misurazioni precise e apre, così, la strada al concetto di “probabilità” che pervade la teoria. Nel tuo libro “Buchi Bianchi” teorizzi che oltre l’orizzonte di un buco nero il tempo assuma comportamenti quantici. A noi profani viene istintivo pensare che i due universi, cosmico e quantico, abbiano dinamiche e caratteristiche molto simili, con la discriminante del tempo a sparigliare le cose. Puoi spiegare meglio le differenze tra i due universi?

C.R. La fisica a cui obbediscono è la stessa. Per questo si vedono analogie e somiglianze.

 

L.B. I tuoi studi spaziano dal macrocosmo con buchi neri e bianchi al microcosmo quantico. Qual è la relazione tra i due universi che sembrano vivere vite parallele. Sono soggetti alle stesse “leggi”? Si evolvono insieme o indipendentemente uno dall’altro?

C.R. Io mi occupo del comportamento quantistico dello spazio e del tempo, e questo si manifesta a scale diverse, ma sono fenomeni simili.

 

L.B. Tornando alla fisica della relazione, come spieghi che l’unica entità del nostro pianeta in grado di avere coscienza della realtà in quanto rete di relazioni, l’essere umano, sia anche la sola a minacciare l’esistenza di buona parte di questi rapporti, a cominciare dai propri con l’ambiente in cui vive?

C.R. Non abbiamo molto di unico, noi umani. Molte specie nel passato hanno distrutto l’ambiente in cui vivevano e si sono così suicidate o quasi. Se lo facciamo, non siamo certo i primi. L’intera biosfera, in una fase antica della sua evoluzione, ha cominciato a produrre ossigeno e in questo modo si è auto avvelenata e si è quasi autodistrutta. Non siamo solo noi a essere cretini.

 

L.B. Alla fine degli anni ’70 partecipasti attivamente alle proteste studentesche a Bologna collaborando con Radio Alice e alla stesura del libro “Bologna marzo 1977... Fatti nostri”. Nel frastagliato panorama politico dell’estrema sinistra dell’epoca (PDUP, DP, Lotta Continua, Autonomia Operaia, FAI e altri gruppi anarchici) a quale formazione ti sentivi più vicino?

A nessuna di queste. Come per molti amici di allora, la mia sensazione era piuttosto di essere parte di un movimento molto più vasto, che portava valori nuovi, era diffuso in tutto il pianeta, e sognava un mondo diverso e migliore. Dalle proteste contro la guerra nel Vietnam alle comuni hippie, dai guerriglieri che lottavano contro l’imperialismo in Sudamerica a chi cercava esperienza spirituali in oriente, era comunque un grande sogno condiviso di un mondo molto diverso dal presente: senza oppressione, senza ingiustizie, senza eserciti, senza miseria…

 

L.B. Col senno di poi come valuti, personalmente e socialmente, le esperienze di quegli anni?

Personalmente sono state molto belle. La giovinezza è spesso molto bella. Per me è stato un terreno molto ricco di idee ed esperienze, su cui si è costruita la mia vita. Socialmente in gran parte il sogno di cambiamento è stato un grande insuccesso. Il mondo attuale è dominato dall’arroganza del potere, da una crescente ingiustizia sociale, da una crescente belligeranza. Esattamente in contrario di quanto sperassimo. Ma c’è anche un’eredità di quel periodo che invece ha avuto successo nel cambiare il mondo. Per esempio, nel modificare i rapporti fra uomini e donne, o nella normalizzazione dell’omosessualità.

 

L.B. Ti domandi mai che fine abbiano fatto l’entusiasmo, l’empatia, l’attitudine all’aggregazione giovanile di quel periodo?

L’entusiasmo nella storia va e viene. Prima o poi ritornerà. Le idee spesso sembrano perdere, ma lavorano sotterraneamente e riemergono.

 

L.B. A confronto con le proteste degli anni ‘70, ma anche con il Movimento New Global attivo a cavallo del millennio, l’attuale area del dissenso appare persa tra improbabili fantasie di complotto e l’asservimento al neoliberismo di stampo Occidentale. Nessuna proposta politica alternativa strutturata sembra poter emergere da questo letargo ideologico, la partecipazione alle elezioni si fa sempre più scarna e anche le legittime proteste contro le guerre cadono nel vuoto.

Si, penso che tu abbia ragione. C’è un vuoto di idee politiche serie. Ma non un vuoto totale. Qualcuno si interroga sempre sui destini comuni, per fortuna.

 

Come vedi il futuro politico dell’Occidente?

Mi sembra essere a un bivio storico maggiore. L’Occidente ha perso la supremazia economica che ha avuto per qualche secolo. La sua economia è scesa dal 90% dell’economia del mondo a meno della metà.: non perché si sia impoverito, ma perché il resto del mondo è cresciuto. Oggi l’Occidente non è più dominante economicamente. Però resta dominante militarmente. Questa è una situazione instabile, perché il mondo fa sempre più fatica ad accettare il giogo, e ora ha le risorse per resistere. La scelta davanti alla quale si trova l’Occidente è combattere militarmente per mantenere il dominio, come sta facendo, oppure accettare un mondo condiviso. La seconda è la scelta saggia, la prima è una ricetta per una nuova guerra mondiale. Invece di essere fedele ai propri valori, come democrazia, tolleranza, illuminismo, invece di lavorare per un mondo tollerante condiviso, l’Occidente oggi usa questi stessi valori come copertura ideologica per giustificare l’imposizione del suo predominio con la violenza delle armi. Un po’ come il primo colonialismo usava il Cristianesimo per giustificare lo sterminio o l’assoggettamento di interi popoli. Mi sembra una china pericolosa.

* * * *

Questa intervista era concepita in modo molto articolato e prevedeva anche una lunga serie di domande in materia di “percorso intrapreso negli ultimi anni per vie opposte dalla ricerca applicata da un lato, non sempre trasparente e ricca di finanziamenti privati, e dall’altro di quella pura, spesso penalizzata dal de-finanziamento delle università. Fattore questo responsabile del forte calo di fiducia che le scienze nella loro complessità hanno subito nell’opinione pubblica”. Tema questo lasciato in sospeso nella precedente intervista con il Professor Rovelli dal titolo Guerra e Pace (www.lantidiplomatico.it-dettnews-guerra e pace intervista a carlo rovelli).

Anche in questa occasione il professor Carlo Rovelli ha preferito non entrare nel merito di questa polemica, che ho ampiamente sviluppato nel mio libro “La scienza negata”, in vendita dal 15 ottobre sul sito di www.ladedizioni.it e nelle principali librerie. Le motivazioni addotte ruotano intorno a tre diversi fattori. Il primo è dato dallo stretto collegamento tra le domande e il mio libro che, nonostante il format dell’intervista, ha indotto Rovelli a giudicare il colloquio come una partecipazione al libro. In secondo luogo, ha influito sulla scelta la mancata condivisione di molte idee espresse nel libro e di alcuni toni utilizzati per farlo. Infine, certe “stregonerie” da me analizzate escono dalle competenze specifiche del professore.

In realtà, l’intento del mio libro è quello di suscitare un dibattito in merito alla drammatica perdita di fiducia nella scienza, indotta nell’opinione pubblica dai comportamenti, quanto meno discutibili, adottati da istituzioni pubbliche e private negli ultimi anni. Credevo, e continuo a credere, che quella del professor Rovelli sia una delle voci più autorevoli al mondo in merito. La sua opinione, ancor di più se diversa dalla mia, avrebbe fornito un contributo fondamentale per individuare una via d’uscita dal tunnel in cui la scienza è stata relegata.

Al fine di alimentare il dibattito in merito ho deciso, così, di pubblicare le domande rimaste inevase in appendice al libro “La scienza negata”, mettendole a disposizione dei lettori. Chi vorrà potrà, rispondendo a esse, esprimere il proprio parere. Le risposte verranno raccolte e riordinate per tematica in modo da dare corpo a una seconda pubblicazione in cui verrà approfondito il dibattito in merito allo stato delle scienze, alla necessità o meno di recuperare la fiducia in esse e su quello che si può fare in merito.

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Comments

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Mattia
Saturday, 12 October 2024 19:27
Rovelli è uno scienziato che affronta questioni complesse utilizzando un linguaggio chiaro,comprensibile.Leggendo i suoi testi anche i non addetti ai lavori possono apprezzarne l'intensità,la forza divulgativa,pregio di pochi.Questo perchè lo scienziato sa andare oltre lo specialismo della sua ricerca:la "gravità quantistica" e spazia negli ambiti più diversi del sapere:la filosofia,la politica,l'antropologia.E' un bell'esempio di umanesimo totale,indispensabile nel mondo della tecnocrazia..La sua è una lezione per tutti a partire dai ricercatori fino a noi modesti lettori.
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Luca Busca
Sunday, 13 October 2024 10:46
Mattia ti ringrazio per il supporto. Il mio libro entra anche nel dettaglio della costruzione delle tecnocrazie. Mi farebbe molto piacere su tu rispondessi alle domande che ho inserito alla fine del libro.
Grazie
Luca
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marcorso
Thursday, 10 October 2024 12:27
Sul tema farmaci-vaccini io non voglio entrare troppo ,ognuno a livello personale ha fatto quello che ha ritenuto giusto fare per la propria salute individuale;ovviamente altra cosa e' la partecipazione attiva alla liberticida scelta dei nostri governanti,chiamamoli cosi,(del potere esecutivo,si potrebbe dire)di imporre dei farmaci-vaccini contro tutte le regole e le leggi pre-esistenti in nome della emergenza. Rovelli era in televisione da Floris(visto su youtube) facendo "propaganda" ai farmaci-vaccini,per esempio;tutto bene,era il suo punto di vista,ci mancherebbe altro,ma automaticamente,se non contestualizzi e non prendi posizione,come hanno fatto quei pochissimi accademici,che hanno firmato quel manifesto contro il green pass nella universita,legittimi anche il come vengono dati questi farmaci-vaccini.Ma come dicevo,non voglio entrare in questa polemica.Mi sembra piu' importante ricordare che prima dei vaccini c'era il lockdown(anche quello,a mio parere,incostituzionale,e a parere di moltissimi scienziati,vedasi la GREAT BARRINGTON DECLARATION,anche controproducente da un punto di vista prettamente epidemiologico nel caso di questo tipo di sindemia),c'era il terrorismo mediatico(che poi e' proseguito e si e' ingigantito nella caccia ai famigerati no-vax,terrapiattisti,complottisti pazzi,come se illustri scienziati che non erano d'accordo con quello specifico farmaco-vaccino,si fossero trasformati per effetto di un misterioso raggio verde marziano,in folli antiscientisti,ma lasciamo perdere..),c'era la uniformita' di pensiero,la completa omologazione sulle posizione della Scienza con la S maiuscola e ,ahime',del potere;per cui molti"antagonisti"si sono ritrovati(prima e dopo i vaccini)ad ascoltare,ad essere d'accordo,a partecipare attivamente alle direttive emanate dai nostri governanti ,fino a poco prima dell'arrivo del virus,ladri,criminali,bugiardi,corrotti e chi piu' ne ha piu' ne metta,,diventati improvvisamente(una trasformazione uguale e ccontraria a quella degli scienziati eretici di prima)i nostri salvatori.Per non parlare della quasi uniformita' al credo propugnato dei mass media ufficiali,ance loro,prima del virus,megafono del potere capitalista,bugiardi cronici,prezzolati e faziosi,diventati improvvisamente,sempre per il potere salvifico della venuta del virus e della sacrosanta emergenza,alleati preziosi contri il nemico comune, Ecco diciamo che credo che le scelte personali su cosa uno si inietta o meno,sono appunto scelte personali,altra cosa e' il teatrino,a volte tragico,a volte farsesco,a volte criminale,a cui abbiamo assisitito in quegli anni(e a cui,in parte,ancora stiamo assitendo).Per cui,per tornare a noi,mi sembra di capire che la seconda parte dell'intervista ,che magari come suggerisce Busca, avrebbe trattato temi piu',diciamo,spinosi,non sia stata possibile con Rovelli,e sinceramente, credo sia stato molto meglio cosi,per lui,e soprattutto per tutti noi!Ma magari mi sbaglio,ognuno tragga le conclusioni che gli sono piu vicine,congeniali e che siano piu' in armonia con la propia coscienza.
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marcorso
Thursday, 10 October 2024 11:59
Allora,cerchero',visto che,credo,mi e' stato richiesto di rispondere a delle domande,di farlo e anche di tornare ad esprimere il mio pensiero.
Mi si chiede:"e perche ci dovrebbe stare ciascuno di noi?";io, molto semplicemente,direi che su queste pagine mi aspetterei di trovare almeno persone che sono ANTICAPITALISTE.Per ANTICAPITALISMO,intendo un rifiuto netto e assoluto di un paradigma socio-economico-culturale fallimentare,dannoso,criminale e tanti altri aggettivi che per mancanza di spazio non aggiungo;ovviamente ci sono tante altre componenenti che mi aspetterei di trovare qui(ANTIRAZZISMO,ANTIFASCISMO,ANTICOLONIALISMO,per citarne tre)ma queste non le voglio riferire al Rovelli e a personaggi mainstream come lui;quando dico mainstream non dico una brutta parola,non voglio offendere,ma esprimo solo un dato di fatto:a parte i vari premi di un certo tipo di accademia,di un certo tipo di editoria,ecc,stando solo sul domestico italiano nostro,se partecipi(pagato e meno,non ho idea di queste cose, e non voglio dare importanza a questo dettaglio)a programmi tipo FAZIO,FLORIS e compagnia cantante,secondo il mio modesto parere sei mainstream,e a me,non interessa,non mi piace il mainstream,megafono del modello capitalista;mi va bene l'analisi del mainstream per vedere da dove arrivano le idee devastanti che tendono a manipolar-ci,ma non il confronto,come dice Busca,se non fraintendo quello che vuol dire.Puoi essere mainstream e opporre un rifiuto netto del capitalismo?personalmente non credo!magari hai una tua visione"riformista"(si puo usare ancora questa parola senza essere "tracciato"?)del capitalismo,magari credi che si possa migliorare,magari non sei sulla linea T.I.N.A.,ma comunque credi che democrazia rappresentativa e un sistema social-liberal democratico sia la opzione migliore,ne hai tutto il diritto,ma non siamo d'accordo,e molto semplicemente,credo che ci sono tanti luoghi che non SINISTRAINRETE,dove puoi confrontarti in quella direzione.Attenzione:io non ti voglio cacciare da SINISTRAIRETE(e chi sono per farlo?e perche dovrei?),sto solo dicendo che dal mio punto di vista preferisco trovarmi altri personaggi,che esprimono altre idee e valori.
Sul discorso di chi ha fatto o meno il 77 quando non il 68,se eri comunista,trozkista,anarchico,autonomo,ecc,o se appartenevi a lotta continua o potere operaio,se eri un compagno o meno,non spetta a me ora fare l'elenco di tutte quelle persone,famose e no, che si,per eta' e,diciamo, ideali passati,si sono trovati a transitare da quelle parti,ma che adesso,ORA, veleggiano su altri mari e con altri orizzonti.Personalmente credo che come vivi quotidianamente,le scelte che fai ORA,nel tuo presente siano la unica cosa che mi interessa;come diceva qualcuno e' importante cosa fai,non quello che dici.Ancora una volta,sempre, questo e' il mio parere individuale.Per cui lasciamo perdere chi ha fatto cosa e quando,dove era allora,ecc,ecc,perche se no si potrebbe pensare a una sorta di discriminante anagrafica("se non c'eri nel 77,allora...se non c'eri nel 43,allora...")guardiamo dove siamo adesso,per esempio scrivendo qui su SINISTRAINRETE,incominciamo da li,mi sembra vada gia' bene cosi.
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Luca Busca
Friday, 11 October 2024 09:17
Cercherò di essere breve:
se sei anticapitalista, antirazzista, antifascista e anticolonialista purtroppo ti devi confrontare quotidianamente con il mainstream. Il motivo è semplice la sua capacità di condizionamento e centinaia di volte più forte di quella di chi, come me, scrive su media alternativi. L'utilizzo esclusivo delle fonti mainstream serve proprio a questo, a mascherare la manipolazione della realtà. Ed è una forma di confronto indispensabile alla genesi di una proposta politica realmente antagonista al neoliberismo.
Non si tratta di essere rivoluzionari o riformisti si tratta di creare insieme questa linea politica. Pretendere di fare una rivoluzione e un percorso riformista fondato sul nulla significa fallire prima di cominciare. Poco importa la fine che hanno fatto alcuni personaggi del 68/79, guardare indietro serve a capire dove siamo oggi e come ci siamo arrivati. Senza questa analisi storica è indispensabile al processo politico che va fatto.
Anche per quanto riguarda la gestione della pandemia è indispensabile un confronto, non tanto per smascherare i comportamenti deliranti del regime, quanto per comprendere come è cambiata la comunicazione della propaganda mainstream. Nuove tecniche utilizzate poi anche per le due guerre in corso. Comprendere questi meccanismi vorrebbe dire dare nuova linfa alla co-scienza non solo degli antagonisti ma anche a coloro che vivono nel sottile confine tra dissenso e consenso al neoliberismo. Di questo parlo nel mio libro "La scienza negata" che ti consiglio vivamente di leggere.
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marcorso
Friday, 11 October 2024 14:01
Dunque,cerchero' di essere breve pure io:rispetto al mainstream,confrontarti e analizzarne le strategie va bene,sono d'accordo,ma si puo' fare in tante maniere diverse,ognuno scelga la sua.Io leggo mainstream,ci mancherebbe altro,e se no come fai a capire i meccanismi del mondo in cui viviamo?ma Rovelli me lo leggo appunto li,sulle fonti mainstream e me lo guardo da Floris che fa la difesa dei vaccini,o mi leggo un articolo dove mi dicono che e' stato premiato all "prestigiosa"fondazione Rockfeller,ecc,non mi aspetto di trovarmelo su sinistrainrete.E' un mio punto di vista,parlo per me,se si puo'.

Rispetto alle fonti esclusive del mainstream come metodologia smascherante,sono assolutamente d'accordo,tipo come e' stato fatto recentemente per la situazione in Palestina consultando solo storici,sociologi,analisti ebrei;visto il livello di lavaggio del cervello,mi sembra quasi obbligatorio.Ma,mi ripeto,rispetto al mainstream,un conto e' utilizzarne le fonti in funzione propedeutica,un altro conto e' farlo entrare in certi spazi.

Guardare indietro certo che serve a capire e proprio per questo dico che sto attento con le etichette sul passato("io ho fatto il 77" dice il nostro Rovelli) e gli auspici per il futuro("io credo si dovrebbe limitare il potere delle banche"..pero' poi apri il portafoglio e di carte ne hai 3 ,non una,e se obbietto qualcosa mi dici che ora funziona cosi, e dico cio' solo per fare un esempio banale).Io non sono cosi giovane(magari lo fossi!)da non aver visto e star vedendo dove e come sono finite tante compagnerie rivoluzionarie(non riformiste,anzi,puri e duri erano!),per cui mi attengo alla sostanza e credo che la coerenza,che non vuol dire ottusita' e incapacita' di evoluzione,sia un valore molto importante.

Sono daccordo che per quanto riguarda la gestione della pandemia: e' necessario un confronto con fonti mainstream,ma mi sembra di capire,almeno nel caso della tua intervista-del tuo libro,questo non sia avvenuto con il nostro Rovelli,ma magari mi sbaglio e ho capito male.Ma poco importa,speriamo che, tutti quelli che tu chiami"coloro che vivono tra dissenso e consenso al neoliberismo" ,ne traggano giovamento da cotanto confronto, e siano sempre piu' numerosi,e ci mancherebbe altro!qui nessuno,o pelomeno la persona che scrive,e' settario,elitista,autoreferente.Spazio alle donne e agli uomini di buona volonta' per un cambio,per una migliore gestione delle nostre e delle altre vite in questo pianeta,c'e' spazio per tutti!Poi ognuno si scegliera' la maniera di affermarsi nell'anticapitalismo,antirazzismo,anticolonialismo,ecc;qualcuno leggera' Rovelli ,che giustamente sta dicendo che in Palestina e' in atto un massacro immane(ma davvero questa e' diventata ormai la cartina di tornasole per una legittimita' nella cosidetta sinistra?essere d'accordo con quello che dicono ONU,Corte Internazionale di giustizia,Amnesty inernational ecc?),oppure puo' leggere Franz Fanon che ha scritto tutto quello che c'e' da sapere gia' tantissimi anni fa sul capitalismo e sulle sue code e-o prodromi come razzismo e colonialismo,oppure Iavan Ilich per quanto riguarda la questione della medicalizzazzione della salute,solo per citare due esempi.
Come fa la canzone che strimpellava in un pub ucraino il segretario di stato dell'Impero ?Rockin in the free world!Ognuno scelga metodi e fonti che ritenga adatte per cercare di opporre un rifiuto,nella teoria e nella pratica, a questo mondo fatto di guerre,sfruttamento,miseria,ingiustizia.
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Luca Busca
Friday, 11 October 2024 14:20
Sinistrainrete, cioè questo spazio, è un sito meraviglioso con una visione molto ampia del libero pensiero. Ha dato e dà spazio, fortunatamente, alle varie componenti della Sinistra senza preconcetti. Certo che oggi definire di sinistra l'area PD è pleonastico, ma quando ha reputato opportuno Sinistra in rete ha dato spazio anche a considerazioni di quel tipo. In passato da ateo anarchico mi son trovato ad essere d'accordo addirittura con i massimi vertici della Verità preconcetta, il Papa. Escludere a priori il pensiero di qualcuno significa tradire i valori della Sinistra autentica, il pluralismo e si finisce per scadere in una forma latente di fascismo.
In questo specifico caso poi l'intervista pone l'accento sulla volontà di Carlo Rovelli di non rispondere ad alcune domande per il palese accento polemico che queste portavano con sé. In questo modo si evidenzia a mio parere anche la difficoltà e la paura del mainstream nell'affrontare alcuni argomenti. Ostacolo e paura che chi è veramente di sinistra deve dimostrare di non avere, mantenendosi aperto a qualsiasi tipo di confronto.
Per comprendere meglio ti invito di nuovo a leggere il libro e a rispondere alle domande che trovi in fondo, rimaste inevase da Carlo Rovelli.
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marcorso
Friday, 11 October 2024 19:02
Bene,per cui solo per dire che io,personalmente,non mi aspetto di trovare un personaggio come Rovelli a sinistrainrete,divento improvvisamente portatore(sano?) di fascismo latente,perfetto!
Ti ringrazio per invitarmi per la terza volta a leggere il tuo libro e a rispondere alle domande inevase di Rovelli(perche non le metti in rete?),ma ora non ho tempo,e poi chissa' di quale altra patologia autoritaria diventerei portatore!Per cui va bene cosi,buona fortuna col tuo libro.
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Luca Busca
Saturday, 12 October 2024 10:39
Hai male interpretato: indignarsi per la presenza di Rovelli su Sinistra in rete non è fascismo è isolazionismo. Se vogliamo veramente che il genocidio a Gaza finisca, se vogliamo evitare che il conflitto in medioriente si allarghi a Libano, Siria, Iran e oltre, se vogliamo che il conflitto tra Nato e Russia non degeneri in guerra nucleare non ci si può isolare bisogna unirsi nella lotta comune.
Se vogliamo abbattere il neoliberismo dobbiamo costruire un'alternativa politica dal basso. Il "basso", però, è composto da tutti quelli che vogliono partecipare al processo e non si può escludere qualcuno solo perchè lo si considera "mainstream.
Per strutturare questa proposta abbiamo bisogno anche della "scienza" quella vera, pura, del suo metodo di indagine e di critica delle dinamiche politiche neoliberiste, delle sue verifiche sulla fattibilità delle proposte che vengono dal "basso".
In questo caso Carlo Rovelli sarebbe addirittura utile, se mai volesse partecipare al processo. Insisto, per la quarta volta: leggendo il libro tutto ciò appare molto più chiaro in quanto espresso in maniera molto più compiuta.
Le domande inevase non le metto on line perché sconnesse dal libro avrebbero poco senso e risulterebbero in buona parte incomprensibili.
Comunque quello che stiamo facendo qui è un confronto e ti ringrazio per questo.
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marcorso
Saturday, 12 October 2024 13:10
Ve bene,isolazionismo.Oppure una visione diversa di"costruire una politica diverda dal basso".Bisognerebbe poi capire di cosa hai bisogno per "considerare qualcuno mainstream" e cosa intendi per "scienza vera,pura".Io per esempio non ho una visione di una scienza al singolare,e meno ancora, vera e pura.
Comunque viva la molteplicita',viva la varieta',la multifattorialita':tu dal basso con Rovelli and company,e io ,se mi appare ancora su sinistrainrete,lo evito ed evito anche di dare spiegazioni non necessarie.Grazie per il confronto,alla prossima.
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Luca Busca
Saturday, 12 October 2024 15:51
Il tutto è abbastanza semplice: qualsiasi visione tu abbia del costruire una proposta politica dal basso, il basso include per forza di cosa tutti coloro che vogliono partecipare, altrimenti diventa verticistica. Nel tutti sono inclusi coloro che tu e io consideriamo mainstream. Io considero tali, ad esempio, tutti quei giornalisti che sono finiti a fare i passaveline per non perdere il loro ben remunerato posto di lavoro. Allo stesso modo sono mainstream pure i pochi giornalisti di inchiesta rimasti che lavorano per Report e Presa Diretta. Scienza pura e scienze applicate sono termini che non ho inventato io, sono stati coniati tanti anni orsono per distinguere la ricerca in materia di funzionamento dell'universo dal cosmo al quantico (scienza pura, di base) dall'applicazione che le scoperte generali possono avere sugli strumenti di uso quotidiano (scienze applicate). Anche questo nel libro è spiegato piuttosto chiaramente.
Liberissimo poi di ignorare Carlo Rovelli su Sinistrainrete, ognuno legge quello che più gli piace. Tieni presente, però, che l'unico traguardo che si può raggiungere evitando di leggere qualcosa è quello di aumentare la nostra incolmabile ignoranza.
Ciao.
Luca
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marcorso
Wednesday, 16 October 2024 14:13
Appunto,liberissimo!se poi con cio' alimento o no la"nostra ignoranza",lasciamelo decidere a me,visto che,appunto, dici liberissimo!
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Luca Busca
Wednesday, 16 October 2024 15:27
Quoting marcorso:
Appunto,liberissimo!se poi con cio' alimento o no la"nostra ignoranza",lasciamelo decidere a me,visto che,appunto, dici liberissimo!

Vedi liberissimo di pensare e di esprimerti, come è giusto che sia in un confronto. Decidere è invece un processo del tutto diverso e se qualcuno è libero di farlo automaticamente gli altri non lo sono più. In un mondo libero le decisioni devono essere condivise altrimenti diventano imposizioni.
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marcorso
Wednesday, 09 October 2024 07:44
Poche volte ho letto una inervista con un intervistato cosi recalcitrante;dopo aver letto quello che l'autore scrive in coda della intervista stessa e della relazione con Rovelli,e avendo letto qualche articolo di Busca,mi sembra di capire perche' ho avuto questa sensazione di poca voglia e scarsa collaborazione,con quelle risposte misurate,millimetriche,giusto per rispondere,insomma.
Mi sembra che Rovelli,come molti di quelli che parteciparono al cosidetto movimento del 77,dall'altro della sua fama geta il sasso,ma ritira la mano.Mai si dichiara apertamente anticapitalista,durante la delirante gestione pandemika si e' ben guardato da fare una analisi "contropotere" di cio' che stava accadendo,e ora esprime pareri contro la guerra,per la pace e a favore della palestina tanto giusti,quanto scontati e banali(dire che i sionisti stanno sbagliando e che il mondo va male,potra' essere "scandaloso"nel suo mondo fatto di premi,collaborazioni col mondo mainstream,non certo dalle mie parti).Insomma,cosa ci sta a fare uno come Rovelli da queste parti?solo perche e' famoso?per quello c'e' gia Fabio Fazio;
mi sembra che dare spazio a personaggi mainstream di questo calibro qui sia fuori luogo,con tutto il rispetto per la sua persona.
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Luca Busca
Thursday, 10 October 2024 11:02
Io credo che il Professor Rovelli sia qualcosa di più di un personaggio mainstream. Credo sia il miglior divulgatore scientifico in circolazione. Credo, come anche lei, che la sua posizione politica sia troppo mederata e per questo motivo avevo concepito la seconda parte dell'intervista con domande molto più "polemiche" proprio per suscitare un confronto.
Infatti io credo che con il mainstream, noi "antagonisti", ci dobbiamo confrontare quotidianamente. Per contrastarne l'azione devastante dobbiamo conoscerlo, dobbiamo interpretarlo leggendo tra le righe della mistificazione semantica e della manipolazione della realtà. Per questo motivo nella stesera del libro ho usato solo fonti mainstream, per illustrare una realtà che è molto diversa da quella rappresentate dalle stesse fonti utilizzate. Gliene consiglio vivamente la lettura e anche di rispondere alle domande inevase per rilanciare quel confronto che è necessario alla creazione di una proposta politica concreta alternativa al neoliberismo imperante.
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Alfred
Thursday, 10 October 2024 20:26
Mi riaggancio a marcorso.
Capisco tutte le critiche e... a parte che a me non farebbe schifo neanche una socialdemocrazia ...la socialdemicrazia e' ...un mostro senza testa, ma qui abbiamo delle teste pessime e nessuna socialdemocrazia..
scherzo, ma ... vorrei vedere i miei cari curati e con una scuola degna di questo nome.
Quindi sono una merda.
Lo ammetto, si tratta pur sempre di materiale utile. Vi nascono i fior.
... scherzo ancora, no, niente socialdemocrazia, capisco il suo anelito per cose piu radicali. Il problema sono le critiche e sempre rivolte a chi lotta, ha lottato o fa semplice volontariato. Rovelli non e' Lenin, non lo pretende, non si spaccia per tale.
Ha un vissuto e un presente in un ambiente in cui non tutti esprimono posizioni politiche. Lui lo fa, attento a barcamenarsi e sfruttare anche la sua popolarita' per dire due parole sulla Palestina o contare al mondo lo sproposito di basi Usa nei confronti del resto del mondo. Sono cose minime, per lei, ma lo leggano moltissime persone che non lo sanno e sono conquistate nelle sue divulgazioni televisive.
Non sara' la Rivoluzione, ma e' informazione aggiuntiva, proposte di dubbi e ragionamenti.
Mi sembra che questo e' quello che si sente di fare e lo fa (non e' poco, di questi tempi), senza farsi cacciare in malo modo dai media.
Non tutti ci riescono.
Per il resto che dire, posso solo parlare di come vedo le cose in generale
Non credo che esista un pacchetto rivoluzione di sinistra. Credo esistano tentativi e che siano piu i fallimenti che le rivoluzioni riuscite e ... non e' una scusa per non tentarle.
spesso sono concatenazioni anche di circostanze impreviste o prevedibili, ma sottovalutate a far deragliare le cose. Fattori umani o di tempo o di forze (anche internazionali o di altro tipo) in campo.
La Russia ha fatto la sua rivoluzione in un contesto in cui altre forze erano in difficolta', alcuni anni prima o dopo e il corso della storia forse non sarebbe stato lo stesso.
Non do giudizi a parte che sulle carogne assolute che hanno fatto abortire o uccidere speranze, ma in forma concreta, con azioni spietate e a volte fini a se stesse, non per difetti o limiti umani. In Rovelli non ravviso una persona di quel tipo, in lei neanche. Da tutto quello che la storia delle lotte ci mostra vorrei solo imparare, per non ripetere e fare meglio, non mi interessa se quello si e' girato dall'altra parte, e' rientrato in altri ranghi ecc. Tra gli umani abbiamo esempi di esseri spregevoli in gradazioni di gravita' dalla semplice fifa al tradimento spietato e interessato
Mi interessano le dinamiche, capire perche' una cosa succede, come cogliere i segnali prima che le cose succedano, come sviluppare alternative nei rapporti, nei modi ecc.Fermarsi a guardare i nei di tutti quelli che ci hanno provato e hanno fallito, quelli che si sono suicidati a vari livelli ecc. va anche bene, ma di solito dopo che mi sono raccontato che e' cosi e non e' in mio potere cambiare quello che e' stato e spesso anche quello che e' presente passo a chiedermi quali sono le strade del possibile.
Ha anche a che fare con una storia familiare conflittuale, con liti trascinate dall'infanzia all'eta' adulta tra parecchi membri. Alcuni hanno vissuto l'intera vita a rimuginare di beni eredita' e di chi meritevole chi no. Alcuni zii sono morti cosi, discutendo di un orto o un ettaro di terreno che non andava al fratello o che meritavano loro. Nessuno ha vissuto una buona vita o ha fatto-provato, a fare altro. Ho cercato e cerco di non fare la loro fine provando a capire se ci sono altre strade per non vivere una vita di rancori.
Il mio approccio alla storia dei singoli (se non carogne, suprematisti, fascisti ecc) e' la stessa. In Rovelli non vedo un nemico, in lei neanche, i nemici li vedo invece in quell'1% o 0,1% che ha in mano i nostri destini ed e' su quelli che vorrei che il mondo si focalizzasse,
poi ... come umani... abbiamo parecchi limiti .. una buona fetta ci tocca accettarli, in noi e anche negli altri simili a noi ... e .. non e' un pretesto per autoassoluzioni o amnistie generali
Chiedo scusa per il pippone.
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Alfred
Wednesday, 09 October 2024 22:41
E perche' ci dovrebbe stare ciascuno di noi?
Vogliamo fare a chi l'ha piu lungo o alla purezza della razza (intesa come quella con le idee giuste, radicali e cotte a puntino) ?
Scusi, ma a furia di decimare nel piccolo gruppo che di solito si e' perche' questi esercizi tranchant non li riserviamo a chi veramente ci vuole male, pardon, ci odia?
Sono tempi in cui non c' e' che l'imbarazzo della scelta.
A proposito nel 77: lei c'era?
Perche' se c'era e ha memoria: di conflitti allora ce ne sono stati parecchi, di mani che tiravano sassi anche, di repressione (e dura, durissima) pure.
Si rilassi, Rovelli non e' il suo Nemico... si guardi attentamente intorno.
Saluti
Ps. Una cosa che mi infastidisce parecchio e' questa richiesta di certificato di opposizione alle politiche sanitarie covid, dopo che si e' ampiamente protestato per quelle di vaccinazione.
Ha senso?
Mi sono vaccinato (non potevo fare diversamente e non e' una scusa, ne una giustificazione firmata dal genitore), non ero convinto, non ho scassato le balle, ero stranito, ritengo che ci sono state speculazioni e che pure l'industria farmaceutica e' una cloaca . Quante volte, per esempio, uno come me deve fare il richiamo (tipo vaccino) di tutte queste cose con tanto di mea culpa?
No, perche' ci sono persone per cui sta cosa del vaccino-non vaccino e' una discriminante, che neanche la certificazione anticovid di qualche anno fa. Per loro non sei tra i Perfetti se solo hai fatto il vaccino o avevi dei dubbi su tutto, comprese prese di posizione un po' cosi', non solo di Burioni, anche di persone vicine. Non parlo di lei, ho amici che si sono un po' arenati sulla spiaggia del vaccinismo si, no, non si puo' e patisco la situazione. Scusi lo sfogo.
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Luca Busca
Thursday, 10 October 2024 10:45
L'intento del mio libro è esattamente quello che lei ha espresso nel suo "sfogo": fornire uno spazio per il confronto tra la Verità scientifica imposta con le politiche pandemiche, e per questo negazione del principio fondante della scienza, e le eresie, le stregonerie. Le consiglio vivamente di leggerlo e di rispondere alle domande inevase in modo da poter esprimere le sue opinioni pubblicamente.
P.S. Nel 77 c'ero ed ero politicamente attivo, c'ero anche nei primi anni 2000 come parte del movimento New Global dei Social Forum. Come in tutti gli avvenimenti ognuno vive il momento a modo suo. Io ricordo positivamente entrambi questi movimenti, pieni di empatia e partecipazione politica. Al contrario di Rovelli però io sono sempre stato politacamente collocato, ero e sono tutt'oggi un anarchico pacifista.
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Alfred
Thursday, 10 October 2024 19:31
Grazie, leggero' senz'altro. Rispondevo al commento di marcorso mi riaggancio sopra alle sue risposte e nel chiedere del 77 non chiedevo patentini, e' storia e da non sottovalutare.
Saluti
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Truman
Tuesday, 08 October 2024 18:30
Mi appare scarso Rovelli quando confronta filosofia e scienza:
"Cosa accomuna e cosa divide filosofia e scienza pura?

C.R. Le accomuna la curiosità, l’intelligenza, il desiderio di capire meglio la realtà, la serietà dell’impegno nella ricerca. Le dividono i metodi. La scienza utilizza metodi come osservazioni dettagliate della natura, misurazioni quantitative, esperimenti, matematica, predizioni quantitative, l’idea di testare ipotesi per mezzo di predizioni, e simili. La filosofia invece usa come indagine quasi solo la riflessione intelligente e la discussione.
"
In realtà filosofia e scienza collidono nella matematica e nella logica matematica, qui l'esperimento non è separato dalla teoria, ma ha importanza il teorema, il confronto con i pari,il testo stampato, la memoria, la progressiva edificazione di conoscenza condivisa. Ecco, vorrei evidenziare il lavoro a stampa come metodo di una scienza meno fissata con l'esperimento e con i dati.
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Luca Busca
Thursday, 10 October 2024 10:48
Al professor Rovelli va però riconosciuto di aver parlato e scritto della stretta connessione tra Scienza e Filosofia in altre sedi. In tal senso a me è piaciuto molto il suo libro Cos'è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro. Le consiglio di leggerlo come anche il mio libro.
Grazie per il commento
Luca Busca
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