Fai una donazione
Questo sito è autofinanziato. L'aumento dei costi ci costringe a chiedere un piccolo aiuto ai lettori. CHI NON HA O NON VUOLE USARE UNA CARTA DI CREDITO può comunque cliccare su "donate" e nella pagina successiva è presente (in alto) l'IBAN per un bonifico diretto________________________________
- Details
- Hits: 2765

La sinistra fuori dalla morsa tra «neo» e social-liberisti
Riccardo Bellofiore
Su queste colonne A. Burgio ha rinvenuto le radici della crisi di governo in una dualità delle culture politiche nell'Unione: i «moderati», con una impostazione neoliberista, versione aggiornata del buon vecchio laisser faire: i «radicali», attenti alle ingiustizie e all'intervento dello Stato. Più che un programma vago, si richiedeva un «compromesso tassativo». Uno scambio, tra quanta «privatizzazione» e quanto «intervento pubblico». Una impostazione del genere affida alla sinistra una missione impossibile. Aver pensato ad un accordo di governo tra «neoliberisti» e «sinistra» mi pare sfuggire a qualsiasi intelligibilità politica. Anche se chiarirebbe non poco sia le sabbie mobili in cui si è finiti, sia perché il confronto nella coalizione è stato condotto alzando quotidianamente alte grida prive di qualsiasi efficacia. Il limite fondamentale è che una tesi del genere dà una rappresentazione falsa di come stanno le cose, e immiserisce la cultura del centro-sinistra. Per capire dove siamo approdati è meglio partire da una, sia pur rozza, dicotomia tra «neo-liberismo» e «social-liberismo».
Il neoliberismo è irriducibile al «lasciar fare». Ha l'ossessione dei «fallimenti dello Stato». Vuole deregolamentare, ridurre il peso dello Stato.
Ma il «libero mercato» va bene solo per il mercato del lavoro, la spesa statale la si falcidia solo nel suo versante sociale.
Al di là di questo perimetro, che include la massima precarizzazione possibile, il neoliberismo tutto è meno che autenticamente liberista. Non attacca le posizioni di monopolio (basta citare Bush e Berlusconi per capirlo). Si disinteressa dei disavanzi statali e del debito pubblico: vuole la riduzione delle imposte, e invade politicamente l'economia (lo chiama «neocolbertismo»).
- Details
- Hits: 3890

Intervista a Emiliano Brancaccio
Docente di macroeconomia presso l’Università del Sannio (di G. Repaci).
1. Professor Brancaccio, ormai è quasi certo che la recessione dell'economia statunitense durerà per almeno tutto il 2008, e mentre Bernake continua a tagliare i tassi d'interesse, Trichet sembra sordo dinanzi alle richieste dei governi di diminuire il costo del denaro. Secondo lei la già debole economia italiana soffrirà per la crisi? Pensa che questa crisi possa cambiare l'indirizzo economico dominante oppure crede che le Banche Centrali continueranno sulla strada del neoliberismo e le sue politiche deflazionistiche?
Da anni ci interroghiamo sulla tenuta di un sistema mondiale sempre più asimmetrico, fondato sulla espansione e sul relativo deficit commerciale americano, sul finanziamento di questo deficit tramite dollari, e sulla corrispondente politica deflazionista e votata all’esportazione di tutti gli altri. Questo sistema scricchiola da tempo, per vari motivi, di classe oltre che internazionali.
Basti pensare al fatto che siamo probabilmente giunti al limite delle capacità di indebitamento privato e di spesa di milioni di lavoratori, americani e non solo. A ciò si aggiunga che i rapporti di credito e debito sono divenuti sempre più articolati e fragili anche tra le stesse istituzioni finanziarie: in questi anni pochi istituti in attivo hanno erogato crediti a tanti istituti in passivo, creando pertanto le condizioni ideali per una propagazione dei fallimenti. E’ dunque possibile che una crisi dei consumi della classe lavoratrice americana, associata a una crisi di fiducia sul dollaro, possa innescare un effetto a catena sull’economia mondiale. Una eventuale recessione generalizzata non agirebbe tuttavia in modo uniforme sull’economia globale. Pensiamo ad esempio a quel che potrebbe avvenire in Europa.
- Details
- Hits: 2689

La crisi finanziaria globale spiazza le visioni ideologiche
Riccardo Bellofiore
La questione di come inquadrare la crisi dei subprime dentro la dinamica capitalistica di lungo periodo è importante. Andrea Fumagalli ha provato a impostarla in un articolo di qualche giorno fa. L'asse del ragionamento è presto detto. I mercati finanziari valorizzerebbero la produttività «immateriale» del lavoro «cognitivo», realizzerebbero una redistribuzione indiretta dal capitale al lavoro, metterebbero in moto un moltiplicatore reale dell'economia. La novità della crisi attuale starebbe nella messa in questione degli assetti gerarchici del comando sui mercati finanziari, sempre più instabili, mentre l'entrata in scena dei fondi sovrani sancirebbe l'abbandono dell'interesse nazionale.
Da qualche anno ho provato a impostare una risposta diversa. Attorno alla metà degli anni '90 si instaura un «nuovo» capitalismo incentrato su una «nuova» politica monetaria e un paradossale keynesismo «finanziario» La domanda finale negli Stati Uniti si incarna sempre più in consumi finanziati con l'indebitamento bancario, grazie all'aumento continuo dei prezzi delle «attività» (azioni, immobili) spinti all'insù da bolle speculative che la Federal Reserve ha non solo sostenuto ma provocato. Il modello si regge su un attivismo statuale molto accentuato. Dietro ci sta un attacco senza requie alla classe dei lavoratori, frantumata nelle figure del lavoratore traumatizzato, del risparmiatore affetto da sindrome maniacale-depressiva, del consumatore indebitato.
- Details
- Hits: 2893

Legare i salari alla produttività è pericoloso e poco economico
di Felice Roberto Pizzuti
L'indagine della Banca d'Italia sui redditi delle famiglie conferma la necessità di aumentare i salari, che non è solo sociale, ma anche economica; stupisce invece che sulla stampa se ne parli come fosse una novità. E' dall'inizio degli anni '90 che i salari sono pressoché esclusi dagli incrementi di produttività e a malapena hanno recuperato sull'aumento dei prezzi; nel frattempo i profitti hanno aumentato la loro quota sul reddito di oltre dieci punti.
Per aumentare i salari, oramai tra i più bassi in Europa, il governo Prodi e le parti sociali stavano ragionando sulla possibilità di utilizzare la leva fiscale; è uno strumento che certamente può concorrere all'obiettivo, ma evitando due rischi. Il primo è che l'ipotizzata riduzione delle imposte sui salari possa essere compensata da tagli alle prestazioni sociali (già proposti da più parti) cosicché la loro sostituzione con acquisti sul mercato vanificherebbe l'aumento della busta paga.
Il secondo rischio è che anche le imprese (come già hanno chiesto) partecipino agli sgravi fiscali, sia direttamente (riducendo i loro contributi) sia indirettamente (contando sugli aumenti in busta paga derivanti dalla decontribuzione dei salari per contenere gli aumenti contrattuali a loro carico).
- Details
- Hits: 3369
Torture su torture
di Christian Elia
Hrw denuncia gli abusi subiti dai detenuti politici nelle carceri del Bahrain
Una manifestazione contro la tortura nelle carceri che finisce con l'arresto indiscriminato dei dimostranti, che vengono a loro volta torturati. Un tragico circolo vizioso in Bahrain, denunciato oggi in un rapporto dall'organizzazione non governativa Human Rights Watch.
Ancora torture. Gli implacabili persecutori di coloro che si macchiano di violazioni dei diritti umani, con sedi a Londra e New York, hanno denunciato alla stampa la brutale repressione attuata dal governo del Bahrain nei confronti dei dimostranti arrestati a metà del mese scorso durante una manifestazione per chiedere giustizia per i detenuti politici vittime di trattamenti inumani nelle carceri della ricca monarchia del Golfo Persico.
“Chiediamo al Bahrain un'immediata inchiesta indipendente per fare chiarezza sugli abusi perpetrati ai danni dei detenuti politici nelle carceri”, ha denunciato Joe Stork, vice direttore di Hrw per il Medio Oriente e il Nord Africa. Secondo l'ong, infatti, a tutti coloro che vennero arrestati il mese scorso in piazza, mentre chiedevano giustizia per gli arresti di massa degli oppositori negli anni Novanta, in carcere sono state garantite botte e torture, e in un caso anche abusi sessuali.
“Chiediamo che i detenuti vengano visitati da un medico indipendente”, ha continuato Stork, “che possa chiarire la reale entità delle denunce giunte fino a noi”.
Un portavoce del ministero degli Interni del Bahrain ha già fatto sapere che tutte le accuse di Hrw sono infondate e che nessun detenuto ha subito trattamenti inumani.
Un Capodanno tragico. Non la pensano così i genitori di Maytham Badr al-Shaykh, un'attivista arrestata il 17 dicembre in piazza a Manama, la capitale del Bahrain. “Quando siamo riusciti ad andarla a trovare in carcere, nel centro di detenzione di Adliyeh, a Manama, ci ha detto che la notte di Capodanno i carcerieri hanno abusato di lei”, hanno testimoniato i genitori della ragazza a Hrw, “violentandola a turno e poi abusandone con oggetti di ogni tipo”. Hani, il fratello di Maytham, ha testimoniato che “mia sorella era in stato confusionale e ha pianto per tutto il tempo della visita. Quando se ne sono accorti, i carcerieri l'hanno trascinata via, ignorando le nostre proteste”.
- Details
- Hits: 3048

Borse, perché gli Usa si giocano il tutto per tutto
Joseph Halevi
L'espressione è «going for broke», giocarsi il tutto per tutto. Via la regola monetaria della banca centrale, via la preoccupazione concernente l'inflazione che viaggia a circa il doppio di quella programmata. Cestinate le anodine spiegazioni riguardo la credibilità della politica monetaria, la Federal Reserve si è lanciata al salvataggio del sistema finanziario riducendo a sorpresa il tasso di interesse dello 0,75%. Non solo: in maniera tipicamente americana, dove i dogmi teorici vengono immediatamente accantonati quando è in gioco il sistema stesso - e di questo adesso si tratta - il governatore della Fed, Ben Bernanke, si è trasformato nel protagonista diretto del rilancio espansivo sul piano fiscale. Tuttavia la reazione del mercato di Wall Street non appare incoraggiante se, di fronte al drastico taglio dei tassi operato dalla Fed, i corsi non riescono a stabilizzarsi.
In questo contesto i mercati finanziari nella loro ottica di brevissimo periodo (si noti che, pur esistendo per scommettere sul futuro, i mercati operano sull'immediato: oggi scommettono sul valore di un titolo fra dieci anni, pronti però a cambiarne radicalmente la valutazione il giorno dopo) si comportano in un modo che ci illumina sulle contraddizioni dell'attuale fase economica.
Le società finanziarie vogliono tanto una politica fiscale espansiva quanto una politica monetaria fondata su bassi tassi di interesse; un vero nirvana keynesiano insomma.
- Details
- Hits: 2894

Neanche l'osso del cane
di Fisher
L’esperienza di un anno e mezzo di governo Prodi e l’atteggiamento tenuto in questo periodo dai due partiti rc e pdci
Questo documento vuole costituire una base di riflessione per tutti i compagni dei due partiti che – almeno ad oggi – hanno la falce-e-martello nel proprio simbolo e che hanno partecipato all’esperienza parlamentare votando ripetutamente la fiducia al governo Prodi. Vi si elencano fatti, ma anche considerazioni politiche, certo non tenere nei confronti delle due dirigenze dei due partiti. Tali considerazioni sono certamente discutibili, ma l’intento è di indirizzare la discussione sui fatti, perché da comunisti non possiamo che basarci sulla loro realtà e non su chiacchiere fatue.
1. Antefatti
1.1. La campagna elettorale e i brogli
Non si può parlare dell’esperienza Prodi se prima non si torna alla campagna elettorale e alle elezioni che segnarono la striminzita vittoria del centrosinistra.
La campagna fu come al solito molto aspra, caratterizzata però da alcuni veleni nuovi che Berlusconi in persona aveva pensato bene di inoculare prima del voto.
- Details
- Hits: 1941

TAV fra debito pubblico e profitto privato
di Marco Cedolin
Se esiste un campo nel quale l’Italia da sempre eccelle, questo è costituito dal foraggiare la grande imprenditoria privata sovvenzionandola a vario titolo ed in varia misura per mezzo del denaro pubblico. Praticamente la totalità delle grandi imprese italiane, FIAT su tutte, sono diventate tali grazie alle sovvenzioni statali che hanno permesso loro di sbaragliare la concorrenza non sovvenzionata ed accumulare profitti altrimenti impensabili.
L’esempio del Gruppo Benetton che da tempo sta ottenendo cospicui utili tramite la gestione disinvolta di parte della rete autostradale italiana, costruita per mezzo del denaro dei contribuenti, sembra destinato ad essere ricalcato anche in ambito ferroviario.
Il Presidente delle FS Innocenzo Cipolletta, durante la registrazione del programma tv “Economix” di Rai Educational, si è espresso in maniera adamantina lasciando intuire al di là di ogni ragionevole dubbio quale sarà il futuro del sistema ferroviario italiano.
Cipolletta, dopo avere affermato che gli aumenti dei biglietti ferroviari continueranno anche in futuro, ha precisato che il gettito derivante da tali aumenti non si tradurrà in miglioramenti del servizio, bensì sarà destinato in larga parte a compensare il disavanzo, pagare gli interessi alle banche e sanare i buchi di bilancio del passato.
- Details
- Hits: 2778

Nuovo municipalismo e vecchi merletti
di Cosimo Scarinzi
L'esperienza del movimento No-Tav a confronto con quella del sindacalismo di base e dei nuovi movimenti sociali. Una riflessione necessaria
Mi è sovente capitato di rilevare che ogni accadimento sociale rilevante è interpretato da ogni soggetto politico in qualche misura coinvolto, e la considerazione vale, questo va da sé, anche per chi scrive, sulla base di paradigmi sedimentati nel tempo oltre che, ovviamente, di personali propensioni, pregiudizi, convincimenti non necessariamente pienamente consapevoli.
Non voglio, sulla base di questa banale considerazione, negare la funzione di rottura, innovazione, produzione, in senso positivo o negativo, di crisi dei movimenti sociali stessi, al contrario, ma porre l'accento su di una dialettica complessa ed interessante che contribuisce alla trasformazione e ridefinizione della prassi intesa, compiutamente, come attività volta alla trasformazione e, perché negarlo?, al sovvertimento dell'esistente.
Credo che quanto ho sinora affermato valga in maniera evidente, per stare all'oggi, per il movimento No Tav. Una mobilitazione di massa, fortemente legata ad una vicenda locale ma capace di porre problemi generali, nella quale si è intrecciata la difesa dell'ambiente e quella delle libertà politiche e sindacali, la discussione su chi avesse titolo per decidere sulle scelte che riguardano una popolazione e quella sulla struttura della spesa pubblica è, nei fatti, un vero e proprio laboratorio sociale che suscita passioni, energie, speranze, reti di relazioni a livello nazionale ed internazionale.
Per me, senza attribuire troppo peso ai miei convincimenti ed alle mie vicende, è stato assolutamente rilevante l'occasione che ho avuto di riflettere sulla dialettica fra settori della comunità scientifica e movimenti, sul rapporto fra contraddizioni interne alla classe politica e spazi che si aprivano all'azione di massa, sull'intreccio fra movimento dei lavoratori e questione ambientale, sul nesso fra rivendicazione di tradizioni ed identità locali e apertura al confronto con soggettività ed esperienze diverse.
- Details
- Hits: 3310

La questione palestinese. La tragedia di essere vittima delle vittime
di Danilo Zolo
E.W. Said, The Question of Palestine, Vintage Books, New York 1992, trad. it. La questione palestinese. La tragedia di essere vittima delle vittime, Gamberetti Editrice, Roma 1995, ISBN 88-7990-038-2
La questione palestinese di Edward W. Said è un libro bello e utile, al pari di Orientalismo, l'opera che ha reso celebre questo professore statunitense di origine palestinese che insegna letteratura comparata alla Columbia University di New York. Si tratta di una delle pochissime 'interpretazioni palestinesi' della storia della Palestina di cui la cultura occidentale disponga.
Scritto circa vent'anni fa, il libro continua ad offrire elementi di riflessione di grande rilievo e di una sorprendente attualità. Ci aiuta a cogliere in profondità le ragioni storiche di ciò che oggi sta accadendo in Palestina: il definitivo fallimento degli accordi di Oslo e della 'mediazione' statunitense, l'esplosione della nuova Intifada che ha ormai come obiettivo l'indipendenza di tutto il popolo palestinese, la devastazione di ciò che resta di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme-est dopo trentacinque anni di occupazione militare, lo smantellamento dell'Autorità nazionale palestinese, la strage senza fine di ebrei e di palestinesi innocenti.
Ciò che a mio parere rende prezioso il contributo di Said è il suo tentativo di ricostruire la 'questione palestinese' da un punto di vista palestinese - non genericamente arabo o islamico - e di farlo a partire dagli inizi dell'intera vicenda: la nascita del movimento sionista, l'affermazione della sua ideologia nel contesto della cultura colonialista europea degli ultimi decenni dell'Ottocento, l'avvio del fenomeno migratorio verso la Palestina.
- Details
- Hits: 4065

L'inflazione non si batte più con la moderazione salariale
Joseph Halevi
Un ulteriore esempio del vicolo cieco in cui si trovano le banche centrali proviene dal conflitto tra il loro comportamento attuale - volto a rifinanziare la bolla speculativa - e l'obiettivo di controllare l'inflazione. L'inflation targeting, il mirare cioè ad un tasso di inflazione desiderato, costituisce ormai da parecchi anni il principale scopo di queste istituzioni. Si è detto che le politiche di Reagan e di Thatcher abbiano dimostrato che combattere l'inflazione mirando al controllo della massa monetaria - la cui quantità è del tutto inafferrabile - si traduce in una forte instabilità nei saggi di interesse. Sarebbe pertanto preferibile fissare un obiettivo inflazionistico da non oltrepassare, usando invece il saggio di interesse come strumento regolatore.
Nel 1993 l'economista statunitense John Taylor formulò la regola di comportamento della banca centrale. Essa consiste nel far dipendere il tasso di interesse dalla somma ponderata della deviazione del pil e del saggio di inflazione rispetto ai valori obiettivo di ciascuno, con l'aggiunta di un termine inteso a catturare lo shock monetario. A prima vista, la formula include anche il valore desiderato del pil e, indirettamente, dell'occupazione. E' stato però osservato che la regola di Taylor gravita prevalentemente verso il differenziale inflazionistico a scapito del pil.
L'idea di inflation targeting, adottata per prime dalla Nuova Zelanda e dall'Australia, si è mostrata estremamente efficace nell'istituzionalizzare la deflazione salariale e nel premiare l'inflazione da rendite immobiliari e finanziarie (asset price inflation).
L'intera economia viene mobilitata contro i salari, in quanto l'inflazione è essenzialmente definita in modo tale da essere estrapolata in relazione ad eventuali aumenti strutturali dei costi nei quali, appunto, i salari assumono un ruolo chiave. A tutti gli effetti, le politiche successive alle «terapie d'urto» di Reagan e Thatcher sono state delle operazioni controllo della popolazione salariata e pensionata in favore dell'inflazione da bolle, plusvalenze e cartacce.
- Details
- Hits: 3714

La destabilizzazione del Pakistan
di Michel Chossudovsky
L'assassinio di Benazir Bhutto ha generato circostanze tali da contribuire alla destabilizzazione ed alla già avviata frammentazione del Pakistan come nazione. Il processo di “cambiamento di regime” sponsorizzato dagli Stati Uniti, il quale è costituito solitamente dalla ricomposizione di un governo con una nuova investitura con nuovi capi, è stato interrotto. Screditato agli occhi dell'opinione pubblica pakistana, il Generale Pervez Musharaf non può rimanere nella sede del potere politico. Ma allo stesso tempo, le elezioni farsa sostenute dalla “comunità internazionale” previste per gennaio del 2008, anche se dovessero svolgersi, non verrebbero accettate come legittime, generando quindi un'impasse politica.
Ci sono indicazioni secondo cui l'assassinio di Benazir Bhutto sarebbe stato previsto dai funzionari degli Stati Uniti: "Si sapeva da mesi che la gestione Bush-Cheney ed i loro alleati stavano manovrando per rinforzare il loro controllo politico del Pakistan, al fine di aprire la strada all'espansione ed al rafforzamento della "guerra al terrorismo" nella regione. I vari programmi americani di destabilizzazione, conosciuti da tempo da funzionari e analisti, prevedevano il rovesciamento dei militari in Pakistan..
L'assassinio di Bhutto sembra che sia stato previsto. C’erano perfino rapporti inerenti "chiacchiere" fra funzionari degli Stati Uniti riguardo i possibili assassini di Pervez Musharraf o Benazir Bhutto, ben prima che gli attuali attentati avessero luogo. (Larry Chin, Global Research, 29 Dicembre 2007)
- Details
- Hits: 4541

Intervista a Robert Kurz
di Sonia Montano
1. Cosa vuole affermare la "critica radicale del valore"?
Com'è noto, i marxisti tradizionali del movimento operaio accusavano il capitalismo soltanto di privare le salariate e i salariati del famoso plusvalore del quale i proprietari dei mezzi di produzione si appropriavano come fosse un "potere di disposizione". Questa é una critica mutilata del capitalismo, che lascia fuori e ontologizza la forma sociale del valore. Di conseguenza, secondo questo pensiero, la società socialista postcapitalista dovrebbe continuare a basarsi sulla forma del valore e a funzionare come un sistema produttore di merci "pianificato". Come trasformazione della società questa concezione è naufragata. Il problema può essere spiegato solo storicamente: lo stesso movimento operaio e lo stesso socialismo statale facevano ancora parte della storia del "modo di produzione basato sul valore" (Marx). Si trattava di una "lotta per il riconoscimento" nell'ambito di questa forma di società non indagata. Ora, il plusvalore può essere soppiantato solo insieme al valore, e non come pianificazione e "giusta distribuzione" del valore. Questa non è una questione meramente teorica. Nella nuova crisi del sistema unificato a livello planetario, lo stesso valore é disvalorizzato dalla terza rivoluzione industriale, nella misura in cui il "lavoro astratto" si scioglie come sua sostanza.
A queste condizioni occorre criticare e abolire il valore come forma basica e, di conseguenza, la produzione di merci come tale.
2. Cosa caratterizza una società mercantile? Cosa si deve intendere per "merce"? Che relazioni proprie stabiliscono le merci?
Il termine "mercantile" si riferisce solo al comprare e al vendere. Una società mercantile nemmeno esiste. Il capitalismo é essenzialmente un modo di produzione e non un semplice modo di circolazione. Perciò l'espressione "economia di mercato" induce in errore. Marx già dimostrò che la riduzione della modernità a circolazione delle merci costituisce l'eldorado dell'ideologia capitalista, perché nel mercato appaiono solo proprietari "eguali" e "liberi" di merci e denaro. Però la merce ha da essere oggetto di produzione prima di diventare oggetto di circolazione.
- Details
- Hits: 2623

Incenerire è un po' morire
Guido Viale
L'inceneritore è una macchina due volte tossica. In primo luogo è tossica perché rilascia scorie pericolose che vanno sotterrate in discariche ad hoc, mentre il resto (quattro quinti) se ne va in fumo. Non sparisce, ma si disperde nell'aria e poi ricade sui nostri polmoni, sulle cose che mangiamo, sul terreno dove passeggiamo o giochiamo. È vero che un inceneritore ben gestito produce meno inquinanti di uno svincolo autostradale o di un ingorgo automobilistico.
Ma i rifiuti sono un materiale poco omogeneo, con grandi variazioni di potere calorifico: basta uno sbalzo di temperatura e l'abbattimento degli inquinanti va in tilt. Sempre nella speranza che nel materiale conferito non siano state nascoste sostanze tossiche, cosa ormai verificata per le «ecoballe» della Campania.
Affidereste voi il funzionamento di una macchina così pericolosa a chi ha gestito i rifiuti campani negli ultimi decenni? Ma l'inceneritore è tossico soprattutto perché inquina il cervello di molti amministratori locali e governanti nazionali, che aspettano da quella macchina, e non dalla riorganizzazione del ciclo dei rifiuti attraverso la partecipazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini - cioè di coloro che i rifiuti li producono - una miracolosa soluzione del problema.
- Details
- Hits: 2672

Equità schizofrenica
di Vandana Shiva
Sono capitalisti su ricchezza e risorse. Ma diventano socialisti quando si parla di inquinamento e delle sue conseguenze
Il 27 novembre il Programma sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) ha pubblicato un rapporto sullo sviluppo umano dal titolo "Fighting climate change: human solidarity in a divided world". Il compito di presentarlo è stato affidato a Montek Singh Ahuluwalia, vicepresidente della Commissione di pianificazione indiana, che lo ha di fatto sconfessato.
Lo studio Undp, presentato prima dell’incontro di Bali, sottolinea la necessità di ridurre del 50% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2025. Per ottenere questo risultato prescrive che per quella data i paesi industrializzati dovranno aver attuato una riduzione delle proprie emissioni tra il 70 e l’80%, mentre per il 2020 la riduzione deve aver raggiunto il 20-30%. Per i paesi in via di sviluppo responsabili di notevoli emissioni, come l’India, l’Undp non prescrive abbattimenti prima del 2020, ma per il 2050 prescrive riduzioni del 20%.
Montek Singh Ahuluwalia, fondamentalista del libero mercato impegnato nelle politiche neoliberiste dell’India, ha utilizzato l’argomentazione dell’equità per criticare il rapporto Undp.
- Details
- Hits: 4783

Eurotunnel un disastro economico caduto nell’oblio
di Marco Cedolin
Tutte le volte che gli uomini politici di ogni risma e colore iniziano a suonare le grancasse dell’informazione, sostenendo attraverso l’uso di aggettivi roboanti la necessità di una nuova grande opera infrastrutturale che porterà sviluppo e benessere economico, sarebbe bene ricordare loro la triste vicenda del tunnel che collega Parigi e Londra correndo sotto la Manica.
L’Eurotunnel è il più lungo tunnel sottomarino del mondo, con i suoi 50 km dei quali 39 corrono sotto il fondale marino alla profondità media di 45 metri, la sua costruzione è durata 7 anni impegnando circa 15.000 lavoratori, con un tributo di 10 morti e 1300 feriti. L’opera, inaugurata nel 1994, è costituita da tre gallerie parallele, due ferroviarie ed una di servizio nella quale possono circolare i mezzi su gomma preposti alla manutenzione e alle operazioni di soccorso.
La società Eurotunnel offre complessivamente quattro tipi di servizio: i treni passeggeri Eurostar ad alta velocità, i treni navetta per passeggeri, autoveicoli, camion e autobus con autisti a bordo, i treni navetta che trasportano camion su vagoni aperti senza gli autisti a bordo dei mezzi, i treni merci convenzionali che trasportano le merci in vagoni o container.
- Details
- Hits: 3798

Cosa può un corpo?
di Girolamo De Michele
Gilles Deleuze, Cosa può un corpo? Lezioni su Spinoza, a cura di Aldo Pardi, Ombre Corte, Verona, 2007, pp. 202, euro 18.50
Ci sono molte ragioni per regalarsi la lettura delle lezioni su Spinoza di Gilles Deleuze, sino a ieri disponibili solo on line e adesso tradotte e curate col titolo Cosa può un corpo? da Aldo Pardi, autore di un densissimo saggio prefatorio, all’interno di una la felice congiuntura editoriale: sono da poco disponibili il Meridiano delle Opere di Baruch Spinoza, prima traduzione integrale dei testi spinoziani (qui l'ottima recensione di Toni Negri), e il primo dei due volumi che raccolgono tutti gli scritti brevi di Deleuze: L’isola deserta e altri scritti – 1953-1974. Tre testi che, letti in contaminazione, evidenziano come nel pensiero di Gilles Deleuze si esprima oggi la forma di spinozismo più adeguata al tempo presente.
La prima, fondamentale ragione è l’aspetto terapeutico che oggi riveste l’opera di Spinoza: in un’epoca caratterizzata dal governo politico delle passioni tristi, la sua lettura è liberatoria per la sua capacità di andare alla radice delle servitù che imprigionano le menti e i corpi. Ma attenzione: non si tratta di una fuga nell’intellettualismo, né di una riabilitazione dell’aspetto consolatorio della filosofia che lo stesso filosofo olandese disdegnava. La conoscenza dei rapporti tra mente e corpo è, per Spinoza come per Deleuze, sempre pratica: ciò che è in gioco è sempre un concreto incrociarsi e scontrarsi di rapporti di potere, affetti, costruzioni sociali. Lo stesso corpo individuale è una costruzione sociale, un progetto politico: la sua espressione (lo mette bene in luce Pardi nella Prefazione) e la sua interpretazioni sono impensabili senza la comprensione adeguata delle stabilizzazioni imposte dai dispositivi di assoggettamento e dalle forme di riproduzione del potere.
La prassi spinoziana (degli spinozisti come del cittadino Baruch Spinoza) era (ed è) affermazione, nel pensiero come nella vita, di un’altra società, di uno scarto rispetto al grado di esistenza e di libertà concesso dal potere: «una società dove il diritto si potesse compiutamente esprimere come potenza collettiva» (Pardi, p. 31).
Ma la potenza del pensiero spinoziano comporta un rischio: che lo spinozismo, magari proprio nella sua versione deleuziana, scada a riproposizione di affermazioni filosofiche con valore di slogan a fronte della crisi dei movimenti e dell’attuale inadeguatezza delle loro prassi.
- Details
- Hits: 2453

Francia, cattivo esempio
Rossana Rossanda
Non è serio ridurre la questione della legge elettorale alla solita rissa fra notabili. Quali che siano i limiti della democrazia rappresentativa, considerare il problema come inesistente è una frivolezza che non ci possiamo permettere.
Il sistema elettorale «alla francese», al quale inclina Walter Veltroni, è il peggiore nei dintorni. Un presidenzialismo secco, vera e propria monarchia, senza neanche un'adeguata informazione degli elettori: Nicolas Sarkozy, scelto dal suo partito nel giro di due sedute a 2007 già avanzato, era presidente della Repubblica quattro mesi dopo. Peggio che negli Usa.
Nel sistema statunitense come in quello francese l'obiettivo è ridurre più che si può la complessità delle espressioni politiche in una società complessa. Cosa che negli Usa è, molto parzialmente, corretta da una divisione dei poteri, in Francia assai meno. E non penso a quella elementare divisione che dovrebbe darsi fra presidenza, governo e parlamento; già era poca cosa dopo la costituzione di De Gaulle del 1958, adesso sarà ancora meno, dato che secondo la commissione nominata da Sarkozy se finora toccava al presidente e al governo decidere la linea della Repubblica, d'ora in poi questo toccherà soltanto al presidente.
- Details
- Hits: 2402

Imprese, politici e camorra: ecco i colpevoli della peste
di Roberto Saviano
Gli ultimi dati dell'Oms parlano di un aumento vertiginoso, oltre la media nazionale, dei casi di tumore a pancreas e polmoni.
È un territorio che non esce dalla notte. E che non troverà soluzione. Quello che sta accadendo è grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l'ossessione di emigrare o di arruolarsi.
E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi.
- Details
- Hits: 2484

Sei un ponte sconnesso, ma sei il solo ponte...
di Rossana Rossanda
Rossanda si rivolge alla grande “S” cioè alla Sinistra fatta dai 4 partiti
Caro Sansonetti, se la grande S si è impantanata su una legge elettorale darebbe ragione a chi ci ha creduto poco. Non è la prima volta che il tema “elezioni” manda in tilt qualsiasi progetto sui tempi medi. Ne ha fatto esperienza il manifesto nel 1972, poi nel 1976. E’ per questo che Rifondazione ha mandato a picco la Camera di consultazione di Asor Rosa. E su questo adesso l’inciampo viene dal Pdci.
Nel caso di piccoli partiti non è misera voglia di poltrone: è il timore di diventare invisibili, cessare di esistere come i grandi partiti non nascondono di sperare. La stessa base militante esige una lista, dimostrando quanto sia ancora contraddittorio il bisogno, teorizzato al meglio da Tronti, di “andare oltre la democrazia”, che è poi quella “rappresentativa”. E sarà così, penso, finché non sarà chiaro come “andare oltre” senza riprodurre i “socialismi reali”; perché, oggi come oggi, altro non conosciamo.
Intanto nessuno dei quattro partiti in campo si fida che l’altro ne garantisca le ragioni di esistenza. Soltanto Rc è ragionevolmente certa di passare lo sbarramento di una proporzionale; toccherebbe ad essa dunque di garantire le altre, facendo qualcosa di comprensibile dell’attuale slogan “unità plurale”.
- Details
- Hits: 2855

Banca del Sud e BCE. Due modelli a confronto?
Gianluca Bifolchi
Almeno sulla carta la Banca del Sud è nata. Come da protocollo ieri, alla Casa Rosada, i presidenti Néstor Kirchner, Argentina, Evo Morales, Bolivia, Inácio Lula da Silva, Brasile, Rafael Correa, Ecuador, Nicanor Duarte, Paraguay, Hugo Chávez, Venezuela, ed un rappresentante del governo uruguayano (il presidenteTabaré Vázquez si recherà a Buenos Aires soltanto oggi per l'insediamento del nuovo presidente, Cristina Fernández de Kirchner) , hanno apposto le loro firme in calce all'atto fondativo.
Le incognite sull'effettiva riuscita di questo grande progetto di integrazione latinoamericana sono di due ordini. Il primo riguarda la capacità di reperire i fondi necessari agli ambiziosi obiettivi statutari. I sette miliardi di dollari di conferimento iniziale da parte degli stati membri non sono ovviamente sufficienti per una attività creditizia di portata subcontinentale, e il nuovo ente dipenderà dal successo di attività di raccolta del risparmio attraverso depositi ed obbligazioni, come qualunque altra banca.
- Details
- Hits: 2672

Sinistra arcobaleno. Inutile, dannosa o arretrata?
di nique la police
E' terminata ieri la convention della Sinistra arcobaleno, nome imposto dai media e dall'uso comune dopo che le mediazioni tra i gestori dei quattro cartelli elettorali che la compongono avevano partorito una sigla simile ma meno diretta e più bizantina.
Con la massima benevolenza d'analisi, e con la convinzione che a sinistra tutti possono servire, non possiamo però non rilevare che l'inconsistenza politica di questo nuovo cartello elettorale, nato come affluente di quattro più piccoli, segua quella ampiamente mostrata dal partito democratico. E qui l'etimologia del termine "politica" ci aiuta a capire il problema meglio di altri punti di osservazione: la provenienza dal greco del vocabolo "politica" indica questa come l'amministrazione della cosa pubblica suggerendo però anche una profonda incertezza e una continua oscillazione del significato di cosa pubblica.
Visto che la retorica fondativa della sinistra arcobaleno non difetta di richiami alle mutazioni storiche in atto la cronica incapacità, mostrata da ogni oratore in campo, a definire quali siano queste mutazioni rivela come questa retorica non riesca ad elevarsi sul piano dell'eloquenza figuriamoci quindi se riesce ad arrivare a quello dei contenuti.
- Details
- Hits: 3910

Il ritorno della politica
Intervista a Toni Negri
di Marianna Canavese e Bruno Fornillo
Il saggista italiano annuncia la fine della postmodernità, almeno nel suo aspetto politico di indifferenza innanzitutto del bene comune. Dice che ricomincia la narrazione di un processo di liberazione. In questa chiacchierata analizza la situazione attuale del capitalismo e le sue derivazioni nel lavoro. Le sue posizioni hanno conosciuto le obiezioni di Laclau, Dri e Boròn, tra gli altri, che lo accusano di un eccesso di utopismo e di non tener conto delle dimensioni nazionali della lotta politica.
Suole dire che l'Italia della fine degli anni '60 e gran parte degli anni '70 era immersa in un grado di mobilitazione collettiva che operò come una sorta di laboratorio della politica di emancipazione. In Argentina, dopo aver visitato la Bolivia e il Venezuela, il filosofo Toni Negri - uno degli animatori di quel ciclo della rinnovazione di quel discorso - annuncia il tempo di una nuova narrazione delle pratiche politiche. Soggetto a multiple letture, interpreta che la ricezione locale della suo opera è stata "negativa e limitata" rispetto alle discussioni che determinò in altre regioni del continente.
- Details
- Hits: 3643

La guerra statunitense nel Darfur
di Keith Harmon
Black Agenda Report
La regione del Darfur nel Sudan possiede giacimenti di rame e uranio, terzi e quarti rispettivamente in ordine di grandezza nel mondo, oltre ad una localizzazione strategica e a significative riserve di petrolio. Il movimento statunitense "Save Darfur" sta raccontando balle sulla natura fondamentale del conflitto in Sudan? Sono il "Save Darfur" e la prevenzione di un genocidio i convenienti pretesti per il prossimo turno di guerre per il petrolio e le risorse nel continente africano?
La regione del Darfur nel Sudan occidentale è stata un covo di attività clandestine, di contrabbando d’armi e di indiscriminata violenza per decenni.
"La tragedia umanitaria nel Darfur verte sulle risorse naturali…. Date le attuali realtà, nessun intervento potrebbe continuare e se fosse effettuato fallirebbe."
Così pensavano nel settembre 2006 gli autori OPED "Keeping Peacekeepers out of Darfur" [Tenere le forze di pace fuori dal Darfur] (DHG, 15/9/06). Adesso (più di un anno dopo) la situazione in Sudan è truce più che mai, il conflitto nel Darfur rimane indefinito, e molte delle previsioni di quell’Oped si sono rivelate vere.
- Details
- Hits: 2973

Il gran burattinaio del mercato
Christian Marazzi
«L'era della turbolenza» di Alan Greenspan. La guerra compiuta dalla Federal Reserve per far prosperare il capitalismo neoliberista ovunque nel mondo
Le memorie di Alan Greenspan, il mitico e odiato ex-presidente della Federal Reserve, L'era della turbolenza (Sperling & Kupfer), sono presentate al pubblico in settembre, il giorno prima della riunione della banca centrale americana nella quale il suo successore, Ben Bernanke deve decidere cosa fare per gestire la crisi dei prestiti ipotecari subprime, iniziata il 9 agosto. Sembra quasi che Greenspan voglia esortare la Fed a tagliare i tassi di interesse rapidamente e in modo aggressivo, come lui ha sempre fatto nei momenti di crisi finanziaria negli anni della sua presidenza, tra il 1987 e il 2006.
Ma la situazione è cambiata, dice Greenspan in un'intervista al Financial Times del 17 settembre: «Siamo in un periodo molto più difficile di quando ero io presidente. In quegli anni non eravamo preoccupati di una rinascita inflazionistica, ma ora bisogna esserlo. Occorre essere molto più prudenti nell'abbassare i tassi in risposta alle crisi».
E infatti il titolo del suo libro avrebbe potuto essere L'era della disinflazione, perché il tema centrale di questo lavoro riguarda il modo in cui il capitalismo liberista dell'ultimo quarto di secolo è riuscito, tra euforia e paura, tra crescita e bolle speculative sempre più ricorrenti, a sconfiggere l'inflazione, a ridurre i tassi di interesse e a prosperare nel mondo.
Una guerra per il libero mercato
Greenspan non attribuisce a se, né al suo predecessore Paul Volker o ad altri banchieri centrali, il merito della vittoria sull'inflazione degli anni del fordismo e delle lotte operaie sul salario, ma alle forze intrinseche e impersonali del capitalismo, dall'integrazione economica globale, alla deregolamentazione dei mercati, alla rivoluzione tecnologica.
Page 607 of 610