Il riarmo italiano impatterà sullla spesa sociale e sanitaria e sui salari pubblici
di Domenico Moro
Quando i paesi della Nato accettarono il diktat trumpiano di aumento della spesa militare dal 2% al 5% sul Pil e la Ue di conseguenza varò il piano Rearm Europe – Readiness 2030, Giorgia Meloni promise che gli aumenti della spesa militare non sarebbero stati compensati con la diminuzione di altre voci di spesa. La verità, però, è che la determinazione del governo italiano a perseguire gli obiettivi di riduzione del deficit e del debito pubblico, previsti dai trattati europei, non consente di mantenere quella promessa.
La conferma di questa situazione viene dalla recente audizione sul Documento programmatico di finanza pubblica 2025, davanti alla Commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato, di Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), e di Andrea Brandolini, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia.
In particolare, Cavallari ha affermato: “Un aumento permanente della spesa per la difesa dovrà necessariamente essere compensato da misure di riduzione della spesa in altri settori o di aumenti discrezionali delle entrate”.[i] Sulla stessa linea è Brandolini, che ricorda come la maggior parte delle risorse “andranno reperite attraverso aumenti di entrate e tagli alla spesa”.[ii] Dal momento che quello che si prospetta è un aumento permanente della spesa militare e che gli esponenti più importanti del governo, Meloni, Salvini e Tajani, hanno fatto della diminuzione dell’imposizione fiscale un punto decisivo del loro programma di governo, l’unica soluzione è la diminuzione della spesa sociale.








Due parole sulle curiose origini di questo post
Uno dei fronti chiave sui quali Israele ha combattuto nei due anni di conflitto seguiti all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 è quello dell’informazione.






Al termine di quale processo formativo un soldato arriva a inquadrare nel suo mirino telescopico la testa di un bambino? Come può accadere che non ci sia niente che gli impedisca di premere il grilletto? Sono domande che sorgono dopo aver letto la testimonianza di 99 medici e paramedici volontari che hanno prestato la loro opera negli ospedali di Gaza e che il 2 ottobre 2024 
Premessa
Un operaio italiano di grande esperienza, che vede le cose “dall’alto” perché, da scalatore professionista, fa lavori in quota, ha commentato l’attribuzione del Nobel alla golpista venezuelana, Maria Corina Machado, servendosi di un proverbio turco: “E gli alberi votarono ancora per l’ascia, perché l’ascia era furba e li aveva convinti che era una di loro, in quanto aveva il manico di legno” .


Molti, per prime le organizzazioni palestinesi, hanno fatto ricorso al termine “storico” per definire le magnifiche giornate di lotta del 3 e 4 ottobre. Forse è prematuro. Ma lo sciopero generale politico – vero! – per la Palestina proclamato inizialmente dal SI Cobas, e poi assunto dalla Cgil e dall’Usb, e i giganteschi cortei di Roma e Milano segnano con certezza un grande risveglio sociale e politico.
I paesi occidentali dormono, e questo sonno è il pisolino che precede la notte più lunga: la notte dell’estinzione.
“Siamo entrati in una fase in cui gli investitori, nel complesso, sono eccessivamente entusiasti nei confronti dell’intelligenza artificiale? Secondo me, assolutamente sì”, ha 


































