Ucraina e Israele: le strane similitudini nelle operazioni dietro le linee nemiche
di Giuseppe Gagliano
Le operazioni militari condotte da Israele contro l’Iran e dall’Ucraina contro la Russia presentano sorprendenti somiglianze nel loro design strategico ed esecuzione, sollevando interrogativi sulle implicazioni geopolitiche più ampie e sul possibile coinvolgimento di attori esterni.
Entrambe le operazioni riflettono un approccio sofisticato alla guerra asimmetrica, sfruttando l’infiltrazione segreta, tecnologie avanzate e l’elemento sorpresa per massimizzare l’impatto contro avversari numericamente o tecnologicamente superiori. Di seguito, un’analisi strategico-militare dettagliata di queste operazioni, delle loro caratteristiche comuni e delle loro implicazioni.
Entrambe le operazioni hanno fatto largo uso dell’infiltrazione segreta per posizionare risorse vicino a obiettivi di alto valore. Nel caso degli attacchi ucraini alle basi aeree russe, i droni sono stati introdotti clandestinamente in Russia e trasportati su camion civili fino alle vicinanze delle installazioni militari. Questi droni sono stati poi attivati a distanza per colpire bombardieri strategici e altre risorse.
Allo stesso modo, l’operazione di Israele contro l’Iran ha coinvolto, secondo quanto riferito, operativi del Mossad che si sono infiltrati nel paese per piazzare sistemi di disturbo, dispositivi di neutralizzazione delle difese missilistiche e droni kamikaze vicino a basi militari e infrastrutture nucleari iraniane.
Questo posizionamento preliminare ha permesso a entrambi gli attori di aggirare robuste difese antiaeree e ottenere la sorpresa tattica, un fattore cruciale per superare obiettivi fortificati.
Entrambe le campagne hanno utilizzato tecnologie economiche per ottenere danni sproporzionati. L’“Operazione Spiderweb” dell’Ucraina ha impiegato droni a basso costo – alcuni con un valore inferiore a 1.000 dollari – per colpire i preziosi bombardieri strategici russi, come i Tu-95, i Tu-22 e gli aerei di preallarme A-50, con un valore complessivo di miliardi.
Analogamente, Israele ha usato droni kamikaze e munizioni a guida di precisione per neutralizzare i sistemi missilistici superficie-aria (SAM) e gli arsenali di munizioni a planata (SGM) dell’Iran, indebolendo le sue capacità difensive e di rappresaglia. L’uso di droni e sistemi di guerra elettronica evidenzia un cambiamento verso tecnologie accessibili e scalabili, capaci di sfidare la superiorità militare convenzionale.
La scelta degli obiettivi in entrambe le operazioni sottolinea l’attenzione a colpire capacità strategiche cruciali. Gli attacchi ucraini hanno preso di mira basi aeree russe che ospitavano bombardieri con capacità nucleari e aerei di sorveglianza critici, riducendo significativamente la capacità della Russia di proiettare potenza e coordinare operazioni aeree.
Gli attacchi di Israele hanno colpito basi militari iraniane, arsenali missilistici e, secondo quanto riferito, infrastrutture legate al nucleare, con l’obiettivo di indebolire la postura difensiva dell’Iran e scoraggiare le sue ambizioni nucleari. Entrambe le operazioni hanno dato priorità a risorse difficili da sostituire, amplificando l’impatto a lungo termine degli attacchi.
Sia Israele che l’Ucraina hanno capitalizzato l’elemento sorpresa per compensare i vantaggi numerici e tecnologici dei loro avversari. I droni ucraini sono stati schierati in un assalto coordinato su più regioni, cogliendo di sorpresa le difese russe, con attacchi che hanno raggiunto persino la Siberia.
L’operazione di Israele ha similmente utilizzato risorse posizionate in segreto per disturbare le difese aeree iraniane prima di lanciare attacchi aerei, consentendo ai jet israeliani di operare con rischi ridotti. Questo approccio asimmetrico – basato su squadre agili e tecnologie a basso costo – ha permesso a entrambe le nazioni di colpire ben oltre le loro capacità contro avversari più grandi e meglio equipaggiati.
Le operazioni hanno dimostrato una pianificazione meticolosa e un coordinamento logistico. La campagna ucraina, pianificata per 18 mesi, ha coinvolto il contrabbando di droni attraverso i confini e il loro schieramento con precisione. L’operazione di Israele ha richiesto l’assemblaggio e la distribuzione di sistemi avanzati all’interno dell’Iran, probabilmente con mesi di raccolta di informazioni e infiltrazioni da parte degli operativi del Mossad.
L’uso di infrastrutture civili, come i camion, per trasportare e nascondere risorse evidenzia ulteriormente la complessità di queste operazioni e il loro affidamento a metodi non convenzionali per eludere il rilevamento.
Implicazioni Geopolitiche
Le somiglianze tra queste operazioni suggeriscono una convergenza nelle strategie militari tra stati che operano in conflitti asimmetrici ad alto rischio. Emergono diverse implicazioni chiave.
Le smentite di conoscenza preventiva da parte degli Stati Uniti in entrambi i casi – l’attacco dell’Ucraina alla Russia e quello di Israele all’Iran – sollevano interrogativi sull’entità del coinvolgimento o dell’approvazione tacita degli Stati Uniti. Sia l’Ucraina che Israele sono alleati chiave degli Stati Uniti, ricevendo significativi supporti militari e di intelligence.
L’uso di stati alleati o proxy per condurre operazioni audaci consente agli Stati Uniti di esercitare influenza mantenendo una negabilità plausibile, evitando un’escalation diretta con avversari come Russia e Iran. Questa strategia si allinea con gli approcci storici degli Stati Uniti in Medio Oriente ed Europa orientale, dove gli alleati vengono utilizzati per proiettare potenza indirettamente.
Queste operazioni sottolineano il ruolo crescente di droni, guerra elettronica e sabotaggi segreti nei conflitti moderni. La capacità di colpire in profondità nel territorio nemico con risorse economiche e negabili sta rimodellando la dottrina militare, in particolare per stati più piccoli o svantaggiati.
Il successo delle operazioni ucraine e israeliane potrebbe ispirare altre nazioni ad adottare tattiche simili, portando potenzialmente a una proliferazione di strategie di guerra ibrida e basata sui droni.
Entrambe le operazioni comportano significativi rischi di escalation. Gli attacchi ucraini hanno provocato rappresaglie russe su Kyiv e altre città, causando morti tra i civili e intensificando il conflitto. La leadership iraniana, sotto pressione interna e internazionale, ha minacciato di colpire basi statunitensi nella regione se attaccata, segnalando il potenziale per un conflitto regionale più ampio.
La natura interconnessa di questi conflitti – Ucraina-Russia in Europa e Israele-Iran in Medio Oriente – potrebbe coinvolgere altri attori, come NATO, Cina o altre potenze regionali, complicando le dinamiche di sicurezza globale.
Le vulnerabilità esposte da questi attacchi evidenziano la necessità di migliorare la sicurezza delle basi e le misure anti-droni. Il fallimento della Russia nel proteggere i suoi bombardieri strategici, nonostante precedenti attacchi ucraini, ha attirato critiche da parte di blogger militari russi. Allo stesso modo, l’incapacità dell’Iran di rilevare l’infiltrazione del Mossad e lo schieramento di droni sottolinea lacune nella sua architettura difensiva. Queste lezioni sono particolarmente rilevanti per le grandi potenze come gli Stati Uniti, le cui basi aeree nel Pacifico e in Medio Oriente affrontano minacce simili da parte di avversari come la Cina.
Sebbene gli Stati Uniti si siano pubblicamente distanziati da entrambe le operazioni, diversi fattori suggeriscono una realtà più complessa. In primo luogo, la sofisticazione tecnologica dei droni e dei sistemi di disturbo utilizzati da Ucraina e Israele probabilmente si è basata su componenti o competenze fornite dall’Occidente. I droni ucraini, ad esempio, incorporavano intelligenza artificiale e sistemi di navigazione avanzati, mentre l’operazione di Israele richiedeva intelligence precisa e capacità di guerra elettronica all’avanguardia.
In secondo luogo, l’allineamento strategico di entrambe le operazioni con gli interessi degli Stati Uniti – contenere la Russia e frenare le ambizioni nucleari dell’Iran – implica almeno un coordinamento tacito, anche se non un coinvolgimento diretto. Tuttavia, la smentita pubblica degli Stati Uniti serve a un duplice scopo: evitare di provocare rappresaglie dirette da parte di Russia o Iran, consentendo agli alleati di testare i limiti delle difese dei loro avversari.
Le sorprendenti somiglianze tra l’attacco di Israele all’Iran e gli attacchi dell’Ucraina alle basi aeree russe riflettono un playbook condiviso di guerra asimmetrica, caratterizzato da infiltrazione segreta, tecnologia a basso costo e sorpresa strategica. Queste operazioni dimostrano l’efficacia di tali tattiche contro avversari più grandi, ma evidenziano anche i rischi di escalation e le sfide nel proteggere le risorse militari in un’era di guerra avanzata con droni.
Sebbene il ruolo degli Stati Uniti rimanga ambiguo, le operazioni si allineano strettamente con i suoi obiettivi geopolitici più ampi, suggerendo una strategia coordinata dietro le quinte. Con l’evoluzione della guerra, questi attacchi rappresentano un campanello d’allarme per i pianificatori militari di tutto il mondo, sottolineando la necessità di difese robuste contro minacce ibride e asimmetriche.
Comments
Se invece di lanciare uno sciame di droni avessero fatto esplodere questo convitato in corrispondenza dei depositi degli altri convitati avrebbero anche annullato la deterrenza. La motivazione per questo atto è sempre stata a disposizione: sono degli imperi del male, che male c'è se li eliminiamo? Nel '45 la motivazione per il loro uso era molto più debole perché ormai il Giappone era annientato, aveva già perso la guerra, non era più in grado di combattere.
Vedo comunque che l'Iran riesce a lanciare centinaia di missili balistici e ipersonici di loro progetto e costruzione, con testate esplosive convenzionali, e che riescono a colpire obiettivi strategici in territorio israeliano; quindi sono dotati di una raffinata tecnologia. Ma ci dicono che l'Iran viene attaccato per impedire che essi possano sviluppare quell'arma che è l'armageddon, che da decenni stanno cercando di realizzare. Maddai, qualcosa non torna, perché nel mezzo di una guerra totale gli eroi a stelle strisce ci riuscirono in pochi anni, addirittura si divertirono (si fa per dire) a costruirne di due tipi: una con la massa di U235 che veniva sparata sull'altra (Little Boy) e l'altra con le masse di PU239 che venivano fatte implodere.
Però non riesco a capire il gioco dell'Iran: avrebbe potuto autodenunciarsi e fingere di dire che sul piano militare anche loro ce l'hanno, e quindi: stateve accuorte; oppure denunciare apertamente l'imbroglio che dura da 80 anni, e così faceva scoppiare un'atomica diplomatica.