Putin come Netanyahu. Lo dice anche Potere al Popolo…
di Fabrizio Marchi
E’ quanto meno singolare che una forza sedicente antagonista e antimperialista che sostiene di appoggiare il processo verso un mondo multipolare, equipari il leader di uno dei due bastioni dei BRICS, la Russia, al macellaio nazista/sionista Netanyahu.
Eppure è proprio quello che è accaduto e che accade. Cito testualmente uno stralcio del comunicato di Potere al Popolo pubblicato poco dopo una delle due manifestazioni che si sono svolte ieri a Roma contro la guerra e il riarmo:”Non saranno generici “No alla guerra” a fermare i Netanyahu, Trump, Von der Leyen, Rutte, Putin e Meloni ma la capacità di individuare i nemici dei nostri popoli…” ecc.
Ora, se è ovviamente legittimo non nutrire particolare simpatia per Putin e per il sistema sociale e politico vigente in Russia, è decisamente e politicamente idiota (e grave) porre il leader russo sullo stesso piano del segretario generale della NATO e soprattutto del criminale genocida Netanyahu, per ragioni talmente ovvie che non dovrebbe neanche esserci il bisogno di spiegarle. Sorvolo sulla equiparazione fra Putin e Netanyahu che è a dir poco di pessimo gusto e resto all’analisi politica.
PaP chiede a gran voce l’uscita dell’Italia dalla NATO contro la quale la Russia sta combattendo, non a chiacchiere, e sappiamo che USA, Israele e NATO – che sono pressoché la stessa cosa – hanno appena sferrato un violento attacco all’Iran e quindi indirettamente (ma neanche tanto) alla Russia e a tutti i paesi BRICS.
E allora come si fa a mettere nello stesso calderone Putin con Trump, Netanyahu e il segretario generale della NATO? Siamo di fronte a un corto circuito magari favorito dalle alte temperature estive? A prima vista sembrerebbe di sì, ma in realtà le cose sono più gravi di quanto sembrano.
Potere al Popolo è una forza di “sinistra radicale” imbevuta di ideologia neoliberale politicamente corretta che è tuttora l’ideologia dominante nel mondo occidentale, nonostante l’affermazione del già mezzo bollito (dai neocons che controllano il deep state e che hanno ripreso il controllo della situazione) Donald Trump. Putin non risponde, ovviamente, ai canoni di tale ideologia e allora deve essere criminalizzato e, appunto, paragonato in tutto e per tutto al più grande genocida del XXI secolo, il massacratore di bambini e bambine, Benjamin Netanyahu. Chapeau! Un vero capolavoro di scienza politica (si fa ovviamente per dire…)!
Così facendo PaP dimostra di essere una forza politica del tutto innocua, compatibile e ideologicamente organica a quello che per brevità chiamiamo “sistema dominante”. L’obiettivo di PaP (di cui la Rete dei Comunisti è la parte più rilevante insieme al centro sociale ex OPG “Je so pazzo” di Napoli) non è evidentemente quello di costruire un ampio fronte politico e sociale che si opponga autenticamente alle politiche guerrafondaie e imperialiste della NATO, di Israele e dell’UE ma essere egemone su quel mondo – ultraminoritario – di “sinistra” cosiddetta “antagonista” che popola i “centri sociali” (per la gran parte del tutto avulsi rispetto alla realtà concreta dei territori in cui si trovano fisicamente) e “rubacchiare” un po’ di consensi ai margini di Rifondazione Comunista e in misura minore di AVS.
La domanda di qualcuno, a questo punto del tutto legittima, potrebbe essere la seguente:” Perché interessarsi di una realtà simile, tanto più se così minoritaria, dal momento che sono ben altri e di ben altra caratura e forza gli avversari da combattere?”.
Per una ragione molto semplice. Perché quella idea sul leader della Federazione Russa, pompata ad arte dai media, è largamente diffusa in gran parte del popolo di sinistra, in quello di destra e in quello che ormai si è totalmente distaccato dalla politica. Logica vorrebbe, dunque, che una forza politica sedicente comunista (e qui mi riferisco in particolare alla Rete dei Comunisti, il resto di PaP è una brodaglietta politicamente corretta e nulla più) dovrebbe avere gli strumenti per spiegare la complessità delle cose e non aderire pedissequamente ai mantra ideologici e mediatici dominanti e alla “teoria”, qualunquistica e depistante, dei “due imperialismi”.
Ci si guarda bene dal farlo. Per ragioni di micro opportunismo si sceglie di aderire alla narrazione ideologica dominante e di contribuire a confondere la testa, purtroppo già confusa e disorientata, di tante persone. Altro non c’è.
Siamo fuori strada, ma di brutto.
Posso provare ammirazione anche rispetto per come gestiscono situazioni nazionali o di aggressione.
Ma questo non significa che devo farmeli piacere e non signfica neanche che devo passare la vita a discutere di come sono e perche' in certe circostanze vanno difesi nelle loro scelte geopolitiche. Non rappresentano dei modelli e non li avrei infilati uno dietro l'altro, resta il fatto che la cosa mi interessa poco, perche' a interessarmi e' il nemico comune per cui pap scende in strada e tutti noi scendiamo in strada. Per lottare contro la guerra, la Nato, l'armiamoci e partite andrei a manifestare con chiunque. Non perche' sono di bocca buona, ma perche' siamo gia' pochi e se dobbiamo escludere quelli a cui non piace putin siamo ancora meno. Veda lei a me interessa che siamo in tantissimi anche non puri, se a lei interessa la purezza faccia proselitismo. Per fare proselismo deve pero' andare in mezzo a quelli che ancora non credono e avere la pazienza e l'insistenza e la capacita' di convincere. Visto che c'e' tanto lavoro da fare ci faremo tutti le ossa.
A suo tempo trovavo il modo di leggere integralmente i discorsi politici del presidente iraniano Ahmadinejad, presentato in Occidente come lo spauracchio d'Israele, quello che riuniva i negazionisti dell'olocausto. Trovavo invece uno che capiva la situazione e proponeva soluzioni ragionevoli, quando sulla stampa nostrana veniva costruito il mostro sulla base di qualche frase estrapolata dal contesto e interpretata strumentalmente. Così avviene anche per Putin, i cui interventi si possono trovare facilmente in rete.
Penso che quello sopraddetto sia un metodo normale per i nostri media, e i risultati si vedono.
Poi si può manifestare e fare proselitismo, il problema, a proposito di potere al popolo, è che il popolo subisce questi metodi e spesso elabora i messaggi in modo confuso. Ad esempio ci sono diversi leghisti e altri destrorsi ammiratori di Putin e perciò contro l'Unione europea, la NATO, il riarmo eccetera. Che facciamo? Li rifiutiamo in nome della purezza o cerchiamo di parlarci? Io sarei per la seconda, altro che purezza, ma mi pare che quell'area ( PaP e collegati) sia di altro parere, visto anche certe polemiche sui due cortei di sabato scorso.
Se a lei interessa fare la seconda cosa deve lasciare scorrere i dettagli e chiedersi, ogni volta, ogni volta per ogni persona, quale e' il granello di polvere che puo' mettere nelle ruote degli ingranaggi mentali che si perdono dietro cianfrusaglie. Non sono ne' un esperto, ne' credo di avere guadagnato alle lotte eserciti di persone, ma questo e' il modo in cui ragiono. Fare proselitismo non e' essere testimoni di un geova diverso, per me e' cercare di instillare dubbi, rispondere ribaltando le visioni. Senza far pesare senza cercare di fare tessere di partito, con empatia e schivando casi che reputo pericolosi tipo psicopatici fascisti. Cercare di creare una base senza far pesare la pretesa di avere capito tutto, qualcosa si ottiene.anche a livello di semplice vicinato. Poco? Anche il poco e' meglio di niente. O si spera che una divinita' fornira' folle formattate e pronte alla rivoluzione? Bello crederci, ma la realta' e' un' altra cosa. Non pensi a quelli di pap, pensi a come lei puo' mettere un granello di polvere nelle discussioni con quelli di pap o altri e insista. Le assicuro che avere uno scopo anche minimo aiuta a relativizzare la rabbia che si prova davanti a certi ragionamenti. Si usano i neuroni non per il lamento (che a volte ci sta), ma per affinare la dialettica senza escludere che certe volte si puo' anche arrivare al liberatorio vaffan...