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Mark Rutto libero

di Alessandro Somma

C’erano una volta i frugali, espressione che il vocabolario Treccani riferisce alle persone “parche e sobrie… moderate e semplici nel mangiare e nel bere”. Il riferimento è ai Paesi nordici, quelli che nell’Unione europea criticano i Paesi spendaccioni, i Paesi dell’Europa meridionale, i Pigs: acronimo che identifica il Portogallo, l’Italia, la Grecia e la Spagna.

Qualcuno ha individuato un acronimo altrettanto irriverente per identificare i Paesi frugali, ovvero Sado: Svezia, Austria, Danimarca e Olanda. E in effetti ci è voluta una buona dose di sadismo per invocare la moderazione e con ciò l’affossamento dello Stato sociale all’indomani della crisi del debito sovrano: la crisi provocata dal salvataggio pubblico delle banche private, che le ricette con cui i frugali hanno voluto affrontarla sono state all’origine di a una vera e propria macelleria sociale.

Ovviamente i frugali non sono dotati di volontà autonoma. Operano tradizionalmente su mandato della Germania, che con l’austerità si è assicurata l’egemonia per ora solo economica. E operano oltretutto con un certo zelo che traspare anche dal ricorso a un linguaggio non proprio frugale. Si pensi solo all’insulto pronunciato dal Ministro delle finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo (l’organismo che raccoglie i Ministri delle finanze dei Paesi della zona Euro), Jeroen Dijsselbloem, secondo cui i Paesi dell’Europa meridionale spendono “tutti i soldi per alcol e donne per poi chiedere aiuti”.

La frase risale al 2017, quando Mark Rutte era Presidente del Consiglio olandese: carica che ha ricoperto dal 2010 al 2024. Anche lui si è divertito a insultare i deboli a partire dai greci, ma evidentemente preferisce adulare i potenti, cosa che gli riesce con frasi che farebbero impallidire Fracchia.

Rutte è protestante e si vanta di condurre un’esistenza da protestante: di usare la bicicletta, di guidare una macchina di seconda mano e di scemenze del genere che in bocca a chi gira con la scorta suonano ridicole. Non per questo, da Segretario generale della Nato, evita di pronunciare frasi imbarazzanti all’indirizzo del suo nuovo padrone: il Presidente degli Stati Uniti, che oltretutto vive nel lusso sfrenato e con i soldi ci fa cose che a detta di una nota pornostar non sembrano in linea con l’etica protestante.

La vicenda è nota. Trump ha detto in tutti i modi all’Unione europea che gli interessi geopolitici degli Stati Uniti non passano da Bruxelles. L’Unione non ha finalmente colto l’occasione per mettere a fuoco i propri interessi e sviluppare una propria politica estera meno suicida di quella impostale da Washington. Ha al contrario deciso di correre con il cappello in mano dietro all’alleato riluttante, di intensificare il corteggiamento con gli unici argomenti di cui dispone: ha promesso di aumentare le spese militari ma non al livello finora concordato sebbene solo sulla carta, ovvero al 2% del pil. Si è impegnata a portarle al 5% del pil: un impegno che potrà essere onorato solo praticando lo sport per cui ci si è allenati a partire dalla crisi greca: la macelleria sociale. E che comunque imporrà scelte non proprio ispirate alla moderazione tanto decantata dai frugali.

Il vecchio Rutte paladino dell’austerità avrebbe dovuto inorridire. Il nuovo Rutte ha invece trovato il modo di sdraiarsi al cospetto di Trump, o se preferite di assumere altre geometrie, con il seguente messaggio: “Donald, ci hai condotto a un momento davvero, davvero importante per l’America, l’Europa e il mondo. Realizzerai qualcosa che nessun Presidente americano è riuscito a fare negli ultimi decenni”. Messaggio che ovviamente era privato e che noi conosciamo solo perché Trump lo ha reso pubblico, con ciò ribadendo il tipo di considerazione che ha di Rutte e degli europei tutti.

Povero Rutte. Nato frugale e poi trasformatosi in uno che sbraca e parla a vanvera, come si qualcuno gli avesse detto: Mark, rutto libero! Per la gioia del suo vecchio padrone, che non disegna certo il nuovo corso: la Germania intende ora divenire l’esercito più potente del Vecchio continente, vuole cioè aggiungere l’egemonia militare a quella economica, e non può che accogliere con entusiasmo la nuova deriva bellicista ora interpretata dal fido Rutte.

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Comments

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Domenico Testa
Saturday, 05 July 2025 08:11
Più trumpista di Trump? Con questi leader che da un lato predicano la frugalità,dall'altro spendere per le armi il 5% del PIL è una bazzecola, c'è poco da sperare per una UE,capace di difendere la propria dignità ed autonomia.Dove può andare la vecchia Europa con Mark Rutte e company,preoccupati di modernizzare gli eserciti e le armi,invece di dare priorità ai bisogni primari dei cittadini:lavoro.salute.istruzione..?
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