La volete l’intelligenza artificiale? Almeno rendetevi conto di quanto costa
di Glauco Benigni
Premessa 1)
A mio avviso, in Occidente si sono riorganizzate 4 Caste dominanti, ovvero:
I Politici/Scienziati che gestiscono il bipolo Vero/Falso; i Mercanti/Finanzieri che gestiscono il bipolo Compro/Vendo e commissionano merci e prodotti ai Costruttori; i Guerrieri /Servizi Segreti che gestiscono il bipolo Attacco/Difesa e (al servizio delle 3 precedenti) la casta degli Scribi/Media che gestisce per loro conto il bipolo Consenso/Dissenso.
Premessa 2)
L’AI è attualmente posseduta e costantemente implementata da poche grandi Companies che fanno capo alle Caste menzionate. Queste Companies, grazie al parco buoi dei loro sostenitori in Borsa, hanno accumulato fortune e hanno investito in ricerca molte decine di BN dollars. Si chiamano Microsoft; Alphabet – Google, Amazon, Apple, Meta. Li riconoscete? Sono i Tecnofeudatari della Silicon Valley i cari vecchi “Over the Top”, poi detti FAGAM che già da decenni controllano la rete web e orientano ogni aspetto della rivoluzione digitale. Negli anni recenti a loro si sono aggiunti alcuni soggetti rilevanti: a) il gruppo che fa capo a Elon Musk, b) Palantir e le altre società gestite da Peter Thiel e 3) Anthropic che appartiene a un imprenditore italo-americano
Come scriveva Foreign Affairs: “Le meta-nazioni digitali sono «attori geopolitici, e la loro sovranità sull’intelligenza artificiale rafforza ulteriormente l’ordine “tecnopolare” emergente in cui le aziende tecnologiche esercitano nei loro domini quel tipo di potere un tempo riservato agli stati-nazione».
Chiaro?
Tutto ciò premesso passiamo alle Considerazioni che ne derivano.
1a considerazione – La proprietà
L’AI in Occidente è una partita tutta interna al settore privato, organizzata e giocata per servire gli interessi dei suoi proprietari : in sostanza pochi “attori geopolitici”, tutti giganti che rappresentano liberismo anarchico, religione del profitto e voglia di controllo sociale. Ovviamente anche in Cina esistono i loro equivalenti: si chiamano ByteDance, Tencent e Alibaba, ma giocano una partita diversa, diciamo di “capitalismo di Stato”.
2a considerazione – L’ Etica dell’AI
A seguito dei molti appassionati libri e saggi e convegni, durante i quali si sono espressi anche i Capi delle Grandi Religioni e si è discettato sulle magnifiche facoltà robotiche e pararobotiche, che in nessun caso potranno mai giungere all’indipendenza consapevole, alla coscienza e al libero arbitrio…si è giunti a una semplice conclusione: “l’Etica dell’AI coincide con l’Etica dei suoi proprietari”. In qualche caso – se i proprietari si distraggono – si intreccia con l’Etica dei suoi programmatori, talvolta – se i lobbisti dei proprietari non riescono nei loro intenti – l’Etica adottata è il frutto di una mediazione con le esili norme che ufficialmente dovrebbero regolare l’AI. È abbastanza ovvio che in questo caso Etica e Interesse sono indissolubilmente incrociate
3a considerazione – Le norme
Al riguardo si è registrata una novità. Per la prima volta nella storia della rivoluzione digitale i legislatori delle grandi nazioni: addirittura gli Usa con una Ordinanza Presidenziale, Cina, Unione Europea e altri, si sono affrettati a formulare un quadro normativo di riferimento. Di solito, nel caso del web e aree limitrofe, i poteri preposti, su suggerimento dei lobbisti, attendevano che il Mercato producesse i suoi effetti, anche se devastanti e i legislatori si limitavano a “fotografare l’esistente” traducendolo in regolamenti sostenibili e concordati con i Mercanti. Stavolta però, a discapito della Casta mercanti/finanzieri e a favore delle caste dei Politici e dei Guerrieri, hanno giocato da apripista delle norme due aspetti fondamentali: a) l’immensa paura che l’AI possa essere uno strumento per produzioni di armi sempre più sofisticate e b) la possibile “video clonazione” di Soggetti Umani molto autorevoli. Quindi stavolta c’è stata una accelerazione normativa tesa a minimizzare i due pericoli. Delle armi si è scritto molto poco, tipo: “sì abbiamo presente la questione, ci rendiamo conto che è enorme ma ogni Stato deciderà come comportarsi”. Ed è anche rimasta in piedi l’ipotesi che si possano mettere in circolazione videoclips in cui gli Avatar digitalizzati di Capi di Stato e di Governo e di VIPS influenti, assolutamente identici ai veri e con voci clonate, possano sostenere affermazioni rilevanti ma false. Affinché dunque non si modifichino equilibri altamente strategici “i Creatori dovranno in modo evidente avvertire i Fruitori che si è utilizzata l’AI”.
Al di là di questi aspetti, che turbano le notti dei potenti, anche le norme più abituali appaiono fragili e aggirabili: in particolare quelle che dovrebbero regolare l’ingerenza nel mondo del lavoro e conseguentemente l’ipotesi realistica che, con l’andar del tempo, l’AI provochi decine di milioni di disoccupati.
Un esempio: la regolamentazione degli algoritmi utilizzati e il conflitto di interessi dei soggetti che operano nell’AI e nei mercati finanziari. “Conflitto” (così lo definiamo noi ma non loro) che peraltro già è in atto e che guarda caso vede coincidere gli Investitori maggiori con gli stessi controllori dei pacchetti azionari delle companies proprietarie di AI.
Come già accennato, i padroni dell’AI sono tutte Public Companies quotate in Borsa e il controllo dei loro pacchetti azionari è soggetto all’influenza – quasi sempre “determinante” – dei 4 Big Mutual Funds che dominano, grazie ai loro 30 trilioni di investimenti all’anno, le piazze finanziarie mondiali: Vanguard, BlackRock, State Street e Fidelity.
Infine, particolarmente preoccupanti appaiono le norme esili che dovrebbero regolare la farmacologia. I primi farmaci progettati con l’aiuto di AI sono ora in fase di sperimentazione clinica: le vere cavie saranno ovviamente uomini e donne inconsapevoli.
L’AI dunque è progettata affinché l’attuale struttura tecnofeudataria delle caste citate rimanga stabile nel tempo.
L’ipotesi secondo la quale un giorno l’AI possa prendere il sopravvento sui suoi proprietari e programmatori è attualmente non verificabile…in ogni caso i padroni della AI rispondono “inventeremo una super AI che controllerà affinché ciò non avvenga. Questa frase la dice lunga sulla garanzie che si stanno offrendo agli utenti di base.
4a considerazione – Gli utenti e i Media
La cosiddetta opinione pubblica, grazie alla quale si dovrebbe esprimere il Mercato di riferimento dell’AI, è inevitabilmente soggetta allo Tsunami di informazioni che arrivano incessantemente dai Media o che si ottengono nelle Accademie o nei Convegni. Si dà il caso che in questa Area di attività la Casta degli Scribi, preposta alla creazione di fiducia e consenso, operi un enorme lavoro di seduzione in ossequio agli interessi dei proprietari e si dà il caso che i Proprietari, sia direttamente che indirettamente, siano gli stessi che forniscono (tanto nel caso dei media classici quanto nel caso dei Social Network) il sostegno economico all’informazione attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari e sponsorizzazioni mirate a campagne promozionali. L’erogazione di risorse e contributi è ovviamente prevista anche nel caso di pubblicazioni rilevanti sui giornali scientifici o nel caso delle Accademie o dei Convegni. Il cerchio si chiude; nessuno si sottrae al fascino e al potere del denaro e quindi la Massa dei potenziali utilizzatori (destinatari dei servizi), a parte pochi detrattori isolati ma consapevoli, è in massima parte raggiunta da messaggi seduttivi e viene convinta che l’AI è “cosa buona e giusta e che un futuro senza AI è impensabile anche se qualche danno potrebbe farlo. Ma piccola cosa a fronte dei vantaggi per l’intera umanità”. In sostanza i Media stanno vendendo l’AI come se fosse una nuova medicina sociale senza che si possano prevedere quali saranno gli effetti collaterali futuri. In questa mega organizzazione del consenso agiscono da testimonials tutti quegli imprenditori e aziende che, in nome dell’anarco liberismo, sperano di arricchirsi sempre di più grazie all’uso dell’AI fregandosene della moltitudine di nuovi disoccupati che vengono lasciati sul campo, quindi dell’intero sistema pensionistico e degli effetti secondari di tutto ciò, ancora poco conosciuti sebbene già alle viste.
5a considerazione – Una nuova dimensione
L’AI è un prodotto ormai maturo, introdotto al consumo di massa dal Web e dalle sue aree collegate che hanno già aperto la porta verso una nuova dimensione…una dimensione transumana o se vogliamo superumana, nella quale l’Homo Sapiens Sapiens dovrebbe superare i propri attuali limiti genetici e diventare Homo Sapiens Digitalis. La nuova dimensione è caratterizzata da evidenze misurabili che mostrano come le componenti fondamentali dello spazio-tempo newtoniano-materico siano ormai cambiate.
Già nel Web lo Spazio tende a Infinito, ovvero a ogni possibile punto raggiungibile con i segnali digitali; per contro il tempo di accesso, riproducibilità, veicolazione, etc… tende a Zero e conseguentemente la velocità tende anch’essa a Infinito. Queste caratteristiche hanno reso il Web uno Stargate. Quando lo attraversiamo il nostro corpo digitale, fatto di sequenze zero-uno, si trasferisce nella nuova dimensione come se transitasse dallo “specchio di Alice”. È ovvio che così come per vagabondare nel cyberspazio si ha bisogno di un corpo digitale, per assumere informazioni e prendere decisioni in tale dimensione si ha bisogno di una “cosiddetta Intelligenza” che sia all’altezza di gestire Spazi e velocità infiniti e tempi che tendono a Zero. In realtà tale intelligenza si configura attualmente come un super linguaggio, in parte autoapprendente, che grazie alla potenza di calcolo applicata produce sintesi a velocità infinita e gestisce memoria tendenzialmente infinita, in tempi che tendono a zero. MERAVIGLIOSO NOOO?
Non facciamoci illusioni tutto ciò costa e costerà, non solo ai proprietari che infatti duellano a colpi di miliardi di dollari, ma anche alle popolazioni e all’ambiente, perché viste le potenze energetiche impiegate – si parla di supercomputer da 500 MegaWatt che fanno milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo – l’AI consuma in poche ore quello che serve a illuminare cittadine di media grandezza. Nonché miliardi fiumi d’acqua (20 miliardi di litri nel 2022 – Fonte “Sole 24 Ore” del 25.1.2025)
6 considerazione – I Dati
Come tutti sanno ormai per “alimentare e far crescere un sistema AI” ci vogliono quelli, che in modo ultrasemplificato si chiamano Dati, ovvero centinaia di miliardi di documenti e informazioni anche riservate. I programmatori pertanto devono dare in pasto ai supercomputer oceani di testi scritti e montagne di foto, registrazioni audio e immagini in movimento e grafiche 2D e 3D. Tutti questi cosiddetti Dati – udite udite – sono stati prelevati bellamente dagli archivi nei quali erano confluiti nei secoli – tra questi si contano soprattutto i dati che abbiamo fornito e continuiamo a fornire ai social network – e sono stati anche prelevati dalle biblioteche accessibili, dalle videoteche e dal web tutto in ogni lingua … la domanda però è: ma Qualcuno ha chiesto il permesso ai proprietari originali dei dati e agli aventi diritto sulla proprietà intellettuale.
La risposta è NI tendente a una grande percentuale di NO. Laddove hanno potuto i programmatori e proprietari dell’AI hanno razziato documenti, volti, voci, disegni, videoclips e quant’altro senza interpellare nessuno né pagare il dovuto. E questo è un ulteriore bell’esempio dell’Etica dei proprietari di AI. Si stima comunque che se avessero pagato il copyright a ogni avente diritto i soldi non sarebbero bastati neanche per debuttare.
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In conclusione, la Vulgata ci invita a guardare con gli occhi del vitello questo aspetto della grande rivoluzione tecnologica che darà una nuova forma alla vita sulla Terra, mentre il vate del World Economic Forum, Yuval Harari, tutto contento auspica che l’AI scriva presto una nuova Bibbia e unifichi ogni visione transumanista. Ma noi, massa indistinta di consumatori finali, siamo proprio sicuri che quel futuro progettato da AI sarà meglio di quello che abbiamo conosciuto finora?
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