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sinistra

La falsa coscienza dell'Occidente e il mito della caverna

di Antonio Castronovi

Quanti commenti ipocriti sul suicidio del ministro dei Trasporti russo! Nessuna riflessione sulle circostanze e sul grave e ignominioso atto d'accusa che pendeva sulla sua testa e sul suo onore: corruzione e omissione della difesa dei cittadini della regione di Kursk quando lui ne era Governatore. Può avere sulla sua coscienza la morte di migliaia di cittadini innocenti che hanno perso la vita con l'invasione Nato-ucraina di un anno fa per la mancata predisposizione delle linee di difesa dei confini a cui doveva sovraintendere. In tempi di guerra si tratta di alto tradimento e di una accusa terribile e infamante. Può non aver retto all'onta del disonore pubblico e dal ² disprezzo di cui sarebbe stato giustamente inondato durante un processo. Macché! Apriti cielo! È stato Putin che elimina così i suoi nemici e oppositori! È un criminale e un despota! La Russia è un paese di schiavi! Mai vivrei in Russia!

Si vede che siamo un paese senza memoria ! Un paese cinico e senza pudori. Senza alcuna consapevolezza della sua storia. Sia a destra che a sinistra si considera Putin un omicida seriale, in un paese, la Russia, dove se ti opponi al potere ti garantisci una brutta fine, al di là di una valutazione specifica e circostanziata dei fatti. Spesso contro ogni evidenza logica e razionale, e senza prove materiali e documentabili. La propaganda occidentale è molto abile nella costruzione del "mostro" come parte della guerra psicologica per delegittimare moralmente i suoi nemici, per togliere loro ogni manto di umanità e giustificare le proprie guerre di sterminio in nome dell'Umanità agli occhi della opinione pubblica occidentale.

Tutto già visto in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Siria, in Jugoslavia. Ma la Storia non ha scolari diceva Gramsci, e non ha insegnato nulla alla nostra presunta libera opinione pubblica.

Me ne rammarico innanzitutto per, si fa per dire, la presunta intellighentia democratica e di sinistra che ha smarrito la sua funzione di guardiano del libero pensiero critico, di promotore della ricerca della verità e di custode della memoria storica. Gramsci è morto e sono morti anche i suoi sedicenti eredi, morti nello spirito , zombi viventi senza più coscienza alcuna della realtà e della verità.

Una realtà, la nostra, che dovrebbe ricordarci che non viviamo nel paese delle libertà, ma nel paese che ha vissuto tragedie dimenticate, omicidi di oppositori al Potere oscuro, di suicidi al caffè corretto, di stragi di cittadini innocenti per mani innominabili. Siamo il paese di Salvatore Giuliano, di Pisciotta e della strage di Portella della Ginestra, di Enrico Mattei, di Aldo Moro, delle stragi di Piazza Fontana e di Bologna, di Ustica, degli omicidi di Dalla Chiesa, di Pio La Torre, di Falcone e Borsellino, dei suicidi al caffè in carcere di Pisciotta e di Sindona e senza nominare tutte le vittime di mafia e del terrorismo a guida Nato-atlantica. Tutti questi eventi delittuosi non hanno ancora un colpevole e un mandante certi. Si indaga ancora per svelare delle verità indicibili.

Di fronte a questa storia il pudore e la cautela nel commentare fatti come questo in Russia sarebbe d'obbligo, come sarebbe d'obbligo giudicare con più rispetto per la verità una figura come quella di Putin, ricordandoci che se non siamo ancora precipitati nel fuoco della guerra totale, ardentemente desiderara dai circoli oltranzisti della NATO e della UE, lo dobbiamo proprio a lui e alla sua capacità di non cadere nelle continue provocazioni orchestrate dal Potere Oscuro e malefico dei Signori della Guerra che governano l'Occidente.

Un Occidente che assiste compiaciuto agli omicidi israeliani di personale politico e civile dei suoi nemici, per non parlare del suo finto dolore per le stragi di decine di migliaia di innocenti palestinesi a Gaza, mentre continua a rifornire Israele di armi omicide. Un Occidente che continua a mostrificare i suoi avversari e a giustificare i suoi crimini costruendo una opinione pubblica a sua immagine e somiglianza, senza una vera resistenza e opposizione. Ecco. Forse è per nutrire questo senso di colpa, la nostra coscienza infelice, che ci siamo attribuiti il ruolo di oppositori esterni dei nemici delle oligarchie occidentali, accusati di essere autarchie e dittature disumane? Che ci siamo assunti il ruolo di portatori e difensori della civiltà e della libertà per quei popoli che sarebbero incapaci di conquistare da soli?

E se la realtà fosse invece rovesciata? Se quelli che avrebbero bisogno di essere liberati fossimo invece proprio noi? Se fossimo noi dalla parte sbagliata della verità? Se i liberi fossero in realtà quelli che noi consideriamo prigionieri di feroci e in realtà false dittature? Se fossimo noi invece confinati in una Matrix e vivessimo in una moderna caverna platonica dove la realtà che viviamo e percepiamo fosse falsa?


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