Abbiamo già scritto nelle nostre pagine perché la “scuola di Valditara” è lungi, al di là dell’enfasi patriottica con cui è rappresentata dal Ministro, dal prendere sul serio la questione identitaria, per noi questione serissima (Cantaro, 2024). In questo numero – incentrato sulle “Nuove indicazioni nazionali del primo ciclo d’istruzione” – torniamo lungamente sul tema, sottolineando con ancor più forza come essa si inserisca in un processo di lunga data di de-costituzionalizzazione del sistema dell’istruzione. Il formale omaggio alla Carta costituzionale di Giuseppe Valditara non sposta di una virgola il nostro giudizio. Accresce la confusione e alimenta, altresì, le confuse risposte dei cosiddetti detrattori dei lavori della Commissione Perla.
La Bibbia presa sul serio
Dire semplicemente no all’introduzione nei programmi scolastici dello studio della Bibbia e del latino e opporsi alla cancellazione della geostoria non significa niente o, peggio, apre a una discussione da bar dello sport che non fa bene a nessuno. Non fa bene a insegnanti, a studenti, a famiglie. Non fa bene all’Italia. La bibbia, il latino, la geostoria non possono essere agitati come slogan “l’un contro l’altro armati”. Vanno presi sul serio. Soprattutto va preso sul serio il loro uso in generale e il loro uso in particolare, nelle aule scolastiche. Sulle nefande conseguenze dell’uso catechistico della Bibbia abbiamo già dato. Il libro, ancor più venduto in tutti i Continenti, è oggi considerato dalla grande parte della popolazione il libro più noioso al mondo.