Fai una donazione
Questo sito è autofinanziato. L'aumento dei costi ci costringe a chiedere un piccolo aiuto ai lettori. CHI NON HA O NON VUOLE USARE UNA CARTA DI CREDITO può comunque cliccare su "donate" e nella pagina successiva è presente (in alto) l'IBAN per un bonifico diretto________________________________
- Details
- Hits: 5670
I segreti del Bitcoin
Intervista a Christian Marazzi
Dal numero speciale di "Primo Maggio"
Il “Guardian”, giornale molto attento alle storture del mondo finanziario, scrive: “Il Bitcoin è la prima e la più grande ‘criptovaluta’, un bene digitale negoziabile decentralizzato. Se si tratti di un cattivo investimento è la domanda da 97 miliardi di dollari (letteralmente, poiché questo è il valore corrente di tutti i Bitcoin in circolazione). Il Bitcoin può essere utilizzato solo come mezzo di scambio e in pratica è stato sinora molto più importante per l’economia sommersa di quanto non sia stato per la maggior parte degli usi legittimi. La mancanza di una qualsiasi autorità centrale rende il Bitcoin notevolmente resiliente alla censura, alla corruzione ovvero alla regolamentazione. Ciò significa che ha attirato una serie di sostenitori, dai monetaristi libertari che amano l’idea di una valuta senza inflazione e senza una banca centrale, agli spacciatori di droga a cui piace il fatto che sia difficile (ma non impossibile) fare risalire una transazione in Bitcoin a una persona fisica”. Tu che ne pensi?
Questa del “Guardian” mi sembra una buona sintesi di cosa sia il Bitcoin come, più in generale, di cosa siano le criptomonete oggi in circolazione. Ce ne sono ormai 1500, per un valore totale di mercato pari a qualcosa come 540 miliardi di dollari. Malgrado le denunce di “frode” o di “lavaggio di denaro sporco”, specie per i Bitcoin, si tratta ormai di un fenomeno impossibile da ignorare.
- Details
- Hits: 3766
A partire da L’imperialismo globale e la grande crisi
Carla M. Fabiani intervista Ernesto Screpanti1
Pubblicato su “Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane", n° 2/2017, licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0
Premessa
Presentiamo all’attenzione dei lettori di Materialismo storico un’intervista a Ernesto Screpanti a proposito del suo libro L’imperialismo globale e la grande crisi (1). L’autore ci offre una ricostruzione assai chiara, documentata ed esaustiva dell’ormai classico concetto marxista di imperialismo, rilevandone al contempo l’evoluzione sia nell’ambito della storia mondiale contemporanea che in quello della teoria economico-politica.
Screpanti sostiene che oggi sia finalmente visibile a occhio nudo, anche sul piano meramente empirico, la predominanza di una forma di capitale essenzialmente multinazionale e liberoscambista, rispetto al capitale monopolistico, nazionale e mercantilista caratteristico del Novecento.
Un predominio questo che tuttavia non va considerato meramente come esito del processo storico di globalizzazione del capitalismo, ma anzi, come condizione trascendentale, se non addirittura proprio come condizione di esistenza del capitalismo stesso, in quanto processo tendenzialmente illimitato di accumulazione ovvero di riproduzione allargata, secondo la celebre definizione marxiana per cui il capitale produce essenzialmente capitale e lo fa nella misura in cui produce plusvalore.
Il riferimento teorico principale è Marx, citato a più riprese, laddove sostiene che il capitale tenderebbe inesorabilmente al cosmopolitismo della produzione, tramite l’estensione del mercato mondiale per mano borghese.
- Details
- Hits: 1853
Spigolature dal conflitto mondiale
di Piotr
Nessun dualismo di potere può durare troppo a lungo. Qualcosa dovrà succedere. Uno show-down. Dio ci protegga da questo show-down
Molte voci indipendenti confutano il dramma scritto e rappresentato negli UK sull'avvelenamento della ex spia Sergey Skripal e di sua figlia Yulia.
La prima voce è quella dell'agenzia dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC o OPCW in Inglese) che nel settembre dello scorso anno ha dichiarato di aver rigorosamente verificato la completa distruzione dell'intero programma russo di armi chimiche, compresa la produzione di agenti nervini, con un particolare richiamo alla base di Kizner, oggi tirata in ballo dal governo May.
Questa dichiarazione fu allora sottoscritta anche dagli Inglesi che adesso però la contestano, per ovvi motivi, guadagnandosi i rimproveri del direttore generale dell'OPAC.
Al contrario si sa che gli UK hanno riprodotto il gas nervino di epoca sovietica, presso il Porton Down’s Defence Science and Technology Laboratory.
Lo ha ricordato l'ex diplomatico Craig Murray, una vita nel Foreign Office, e noto per le sue posizioni anti-russe (ad esempio sulla Crimea) che però, evidentemente, non vuole far precipitare sotto la soglia di una minima decenza.
Murray ha portato questi elementi di ragionamento:
1) La Russia non ha più la possibilità di produrre questi agenti; inoltre la struttura dell'agente nervino usato è dubbia. Dovrebbe essere il “Novichok” (nome sconosciuto in Russia) ma l'unico suo punto di produzione, l'Uzbekistan, è stato smantellato proprio da una ditta americana.
- Details
- Hits: 1758
Reddito di cittadinanza nel paradigma dell’occupabilità
di Carmine Tomeo
Il reddito di cittadinanza può offrire strumenti per l’emancipazione di classe, per la sua ricomposizione e per una coscienza conflittuale?
Quale che sia l’opinione che si ha sul reddito di cittadinanza, quello descritto nella proposta del Movimento 5 stelle risulta abbastanza lontano da ciò che comunemente si immagina parlando di questa misura.
Al di là di questo aspetto, certo non ininfluente rispetto al dibattito sul reddito di cittadinanza, ma comunque non prioritario, può essere utile ed interessante sviluppare un ragionamento sulla relazione che può venirsi a determinare tra l’erogazione di un tale sussidio e le condizioni di occupabilità che di fatto sottendono tutte le forme di reddito di cittadinanza finora applicate ed alcune di quelle concretamente ipotizzate. Altre ipotesi, invece, vorrebbero un reddito completamente sganciato dal lavoro, sostenendo la tesi dell’uomo liberato dal lavoro.
Qui, però, interessa mettere in relazione l’ipotesi di un reddito di cittadinanza con il concetto di occupabilità. Tale concetto non è secondario, in quanto rappresenta un salto di paradigma rispetto alle politiche sul lavoro che perseguivano la piena occupazione. La centralità delle politiche per il lavoro non è più riservata all’occupazione della forza-lavoro, ma alla messa a disposizione di forza-lavoro erogabile in base alle necessità d’impresa.
È un passaggio qualitativo importante, perché indebolisce ulteriormente i lavoratori rispetto al proprio antagonista di classe: il capitalista. E di fronte a tale salto, occorre capire se misure come il reddito di cittadinanza possano offrire strumenti, se non per l’emancipazione di classe, almeno per dare impulso ad “una ricomposizione sociale e di coscienza conflittuale”, come ad esempio sostiene Fumagalli tra le sue 10 tesi sul reddito di cittadinanza.
- Details
- Hits: 6240
Note provvisorie per una Teoria della Rivoluzione
di Roberto Fineschi*
Pubblicato su “Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane", n° 2/2017, licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0
In questa relazione vorrei iniziare a indagare, in maniera problematica e necessariamente provvisoria, un tema radicale, che sta forse alle spalle della riflessione sugli eventi dell’Ottobre 1917, vale a dire il significato stesso del concetto di “rivoluzione”. È possibile ricostruirne una teoria tanto in termini generali quanto in termini più specifici relativamente al passaggio dal modo di produzione capitalistico a una società futura?
Quanto segue costituisce solo una riflessione di carattere preliminare; le domande sono più delle risposte. Per trovare le risposte, bisogna però partire dalla domande giuste; spero che questo contributo possa essere di qualche aiuto in questo senso.
1. Che cosa significa “rivoluzione”?
In termini marxiani, si tratta di una trasformazione che implica una ridefinizione dei rapporti di produzione e distribuzione sulla base di un nuovo modo di produzione e delle relative forme di rappresentazione e consapevolezza di tale processo da parte degli attori coscienti. Questo cambiamento può essere il risultato di un processo politico consapevolmente gestito dagli attori sociali, che oltre ad essere agiti dalle tendenze obiettive, le “agiscono”, se mi si consente la sgrammaticatura. Alcune possibili domande, quindi, sono:
- Quando ci sono state effettivamente rivoluzioni strutturali?
- Quando le rivoluzione strutturali sono state risultato di soggetti consapevoli che si erano posti quello scopo?
- Quale evento storico “rivoluzionario”, a detta dei suoi promotori, ha effettivamente portato a una rivoluzione strutturale?
- Viceversa, quale rivoluzione strutturale è avvenuta a prescindere dalla consapevolezza dai suoi realizzatori materiali?
- Details
- Hits: 2057
Il diniego della sconfitta
Comunicazione e manipolazione della verità
di Marco Nicastro
Qualche giorno fa, invitato come ospite al programma tv Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber, il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha fatto una serie di affermazioni che hanno attirato la mia attenzione e mi hanno indotto a riflettere ulteriormente su uno dei mali del nostro tempo: la concezione essenzialmente strumentale della comunicazione.
Marco Damilano, ospite assieme a lui per il dibattito, da preparato giornalista qual è esordisce acutamente chiedendo: «Ministro, lei che giudizio dà della sconfitta elettorale prima ancora di dire cosa facciamo domani? Perché il PD ha perso 5 milioni di voti rispetto alle Elezioni Europee del 2014 e addirittura 6 milioni rispetto al periodo di Veltroni? […] Lei, intanto, come si è spiegato questa confitta?». Il Ministro, dopo una veloce disamina sulla crisi della Sinistra europea, che non avrebbe saputo proteggere le classi più deboli dall’inevitabilità della globalizzazione, si sofferma sullo specifico caso italiano e dice: «Noi abbiamo dato la sensazione di essere un Governo che era molto vicino all’eccellenza: io stesso dicevo, quando era viceministro, “l’Italia ce la fa, l’export va bene” e lo abbiamo fatto anche con una certa dose di protervia e di arroganza, del tipo “noi abbiamo risolto i problemi del paese e guardiamo avanti”». Sebbene Calenda rivendichi poi le scelte politiche del Governo, dice anche: «Quello che però penso vada cambiato profondamente è prima di tutto il modo di parlare al Paese […] la Sinistra non deve essere più il partito delle certezze granitiche nella bellezza del futuro […] tutta questa è una retorica che è finita.
- Details
- Hits: 2398
Decoro, biopotere e nuove forme di governamentalità
Ettore Casellato intervista Carmen Pisanello
Carmen Pisanello, col suo libro In nome del decoro. Dispositivi estetici e politiche securitarie (Ombrecorte 2017), indaga la nascita, gli scopi e le articolazioni della retorica securitaria, evidenziando il ruolo che i social media hanno e hanno avuto nella creazione dell’immaginario della paura. Pubblichiamo qui un’intervista fatta da Ettore Casellato (attivista del centro sociale Django di Treviso) a margine della presentazione del suo saggio avvenuta il 25 febbraio al Django. Il suo libro e questa intervista possono essere un buon strumento di analisi di quei dispositivi estetici che, come dimostrano i Decreti Minniti o le ordinanze di approvazione del Daspo Urbano, sono divenuti l’agenda politica di tutto il corpo politico italiano. Carmen Pisanello fotografa secondo me un elemento importante. Nell'imporsi della retorica securitaria agisce un principio d’individualizzazione molto pericoloso, quello per cui la governamentalità cerca di separare e isolare gli individui e i luoghi. Così, lo straniero è diverso dall'italiano, il senza fissa dimora dal borghese e conseguentemente sono diversi i luoghi (ex)pubblici a cui possono avere accesso. Questo principio, oltre a facilitare la “normalizzazione” delle persone, minaccia fortemente la socialità, l’aggregazione e le comunità, che sono la base di qualsiasi percorso di lotta e rivendicazione. È un’idea chiaramente fascista di intendere la città e i luoghi pubblici, più o meno esplicitamente nascosta dietro le campagne sul degrado e il decoro.
* * * *
Nel primo capitolo del tuo libro individui nella retorica della difesa e della sicurezza la soluzione che la classe politica fornisce alla complessità della contemporaneità. Ci puoi spiegare come nasce questa retorica e quale ruolo hanno avuto i social media nella sua costruzione?
- Details
- Hits: 2710
Il "socialismo" eclettico e piccolo-borghese di Alessandro Visalli
Postille a una controreplica
di Eros Barone
In questa risposta alla controreplica di Alessandro Visalli concernente la mia critica al suo articolo sui fatti di Macerata1 , procederò isolando le frasi in cui egli concentra la sua anticritica e cercherò di contribuire sia ad una migliore conoscenza del modo in cui si pone il problema dell’immigrazione in un contesto imperialistico sia ad una conseguente pratica internazionalista del movimento di classe sia, ‘last but not least’, alla formazione teorica delle nuove generazioni di militanti comunisti. Va da sé che ringrazio Visalli per aver dedicato grande attenzione alle critiche che io e Mario Galati abbiamo avanzato nei confronti della sua analisi, del suo apparato categoriale e delle sue conclusioni, che però differiscono in notevole misura dalla teoria marxista e dal materialismo storico.
Visalli, riferendosi alla questione dell’ortodossia, scrive quanto segue:
Ovviamente confermo di buon grado la sua [di Eros Barone] ortodossia e confesso, il capo cosparso di cenere, la mia cultura borghese. Ciò detto, amico mio e compagno (scusa), credo anche io che il socialismo sia la soluzione.
La questione dell’ortodossia, come ha chiarito correttamente György Lukács, riguarda il metodo e i princìpi, ragione per cui è legittimo che Marx abbia cambiato idea su questa o quella questione (ad esempio, sulla Comune di Parigi, sulla democrazia borghese o sulla possibilità di una conquista pacifica del potere politico), mentre è incontrovertibile che non ha mai cambiato idea su questioni di principio concernenti i fondamenti della teoria e della metodologia del materialismo storico e del socialismo scientifico.
- Details
- Hits: 2194
Indietro non si torna: elaborazione, prassi, unità di classe
di Autori Vari*
Le prospettive per potere al popolo all’indomani delle elezioni
I risultati elettorali e le scelte dei “nostri”
Le elezioni del 4 Marzo hanno portato la sinistra di classe e i comunisti a una dimensione marginale mai vista nella storia della Repubblica. Dalla nostra destra, questo risultato viene usato strumentalmente per tornare a proporre l’unità generica della sinistra, genericamente antiliberista o, peggio, socialdemocratica europeista. Da sinistra, il risultato ottenuto viene attaccato per la presunta inadeguatezza, in particolare della lista Potere al Popolo (PaP da ora), a leggere adeguatamente la fase storica che la classe lavoratrice sta vivendo.
Registriamo la tenuta dell’affluenza, il ridimensionamento dei partiti europeisti e il forte consenso alle forze “populiste” come un segno di ribellione nel nostro Paese tra le classi popolari, non ancora del tutto passive e omologate, ma al contempo soggiogate alla dialettica in seno alle classi borghesi.
A livello generale, il risultato ha reso molto chiaro uno spostamento a destra dell'elettorato, ora su posizioni tendenzialmente anti-establishment e anti-europee, ma anche con venature fortemente antidemocratiche, razziste e xenofobe. Questo è un cambiamento culturale e delle coscienze che non è avvenuto il giorno delle elezioni, ma che si è sviluppato nel tempo.
- Details
- Hits: 1651
Neuropaesaggi digitali
Rizosfera intervista Tony D. Sampson
Questo articolo esce anche sul sito di Obsolete Capitalism, che ringraziamo
Partiamo dal tuo primo libro pubblicato nel 2009, The Spam Book da te curato in collaborazione con Jussi Parikka. Si tratta di una antologia che riunisce diversi autori che si cimentano, come recita il sottotitolo, con ‘la faccia oscura della tecnologia’. Perché sentivi l’impellenza di indagare, al tuo debutto come autore e curatore, il lato malvagio della cultura digitale? Lo spam vissuto come intruso, eccesso, minaccia, anomalia – ma anche come opportunità. Lì incontri il virus, cioè il paradigma della ‘devianza elettronica’ che dal 2009 in poi, accompagna spesso il tuo itinerario di ricerca…
Ricordo che io e Jussi immaginavamo, scherzando, The Spam Book come un’antitesi di Road Ahead di Bill Gates, ma la nostra prospettiva del lato oscuro non era tanto quella di un lato negativo e «malvagio». Ci siamo focalizzati su oggetti digitali che altrimenti erano oscurati dai discorsi sulla sicurezza e sul panico epidemiologico che li rendevano «malvagi». Dunque la nostra introduzione, in realtà, mirava a sfidare questa discorsività degli oggetti malvagi; questi sono oggetti anomali ed eventi che sembrano turbare le norme dei network corporate. Stavamo cercando anche di allontanarci dalla sintassi linguistica del virus biologico, che ha definito al tempo gran parte del dibattito sul contagio digitale, intrappolando l’anomalia digitale nella metafora biologica dell’epidemiologia e del neo-darwinismo.
- Details
- Hits: 2560
GTT Torino, dietro la rivoluzione Appendino solo tagli
Ecco i motivi che ci costringono al conflitto
di RSU USB Lavoro Privato GTT Torino
La crisi finanziaria dell’azienda che garantisce il trasporto pubblico urbano ed extraurbano nel torinese, GTT, quasi 5mila dipendenti, è una delle maggiori patate bollenti che Chiara Appendino ha trovato sulla sua scrivania di sindaca eletta ormai quasi due anni fa. Problema aggravato da un’inchiesta della magistratura che l’anno scorso ha colpito i vertici societari, accusati di un falso in bilancio da circa 20 milioni di euro. Ma da gennaio, con l’approvazione del piano industriale 2018-2021, per la sindaca Appendino è iniziata la ‘Rivoluzione GTT’. “Ecco come rilanciamo il trasporto pubblico” è il sottotitolo dell’articolo pubblicato dalla sindaca sul suo blog, con tanto di video esplicativo di un minuto, hasthtag (#Torinoriparte) e citazione finale a effetto: “Le persone che dicono ‘non si può fare’ sono parte del problema. Anzi sono esse stesse il problema” (Mikael Colville-Andersen).
Centinaia di nuovi mezzi, una riorganizzazione delle linee al servizio del cittadino, un miglioramento della qualità dell’aria grazie ai nuovi tram e ai bus ecologici sono i punti su cui l’amministrazione 5 Stelle centra la presentazione del piano. PuntoCritico ha analizzato il piano per capire se sia effettivamente tutto rose e fiori.
- Details
- Hits: 2786
Il movimento del ’77 in Italia
di Visconte Grisi
Il movimento del 77 è stato un fenomeno pressoché esclusivamente italiano, e ha un tempo breve, di circa un anno o poco più, inizia cioè coi primi movimenti del “proletariato giovanile” nel 76, scoppia con la cacciata di Lama dall’università di Roma nel febbraio 77 e l’insurrezione di Bologna nel marzo 77 seguita dalla grande manifestazione di Roma e praticamente finisce con il convegno contro la repressione sempre a Bologna nel settembre 77. Tutto ciò ha spinto alcuni a teorizzare una “anomalia italiana”, vale a dire l’anomalia di un paese in cui la formazione del capitale è stata sempre storicamente più debole che negli altri paesi capitalisticamente sviluppati e che viene colto dalla crisi in una fase complessa di crescita e di modernizzazione, attraversata tuttavia da ampie persistenze di fasce di arretratezza oltre che da antiche tradizioni di rivolta popolare.
Tutto ciò è certamente, almeno in parte, vero. Tuttavia non si può dimenticare che, intanto, il movimento aveva alle spalle e si poneva in stretta continuità con le lotte operaie contro il lavoro, contro il cottimo, prima, contro i tempi della catena di montaggio , poi, che avevano comunque portato a un clima di maggiore “libertà” in fabbrica. Non c’è dubbio che l’ “operaio massa” in quel periodo abbia speso le sue migliori energie nella lotta contro il dispotismo di fabbrica, ottenendo anche dei notevoli successi, come è noto.
- Details
- Hits: 1985
A volte ritorna. Il dibattito su reddito di cittadinanza e simili, prima della crisi
di Redazione
Il successo del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni ha riportato all'attenzione dei giornali la proposta sul reddito di cittadinanza. Riportiamo una serie di articoli pubblicati da "il manifesto" nel 2006 sul basic income e sulle forme simili di sostegno al reddito, gentilmente segnalata da Riccardo Bellofiore. Il dibattito parte da un articolo di Giovanna Vertova del 4 giugno 2006. Seguono interventi di Fumagalli-Lucarelli; Masi; Bricchi; Sacchetto-Tomba; Morini; Chainworkers; Bellofiore-Halevi; Tajani; Gambino-Raimondi; Valentini; Ciabatti; Freschi.
* * * *
Il manifesto - 4 giugno 2006
Giovanna Vertova (*)
È uscito recentemente il libro Reddito garantito e nuovi diritti sociali, frutto di una ricerca dell’Assessorato al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio. L’idea è di offrire delle linee guida alle amministrazioni regionali che intendono proporre forme di basic income. Il volume è importante per due motivi. Formula una proposta politica precisa di reddito garantito, all’interno di una visione più complessa che mira alla revisione ed all’aggiornamento di un sistema di welfare per adeguarlo al nuovo capitalismo flessibile. Fornisce, inoltre, una dettagliata analisi di simili iniziative a livello europeo.
- Details
- Hits: 2540
Ripensare i fondamenti per la sinistra: ‘libertà’
di Alessandro Visalli
Gianpasquale Santomassimo, recentemente, ha scritto nel tempio della sinistra-sinistra mainstream, Il Manifesto, che dopo questa sconfitta epocale “senza ripensare tutto sarà impossibile ripartire”. Come scrive Fabrizio Marchi su l’Interferenza, ha proprio ragione.
Ma ripensare tutto, che significa?
Bisognerebbe intanto capire meglio che cosa designiamo con ‘sinistra’, perché in essa convergono tradizioni e culture non sempre compatibili, ed in particolare bisognerebbe riguardare alla storica opposizione tra ‘liberalismo’ e ‘socialismo’ ed alle loro reciproche ragioni; da questo angolo ripensare alla differenza tra ‘cosmopolitismo’ e alle ragioni, non tutte innocue, per le quali alcuni socialismi e pressocché tutte le sinistre oggi lo sposano (anche se a volte sotto l’etichetta di ‘internazionalismo’, che a guardare l’etimo ha la potenzialità di avere diverso significato). Su questo sentiero si incontra da una faccia diversa lo stesso europeismo, progetto storicamente essenzialmente liberale, e spesso della versione di destra di questo. E si incontra anche l’universalismo: specificamente quella versione intrecciata all’utilitarismo che sta alla radice, non vista, della presunzione di beneficio globale da attribuire alla libertà di movimento, dunque alle immigrazioni/emigrazioni senza limiti.
- Details
- Hits: 4114
Stati Uniti e Cina nell’era Trump
di Maurizio Scarpari
L’irrompere sulla scena di Donald Trump ha prodotto grande sconcerto e uno scompiglio istituzionale di dimensioni impensabili negli Stati Uniti e nel mondo, mettendo in discussione la validità e la solidità del modello di governance occidentale e del concetto stesso di democrazia.[1] Per molti, la politica riconducibile allo slogan “America First” e l’arrogante determinazione con cui viene portata avanti starebbero minando la reputazione e la posizione dominante dell’America nel mondo, favorendo la Cina, pronta a cogliere ogni opportunità per promuovere le proprie relazioni economiche e migliorare la propria immagine internazionale, proponendosi come potenza consapevole delle proprie responsabilità, rispettosa delle regole internazionali e fautrice di un nuovo ordine in grado di rispondere alle esigenze di un mondo sempre più interconnesso e globalizzato.[2]
Ci si chiede se stiamo assistendo al declino degli Stati Uniti e, più in generale, dell’Occidente in favore di una Cina destinata a diventare entro il 2050 il “grande paese socialista moderno, prosperoso, forte, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e bello”[3] di cui ha parlato con orgoglio Xi Jinping in apertura del 19° Congresso del Partito comunista cinese (Pcc) nell’ottobre 2017 come alcuni sostengono, o se sta avvenendo, piuttosto, un semplice riposizionamento funzionale al mantenimento dello status quo.
- Details
- Hits: 3455
Per la rivoluzione e per la controrivoluzione: Gramsci e Gentile
di Emiliano Alessandroni*
Nei Quaderni del carcere, allorché si trova a illustrare il concetto di unità tra teoria e pratica, e tra storia e filosofia, Antonio Gramsci insisterà più volte sull'affermazione di Engels secondo cui, non già una corrente culturale, ma il proletariato tedesco in carne e ossa sarebbe l'autentico «erede della filosofia classica tedesca»1. Quelle spinte universalistiche che lo sviluppo, ancorché critico, dell'Aufklärung avevano sprigionato, sotto l'influsso di un evento di portata mondiale come quello della Rivoluzione Francese, trovavano ora una nuova incarnazione nelle lotte di classe ai tempi di Engels e in un'altra Rivoluzione dagli effetti planetari, come presto fu quella dell'Ottobre, ai tempi di Gramsci.
Diametralmente opposto, a tal proposito, risulta il giudizio di Giovanni Gentile. Per questi, tutte le lotte ingaggiate dai ceti subalterni per acquisire diritti sociali e i tentativi di sollevazione da parte delle masse popolari, costituiscono una forza anetica e materialistica suscettibile di disgregare lo spirito statale. Egli condanna quest'ascesa a partire dal superamento delle restrizioni censitarie nel suffragio, affermando che con l'estensione del diritto di voto «il potere centrale dello Stato» si è visto «indebolito, piegato al vario atteggiarsi della volontà popolare attraverso il suffragio popolare»2.
- Details
- Hits: 3482
La società italiana dopo dieci anni di crisi
di Leonardo Mazzei
Pubblichiamo l'inchiesta di Leonardo Mazzei presentata alla II. Assemblea del Movimento Popolare di Liberazione-Programma 101 svoltasi il 10 e l'11 marzo
Premessa: le dinamiche di fondo di una globalizzazione in crisi ed il nodo europeo
La globalizzazione è in crisi, ma non per questo i suoi tremendi effetti sociali stanno venendo meno. Riduzione dei salari, disoccupazione, precarietà, delocalizzazioni. Tutti questi mali non sono certo soltanto italiani. Ciò vale pure per le conseguenze di tali cambiamenti strutturali, dalle minori tutele sindacali all'innesco di una continua "guerra tra poveri", alimentata anche dai flussi di forza-lavoro straniera.
Quel che peggiora ulteriormente la situazione del nostro Paese è l'austerità imposta dall'Unione Europea e dalle regole del "Dio Euro" cui tutto dev'essere sacrificato. Nell'esaminare, sia pure in maniera molto sintetica, i cambiamenti intervenuti in questi 10 anni di crisi, è perciò necessario considerare innanzitutto il peso delle scelte politiche derivanti dall'appartenenza - oltretutto in posizione subalterna - alla gabbia eurista.
1. Austerità e povertà in Italia
L'aumento della povertà in Italia è semplicemente drammatico. Le fredde statistiche non possono dirci tutto, ma certamente aiutano a capire il fenomeno. Quelle di Istat ed Eurostat raggruppano i diversi tipi e gradi di povertà in tre categorie: a) le persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, b) le persone in situazione di grave deprivazione materiale, c) i poveri assoluti.
- Details
- Hits: 2844
Intelligenza Artificiale e Capitale
di Tomasz Konicz
Nella Singolarità attesa con ansia alla Silicon Valley, emerge il soggetto automatico
"Quello a cui stai giocando, può arrivare al 2° livello?"
(Nick Land)
L'umanità, è pronta a servire devotamente i robot, che ben presto saranno fra noi? Questa domanda, che spesso appare nei prodotti-spazzatura dell'industria culturale, potrebbe ben presto diventare abbastanza reale, secondo quella che è l'opinione di molti critici della ricerca sull'Intelligenza Artificiale (AI). Nel caso che i robot volessero ancora governare l'umanità - e non decidessero di volersi liberare rapidamente di questi irritanti "sacchi di carne", facendo uno spietato remake del film Terminator.
Le voci che ci mettono in guardia circa la ricerca, in gran parte non regolamentata, sull'Intelligenza Artificiale, che viene svolta nei laboratori delle grandi imprese internazionali nel campo dell'alta tecnologia, ultimamente sono sempre più ascoltate - e provengono da una vasta gamma di figure di spicco della comunità scientifica e tecnologica. [*1]
Per Stephen Hawking, fisico noto a livello mondiale, la scoperta qualitativa cruciale avvenuta relativamente alla ricerca sull'Intelligenza Artificiale - a cui ci si riferisce spesso, nell'ambito dell'Intelligenza Artificiale, con il termine di "Singolarità" - potrebbe coincidere con la "fine dell'umanità". [*2] Essa «si distinguerebbe da sé sola, si modificherebbe ad una velocità sempre più crescente. Gli esseri umani, limitati dall'evoluzione biologica, non potrebbero competere con essa e verrebbero eliminati».
- Details
- Hits: 2663
Hikikomori e altri orrori
Il vuoto incombente di un presente senza futuro
di Mario Lupoli
«Può darsi che, per il condannato a morte, l'ultimo spazio di tempo che gli rimane passi così, inarrestabile e inutilizzato» (T. W. Adorno).
«Chi ha visto delle maschere a una festa da ballo danzare amichevolmente insieme, e tenersi per mano senza conoscersi, per lasciarsi subito dopo, senza più rivedersi né rimpiangersi, può farsi un'idea di quel che è il mondo» (L. de Clapiers).
La porta sempre chiusa separa da una stanza in penombra. L’unica luce che svela qualcosa è quella blu del PC, in collegamento con il mondo virtuale. A terra il vassoio con gli avanzi di un pasto consumato distrattamente, in attesa che una madre con gli occhi rassegnati si appresti a portarlo via.
È la camera tipo di un hikikomori. Hikikomori è il termine giapponese che definisce un numero crescente di giovani, spesso giovanissimi, che chiudono le porte al mondo reale, si rintanano in un isolamento quasi totale, rotto in genere solo attraverso dispositivi elettronici. Ogni tipo di legame non viene «solamente liquefatto, ma rigettato, annientato e dissolto» (1). L’uso ludico del computer consente di occupare le ore evitando che «il senso del vuoto sia troppo incombente» (2), che il tempo si prolunghi senza nulla che possa interrompere quella monotona, infinita notte artificiale. Come era stato colto da Adorno, è proprio la durata che infatti «genera un orrore intollerabile» (3) nelle notti insonni.
- Details
- Hits: 3958
Gli economisti non sanno più contare
B.Quattrocchi e V.Bilancetti intervistano Christian Marazzi
Dietro la modesta ripresa economica interrotta dal susseguirsi di flash crash dei mercati finanziari, si nasconde l’incapacità dei modelli economici dominanti di leggere la realtà. Sullo sfondo, la svolta autoritaria del neoliberismo
Dopo un lungo periodo di relativa stabilità dei mercati finanziari a inizio febbraio si sono manifestate delle nuove turbolenze. Sono state fornite diverse spiegazioni contrastanti sull’origine di questo flash crash. I più pessimisti parlano dell’inizio di una nuova ondata di crisi, altri dicono che è il risultato di una ‘eccessiva autonomia’ degli algoritmi che controllano oltre il 60% delle transazioni nelle borse mondiali e sono capaci di determinare vere e proprie profezie auto-avveranti, altri analisti invece – e questo è il dato più interessante – spiegano la volatilità dei mercati con la ripresa dei salari in Usa e con l’accordo salariale che l’IG Metal ha raggiunto in Germania. Ne abbiamo parlato con Christian Marazzi, economista, docente presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.
* * * *
Partiamo da questi dati sui salari americani, che hanno non poco contribuito a far precipitare le borse, anche se in modo circoscritto. Questi dati si riferiscono solo all’ultimo trimestre, quello precedente a febbraio, eppure questa informazione è stata trascurata nel dibattito. Leggendo questi dati sull’innalzamento dei salari bisogna tenere in considerazione che nei mesi invernali i lavoratori a bassi salari non lavorano o lavorano meno. Basti pensare al settore dell’edilizia, l’indice è salito, perché è aumentata la parte dei salari medio alti. Gli algoritmi sono scattati sulla base di questo dato distorto, una sorta di fake news, che però ha fatto partire una serie di reazioni a catena “come se” i salari americani fossero veramente aumentati.
- Details
- Hits: 1762
Mario Galati, sulle letture di Macerata: ragione e colonialismo
di Alessandro Visalli
Nella seconda parte della risposta di Eros Barone e Mario Galati al mio testo su Macerata “Lo scontro delle secolarizzazioni”, sono trattati i temi: la violenza e le sue cause e quindi la questione dello “scontro delle secolarizzazioni”; l’interpretazione concettuale dei processi di astrazione del lavoro e della mobilità interregionale; la riaffermazione dell’importanza dell’irrazionale dei riti e del simbolico, con il riferimento alla ‘religione del capitalismo’ e la ‘questione della tecnica’. Nell’ambito di una divisione del lavoro concordata tra di loro, Eros Barone aveva invece scelto di trattare i seguenti temi: della mia accusa, a suo dire, di schematismo e tradizionalismo nei suoi confronti; della dinamica di emigrazioni ed immigrazioni; della proposta di politica economica alternativa e dell’interpretazione dell’ultimo Marx.
Si tratta quindi di un apprezzabile e raro dialogo nel merito al quale non posso sottrarmi: al testo di Barone (“Fisica e metafisica dei fatti di Macerata”) ho quindi già risposto in “Eros Barone, circa ‘fisica e metafisica’: internazionalismo, sinistra e immigrazione”, a quello di Galati (“Ancora su ‘letture del dramma di Macerata’”) lo faccio ora.
Come già detto Si tratta di una sequenza di post che su Sinistrainrete partiva dalla pubblicazione di “Sui fatti di Macerata”, un dialogo con Roberto Buffagni, e che nelle sue articolazioni ha avuto più o meno 3.000 letture.
Per venire al testo, Mario Galati muove da quella che ritiene essere una citazione da un testo di Samir Amin (l’unico autore, tra quelli citati, che i due amici reputano essere adeguatamente marxista).
- Details
- Hits: 1687
Manhattan. Dai laboratori del nucleare alla guerra generalizzata all'essere vivente
di Jean-Marc Royer
Se le due prime parti di questo libro partono da quella che è una storia completamente diversa del Nucleare, è la sua terza parte - agli occhi dell'autore, la più importante - che ambisce a trarre le conclusioni relative alla sfera teorica, storica, filosofica e politica. Va qui precisato che non si tratta di fare un qualche riassunto del libro, ma lo scopo di questa presentazione è quello di attrarre l'attenzione del lettore su degli aspetti che vengono considerati essere i più importanti. Di conseguenza, il lettore non troverà la cosiddetta base argomentativa di alcune delle affermazioni qui avanzate
1 - Se questa fosse solamente un'altra storia del Nucleare, quale sarebbe la sua specificità?
Solo un attento studio degli archivi disponibili, ha permesso di cogliere le gigantesche dimensioni storiche, politiche e industriali dell'evento nucleare che ha cambiato il volto del mondo (sia in senso proprio che in senso figurato); ha permesso di comprendere nel dettaglio in che modo gli Stati Uniti hanno usato il nucleare allo scopo di attribuirsi il ruolo di gendarme del mondo, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale [*1], e, più in generale, come i complessi (scientifici-militari-industriali) che ne sono stati all'origine abbiano finito per infettare tutti gli apparati statali. Ma questo non sarebbe stato sufficiente a poter cogliere il fenomeno in tutte le sue dimensioni: bisognava anche tornare indietro nel tempo per riuscire a restituire a questi avvenimenti tutta la loro profondità.
Fondamentalmente, il nucleare dev'essere caratterizzato come il primogenito della scienza dell'inizio del XX secolo, in quanto esso proviene dalle teorie della relatività e dalla fisica delle particelle. Tuttavia, la storia che viene raccontata in questo libro si tiene lontana da qualsivoglia approccio esclusivamente tecnico o scientifico.
- Details
- Hits: 5653
Le pensioni fanno gola ai mercati
Ecco perché l’Europa chiede le riforme
di coniarerivolta
Nel dibattito politico recente si è parlato in lungo e in largo della famigerata Riforma previdenziale Monti-Fornero. Questo provvedimento, che ha avuto forti impatti restrittivi sui diritti pensionistici, è tuttavia soltanto il punto di arrivo di un processo di continue riforme in campo previdenziale avviato da ormai venticinque anni.
Avviato dal 1992 con la prima grande controriforma Amato, proseguito con la legge Dini nel 1995 e poi con successive riforme “minori”: Prodi (1997), Maroni (2004), Damiano (2007), Sacconi (2011) e infine la Fornero (2011-12), il groviglio di mutamenti legislativi ha seguito un iter coerente le cui direttrici fondamentali sono state almeno cinque:
- l’aumento dell’età pensionabile di vecchiaia, ovvero l’età minima per poter accedere alla pensione per motivi anagrafici;
- il progressivo aumento del numero di anni necessari per la pensione di anzianità, ovvero quella ottenibile in base al numero di anni lavorati, fino alla sua totale abolizione, avvenuta con la legge Fornero che l’ha sostituita con la pensione anticipata strutturata tuttavia come opzione penalizzante.
- il passaggio dal sistema retributivo, in cui la pensione è pagata in base al livello dei redditi ricevuti durante la vita lavorativa, a quello contributivo, nel quale la pensione è pagata in base ai contributi versati effettivamente all’INPS;
- Details
- Hits: 2698
Dopo le elezioni. Il fantasma di Nicolò Bombacci
di Gianni Giovannelli
Il complesso marchingegno elaborato dal Partito Democratico e da Forza Italia non ha prodotto il risultato che gli autori speravano. Come accade nei cartoni al celebre Wile E. Coyote la legge elettorale non è servita a nulla e, anzi, ha danneggiato sia Matteo Renzi sia Silvio Berlusconi. Si è rivelata l’ennesima tecnologia difettosa e d’uso impossibile, fornita dal vecchio ceto politico tramite una sorta di Acme Inc. Ancora una volta il velocissimo Beep Beep (Lega e/o Movimento 5 Stelle) ribalta le previsioni e sfugge alla trappola, mentre cadono vittime del loro stesso piano coloro che lo avevano ideato.
Senza dubbio non giunge inattesa una composizione delle due camere che non consente, al momento, di individuare una maggioranza certa. Il Centro Destra era, d’altro canto, l’unica coalizione che, in astratto, poteva raggiungere il risultato, pur trattandosi di eventualità non molto probabile, anche se non esclusa in partenza. E ha fallito l’obiettivo, crollando nei collegi del meridione.
Per quanto tuttavia l’esito interlocutorio e la conseguente situazione di stallo fossero non solo previsti, ma forse anche in qualche modo promossi, la composizione dei futuri gruppi parlamentari ha invece colto di sorpresa, trovando impreparato l’intero apparato di governo. La ripartizione dei voti e l’assegnazione dei seggi determinano una situazione che rende incerto il nuovo assetto di gestione del potere legislativo e di composizione del potere esecutivo.
- Details
- Hits: 2756
Suggerimenti per un percorso inverso
Sul rifiuto del lavoro
di Ottone Ovidi
Intervento nel dibattito sul rifiuto del lavoro aperto da Anna Curcio qui e qui
Il 26 gennaio 2018 Econopoly, blog de Il Sole 24 Ore che «vuole parlare di economia in maniera seria e documentata», pubblicava un contributo di tale Enrico Verga che proponeva, dopo aver constatato che la condizione dei lavoratori salariati e di molti lavoratori autonomi fosse miserevole sotto il punto di vista sia dei diritti che della retribuzione, di ritornare alla schiavitù come base delle economia avanzate. Ovviamente promettendo poche frustate e tanto affetto da parte dei padroni, ricordando per certi versi Le dodici sedie, film diretto nel 1970 da Mel Brooks, dove il buon padrone, nonché nobile decaduto, Ippolit Vorobyaninov veniva ricordato così dal vecchio servo: «Era molto buono, ci picchiava solo la domenica!». Per altri versi, ma meno comicamente, può ricordare una delle più famose intuizioni di Karl Marx, quando diceva che «la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa».
Nello stesso periodo veniva data notizia dei nuovi braccialetti elettronici che Amazon avrebbe presto cominciato a far indossare ad ogni suo singolo lavoratore per controllarne e dirigerne il lavoro secondo i tempi e i ritmi decisi dall’azienda. In realtà, in questo caso, si trattava semplicemente di un aggiornamento tecnologico di un’impostazione del lavoro e della produzione che era già ampiamente diffusa nelle aziende più importanti del mondo. Nel caso specifico, le metodologie produttive di Amazon erano nel 2013 state indagate da Jean – Baptiste Malet nel suo libro – inchiesta En Amazonie: infiltré dans le “meilleur des mondes”.
Page 325 of 610