Revival della Gran Bretagna in Europa?
di Gaetano Colonna
Potrebbe essere utile in questo momento comprendere meglio le dinamiche interne al mondo anglo-sassone, in relazione ai conflitti in atto in Europa e in Medio Oriente, nonché agli effetti che potrebbero avere sulle relazioni transatlantiche durante la presidenza Trump.
A questo scopo è assai interessante la lettura di un documento ufficiale del ministero della Difesa della Gran Bretagna, intitolato Strategic Defence Review 2025, Making Britain Safer: secure at home, strong abroad (“revisione della difesa strategica 2025, rendere la Gran Bretagna più protetta: sicura in patria, forte all’estero”). In questo documento, il governo inglese esprime un giudizio inappellabile nei confronti della Russia:
«L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia rende inequivocabilmente chiara la sua volontà di ricorrere alla forza per raggiungere i propri obiettivi, nonché il suo intento di ristabilire sfere di influenza nei paesi vicini e di sconvolgere l’ordine internazionale a svantaggio del Regno Unito e dei suoi alleati».
Questa posizione, che vede quindi nella Russia la principale minaccia militare per la Gran Bretagna, viene ulteriormente argomentata in termini estremamente duri, nei quali è tuttavia anche presente un riferimento significativo alla nuova politica statunitense:
«Il Regno Unito è già oggetto di attacchi quotidiani, con atti aggressivi – dallo spionaggio agli attacchi informatici e alla manipolazione delle informazioni – che causano danni alla società e all’economia. Il conflitto tra Stati è tornato in Europa, con la Russia che dimostra la sua volontà di ricorrere alla forza militare, infliggere danni ai civili e minacciare l’uso di armi nucleari per raggiungere i propri obiettivi. Più in generale, il vantaggio militare di cui l’Occidente ha goduto a lungo si sta erodendo, poiché altri paesi modernizzano ed espandono rapidamente le loro forze armate, mentre le priorità di sicurezza degli Stati Uniti stanno cambiando, con l’attenzione che si sposta verso l’Indo-Pacifico e la protezione del proprio territorio».